Avel' Enukidze

Yenukidze (a sinistra), Stalin (al centro) e Gor'kij (a destra) nel 1931

Avel' Safronovič Enukidze (in russo А́вель Сафронович Енуки́дзе?, in georgiano აბელ ენუქიძე?; Ckadisi, 19 maggio 1877Mosca, 30 ottobre 1937) è stato un politico georgiano, fu uno dei più eminenti "vecchi bolscevichi" e in seguito membro del Comitato Centrale del PCUS (Partito Comunista dell'Unione Sovietica) di Mosca.

Nel 1932, insieme a Michail Ivanovič Kalinin e Vjačeslav Michajlovič Molotov, Enukidze fu uno dei co-firmatari della "Legge delle spighe" che diede il via alla collettivizzazione. Successivamente venne accusato di attività controrivoluzionarie e finì vittima delle "Grandi purghe" nel 1937.

Enukidze scrisse un libro sulla storia di una celebre tipografia clandestina nel Caucaso che si occupò di distribuire, in tutta la Russia, le rivoluzionarie tesi di Vladimir Lenin durante il periodo zarista. Presto egli venne accusato di voler deliberatamente sminuire il ruolo e il contributo di Iosif Stalin alla tipografia e al movimento bolscevico di Baku. In realtà, Stalin aveva avuto poco a che fare in materia; era stato invece lo stesso Enukidze ad aver svolto un ruolo da protagonista nella faccenda. Ma il contributo rivoluzionario era troppo importante per il prestigio di un bolscevico, e Stalin non apprezzò come Enukidze aveva sminuito la sua importanza.[1] Nel luglio 1935, dopo aver suggerito a Stalin di dimettersi,[2] Enukidze venne chiamato a giudizio dalla Commissione Centrale del Plenum di Mosca, immediatamente espulso dal partito, e due anni dopo, arrestato, processato, e fucilato.

Ai processi di Mosca del 1938, viene accusato in maniera postuma di aver ordinato nel 1934 l'omicidio di Kirov a Genrich Grigor'evič Jagoda.[3]

Durante il periodo della destalinizzazione, Enukidze venne riabilitato come vittima innocente delle purghe di Stalin.

Ordine di Lenin - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi eccezionali nella formazione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, per la sua ininterrotta attività decennale nell'organizzazione della cooperazione fraterna tra le Repubbliche dell'Unione e nel rafforzamento dell'uguaglianza di tutti i popoli che abitano l'URSS.»
— 17 dicembre 1932[4]
  1. ^ Simon Sebag Montefiore. Stalin: The Court of the Red Tsar, pag. 177
  2. ^ Alexander Barmine, One who survived, 1945
  3. ^ Alan Bullock, Hitler et Staline, vies parallèles, Éditions Albin Michel et Robert Laffont, 1994, ISBN 2226064923
  4. ^ Постановление Президиума ЦИК Союза ССР, in Правда, n. 348, 18 dicembre 1932, p. 1.

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