Alessandro Rossi (imprenditore 1921)
«Avevo dei collaboratori che lavoravano con lo spirito giusto, con impegno e dedizione. È stato fatto tutto per passione, non per fare soldi.»
Alessandro Rossi (Schio, 24 febbraio 1921[2] – Cortina d'Ampezzo, 16 ottobre 2010) è stato un ingegnere e imprenditore italiano. Fu il fondatore della Rivarossi, che fu la prima industria italiana produttrice di modelli ferroviari che riuscì a imporsi anche sul mercato internazionale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Discendente dell'imprenditore ottocentesco Alessandro Rossi, dopo avere completati gli studi al Politecnico di Milano, nel 1945 rilevò una fabbrica di commutatori elettrici (ASA s.a.s.) di cui era già comproprietario il ragionier Antonio Riva (uscito dalla società nel 1946). L'ingegner Rossi e i suoi collaboratori specializzarono definitivamente l'azienda nella produzione di modelli ferroviari. La nuova ragione sociale "Rivarossi" subentrò alla precedente nel 1946.[3][4][5][6].
Sebbene in Europa e negli Stati Uniti d'America esistessero già da molti anni ditte specializzate nello stesso settore, la Rivarossi contribuì decisamente alla separazione definitiva del treno giocattolo dal "modello". Quest'ultimo era, ed è, caratterizzato da una maggiore attenzione alla riproduzione fedele e in scala dei suoi prototipi.[7]
Si distinse, inoltre, per originali innovazioni tecnologiche (molte delle quali brevettate) che le permisero, insieme a un'attenzione alla clientela inconsueta nel mondo della produzione di massa, di far nascere un mercato interno per i suoi prodotti e d'inserirsi rapidamente e stabilmente nei più importanti mercati mondiali[8][9][10][11].
Alessandro Rossi fu consulente tecnico e vicepresidente della Federazione italiana modellisti ferroviari e amici della ferrovia[12][13].
Diverse testimonianze di collaboratori ed esterni concordano sulla considerazione di cui godeva l'ingegner Rossi per le sue doti umane, manifestate specialmente nel rapporto coi suoi dipendenti e le loro famiglie[14].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giuliani 2007, p. 55.
- ^ Copia archiviata, su corrieredicomo.it. URL consultato il 10 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2016).
- ^ Giuliani 2007, pp. 48-55.
- ^ Giorgio Giuliani, Alessandro Rossi non c'è più
- ^ Emanuele Caso, Modellismo, morto il «papà» dei trenini Rivarossi, in Corriere della Sera, 17 ottobre 2010, p.13
- ^ Regione del Veneto. Comunicato stampa n° 1868 del 16/10/2010, Il cordoglio di Zaia per Alessandro Rossi: “Un uomo che ha fatto sognare milioni di bambini"
- ^ Il fermodellismo si distingue dal collezionismo di modelli: il primo utilizza i secondi per la costruzione di impianti ferroviari in miniatura funzionanti a imitazione delle ferrovie reali.
- ^ Rivarossi 50°. Catalogo generale di vendita 1995, Como, Rivarossi, 1995, p. 3 Archiviato il 31 dicembre 2012 in Internet Archive.
- ^ Rivarossi. 50 anni di modellismo ferroviario, Como, Rivarossi, 1995
- ^ Catalogo della mostra Un trenino lungo 50 anni, Milano, Museo nazionale della scienza e della tecnologia "Leonardo da Vinci", 1995
- ^ Claudio Granata, Brevetti USA.
- ^ La Federazione Italiana Modellisti Ferroviari (F.I.M.F.), in HO Rivarossi, 3 (1956), n. 13, p. 30
- ^ Gianfranco Regazzoli, Il Congresso F.I.M.F. 1966 in sintesi, in HO Rivarossi, 12 [1966), n. 74, p. 4161
- ^ Intitolazione del piazzale dove sorgeva la Rivarossi ad Alessandro Rossi: [1].
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Rivarossi. Un percorso nel segno del mito. Alessandro Rossi, un imprenditore all'avanguardia, coordinamento: Vittorio Mottola, Marco Rossi, Paolo Albano, redazione: Lorenzo Morandotti, direzione editoriale: Cesare Baj, grafica e impaginazione: Paola Pratticò, Como, Editoriale, 2015, ISBN 978-88-89016-15-2.
- Giorgio Giuliani, Rivarossi, due parole con il fondatore, in Tutto treno, vol. 20, n. 208, 2007, pp. 48-55.
- Giorgio Giuliani, I treni Rivarossi. La storia della Rivarossi narrata dai protagonisti, [s.l.], Ilmiolibro, 2011, ISBN 978-88-91008-28-2.
- Renzo Perret, Intervista con Alessandro Rossi, in Vois ferrées edizione italiana, vol. 1, n. 1, 1982.