Amanitore

Amanitore in un bassorilievo proveniente da Wad ban Naqa.

Amanitore (fl. I secolo a.C.-I secolo) fu una regina del Regno di Kush vissuta tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.

Durante il suo regno vennero restaurati ed innalzati vari monumenti (soprattutto piramidi) nelle città di Meroe, Naqa, Amara e Napata, in Sudan.

La titolatura reale di Amanitore

La titolatura reale dell'antico Egitto comprende più nomi ufficiali per ogni monarca.[1]

Il nome di Sa-Rha (che significa "figlia di Ra") di Amanitore era:

imn
n
a
r
it
H8
i

Il nome regale di Amanitore era Merkare[2] e si scriveva con i geroglifici seguenti:

ramrkA
Amanitore raffigurata nell'atto di schiacciare i suoi nemici in un bassorilievo del tempio di Apedemak, a Naqa.

Non si hanno notizie della vita di Amanitore prima che questa salisse al trono. Amanitore è menzionata da alcune fonti come regina reggente del re Natakamani, ma non viene specificato se Natakamani fosse suo marito o suo figlio.[3] Anche riguardo alla data di nascita e di morte non si hanno notizie certe: alcune fonti riportano il 50 a.C. come data di nascita e il 20 a.C. come data di morte,[4] mentre secondo altre fonti il regno della sovrana sarebbe iniziato il 1 a.C. e terminato nel 20 d.C., con l'ascesa al trono di Amanitaraqide.[5][6]

Amanitore ebbe tre figli: Arikhankharer, Arikakahtani e Shorkaror. La co-reggenza di Amanitore e Natakamani è nota dalle raffigurazioni nei templi. Secondo l'archeologo László Török i due sono marito e moglie, e che i tre personaggi spesso rappresentati con loro siano i loro figli ed eredi.[3] Nel tempio di Ammone a Naqa il principe Arakakhatani viene raffigurato con la corona regale, nonostante a governare fossero ancora Amanitore e Natakamani.[3]

Il palazzo reale della regina era situato presso il Gebel Barkal, in Sudan, un sito oggi patrimonio mondiale dell'UNESCO. La zona di sovranità di Amanitore si estendeva tra il fiume Nilo e l'Atbara ed era ricca di risorse tessili e minerarie.

Amanitore è nota soprattutto per i monumenti eretti durante il suo regno.[7] La regina cuscita fece restaurare il grande tempio d'Ammone a Meroe e il tempio d'Ammone di Napata dopo la distruzione da parte dei romani. Sempre a Meroe furono costruite delle cisterne per la conservazione dell'acqua.[8] Con il suo co-reggente, ella fece anche innalzare dei templi dedicati al dio Ammone a Naqa e Amara. Vennero inoltre costruite molti piramidi nubiane, molte delle quali saccheggiate già in tempi antichi. Delle iscrizioni e dei bassorilievi di un tempio di Meroe, nelle vicinanze di Šendi, e del tempio di Apedemak a Naqa, o Naga, raffigurano la sovrana cuscita: in quest'ultimo tempio, in particolare, Amanitore è raffigurata mentre schiaccia i suoi nemici.[9]

Dopo la sua morte, Amanitaraqide salì al trono e Amanitore venne sepolta nella propria piramide a Meroe.

Ipotesi biblica

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La piramide della regina, situata a Meroe.

Secondo alcuni studiosi Amanitore potrebbe essere la candace menzionata nella Bibbia nell'episodio della conversione dell'eunuco etiope da parte dell'apostolo Filippo, tratto dagli Atti degli Apostoli (Atti 8, 26–40).[10] Questo etiope, che leggeva il libro di Isaia, era un eunuco, un alto funzionario della candace, la regina d'Etiopia, e amministrava il suo tesoro.[11] San Luca, redattore degli Atti degli Apostoli, utilizza il termine "candace" come se fosse un nome proprio (da qui avrà origine il nome inglese Candace); secondo Poswick, questo era il nome generico delle regine madri d'Etiopia,[12] mentre secondo Gerard era il nome dei sovrani cusciti o di Meroe, che governavano anche una parte d'Etiopia.[13]

Tuttavia, è improbabile che Amanitore fosse viva durante la predicazione dell'apostolo Filippo, anche se, come detto prima, le fonti sulla data di morte della regina non coincidono.

Nella cultura di massa

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Amanitore guida la civiltà nubiana nel videogioco strategico a turni Sid Meier's Civilization VI.[14]

  1. ^ (EN) László Török, Der Nahe und Mittlere Osten, BRILL, 1º gennaio 1997, ISBN 978-90-04-10448-8. URL consultato il 19 ottobre 2021.
  2. ^ (EN) Amanitore, su Google Arts & Culture. URL consultato il 20 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2021).
  3. ^ a b c (EN) László Török, The Image of the Ordered World in Ancient Nubian Art: The Construction of the Kushite Mind (800 BC – 300 AD), Leyde, Brill, 2002, p. 262 ISBN 978-90-04-12306-9.
  4. ^ (EN) Evelin Lindner, Gender, Humiliation, and Global Security: Dignifying Relationships from Love, Sex, and Parenthood to World Affairs, ABC-CLIO, 26 febbraio 2010, ISBN 978-0-313-35486-1. URL consultato il 20 ottobre 2021.
  5. ^ (EN) List of Rulers of Ancient Sudan, su metmuseum.org. URL consultato il 20 ottobre 2021.
  6. ^ (EN) Pusch Commey, Seven Amazing African Queens and Dynasties, Real African Books, 4 giugno 2018, ISBN 978-1-64255-176-1. URL consultato il 20 ottobre 2021.
  7. ^ Marco Calì-Zucconi, Origine e dualità: Ur-Amnios, Armando Editore, 2012, ISBN 978-88-6677-089-3. URL consultato il 20 ottobre 2021.
  8. ^ (EN) 50 Greatest Africans — Pharaoh Natakamani and Queen Amanitore & Ngola Ann Nzinga, su whenweruled.com. URL consultato il 9 maggio 2020..
  9. ^ Alfredo Castiglioni, Angelo Castiglioni e Charles Bonnet, Nubia: magica terra millenaria, Giunti, 2006, ISBN 978-88-09-04557-6. URL consultato il 20 ottobre 2021.
  10. ^ (EN) Women in power BCE 4500-1500, su web.archive.org, 4 dicembre 2008. URL consultato il 20 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2008).
  11. ^ (EN) oremus Bible Browser : Acts 8:26–27, su bible.oremus.org. URL consultato il 20 ottobre 2021.
  12. ^ R.-Ferdinand Poswick (dir.), Guy Rainotte (dir.), Dictionnaire de la Bible et des trois religions du Livre, Parigi, Lidis, 1985, p. 112.
  13. ^ André-Marie Gerard, Dictionnaire de la Bible, Parigi, Robert Laffont, 1989, p. 182.
  14. ^ (EN) CIVILIZATION VI: Kandake Amanitore Rules Nubia, su Civilization® VI – The Official Site | News. URL consultato il 19 ottobre 2021.
  • (EN) Bertha Porter, Rosalind L. B. Moss, Ethel W. Burney, Topographical Bibliography of Ancient Egyptian Hieroglyphic Texts, Reliefs, and Paintings. VII. Nubia, The Deserts, and outside Egypt, Oxford, Griffith Institute et Ashmolean Museum, 1975, p. 243.
  • (LA) László Török, Fontes Historiae Nubiorum Vol IV: Corrigenda and Indices, Bergen, université de Bergen, 1998 ISBN 8291626073, pp. 901-904.
  • (DE) Michael H. Zach, « Gedanken zur kdke Amanitore », in C. A. Arnst, I. Hafemann, A. Lohwasser (dir.), Begegnungen – Antike Kulturen im Niltal, Lipsia, Wodtke et Stegbauer, 2001 ISBN 3934374026, pp. 509-520.

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