Argentina (piroscafo)

Argentina
Il piroscafo Argentina a La Maddalena negli anni '50
Descrizione generale
Tipopiroscafo passeggeri
Armatore
Porto di registrazioneTrieste
Trieste
Palermo
Napoli
CostruttoriRussell & Co.
CantierePort Glasgow
Varo26 agosto 1907
Completamento1907
Entrata in servizio31 ottobre 1907
Ammodernamento1938
Destino finaleDemolita nel 1960
Caratteristiche generali
Dislocamento8 357
Stazza lorda5 014 tsl
Portata lorda3 300 tpl
Lunghezza124,2 m
Larghezza14,6 m
Pescaggiom
Propulsionedue macchine alternative a vapore a triplice espansione Dunsmuir & Jackson Ltd, 3 500 cavalli
Velocità12 nodi (22,22 km/h)
Capacità di caricoquattro stive, 3 130 metri cubi
Passeggeri771
Paolo Piccione, p. 220
Bruno Balsamo, pp. 118-121
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L'Argentina fu un piroscafo passeggeri, costruito nel 1907 per l'Unione Austriaca di Navigazione di Trieste. Dopo diversi passaggi di proprietà, nel 1936 entrò a far parte della flotta della Tirrenia di Navigazione; sopravvissuto anche al secondo conflitto mondiale, rimase in servizio per la compagnia statale fino al 1960.

Caratteristiche

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Lungo 124,2 metri e largo 14,6, l'Argentina aveva uno scafo in acciaio chiodato, diviso da sette paratie stagne e sei ponti, tre dei quali erano continui da poppa a prua[1]. Era spinto da due macchine alternative a vapore a triplice espansione Dunsmuir & Jackson Ltd, con una potenza complessiva di 3 500 cavalli[1]. Poteva trasportare 88 passeggeri in prima classe, 94 in seconda e 182 in terza classe[2].

Le sistemazioni per i passeggeri furono ristrutturate più volte; nell'ultimo periodo di servizio per Tirrenia, la nave poteva trasportare un massimo di 771 passeggeri, i quali avevano a disposizione 34 cabine di prima classe (per un totale di 68 letti), 28 cabine di seconda classe (per un totale di 83 posti) e 20 cabine di terza classe (separate tra donne e uomini, per un totale di 220 posti)[1]. Nei corridoi delle stive tre e quattro potevano poi essere allestiti dei dormitori di terza classe, con un'aggiunta di ulteriori 90 posti letto, ed erano presenti a bordo anche una cella con 8 letti per eventuali detenuti e una cabina da due posti per i carabinieri della scorta[1]. Le sale comuni per i passeggeri comprendevano tre sale da pranzo (una per classe) e due bar (per prima e seconda classe)[1]. La nave disponeva infine di quattro stive per il carico, con una capacità complessiva di 3 130 metri cubi[1].

L'intervento di ristrutturazione più cospicuo nella lunga storia del piroscafo fu eseguito nel 1938, quando il sistema di alimentazione a carbone delle caldaie fu sostituito con uno più moderno a nafta; nella stessa occasione, fu sostituito il fumaiolo e furono riallestiti gli spazi dedicati ai passeggeri[3].

L'Argentina fu varato il 26 agosto 1907 presso i cantieri Russell & Co. di Port Glasgow[2]. Il 31 ottobre dello stesso anno fu consegnata all'Unione Austriaca di Navigazione, che lo impiegò nei collegamenti tra Trieste e Buenos Aires e, più tardi, sulla linea Trieste - Patrasso - Palermo - New York[2]. Messa in disarmo nel 1914 per via dello scoppio della prima guerra mondiale, nel 1918 fu requisita e trasformata in nave ospedale[2]. Al termine del conflitto, l'Argentina passò alla Cosulich, assumendo bandiera italiana e riprendendo i collegamenti verso Buenos Aires[2]. Dal 19 gennaio al 10 novembre 1925 la nave fu noleggiata alle Ferrovie dello Stato[4].

Il 16 gennaio 1926 la nave fu acquistata dalla Florio Società Italiana di Navigazione e nel 1932 confluì, insieme al resto della flotta, nella nuova società Tirrenia - Flotte Riunite Florio-Citra[2]. Nell'aprile del 1935 l'Argentina fu utilizzata per aprire un nuovo collegamento tra Napoli e Massaua, dopo essere stata sottoposta a interventi di ristrutturazione che compresero la sostituzione della macchina del timone e l'installazione di una piscina[3]. Nel gennaio 1937, in seguito alla riorganizzazione dei servizi marittimi sovvenzionati, passò nuovamente di mano, questa volta alla Tirrenia di Navigazione[2]. Nell'ottobre del 1938 la nave fu sottoposta presso i Bacini di Napoli agli importanti lavori di ristrutturazione menzionati in precedenza, che comportarono un esborso di 7 200 000 Lire e durarono fino al marzo successivo[3]. Riconsegnata alla Tirrenia, la nave fu destinata al ruolo di riserva[3].

Il 16 ottobre 1940 l'Argentina fu requisita dal Ministero della Marina, venendo in seguito utilizzata principalmente per il trasporto di truppe verso l'Albania e la Grecia[3][5]. Il 9 settembre 1943, all'indomani dell'armistizio, la nave fu catturata dai tedeschi e data in gestione alla Mittelmeer Reederei, ma il 13 ottobre fu nuovamente catturata dai cacciatorpediniere britannici HMS Tyrian e HMS Tumult[3][5]. Requisita dagli Alleati, fu utilizzata come trasporto truppe anche al termine della guerra, venendo restituita alla Tirrenia nel giugno 1947[2][6]. Fu quindi data in noleggio all'Adriatica, che la impiegò sulla linea Genova - Alessandria d'Egitto - Haifa - Beirut[2]. Restituita alla Tirrenia nel marzo 1949, fu poi impiegata prevalentemente nei collegamenti per la Libia, su una rotta con scali a Napoli, Catania, Siracusa, Malta e Tripoli[3][7]. Vi rimase fino al 1958, quando fu sostituito dalla motonave Città di Alessandria e posta in disarmo[8]. Nel 1959 l'Argentina tornò brevemente in servizio, per sostituire le navi della classe Regione ferme per l'installazione dell'impianto anti-rollio[3]. Posta definitivamente in disarmo il 29 febbraio 1960, nel giugno dello stesso anno fu venduta per la demolizione, che fu completata a Genova nel marzo 1961[3].

  1. ^ a b c d e f Bruno Balsamo, pp. 118-121
  2. ^ a b c d e f g h i Paolo Piccione, pp. 220-221
  3. ^ a b c d e f g h i Bruno Balsamo, pp. 116-117
  4. ^ Betti Carboncini, p. 80.
  5. ^ a b Ogliari Vol. V, p. 1634
  6. ^ Betti Carboncini, p. 97.
  7. ^ Bruno Balsamo, pp. 46-47
  8. ^ Bruno Balsamo, pp. 49-50
  • Bruno Balsamo, Le navi della Tirrenia, Sorrento, Con-fine Edizioni di arte & cultura, 2018, ISBN 978-88-96427-73-6.
  • Adriano Betti Carboncini, Linee di navigazione marittima per la Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2011, ISBN 978-88-7138-551-8.
  • Paolo Piccione, Le navi dei Florio - Storia delle attività armatoriali 1840 - 1931, Palermo, Nuova Ipsa Editore srl, 2018, ISBN 978-88-7676-699-2.
  • Francesco Ogliari, Trasporti marittimi di linea, volume quinto - Dallo smoking alla divisa - la Marina mercantile italiana dal 1932 al 1945, Milano, Cavallotti Editori, 1984.

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