Antti Lovag

Antti Lovag (Budapest, 10 aprile 1920Tourrettes-sur-Loup, 27 settembre 2014) è stato un architetto e designer ungherese naturalizzato francese.

È considerato uno dei precursori della Blob Architecture, nonché autore di alcuni dei più avveniristici edifici della Costa Azzurra, tra cui il celebre Palais Bulles di Théoule-sur-Mer, acquistato nel 1990 dallo stilista Pierre Cardin.

Nato in Ungheria nel 1920 da padre russo e madre finlandese, Antti Lovag ha frequentato i corsi di architettura navale a Stoccolma in Svezia prima di proseguire gli studi all'École des Beaux-Arts a Parigi, città in cui si trasferì nel 1947.

Formatosi presso lo studio dell'architetto francese Jean Prouvé, dal 1960 Antti Lovag si definì presto un "abitologo" e sperimentò con gli architetti Pascal Haüsermann, Jean-Louis Chanéac e Jacques Couëlle l'architettura organica, corrente ispirata alle forme della natura, per realizzare abitazioni in armonia con morfologia umana.[1]

In seguito Antti Lovag estese il suo studio anche a complementi d'arredo che si adattassero forme organiche e nel 1969 progettò la sua prima Maison Bulles a Tourrettes-sur-Loup per Antoine Gaudet, il cui progetto di espansione permanente sarebbe durato circa trent'anni.

Nel 1970 progettò una seconda opera analoga, intraprendendo la realizzazione della Maison Bernard a Port-La-Galère, per l'industriale di Lione Pierre Bernard.[2]

Sempre per il medesimo committente, nel 1975 Antti Lovag progettò il Palais Bulles a Théoule-sur-Mer. Questa è forse l'opera più celebre e rappresentativa di Antti Lovag. La sua particolare morfologia sinuosa tuttavia cela abilmente una fusione assai plastica e organica di elementi sferici, dando vita a un labirintico susseguirsi spazi abilmente interrotti da scalinate, terrazze, cascate, porticati e cupole, suggerendo un senso di continuità tra interno ed esterno privo di barriere, oppure delimitato da ampie vetrate o avveniristiche strutture "a bolla" scorrevoli o apribili. Tutte caratteristiche già ampiamente sperimentate nella Maison Bernard ma che nel Palais Bulles vengono replicate e amplificate in modo quasi ossessivo ma con un risultato armonico e ben bilanciato.[2][3][4]

Terminato nel 1984, nel 1990 il Palais Bulles venne acquistato dallo stilista Pierre Cardin e tuttora è di proprietà della casa di moda francese, dopo essere stato riconvertito in residence di lusso nel 2017.

Nel 1998 la Maison Bernard è stata classificata monumento storico dal Ministero della Cultura francese e convertita in museo. [2] Nel 1999 nel registro dei monumenti storici è stato inserito anche il Palais Bulles.[4]

Considerato uno dei precursori dell'architettura blob, sulla Costa Azzurra, Antti Lovag firma anche illustri progetti come la Maison des Jeunes Picaud a Cannes, il Complesso Astronomico del Collége Valéri a Nizza, il Collége de l'Estérel a Saint-Raphaël e il padiglione del Laboratorio di Interferometria presso l'Osservatorio Astronomico della Costa Azzurra a Calern.

Antti Lovag è morto il 27 settembre 2014 nella sua casa-prototipo di Tourrettes-sur-Loup, dopo aver trascorso gli ultimi anni della sua vita a sviluppare nuove tecniche di costruzione.[5]

Una veduta complessiva del Palais Bulles di Théoule-sur-Mer

Cronotassi delle opere più importanti

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  • Les maisons de Antti Lovag, film documentario di Hugues Peyret, 2004
  • Les Visionnaires, film documentario di Julien Donada, 2013
  1. ^ Biraghi, p. 165.
  2. ^ a b c d «Gli attori della Maison Bernard»
  3. ^ Palais Bulles - Bubble Palace, la storia e le foto di una casa iconica
  4. ^ a b La résidence préférée de Pierre Cardin, conçue par l'architecte Antti Lovag |Le Palais Bulles
  5. ^ (FR) Dècès de l'architecte Antti Lovag, concepteur des "maisons-bulles" [collegamento interrotto], su Maville.com, AFP, 27 settembre 2014.
  • Marco Biraghi, Storia dell'architettura contemporanea, collana Piccola biblioteca Einaudi, vol. 1, Torino, Einaudi, 2008, ISBN 978-88-06-18697-5.
  • Alfred Werner Maurer, Antti Lovag, - Kugelbauten in den Felsen über der französichen Côte D'Azur in Tourettes-sur-Loup, Basilea, Philologus-Verlag, 2007, ISBN non esistente.

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