24 Ore di Le Mans 1985

Voce principale: 24 Ore di Le Mans.
24 Ore di Le Mans 1985
Edizione n. 53 del 24 Ore di Le Mans
Dati generali
Inizio15 giugno
Termine16 giugno
valevole anche per il Campionato del mondo sportprototipi
Titoli in palio
AssolutaGermania (bandiera) Klaus Ludwig
Italia (bandiera) Paolo Barilla
Germania (bandiera) John Winter
su Porsche 956
Imsa GTPStati Uniti (bandiera) Bob Tullius
Stati Uniti (bandiera) Chip Robinson
Francia (bandiera) Claude Ballot-Léna
su Jaguar XJR-5
Gruppo C2Regno Unito (bandiera) Gordon Spice
Regno Unito (bandiera) Ray Bellm
Irlanda (bandiera) Mark Galvin
su Tiga-Spice
Gruppo BGermania (bandiera) Edgar Dören
Irlanda (bandiera) Martin Birrane
Belgio (bandiera) Jean-Paul Libert
su BMW M1
Altre edizioni
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Edizione in corso

La 24 Ore di Le Mans 1985 è stata la 53ª maratona automobilistica svoltasi sul Circuit de la Sarthe di Le Mans, in Francia, il 11 e il 16 giugno 1985, valevole come prova del Campionato del mondo sportprototipi 1985. Viene ricordata per l'influenza dei nuovi limiti al consumo sulle strategie di gara.

Dopo più di tre anni dall'entrata in vigore, le norme per il consumo sembrano aver designato la loro miglior interprete: la Porsche 956 sembra quasi imbattibile, sia sulle piste del Campionato mondiale Endurance che a Le Mans, dove ha centrato tre vittorie consecutive. Con due vetture per il Joest Racing, una per i fratelli Kremer, una per Fitzpatrick, una per il Brun Motorsport, una per il Richard Lloyd Racing (RLR) e infine una per il team Obermaïer, le Porsche 956 sono le vetture presenti in maggior numero sulla griglia di partenza. Eppure, alla vigilia della 24 Ore del 1985, molti ritengono che la 956 potrebbe subire la prima sconfitta a Le Mans.

A dar fastidio al nugolo di 956 è la nuova Porsche 962C ufficiale. In effetti, la 962C è uno sviluppo delle 962 progettate per le norme IMSA sulla base della 956 e già viste l'anno precedente nella squadra di Preston Henn. Per motivi di sicurezza in caso d'incidente, il regolamento prevede ora che sulle automobili costruite a partire dal 1985 i piedi dei piloti si trovino dietro dall'asse delle ruote anteriori. È stato pertanto necessario aumentare l'interasse della 956 e accorciarne lo sbalzo anteriore. Tale regola ha imposto alla Porsche l'uso del telaio IMSA, mantenendo il motore biturbo vietato nelle gare Statunitensi. Da qui il nome di 962C, cioè telaio tipo 962 dotato di motore Gruppo C. John Fitzpatrick aveva già portato in gara una macchina simile l'anno prima[1] in assenza della squadra ufficiale, ma la vettura era dotata di una cofano anteriore studiato per le gare brevi e quest'anno non partecipa a causa di un incidente in prova.[2] Altre due 962C vengono affidate ai team Kremer (la nº11) e Brun (la nº19).

La Porsche 956 nº7 del Joest Racing vincitrice della corsa
La Porsche 956 nº14 del Richard Lloyd Racing

Per quanto riguarda gli equipaggi Porsche ufficiali, Jacky Ickx e Derek Bell non sono più sulla stessa auto: il belga corre con Jochen Mass sulla nº1 mentre il britannico è con Hans-Joachim Stuck sulla nº2. La terza vettura è affidata a due dei vincitori del 1983, Vern Schuppan e Al Holbert, affiancati da John Watson (che aveva lasciato la Formula Uno) al posto di Hurley Haywood, che era passato alla Jaguar.

La squadra Lancia, agli ordini di Cesare Fiorio, schiera due LC2 ufficiali, ma le vetture italiane non sono realmente in grado di tener testa alle Porsche. Sotto accusa è l'affidabilità sulla lunga distanza, anche alla luce dei nuovi limiti di consumo previsti per il 1985 (solo 2210 litri a disposizione delle Gruppo C), che mal si adattano al loro vorace motore V8 di origine Ferrari, tanto più che la versione 1985 è molto più larga di quelle viste in gara nel 1983 e nel 1984: la larghezza è stata aumentata fino al limite regolamentare di due metri per migliorare la tenuta di strada, andando a scapito della velocità massima e dei consumi. La nº4 è affidata a Bob Wollek, Alessandro Nannini e Lucio Cesario,[3][4] mentre sulla nº5 Mauro Baldi fa coppia con Henri Pescarolo, reduce dalla vittoria dell'anno precedente col team Joest Racing.

Schierata in gara anche la Jaguar XJR-5 dal team statunitense Group 44 guidato da Bob Tullius, ma l'esperienza dell'anno prima ha dimostrato che la pista di Le Mans non è adatta alla loro vettura, perciò si ripresentano alla corsa con un pacchetto aerodinamico rivisto per ridurre la deportanza e migliorare la penetrazione (muso più profilato e alettone senza paratie laterali), sospensioni irrigidite e il 10% di potenza in più: conformi al regolamento IMSA, le vetture del giaguaro sono molto più pesanti della diretta concorrenza, coi loro 162 kg oltre il limite regolamentare[5] e inoltre le nuove XJR-6 del Tom Walkinshaw Racing non sono pronte in tempo per la gara.

Per quanto riguarda le squadre francesi, sono presenti cinque Rondeau, ma nessuna di esse può aspirare al podio; Yves Courage si affida ai motori Porsche per le sue Cougar C02, derivata dalla precedente C01-Cosworth e progettata da Marcel Hubert, già coinvolto nel progetto della Renault Alpine A442, vittoriosa nel 1978. Insieme a loro la squadra WM-Peugeot si presenta a Le Mans per la decima volta e per festeggiare l'avvenimento porta in gara tre WM P83B. Sul fronte piloti la grande sorpresa è data da Jean Rondeau, che dopo essere arrivato secondo l'anno prima al volante di una Porsche passa quest'anno alla squadra un tempo sua rivale. In squadra anche Jean Claude Andruet e Roger Dorchy, che aveva brillantemente debuttato nella gara del 1984 permettendo per la prima volta alla "piccola" WM di tenere la testa della 24 Ore. Dopo la scelta tecnica della Lancia di adeguarsi alla concorrenza, le WM erano ora le uniche vetture a non sfruttare tutta la larghezza regolamentare, allo scopo di ottenere una maggiore velocità di punta, ma difficilmente ripeteranno l'exploit dell'anno precedente.

Altra contendente è la nuova Sauber C8, spinta da un motore V8 Mercedes-Benz turbocompresso, ma non riuscirà ad esprimere il suo potenziale poiché durante le prove il pilota John Nielsen si prende un grande spavento decollando sul dosso di Mulsanne e atterrando sulle quattro ruote dopo un "looping" completo. Peter Sauber saggiamente decide di non portare l'auto in gara.

Assenti le Aston Martin Nimrod dopo il doppio incidente patito l'anno prima: Ray Mallock schiera le sue Ecosse (che sembrano delle Nimrod in scala ridotta) nel Gruppo C2, mentre il motorista inglese fornisce i motori alla Emka di Steve O'Rourke e alla Cheetah nº24, due vetture non hanno grosse ambizioni per la classifica generale.

Anche la Toyota è sul circuito con un programma ufficiale basato sull'esperienza maturata con le Gruppo C del'All-Japan Endurance Championship insieme al Team TOM'S e le sue due Dome 85C sono affidate a un equipaggio tutto giapponese (la nr.36, con Satoru Nakajima) e uno internazionale (la nr.38), ma le vetture hanno un'eccessiva deportanza all'avantreno che le rende instabili sul dritto e il problema viene risolto con il cambio della carrozzeria, mostrando però il vero lato debole della 85C, cioè la scarsa potenza del motore quadricilindrico 2,1 litri turbocompresso: i suoi "soli" 550 CV non le permettono né di competere con le altre C1, né di superare la soglia psicologica delle "200 miglia orarie" (320 km/h), pertanto la priorità diventa finire la gara e accumulare esperienza.[5]

Per quanto riguarda il Gruppo C2, lo schieramento è formato da Alba, Ecosse, Tiga, Gebhardt Motorsport e le Mazda ufficiali, che insistono nel partecipare nella categoria inferiore con la loro 737C spinta da un birotore Wankel. Presenti anche le Gruppo B: tre BMW M1 e una Porsche 911.

Stuck coglie la pole position con 3'14"80, Ickx è secondo, staccato di 48 centesimi, terza è la Lancia LC2 di Wollek/Nannini/Cesario. Al quarto posto il team Joest con la nº7 di Klaus Ludwig (quest'anno affiancato da Paolo Barilla e John Winter), a ribadire che l'anno prima quella stessa vettura non aveva vinto per caso. Quinta la terza Porsche ufficiale, sesta l'altra Lancia e settima la 956 Kremer dell'equipaggio Van der Merwe/Fouché/Hytten. All'ottavo posto l'altra vettura di Joest. Nei team Kremer e Brun le 956 sono più veloci delle 962C.

Partenza alle ore 15:00 e Ickx adotta subito una tattica di risparmio del carburante, comune a tutte le Porsche ufficiali, mentre il più aggressivo Bob Wollek prende il comando alla curva Dunlop, seguito da Klaus Ludwig sulla Porsche 956 di Joest e alla fine dell'Hunaudières le 962C sono quarta, quinta e undicesima. Già dalle prime battute si capisce che il tema del consumo di carburante condizionerà le strategie: Ludwig, infatti, preferisce restare in scia alla Lancia LC2 in ottica di risparmio, anziché sorpassarla e fare la lepre.

Alla fine del secondo giro nessun cambiamento in testa: Wollek è primo, poi Ludwig, Sarel Van Der Merwe (Kremer Porsche nº10), Oscar Larrauri (Porsche Brun nº18), Jean-Pierre Jarier (Kremer Porsche nº11) e Jonathan Palmer (RLR Porsche nº14). La migliore delle Porsche ufficiali, quella di Schuppan/Holbert/Watson è ottava, preceduta dalla Emka-Aston Martin nº66 di Tiff Needell, che non sembra badare alla strategia di consumo; strategia che condiziona la gara di Ickx, che sceglie di girare in 3'45", mentre le Porsche private hanno un ritmo compreso tra 3'37" o 3'38": si ritrova così diciannovesimo.

Al quarto giro Wollek viene sorpassato da Ludwig e allora imposta il proprio ritmo "economico" e si lascia poi passare anche dalle altre Porsche private. Nella prima mezz'ora di corsa il carosello dei sorpassi "concessi" da chi vuol risparmiare porta in testa Palmer e al terzo posto la Emka-Aston Martin.[6] La prima ora di gara si è svolta all'insegna delle Porsche private, che si fermano per il rifornimento a cavallo del sessantesimo minuto: le Porsche ufficiali, che hanno risparmiato, si ritrovano al 6º, 7º e 8º posto e alla fine del carosello dei rifornimenti in testa resta la Emka-Aston Martin, che per guadagnare tempo ai box decide di riempire metà serbatoio e ritrovarsi al comando per un po' e farsi pubblicità, salvo poi cedere il definitivamente il comando a Ludwig e Palmer al 20º giro, che si dimostrano i più veloci e i più economi in pista, a differenza delle Porsche ufficiali, che, nonostante la loro accurata strategia, consumano anche più delle Lancia.

La Gebhardt JC843, appartenente al Gruppo C2

Durante la terza ora la Cougar C02-Porsche subisce due incidenti in un solo giro e rientra ai box per le riparazioni, mentre la corsa è ancora un affare tra le auto di Joest e Richard Lloyd, seguite dalla 956 del team Brun, dalla LC2 di Wollek/Nannini/Cesario e dalla 962C di Bell/Stuck, con le due vetture di testa che si sorpassano in continuazione e sembrano quasi due ciclisti in fuga dal gruppo che si alternano per aiutarsi vicendevolmente. Intanto alle 18:30 Mass è costretto a rientrare lentamente ai box per problemi di accensione: viene sostituita la centralina e un'ora dopo tocca a un tubo dell'olio. A questo punto Ickx rompe gli indugi e va all'attacco senza preoccuparsi del consumo e alle 20:15 gira in 3'25"1, dimostrando di essere il più veloce in pista, ma dopo l'exploit la gara può ritenersi finita per Jacky e Jochen, per colpa del cambio da riparare.

In serata la WM-Peugeot nº43 di Jean Claude Andruet sbanda inspiegabilmente sull'Hunaudières e ne esce distrutta, mentre il pilota è illeso: la pace-car neutralizza la gara per circa una mezz'ora e alla fine della sesta ora in testa è ancora la 956 nº7 di Joest, seguita ancora dalla nº14 del Richard Lloyd Racing, mentre quella di Brun ha ceduto il terzo posto alla Lancia di Wollek/Nannini/Cesario, seguita dalle 962C.

Alle 21:30 la vettura nº7 resta sola in testa, poiché la 956 del RLR si ferma per ben due volte ai box per risolvere dei problemi elettrici[7] e sprofonda al settimo posto, mentre la nº18 di Walter Brun sale al secondo posto, ma è molto distante. Al calar della notte cominciano a spuntare le noie di affidabilità che solitamente decimano lo schieramento e anche la Porsche 962C di Bell/Stuck deve fermarsi a i box per sostituire il portamozzo anteriore sinistro, cedendo diverse posizioni.

Durante la notte accade qualcosa di spiacevole: diverse squadre sono vittima di carenza di carburante ai box e non possono rifornire le loro vetture. Ne fanno le spese alcune Porsche (tra cui la nº14) e le due Lancia, tanto che la direzione gara gli conteggia i giri non coperti in funzione del tempo perso ai box e dopo 12 ore di corsa la classifica vede in testa sempre la 956 di Ludwig/Barilla/Winter, seguita dalla 962C di Schuppan/Holbert/Watson e dalla 956 di Brun, con la Lancia di Wollek/Nannini/Cesario scesa al quarto posto che poco dopo perde le ultime speranze di vittoria per colpa di un turbo rotto. All'alba la classifica vede la 962C di Schuppan/Holbert/Watson attardata da un portamozzo da sostituire, che la fa scendere al 5º posto, dietro i compagni di squadra Bell e Stuck, mentre durante la notte si è completata la rimonta della 956 nº14 del Richard Lloyd Racing, che si è ripresa il secondo posto a scapito del team Brun, alle spalle della 956 giallo-nera nº7.

Verso le 10:00 la seconda 956 di Joest deve ritirarsi: Jean Paul Belmondo va in testacoda alla curva Dunlop danneggiando irrimediabilmente la vettura da lui riportata ai box, mentre poco dopo si ritira anche la 962C di Schuppan/Holbert/Watson col motore muto e dopo le 11:00 un testacoda sull'Hunaudières mette fuori gioco la 962C del team Brun: auto distrutta e pilota illeso. Ma non finisce qui, perché a mezzogiorno il cambio tradisce l'altra vettura di Walter Brun, la 956 nº18: a seguito di questi ritiri la Porsche nº2 sale al terzo posto, la 956 di John Fitzpatrick ottiene il quarto e le due Lancia il sesto e il settimo.

Sempre verso le 11:00 c'è la svolta nel Gruppo C2: la Mazda 737C che guidava saldamente la categoria perde 83 minuti ai box per riparare il cambio, cedendo la testa della propria classe a favore della Tiga-Spice di Gordon Spice/Ray Bellm/Mark Galvin, che la manterrà fino alla fine.

Alle 15:00 la Porsche 956 nº7 passa per prima sotto la bandiera a scacchi, confermando la vittoria conquistata l'anno precedente dal medesimo telaio, il 956/117, un onore condiviso con la Ford GT40/1075 del team di John Wyer, la sola altra vettura ad avere precedentemente ottenuto la stessa impresa nel 1968 e nel 1969 ma con due numeri di gara diversi (n. 9 nel '68, n. 6 nel '69). Klaus Ludwig, Paolo Barilla e John Winter si sono imposti sulla concorrenza, soprattutto i primi due, poiché John ha infatti pilotato per soli 70 minuti, tra cui una mezz'ora dietro la pace car. al secondo posto la 956 del Richard Lloyd Racing, che ha pagato il ritardo patito ai box in serata, ma che ha riagguantato il podio con una strepitosa rimonta, mentre la 962C ufficiale di Bell e Stuck completa il podio più per le disgrazie altrui che per i propri meriti, ma comunque mitiga la disfatta del team della Casa di Stoccarda.

Classifica finale

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Pos Classe Squadra Piloti Vettura Gomme Giri
Motore
1 C1 7 Germania (bandiera) New-Man Joest Racing Germania (bandiera) Klaus Ludwig
Italia (bandiera) Paolo Barilla
Germania (bandiera) "John Winter"
Porsche 956B D 374
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
2 C1 14 Regno Unito (bandiera) Richard Lloyd Racing Regno Unito (bandiera) Jonathan Palmer
Regno Unito (bandiera) James Weaver
Regno Unito (bandiera) Richard Lloyd
Porsche 956 GTi G 371
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
3 C1 2 Germania (bandiera) Rothmans Porsche Regno Unito (bandiera) Derek Bell
Germania (bandiera) Hans-Joachim Stuck
Porsche 962C D 367
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
4 C1 33 Regno Unito (bandiera) John Fitzpatrick Racing Austria (bandiera) Jo Gartner
Regno Unito (bandiera) David Hobbs
Regno Unito (bandiera) Guy Edwards
Porsche 956B Y 366
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
5 C1 10 Germania (bandiera) Porsche Kremer Racing Svizzera (bandiera) Mario Hytten
Sudafrica (bandiera) George Fouché
Sudafrica (bandiera) Sarel van der Merwe
Porsche 956B G 361
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
6 C1 4 Italia (bandiera) Martini Lancia Francia (bandiera) Bob Wollek
Italia (bandiera) Alessandro Nannini
Australia (bandiera) Lucio Cesario
Lancia LC2 M 360
Ferrari 308C 3.0 L Turbo V8
7 C1 5 Italia (bandiera) Martini Lancia Francia (bandiera) Henri Pescarolo
Italia (bandiera) Mauro Baldi
Lancia LC2 M 358
Ferrari 308C 3.0 L Turbo V8
8 C1 26 Germania (bandiera) Obermaier Racing Team Germania (bandiera) Jürgen Lässig
Spagna (bandiera) Jésus Pareja
Belgio (bandiera) Hervé Regout
Porsche 956 G 357
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
9 C1 11 Germania (bandiera) Porsche Kremer Racing Francia (bandiera) Jean-Pierre Jarier
Nuova Zelanda (bandiera) Mike Thackwell
Austria (bandiera) Franz Konrad
Porsche 962C G 356
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
10 C1 1 Germania (bandiera) Rothmans Porsche Belgio (bandiera) Jacky Ickx
Germania (bandiera) Jochen Mass
Porsche 962C D 348
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
11 C1 66 Regno Unito (bandiera) EMKA Productions, Ltd. Regno Unito (bandiera) Tiff Needell
Regno Unito (bandiera) Steve O'Rourke
Regno Unito (bandiera) Nick Faure
EMKA C84/1 D 338
Aston Martin-Tickford 5.3 L V8
12 C1 36 Giappone (bandiera) Tom's Team Giappone (bandiera) Satoru Nakajima
Giappone (bandiera) Masanori Sekiya
Giappone (bandiera) Kaoru Hoshino
Tom's 85C-L B 330
Toyota 4T-GT 2.1 L Turbo I4
13 GTP 44 Stati Uniti (bandiera) Jaguar Group 44 Stati Uniti (bandiera) Bob Tullius
Stati Uniti (bandiera) Chip Robinson
Francia (bandiera) Claude Ballot-Léna
Jaguar XJR-5 G 324
Jaguar 6.0 L V12
14 C2 70 Regno Unito (bandiera) Spice Engineering Regno Unito (bandiera) Gordon Spice
Regno Unito (bandiera) Ray Bellm
Irlanda (bandiera) Mark Galvin
Spice-Tiga GC85 A 312
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
15 B 151 Germania (bandiera) Helmut Gall Germania (bandiera) Edgar Dören
Irlanda (bandiera) Martin Birrane
Belgio (bandiera) Jean-Paul Libert
BMW M1 A 307
BMW M88 3.5 L I6
16 C2 75 Regno Unito (bandiera) ADA Engineering Regno Unito (bandiera) Ian Harrower
Stati Uniti (bandiera) Steve Earle
Regno Unito (bandiera) John Sheldon
Gebhardt JC843 A 299
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
17 C1 42 Francia (bandiera) WM-Peugeot Francia (bandiera) Michel Pignard
Francia (bandiera) Jean-Daniel Raulet
Francia (bandiera) Jean Rondeau
WM P83B M 299
Peugeot PRV 2.6 L Turbo V6
18 C1 39 Francia (bandiera) Bussi Racing Francia (bandiera) Bruno Sotty
Francia (bandiera) Jean-Claude Justice
Francia (bandiera) Patrick Oudet
Rondeau M382 D 291
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
19 C2 86 Giappone (bandiera) Mazdaspeed Co. Ltd. Irlanda (bandiera) Dave Kennedy
Belgio (bandiera) Philippe Martin
Belgio (bandiera) Jean-Michel Martin
Mazda 737C D 283
Mazda 13B 1.3 L 2-Rotori
20 C1 13 Francia (bandiera) Primagaz Francia (bandiera) Yves Courage
Regno Unito (bandiera) Alain de Cadenet
Francia (bandiera) Jean-François Yvon
Cougar C12 M 279
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
21 C2 99 Regno Unito (bandiera) Roy Baker Promotions Ford Regno Unito (bandiera) Paul Smith
Regno Unito (bandiera) Will Hoy
Stati Uniti (bandiera) Nick Nicholson
Tiga GC285 A 274
Ford Cosworth BDT 1.7 L Turbo I4
22 C1 34 Sudafrica (bandiera) Kreepy Krauly Racing Sudafrica (bandiera) Graham Duxbury
Germania (bandiera) Christian Danner
Italia (bandiera) Almo Coppelli
March 85G Y 270
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
23 C2 95 Francia (bandiera) Roland Bassaler Francia (bandiera) Roland Bassaler
Francia (bandiera) Dominique Lacaud
Francia (bandiera) Yvon Tapy
Sauber SHS C6 A 268
BMW M88 3.5 L I6
24 C2 85 Giappone (bandiera) Mazdaspeed Co. Ltd. Giappone (bandiera) Yoshimi Katayama
Giappone (bandiera) Yojiro Terada
Giappone (bandiera) Takashi Yorino
Mazda 737C D 264
Mazda 13B 1.3 L 2-Rotori
25
DSQ
C1 41 Francia (bandiera) WM-Peugeot Francia (bandiera) Patrick Gaillard
Francia (bandiera) Pascal Pessiot
Francia (bandiera) Dominique Fornage
WM P83B M 267
Peugeot PRV 2.6 L Turbo V6
26
NC
C2 77 Regno Unito (bandiera) Spice Engineering Regno Unito (bandiera) Tim Lee-Davey
Australia (bandiera) Neil Crang
Regno Unito (bandiera) Tony Lanfranchi
Tiga GC84 D 226
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
27
NC
C2 74 Germania (bandiera) Team Labatt
Germania (bandiera) Gebhardt Engineering
Germania (bandiera) Frank Jelinski
Canada (bandiera) John Graham
Regno Unito (bandiera) Nick Adams
Gebhardt JC853 A 224
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
28
NC
C2 98 Regno Unito (bandiera) Roy Baker Promotions Ford Regno Unito (bandiera) François Duret
Regno Unito (bandiera) David Andrews
Regno Unito (bandiera) Duncan Bain
Tiga GC284 A 150
Ford Cosworth BDT 1.7 L Turbo I4
29
NC
C2 93 Francia (bandiera) Automobiles Louis Descartes Francia (bandiera) Louis Descartes
Francia (bandiera) Jacques Heuclin
Francia (bandiera) Daniel Hubert
ALD 01 A 141
BMW M88 3.5 L I6
30
DNF
C1 18 Svizzera (bandiera) Brun Motorsport Italia (bandiera) Massimo Sigala
Argentina (bandiera) Oscar Larrauri
Italia (bandiera) Gabriele Tarquini
Porsche 956 D 323
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
31
DNF
C1 19 Svizzera (bandiera) Brun Motorsport Svizzera (bandiera) Walter Brun
Francia (bandiera) Joël Gouhier
Belgio (bandiera) Didier Theys
Porsche 962C D 304
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
32
DNF
C1 3 Germania (bandiera) Rothmans Porsche Stati Uniti (bandiera) Al Holbert
Australia (bandiera) Vern Schuppan
Regno Unito (bandiera) John Watson
Porsche 962C D 299
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
33
DNF
C1 31 Francia (bandiera) Primagaz Francia (bandiera) Pierre Yver
Francia (bandiera) Pierre-François Rousselot
Francia (bandiera) François Sérvanin
Rondeau M382 D 286
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
34
DNF
C1 8 Germania (bandiera) New-Man Joest Racing Francia (bandiera) Paul Belmondo
Colombia (bandiera) Maurizio de Narvaez
Stati Uniti (bandiera) Kenper Miller
Porsche 956 D 277
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
35
DNF
C2 80 Italia (bandiera) Carma F.F. Italia (bandiera) Martino Finotto
Italia (bandiera) Aldo Bertuzzi
Italia (bandiera) Guido Daccò
Alba AR6 A 228
Carma FF 1.9 L Turbo I4
36
DNF
GTP 40 Stati Uniti (bandiera) Jaguar Group 44 Regno Unito (bandiera) Brian Redman
Stati Uniti (bandiera) Hurley Haywood
Stati Uniti (bandiera) Jim Adams
Jaguar XJR-5 G 151
Jaguar 6.0 L V12
37
DNF
C1 67 Francia (bandiera) Jean-Philippe Grand Francia (bandiera) Patrick Gonin
Belgio (bandiera) Pascal Witmeur
Francia (bandiera) Pierre de Thoisy
Rondeau M482 M 143
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
38
DNF
C1 38 Giappone (bandiera) Dome Team Svezia (bandiera) Eje Elgh
Regno Unito (bandiera) Geoff Lees
Giappone (bandiera) Toshio Suzuki
Dome 85C-L D 141
Toyota 4T-GT 2.1 L Turbo I4
39
DNF
C2 90 Danimarca (bandiera) Jens Winther Denmark Danimarca (bandiera) Jens Winther
Regno Unito (bandiera) David Mercer
Stati Uniti (bandiera) Margie Smith-Haas
URD C83 A 141
BMW M88 3.5 L I6
40
DNF
B 157 Svizzera (bandiera) Angelo Pallavicini Svizzera (bandiera) Enzo Calderari
Svizzera (bandiera) Angelo Pallavicini
Svizzera (bandiera) Marco Vanoli
BMW M1 A 116
BMW M88 3.5 L I6
41
DNF
B 156 Francia (bandiera) Raymond Touroul Team Francia (bandiera) Raymond Touroul
Francia (bandiera) Thierry Perrier
Francia (bandiera) Philippe Dermagne
Porsche 911SC P 107
Porsche 3.0 L Flat-6
42
DNF
C1 43 Francia (bandiera) WM-Peugeot Svizzera (bandiera) Claude Haldi
Francia (bandiera) Roger Dorchy
Francia (bandiera) Jean-Claude Andruet
WM P83B M 73
Peugeot PRV 2.8 L Turbo V6
43
DNF
C2 104 Francia (bandiera) Ecurie Blanchet Locatop Francia (bandiera) Michel Dubois
Francia (bandiera) Hubert Striebig
Francia (bandiera) Noël del Bello
Rondeau M379 A 65
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
44
DNF
C1 24 Svizzera (bandiera) Cheetah Automobiles Switzerland Belgio (bandiera) Bernard de Dryver
Belgio (bandiera) Claude Bourgoignie
Regno Unito (bandiera) John Cooper
Cheetah G604 D 53
Aston Martin-Tickford 5.3 L V8
45
DNF
C2 79 Regno Unito (bandiera) Ecurie Ecosse Regno Unito (bandiera) Mike Wilds
Regno Unito (bandiera) Ray Mallock
Regno Unito (bandiera) David Leslie
Ecosse C285 A 45
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
46
DNF
C1 46 Francia (bandiera) Bussi Racing
Francia (bandiera) Roland Bassaler
Francia (bandiera) Christian Bussi
Stati Uniti (bandiera) Jack Griffin
Stati Uniti (bandiera) Marion L. Speer
Rondeau M482 M 36
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
47
DNF
B 152 Svizzera (bandiera) Vogelsang Germania (bandiera) Harald Grohs
Germania (bandiera) Altfrid Heger
Germania (bandiera) Kurt Köning
BMW M1 A 32
BMW M88 3.5 L I6
48
DNF
C2 100 Regno Unito (bandiera) Goodmands Sound
Regno Unito (bandiera) Bartlett Chevron Racing
Regno Unito (bandiera) Richard Jones
Regno Unito (bandiera) Robin Smith
Marocco (bandiera) Max Cohen-Olivar
Chevron B62 A 19
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
49
DNF
C2 82 Italia (bandiera) Grifo Autoracing Italia (bandiera) Paolo Giangrossi
Italia (bandiera) Pasquale Barberio
Italia (bandiera) Mario Radicella
Alba AR3 D 5
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
DNS C1 61 Svizzera (bandiera) Sauber Racing Danimarca (bandiera) John Nielsen
Austria (bandiera) Dieter Quester
Svizzera (bandiera) Max Welti
Sauber C8 D -
Mercedes-Benz M117 5.0 L Turbo V8
DNS C2 81 Italia (bandiera) Carma F.F. Svizzera (bandiera) Loris Kessel
Italia (bandiera) Ruggero Melgrati
Italia (bandiera) Aldo Bertuzzi
Svizzera (bandiera) Jean-Pierre Frey
Alba AR2 A -
Carma FF 1.9 L Turbo I4
DNS C2 97 Svezia (bandiera) Strandell Porsche Svezia (bandiera) Stanley Dickens
Norvegia (bandiera) Martin Schanche
Strandell 85 A -
Porsche Type-934 3.3 L Turbo Flat-6
DNQ C2 106 Francia (bandiera) Bruno Sotty Germania (bandiera) Martin Wagenstätter
Germania (bandiera) Kurt Hild
Lotec C302 D -
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
DNQ C1 55 Regno Unito (bandiera) John Fitzpatrick Racing Regno Unito (bandiera) Kenny Acheson
Regno Unito (bandiera) Dudley Wood
Francia (bandiera) Jean-Louis Schlesser
Porsche 962C Y -
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6

† - La numero 41 non passò le verifiche tecniche post-gara, causa sottopeso. Era arrivata 24ª prima di essere squalificata.

  • Pole Position - numero 2 Rothmans Porsche - 3:14.80
  • Giro più veloce - numero 1 Rothmans Porsche - 3:25.10
  • Distanza - 5088.507 km
  • Velocità media - 212.021 km/h
  1. ^ (FR) 1984 33 55 Porsche 956/962, su les24heures.fr. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2016).
  2. ^ Youtube: immagini dei soccorsi..
  3. ^ Endurance Info - Endurance Info WebSite (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2006)..
  4. ^ Le Mans 24 Hours 1985 - Photo Gallery - Racing Sports Cars..
  5. ^ a b Jonathan Moore.
  6. ^ https://www.flickr.com/photos/29493524@N06/2882359909/ Foto della Emka-Aston Martin.
  7. ^ (EN) TEAM QUAIL AT LE / The History - The Eighties, su teamquail.com. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2008).

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