Alpamayo
Alpamayo | |
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Stato | Perù |
Provincia | Huaylas - Caraz |
Altezza | 5 947 m s.l.m. |
Catena | Cordillera Blanca, Ande |
Coordinate | 8°52′45″S 77°39′13.2″W |
Altri nomi e significati | Shuyturahu |
Data prima ascensione | 20 giugno 1957 |
Autore/i prima ascensione | G. Hauser, F. Knauss, B. Huhn e H. Wiedmann |
Mappa di localizzazione | |
L'Alpamayo è una delle più famose montagne della Cordillera Blanca, nelle Ande peruviane: nel 1966, in occasione della prima ascensione alla vetta per la via principale, l'UNESCO l'ha definita la "montagna più bella del mondo".[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origine del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il suo nome viene dal quechua allpa (terra) e mayu (fiume): significa dunque “fiume fangoso”. Questo nome però designava in origine una fattoria alle pendici della montagna. Il nome che la popolazione di lingua quechua usa per essa è Shuyturahu, da shuytu (magro e lungo, a forma piramidale) e raju (montagna innevata).[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'Alpamayo (5.947 m), che si presenta come una piramide di ghiaccio quasi perfetta, è una delle numerose montagne del massiccio montuoso chiamato Macizo de Santa Cruz, situato nella parte settentrionale della Cordillera Blanca. Nonostante sia più bassa di molte delle montagne vicine, la sua fama è dovuta essenzialmente alla sua inusuale simmetria e il suo aspetto unico.[3]
Alpinismo
[modifica | modifica wikitesto]Una cordata franco-belga, composta da J. Jongen, G. Kogan, R. Leininger e M.Lenoir, annunciò nel 1951 di aver effettuato la prima salita. In realtà si fermarono ad una vetta secondaria sulla cresta nord; la via fu completata fino alla cima principale solo nel 1966.[4] La prima a toccare la cima fu la cordata tedesca composta da Günter Hauser, Frieder Knauss, Bernhard Huhn e Horst Wiedmann il 20 luglio 1957 attraverso l'opposta cresta sud.[5]
La via più praticata, conosciuta come "via Ferrari", considerata una “classica” andina, è situata nel lato sudovest della montagna.[6] Fu aperta il 20 luglio 1975 dagli italiani Casimiro Ferrari, Danilo Borgonovo, Pino Negri, Sandro Liati, Angelo Zoia e Pinuccio Castelnuovo.[7] A fianco di essa un'altra via, chiamata “via basco-francese", è stata aperta il 28 giugno 1993 da Antoine Cayrol, Stephane Cayrol, Aritza Monasterio e José Luis Domeño.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Alpamayo: la montagna più bella del mondo, su blog.xmountain.it. URL consultato il 31-10-2016 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2016).
- ^ Francisco Carranza Romero, autore del
- ^ Tomé, pag. 58.
- ^ La completarono David Bathgate e Roy Smith, che stabilirono definitivamente che la cordata franco-belga non raggiunse la cima. American Alpine Journal – 1967 (pdf)[collegamento interrotto] URL consultato il 08-12-2009
- ^ American Alpine Journal – 1958 (pdf)[collegamento interrotto] URL consultato il 08-12-2009
- ^ Tomé, pag. 61.
- ^ American Alpine Journal – 1976 (pdf)[collegamento interrotto] URL consultato il 08-12-2009
- ^ American Alpine Journal – 1994 (pdf)[collegamento interrotto] URL consultato il 08-12-2009
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (ES) Juanjo Tomé, Escaladas en los Andes, Madrid, Desnivel, 1999, ISBN 84-89969-43-4. URL consultato il 6 dicembre 2009.
- (EN) John F. Ricker, Yuraq Janka: Guide to the Peruvian Andes - Cordilleras Blanca & Rosko, Mountaineers Books, 1977, ISBN 0-930410-05-X. URL consultato il 6 dicembre 2009.
- (EN) David M. Sharman, Climbs of the Cordillera Blanca of Peru, Aberdeen, Whizzo Climbs, 1995, ISBN 0-9523582-0-4. URL consultato il 6 dicembre 2009.
- (EN) John Biggar, The Andes: A Guide for Climbers, Andes, 2005, ISBN 0-9536087-2-7. URL consultato il 28 novembre 2009.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alpamayo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Royal Geographical Society - Taken from Mountaineering in the Andes by Jill Neate (PDF), su rgs.org. URL consultato il 6 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- (EN) American Alpine Journal, su americanalpineclub.org. URL consultato il 6 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2009).
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