Ākāśa

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L'ākāśa, con grafia inglese akasha (in sanscrito आकाश), è il termine sanscrito per indicare l'etere.

Nell'Induismo il termine è utilizzato per indicare l'essenza base di tutte le cose del mondo materiale, l'elemento più piccolo creato dal mondo astrale. Akasha è uno dei Pañca-mahā-bhūta (lett. "cinque grandi elementi"), la cui principale caratteristica è Shabda, il suono. La qualità dell'Etere o Spazio è la capacità di far esistere delle cose al suo interno. In hindī il significato di ākāśa è cielo.[1]

Per le scuole filosofiche indù Nyāya e Vaisheshika l'ākāśa è la quintessenza, substrato della qualità del suono, una sostanza fisica eterna, impercettibile e che tutto pervade.[2]

Nell'esoterismo

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Negli ambienti teosofici fondati da Madame Blavatsky alla fine dell'Ottocento, il termine indiano fu identificato con l'analogo concetto di etere appartenente alla tradizione filosofica occidentale.[3]

Una diversa interpretazione compare nelle opere di Rudolf Steiner, per il quale Akasha, in virtù della sua capacità di contenere e collegare insieme ogni evento dello spazio e del tempo, rappresenta una sorta di biblioteca universale che riunisce tutte le conoscenze del mondo, da lui perciò denominate «cronaca di Akasha».[4]

«L'immagine dell'akasha è così viva che continua ad agire secondo il carattere originario dell'uomo, tanto da poter essere confusa con la persona stessa. I medium credono di parlare col morto che sopravvive in spirito, ma si tratta soltanto della sua immagine astrale dell'akasha. Lo spirito di Cesare si sarà già reincarnato sulla Terra, e la sua immagine astrale continuerà ancora a rispondere nelle sedute spiritiche. Non si tratterà però dell'individualità di Cesare, ma soltanto della sua durevole impronta lasciata nella cronaca dell'akasha. Gli errori di molte sedute spiritiche derivano da questo fatto. Dobbiamo distinguere fra il residuo dell'uomo nella sua immagine dell'akasha e la sua individualità che continua nell'evoluzione.»

  1. ^ Dictionary of World Philosophy di A. Pablo Iannone, Taylor & Francis, 2001, p. 30. ISBN 0415179955
  2. ^ Indian Metaphysics and Epistemology di Karl H. Potter, Usharbudh Arya, Motilal Banarsidass Publications, 1977, p. 71. ISBN 8120803094
  3. ^ H.P. Blavatsky, La chiave della teosofia (1889).
  4. ^ Rudolf Steiner, Cronaca dell'Akasha (PDF) (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017), trad. it. di Lina Schwarz, Roma-Milano, Fratelli Bocca Editori, 1953.
  5. ^ Rudolf Steiner, La saggezza dei Rosacroce, traduzione di Iberto Bavastro, Opera Omnia n. 99, Editrice Antroposofica, Milano, 2013 p. 43. ISBN 978-88-7787-422-1

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