AE Andromedae

AE Andromedae
AE Andromedae
Tipo di variabileLVB
Distanza dal Sole~2,5 milioni di anni luce
CostellazioneAndromeda
Coordinate
Ascensione retta00h 43m 02.52s[1]
Declinazione+41° 49′ 12.2″[1]
Dati fisici
Raggio medio55[2] R
Massa
50-120[3] M
Temperatura
superficiale
  • 20 000[4] (media)
Luminosità
450 000-700 000[2] L
Dati osservativi
Magnitudine app.
Magnitudine app.17,426
Magnitudine ass.7
Nomenclature alternative
AE And, HV 4476, 2MASS 00430251+4149121

AE Andromedae (AE And) è una variabile blu luminosa (LBV), una stella la cui luminosità apparente cambia nel tempo, ed è tra le stelle più luminose di questo tipo nella galassia di Andromeda.

Ne fu scoperta la natura di stella variabile nel 1927, dall'osservatorio dell'Harvard College, con un intervallo di magnitudine fotografica compreso tra 14,7 e 15,6, e venne inizialmente indicata come HV 4476,[6] per poi diventare AE Andromedae.[7] A quel tempo era l'oggetto stellare più luminoso di M31 e mantenne una luminosità simile per circa 20 anni.[4]

Nei primi studi, che hanno portato a identificarla come LBV, AE And è stata accomunata alle cinque variabili Hubble-Sandage: Var A, Var B, Var C e Var 2 in M33 e Var 19 in M31 (oggi nota come AF Andromedae).[8][9][10] Sulla base dei confronti dei diagrammi colore-colore, le è stata assegnata la classe spettrale B ed è stata correlata alle variabili P Cygni. Le osservazioni dal 1960 al 1970 hanno mostrato variazioni irregolari della magnitudine nella banda B (blu), tra 16,2 e 17,6, magnitudini nella banda visibile molto simili e magnitudini nella banda U circa 0,4 più luminose.[8] Il primo spettro dettagliato fu pubblicato nel 1975.[11]

Spettro di emissione

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AE And ha uno spettro di emissione peculiare, molto simile a quello di Eta Carinae, probabilmente a causa di un denso vento stellare.[11] Nel 2010 le righe di emissione si sono indebolite e ha mostrato alcune righe di assorbimento deboli e variabili.[4]

In particolare si riscontrano emissioni intense nelle righe a 250,7 nm del FeII (caratteristica simile a quella riscontrata in Eta Carinae e attribuita a un'emissione simile a un laser UV)[4] e dell'idrogeno, sia consentite che proibite, nonché linee di HeI e NII più deboli. Alcune caratteristiche suggeriscono una classificazione spettrale B2-B3, ma il tipo di emissione e la sua variabilità sfidano una classificazione normale.[11]

La stella emette densi venti stellari, 3×10−5 M/anno, ma lenti, con velocità dell'ordine di 100 km/s, il che contribuisce alla loro elevata densità ottica (capacità di assorbire radiazioni elettromagnetiche).[12] Si stima che invece la massa complessiva espulsa durante la fase eruttiva tra il 1909 e il 1927 fosse pari a 6×10−3 M, emessa a una frequenza di almeno 3×10−4 M/anno.[2]

Il raggio effettivo, calcolato in base a modelli che suppongono la stella quiescente e una temperatura effettiva di 21.000K, è stato stimato pari a 55 R, valore che aumenta drasticamente durante le fasi esplosive.[4]

La massa della stella non è stata calcolata esplicitamente, ma questo tipo di stella è massiccia, tipicamente 50-120 M.[3]

  1. ^ a b R. M. Cutri, M. F. Skrutskie e S. van Dyk, VizieR Online Data Catalog: 2MASS All-Sky Catalog of Point Sources (Cutri+ 2003), in VizieR Online Data Catalog, 1º giugno 2003, pp. II/246. URL consultato il 27 settembre 2023.
  2. ^ a b c T. Szeifert, R. M. Humphreys e K. Davidson, HST and groundbased observations of the `Hubble-Sandage' variables in M 31 and M 33., in Astronomy and Astrophysics, vol. 314, 1º ottobre 1996, pp. 131–145. URL consultato il 27 settembre 2023.
  3. ^ a b B. Burggraf, K. Weis e D. J. Bomans, LBVs in M33: Their Environments and Ages, vol. 353, 1º dicembre 2006, pp. 245. URL consultato il 27 settembre 2023.
  4. ^ a b c d e (EN) Roberta M. Humphreys, Kerstin Weis e Kris Davidson, LUMINOUS AND VARIABLE STARS IN M31 AND M33. II. LUMINOUS BLUE VARIABLES, CANDIDATE LBVs, Fe ii EMISSION LINE STARS, AND OTHER SUPERGIANTS*, in The Astrophysical Journal, vol. 790, n. 1, 2014-07, pp. 48, DOI:10.1088/0004-637X/790/1/48. URL consultato il 27 settembre 2023.
  5. ^ a b R. M. Humphreys, C. Blaha e S. D'Odorico, IUE and ground-based observations of the Hubble-Sandage variables in M 31 and M 33., in The Astrophysical Journal, vol. 278, 1º marzo 1984, pp. 124–136, DOI:10.1086/161774. URL consultato il 27 settembre 2023.
  6. ^ W. J. Luyten, A New Variable in the Andromeda Nebula, H.V. 4476, in Harvard College Observatory Bulletin, vol. 859, 1º giugno 1928, pp. 1–2. URL consultato il 28 settembre 2023.
  7. ^ (DE) P. Guthnick e R. Prager, Benennung von veränderlichen Sternen, in Astronomische Nachrichten, vol. 234, n. 20, 1928, pp. 377–406, DOI:10.1002/asna.19282342002. URL consultato il 28 settembre 2023.
  8. ^ a b A. S. Sharov, Bright variable stars in the Andromeda M31 and Triangulum M33 nebulae., in Peremennye Zvezdy, vol. 19, 1º gennaio 1973, pp. 3–17. URL consultato il 28 settembre 2023.
  9. ^ R. M. Humphreys, Luminous variable stars in M31 and M33., in The Astrophysical Journal, vol. 219, 1º gennaio 1978, pp. 445–451, DOI:10.1086/155797. URL consultato il 28 settembre 2023.
  10. ^ Edwin Hubble e Allan Sandage, The Brightest Variable Stars in Extragalactic Nebulae. I. M31 and M33., in The Astrophysical Journal, vol. 118, 1º novembre 1953, pp. 353, DOI:10.1086/145764. URL consultato il 28 settembre 2023.
  11. ^ a b c R. M. Humphreys, The spectra of AE Andromedae and the Hubble-Sandage variables in M31 and M33., in The Astrophysical Journal, vol. 200, 1º settembre 1975, pp. 426–429, DOI:10.1086/153806. URL consultato il 28 settembre 2023.
  12. ^ N. L. King, R. A. M. Walterbos e R. Braun, Discovery of Candidate Luminous Blue Variables in M31, in The Astrophysical Journal, vol. 507, n. 1, 1998-11, pp. 210–220, DOI:10.1086/306296. URL consultato il 28 settembre 2023.

Voci correlate

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