206ª Divisione costiera

206ª Divisione Costiera
Descrizione generale
Attiva15 novembre 1941 - luglio 1943
NazioneItalia (bandiera) Italia
Servizio Regio esercito
Tipodivisione costiera
Guarnigione/QGModica
Battaglie/guerreSbarco in Sicilia
Parte di
XVI Corpo d'armata
Simboli
Mostrina della 206ª Divisione Costiera
Voci su unità militari presenti su Wikipedia
Soldati della 206ª divisione costiera fatti prigionieri dalle forze britanniche. Tipico dell'equipaggiamento di seconda categoria fornito alle divisioni costiere, i soldati indossano elmetti Adrian della prima guerra mondiale, piuttosto che i più moderni elmetti M33.

La 206ª Divisione Costiera era una divisione di fanteria del Regio Esercito Italiano durante la seconda guerra mondiale.[1] Le divisioni costiere del Regio Esercito erano divisioni di seconda linea formate con riservisti ed equipaggiate con materiale di seconda scelta. Reclutati localmente, erano spesso comandati da ufficiali richiamati dal pensionamento.[2]

La divisione fu attivata il 15 novembre 1941 a Catania riorganizzando il VI Comando Settore Costiero.[3] La divisione fu assegnata al XVI Corpo d'Armata, incaricato della difesa della metà orientale dell'isola di Sicilia.[1]

La divisione fu affidata al generale Achille d'Havet e aveva il suo quartier generale a Modica.

La divisione si occupava della difesa costiera del litorale compreso tra Punta Braccetto a Santa Croce Camerina e l'Arenella a sud di Siracusa[4] presidiando un settore lungo 132 chilometri.

La divisione poteva contare su una forza di 400 ufficiali e 8.000 uomini, aumentata successivamente a 450 ufficiali e 9.600 uomini dopo l’allarme del 22 maggio 1943.

La divisione soffriva di un problema comune anche a tutte le altre divisioni costiere schierate sull'isola: la sproporzione fra i compiti e i mezzi. La divisione infatti disponeva sul fronte otto battaglioni, pari a 36 uomini a chilometro, 215 fucili mitragliatori, pari a 1,6 a chilometro, di 474 mitragliatrici, pari ad una ogni 278 metri, di 34 mortai da 81 mm, pari ad uno ogni 4 chilometri, e di 56 pezzi di artiglieri in quattordici batterie, parti ad un pezzo ogni 2,4 chilometri.

La divisione difendeva le spiagge dove sbarcò l'Ottava Armata britannica durante l'invasione alleata della Sicilia il 10 luglio 1943. Nel giorno dello sbarco la 206ª Divisione Costiera e le forze britanniche combatterono per il controllo delle spiagge di Avola, Castelluzzo e Cassibile, ma la superiorità britannica in materiale e numeri schiacciò la 206ª Divisione Costiera, che entro l'11 luglio era ridotta a piccole unità circondate da truppe britanniche forze. Il 12 luglio le truppe britanniche eliminarono l'ultima resistenza e la divisione fu dichiarata persa a causa degli eventi bellici.[4]

L'ultimo messaggio da generale Achille d'Havet, inviato attraverso l'ausilio di piccioni viaggiatori, al comandante del XVI Corpo d'Armata comunicava:

“Ho l’orgoglio di assicurare V.E. che 206ª div. cost. ha fatto fino all’ultimo il proprio dovere. Tutti si sono battuti valorosamente cedendo solo per stragrande superiorità nemica. Fanti, artiglieria, gruppo mobile “F” e tattico sud hanno gareggiato nel resistere all’attacco. Non ho più collegamento con alcuno. Mio comando sta per essere sopraffatto. Viva l’Italia – Viva il Re”.

Il messaggio partì dalla Colombaia Nigro, una delle 14 colombaie fisse dislocate in Sicilia, alle ore 09.55 dell’11 luglio 1943, tramite gli ultimi due colombi rimasti alla volta di Messina dove giunsero alle 13, compiendo un volo di 175 Km alla media di quasi 60 Km/orari.[5]

Non è possibile stabilire con precisione le perdite subite dalla 206ª divisione costiera, ma nella sua relazione D’Havet calcolò dai 35 ai 40 ufficiali caduti e dai 500 ai 700 sottufficiali e militari di truppa.

Ordine di Battaglia

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  • 206ª divisione costiera[4]
    • 122º reggimento costiero
      • CCXLIII Battaglione Costiero
      • CCCLXXIV Battaglione Costiero
      • CCCLXXV Battaglione Costiero
    • 123º reggimento costiero
    • 146º reggimento costiero
      • CDXXX Battaglione costiero
      • CDXXXVII Battaglione Costiero
    • 44º Reggimento Artiglieria Costiera
      • CII Gruppo Artiglieria Costiera (cannoni da campo 75/27)
      • CLXI Gruppo Artiglieria Costiera (cannoni pesanti 149/35)
      • CLXII Gruppo Artiglieria Costiera (149/35 cannoni pesanti; trasferito alla XVIII Brigata costiera nell'aprile 1943)
      • CLXIV Gruppo Artiglieria Costiera (149/35 cannoni pesanti)
      • CCIX Gruppo Artiglieria Costiera ( 100/22 obici)
      • CCXXIV Gruppo Artiglieria Costiera (100/22 obici)
      • 227ª Batteria di Artiglieria Costiera (obici 105/14)
    • CIV Battaglione mitragliatrici
      • 511ª compagnia di mitragliatrici
      • 537ª compagnia di mitragliatrici
      • 542ª compagnia di mitragliatrici
      • 625ª compagnia di mitragliatrici
    • 122º plotone di ingegneri misti
    • 123º plotone di ingegneri misti
    • 206ª Sezione Carabinieri
    • 163° ufficio postale da campo
    • Divisione Servizi

Aggregato alla divisione:[1]

Ufficiali comandanti

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L'ufficiale in comando della divisione era:[1]

  1. ^ a b c d BOLLETTINO DELL'ARCHIVIO DELL'UFFICIO STORICO N.II-3 e 4 2002, p. 362.
  2. ^ Jowett, 2000,  p. 6.
  3. ^ Cronistoria dei reparti costieri, su regioesercito.it. URL consultato il 12 novembre 2021.
  4. ^ a b c 206a Divisione Costiera, su regioesercito.it. URL consultato il 16 ottobre 2021.
  5. ^ Andrea Blefari, Modica, Scicli, Ispica, Pozzallo, su museosicilia1943.it. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  6. ^ Treni Armati della Marina, su marina.difesa.it. URL consultato il 7 ottobre 2021.