Benemeriti della salute pubblica
Le medaglie per i benemeriti della salute pubblica furono uno degli strumenti utilizzati dai governi per manifestare ufficialmente la gratitudine verso coloro che si erano prodigati per alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite dalle epidemie che periodicamente flagellavano l'Europa e il mondo.
In Italia questa benemerenza, che esisteva già in alcuni Stati preunitari, fu istituita nel neonato Regno d'Italia nel 1867, fu confermata dalla Repubblica nel 1946, ed è ancora in essere, immutata nelle caratteristiche fondamentali.
Ducato di Parma e Piacenza
[modifica | modifica wikitesto]Medaglia dei benemeriti della sanità pubblica | |
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Ducato di Parma e Piacenza | |
Tipo | Medaglia di benemerenza |
Status | cessato |
Capo | Maria Luigia |
Istituzione | Parma, 2 novembre 1836 |
Gradi | Oro, argento, bronzo |
Onorificenze degli Stati preunitari d'Italia | |
Una medaglia di benemerenza fu creata da Maria Luigia per premiare coloro che seppero co' provvedimenti, co' consigli, coll'opera, farsi degni della Nostra gratitudine in occasione dell'epidemia di colera del 1836.
Insegne
[modifica | modifica wikitesto]La medaglia, in oro o d'argento, reca:
- sul recto
- l'effigie di Maria Luigia
- sul verso
- la scritta: «Ai benemeriti della Sanità Pubblica nel 1836».
La medaglia si portava sul petto, dal lato sinistro, appesa a un nastro verde.
Una seconda medaglia fu successivamente creata da Luisa Maria il 12 novembre 1855 e utilizzata anche in occasione di altre calamità pubbliche.
La medaglia, in oro, argento o bronzo, reca:
- sul recto
- l'effigie di Luisa Maria e suo figlio Roberto I, duca di Parma
- sul verso
- la scritta: «Alla carità coraggiosa».
La medaglia era appesa ad un nastro di colore turchino e listato di rosso nei lembi.
Regno di Sardegna
[modifica | modifica wikitesto]Benemeriti della salute pubblica | |
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Regno di Sardegna | |
Tipo | Medaglia di benemerenza |
Status | cessato |
Istituzione | 13 settembre 1854 |
Concessa per | premiare le persone che si resero in modo eminente benemerite nella recente invasione di colera |
Prodotta da | Zecca di Torino |
Incisore | G. Galeazzi |
Gradi | argento dorato o argento |
Onorificenze degli Stati preunitari d'Italia | |
Nastro autorizzato nel 1868[1], dopo l'unificazione. | |
Nel 1854 una nuova epidemia di colera si diffuse in tutta Europa, in Italia i morti furono moltissimi, fu colpito anche il Corpo di Spedizione Sardo in Crimea che perse circa 1300 uomini, tra i quali il generale Alessandro Lamarmora.
Nel Regno di Sardegna, con regio decreto del 13 settembre 1854, Vittorio Emanuele II istituì una medaglia ai benemeriti della salute pubblica per "premiare le persone che si resero in modo eminente benemerite nella recente invasione di colera".
La medaglia veniva conferita dal re su proposta del Ministro dell'interno.
Contrariamente a quanto stabilito con il provvedimento istitutivo del 1854, con regio decreto n. 4394 del 1868[1], emesso quindi dal Regno d'Italia dopo l'unificazione, le medaglie furono dichiarate portabili, con un nastro identico a quello previsto per la medaglia che nel frattempo era stata istituita con il regio decreto n. 3872 del 1867[2].
Per fregiarsi della medaglia i decorati dovettero munirla di appiccagnolo.
Insegne
[modifica | modifica wikitesto]La medaglia, d'argento dorato o d'argento, reca:
- sul recto
- l'effigie del re,
- sul verso
- una corona d'olivo e di quercia con il nome del premiato, che veniva anche pubblicato nel giornale ufficiale del regno.
Le medaglie si portavano sul petto, a sinistra, appese a un nastro di seta largo trentasei millimetri di color cilestro, con orli neri di sei millimetri[1].
Regno d'Italia
[modifica | modifica wikitesto]Benemeriti della salute pubblica | |
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Regno d'Italia | |
Tipo | medaglia di benemerenza |
Status | cessato |
Istituzione | Firenze, 28 agosto 1867 |
Concessa a | persone che si rendono in modo eminente benemerite in occasione di qualche morbo epidemico pericoloso, massimamente quando non ne correva loro per ragione d'ufficio o di professione un obbligo assoluto e speciale |
Concessa per | essersi prodigato personalmente in cure ed assistenze agli infermi e/o aver provveduto ai servigi igienici ed amministrativi, ovvero ai bisogni materiali o morali delle popolazioni travagliate dal morbo |
Firma incisore | A.M.INC. |
Diametro | 3,5 cm. |
Gradi | oro, argento, bronzo e attestato di benemerenza |
Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi italiani | |
Nastro della medaglia. | |
Il colera tornò ad imperversare nella penisola nel 1866 per poi ricomparire nel 1867, rendendo necessario per il neonato regno un segno di riconoscimento per coloro che si erano particolarmente impegnati a combattere il morbo.
La medaglia ai benemeriti della salute pubblica fu istituita dal Governo italiano con regio decreto n. 3872 del 1867[2] per manifestare la riconoscenza e l'ammirazione del paese a coloro che, dal gennaio 1867 in poi, si erano coraggiosamente adoperati per dare sollievo alle popolazioni colpite dal colera.
Anche le donne e le persone di umile condizione potevano essere insignite della medaglia.
La medaglia poteva essere d'oro, argento o bronzo a seconda del grado di merito. Dopo l'epidemia di colera del 1884, con regio decreto n. 2773 del 1884[3] e regio decreto n. 3706 del 1886[4] fu istituita anche un'«attestazione di benemerenza» a favore di quelle persone i cui titoli non erano tali da poter ottenere una medaglia.
Criteri di eleggibilità
[modifica | modifica wikitesto]La benemerenza era
«destinata a premiare le persone che si rendono in modo eminente benemerite in occasione di qualche morbo epidemico pericoloso, sia prodigando personalmente cure ed assistenze agli infermi, sia provvedendo ai servigi igienici ed amministrativi, ovvero ai bisogni materiali o morali delle popolazioni travagliate dal morbo, e massimamente quando non ne correva loro per ragione d'ufficio o di professione un obbligo assoluto e speciale.»
Con regio decreto n. 6092 del 5 maggio 1889[5] furono autorizzati a fregiarsi della medaglia di bronzo tutti coloro che avevano conseguito un regolare attestato di menzione onorevole per fatti compiuti durante le epidemie che precedenti la pubblicazione del decreto istitutivo del 28 agosto 1867[2]; questi potevano ottenere che in calce all'attestato stesso fosse apposto « Autorizzato a fregiarsi della medaglia di bronzo pei benemeriti della salute pubblica a senso del R. decreto 5 maggio 1889 » e ricevere la medaglia con il relativo nastro e astuccio.
Con decreto luogotenenziale n. 1711 del 1915[6] il conferimento della medaglia fu esteso
«anche alle persone che si siano rese in modo eminente benemerite con cospicue elargizioni a favore di istituzioni che interessano la igiene e sanità pubblica.»
Durante la prima guerra mondiale, con decreto luogotenenziale n. 624 del 1916[7] il conferimento della medaglia fu esteso
«alle persone che si siano rese, in modo eminente, benemerite della pubblica salute per l'assistenza sanitaria ai militari feriti od ammalati.»
Questa speciale concessione poteva essere fatta entro il termine di sei mesi dalla conclusione della pace.
Concessione
[modifica | modifica wikitesto]La benemerenza veniva conferita dal re, su proposta del Ministro dell'interno in seguito al parere espresso da Commissioni all'uopo costituite.
Con regio decreto n. 2706 del 1884[8] fu stabilita una procedura speciale per la concessione: quando l'atto generoso era sufficientemente accertato, per le circostanze di tempo e di luogo nelle quali era stato compiuto e per la qualità delle persone che vi avevano assistito, il re poteva conferire la medaglia su semplice proposta del Ministro degli interni.
Commissioni circondariali
[modifica | modifica wikitesto]Il Ministro dell'interno proponeva le concessioni a seguito di pareri espressi da Commissioni costituite in ogni Circondario e composte da:
- prefetto o sottoprefetto;
- presidente del tribunale civile e correzionale;
- procuratore del Re;
- sindaco del capoluogo di Circondario;
- delegato del Ministero dell'interno con funzioni di segretario e diritto di voto.[2]
Con regio decreto del 1868[9] fu fissato al 16 gennaio 1869 il termine ultimo per il ricevimento delle domande da parte del Ministero.
Commissione centrale del 1884
[modifica | modifica wikitesto]Durante l'epidemia di colera del 1884 la benemerenza fu conferita in gran numero e la relativa normativa riformata. Allo scopo di esprimere un parere sulle proposte avanzate dalle Commissioni circondariali, con il regio decreto n. 2773 del 1884[3] fu istituita presso il Ministero dell'interno una Commissione centrale: il Ministro dell'interno ne nominava membri:
- due consiglieri di Stato, di cui il più anziano assumeva la presidenza,
- due membri, ordinari o straordinari, del Consiglio superiore di sanità,
- un sostituto procuratore generale o consigliere presso la Corte d'appello di Roma,
- due direttori capi di Divisione del Ministero dell'interno,
la funzione di segretario era esercitata da un impiegato di prima categoria del Ministero.
Con lo stesso decreto fu stabilito che le Commissioni circondariali dovevano presentare le proposte, tramite i prefetti, entro il termine perentorio di tre mesi, poi prorogato a tutto il mese di marzo 1885 con regio decreto n. 2982 del 1885.[10]
Commissione centrale del 1888
[modifica | modifica wikitesto]Nell'anno 1887 un'epidemia di colera si diffuse in circa 372 comuni appartenenti a 18 diverse province del Regno, si verificarono 12.372 casi di malattia con 6.578 morti[11]. Di conseguenza la commissione fu istituita nuovamente con regio decreto n. 5688 del 1888[12], il Ministero dell'interno ne nominava componenti:
- il procuratore generale del Re presso la Corte d'appello di Roma e membro nato del Consiglio superiore di sanità, che ne assumeva la presidenza;
- il medico ispettore del Corpo sanitario militare residente a Roma e membro nato del Consiglio superiore di sanità;
- il direttore della Sanità pubblica del Regno;
- due direttori capi di divisione ovvero ispettori generali presso il Ministero dell'interno;
- un primo segretario presso il Ministero dell'interno con funzioni di segretario.
La commissione esaminò 2.399 proposte fatte dalle Commissioni locali e diede 1.525 pareri positivi: 632 per medaglie e 872 per attestazioni di benemerenza che furono concesse con regio decreto del 23 novembre 1889[11], con il quale furono pubblicati gli elenchi dei premiati (suddivisi per comune, per ciascuno dei quali venne indicato il numero degli abitanti, dei casi di colera e dei morti).
Commissione centrale permanente
[modifica | modifica wikitesto]Con il regio decreto n. 184 del 1914[13] fu istituita presso il Ministero dell'interno una Commissione centrale permanente, ogni triennio il Ministro dell'interno ne nominava membri:
- un consigliere di Stato che la presiedeva;
- il direttore generale della sanità pubblica;
- un medico ispettore del corpo sanitario militare;
- un medico ispettore del corpo sanitario marittimo;
- un direttore capo di divisione del Ministero dell'interno;
la funzione di segretario era esercitata da un funzionario di prima categoria del Ministero.
Modifiche tra il 1916 e il 1918
[modifica | modifica wikitesto]Con il decreto luogotenenziale n. 1910 del 1915[14] la composizione della Commissione fu così modificata, a decorrere dal 1º gennaio 1916:
- il direttore generale della sanità pubblica, presidente;
- il capo dell'ufficio sanitario al Ministero della guerra;
- un direttore capo di divisione del Ministero dell'interno;
inoltre fu prevista una indennità ed un rimborso spese viaggio per i membri.
La normativa del 1914[13] fu riportata in vigore, a decorrere dal 1º gennaio 1917, con decreto luogotenenziale n. 209 del 1917[15].
Con decreto luogotenenziale n. 1048 del 1918[16] fu istituita la Medaglia al merito della sanità pubblica e si stabilì che la Commissione avrebbe espresso parere anche sul conferimento di questo riconoscimento.
Modifica del 1929
[modifica | modifica wikitesto]Con regio decreto n. 2193 del 1929[17] fu nuovamente modificata la composizione della Commissione; ne facevano parte:
- un consigliere di Stato che la presiedeva;
- il direttore generale della sanità pubblica;
- un ufficiale generale medico del Regio esercito;
- un ufficiale generale medico dell'Armata;
- un ufficiale superiore medico dell'ufficio centrale di sanità dell'Aeronautica;
- un ufficiale medico dell'ufficio della M.V.S.N. di grado non inferiore a console;
- un direttore capo di divisione del Ministero dell'interno;
la funzione di segretario era esercitata da un funzionario di prima categoria del Ministero.
Insegne
[modifica | modifica wikitesto]Medaglia d'oro, d'argento o di bronzo, del diametro di tre centimetri e mezzo, avente:
- sul recto
- l'effigie del re:
- sul verso
- una corona di quercia con intorno la legenda «Ai benemeriti della salute pubblica».
Le medaglie si portavano sul petto, a sinistra, appese a un nastro largo trentasei millimetri di color cilestro, con orli neri di sei millimetri.
I nomi dei premiati erano pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del Regno.
Versioni
[modifica | modifica wikitesto]La prima versione prodotta dalla Regia zecca reca sul recto il volto del re rivolto a sinistra, sotto il collo la scritta "A.M.INC." e sul bordo la leggenda "VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA".
Successivamente l'effigie venne sostituita con quelle dei re che si succedettero al trono: Umberto I e Vittorio Emanuele III. Ne esistono versioni con le scritte in latino.
La medaglia fu prodotta anche da ditte private, come la Stefano Johnson di Milano.
Per l'epidemia di colera del 1884 fu coniata una variante della medaglia che al rovescio presenta la scritta "Anno 1884" al centro della corona di quercia.
Repubblica italiana
[modifica | modifica wikitesto]Benemeriti della salute pubblica | |
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Repubblica Italiana | |
Tipo | medaglia di benemerenza |
Status | attiva |
Istituzione | 25 ottobre 1946 |
Concessa a | persone fisiche |
Concessa per | essersi particolarmente distinte in occasione di gravi epidemie o gravi calamità o aver effettuato importanti elargizioni |
Diametro | 3 cm. |
Gradi | oro, argento e bronzo e attestato di benemerenza |
Medaglie, decorazioni e ordini cavallereschi italiani | |
Nastro della medaglia. | |
Dopo la caduta della monarchia la normativa del 1867[2] e 1886[4] è stata confermata con il DCPS n. 344 del 1946[18], tuttora in vigore.
Le medaglie e l'«attestazione di benemerenza» sono conferite con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della sanità (originariamente del Presidente del Consiglio dei ministri), sentito il parere della Commissione centrale permanente incaricata di esaminare il merito delle azioni da premiare.
La Commissione ha sede presso il Ministero della sanità[19], è nominata con decreto Ministeriale e si rinnova ogni triennio; ne fanno parte:
- un consigliere di Stato che la presiede;
- il segretario generale del Ministero della Sanità[19];
- il direttore generale dell'Istituto Superiore di Sanità;
- il direttore generale dei servizi medici ed il direttore generale dei Servizi veterinari del Ministero della Sanità[19] o i loro delegati (così modificato con d.p.R. n. 637 del 1952[20]);
- un ufficiale generale medico dell'Esercito;
- un ufficiale generale medico della Marina;
- un ufficiale generale medico dell'Aeronautica;
le funzioni di segretario sono disimpegnate da un funzionario in servizio presso Ministero della Sanità[19].
Insegne
[modifica | modifica wikitesto]Con il d.p.R. n. 637 del 1952[20] sono state apportate alcune modifiche alla decorazione: la medaglia d'oro, d'argento o di bronzo, ha un diametro di tre centimetri e reca:
- sul recto
- l'Emblema della Repubblica Italiana;
- sul verso
- una corona di quercia con intorno la leggenda «Ai benemeriti della salute pubblica».
Il nastro non è variato.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Regio decreto 3 maggio 1868, n. 4394, Col quale sono dichiarate portabili le medaglie state assegnate ai benemeriti della salute pubblica per effetto del R. Decreto 13 settembre 1854, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 156 del 9 giugno 1868
- ^ a b c d e f Regio decreto 28 agosto 1867, n. 3872, Per la coniazione di una medaglia destinata a premiare le persone che si rendono in modo eminente benemerite in occasione di qualche morbo epidemico pericoloso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 235 del 28 agosto 1867
- ^ a b Regio decreto 11 novembre 1884, n. 2773 (Serie III), Che istituisce una Commissione centrale con incarico di dar parere sulle proposte delle Commissioni circondariali per la concessione delle medaglie ai benemeriti della pubblica salute durante l'invasione colerica nel 1884, pubblicato sulla G. U. n. 294 del 27 novembre 1884
- ^ a b Regio decreto 25 febbraio 1886, n. 3706, Col quale si aggiunge l'attestazione di benemerenza alle ricompense stabilite dal R. decreto 28 agosto 18676, pubblicato sulla G. U. n. 58 dell'11 marzo 1886
- ^ Regio decreto 5 maggio 1889, n. 6092, (con annessa Notificazione dei Ministri dell'interno e della guerra del 6 maggio 1889) che autorizza a fregiarsi della medaglia di bronzo istituita col Regio decreto 28 agosto 1867 tutti coloro che conseguirono l'attestato di menzione onorevole per fatti compiuti precedentemente alla pubblicazione di quest'ultimo decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 1º giugno 1889, pag. 1679
- ^ Decreto luogotenenziale n. 1711 del 25 novembre 1915, pubblicato sulla G. U. n. 302 dell'11 dicembre 1915
- ^ Decreto legislativo luogotenenziale 18 maggio 1916, n. 624, Concernente disposizioni per il conferimento delle ricompense istituite con i RR. decreti 28 agosto 1867, n. 3872, e 25 febbraio 1886, n. 3706, ai benemeriti della salute pubblica per l'assistenza sanitaria ai militari feriti ed ammalati, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 126 del 29 maggio 1916
- ^ Regio decreto n. 2706 (serie III) dell'11 ottobre 1884, pubblicato sulla G. U. n. 256 del 15 ottobre 1884
- ^ Regio decreto del 13 dicembre 1868, pubblicato sulla G. U. n. 342 del 16 dicembre 1868
- ^ Regio decreto n. 2982 (serie III) del 22 febbraio 1885, pubblicato sulla G. U. n. 62 del 16 marzo 1885
- ^ a b Relazione e Regio decreto del 23 novembre 1889 che concede ricompense ai benemeriti della salute pubblica nell'epidemia colerica dell'anno 1887, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 291 del 9 dicembre 1889, pp. da 4194 a 4339
- ^ Regio decreto n. 5688 (Serie 3°) del 7 settembre 1888 che istituisce una Commissione centrale per la concessione delle medaglie ai benemeriti della salute pubblica, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 228 del 27 settembre 1888, p. 4902
- ^ a b Regio decreto n. 184 del 5 marzo 1914, pubblicato sulla G. U. n. 69 del 23 marzo 1914
- ^ Decreto luogotenenziale n. 1910 del 31 dicembre 1915, pubblicato sulla G. U. n. 15 del 20 gennaio 1916
- ^ Decreto luogotenenziale n. 209 del 14 gennaio 1917 concernente la composizione della Commissione centrale permanente per le ricompense ai benemeriti della salute pubblica, pubblicato sulla G. U. n. 44 del 22 febbraio 1917
- ^ Decreto luogotenenziale n. 1048 del 7 luglio 1918 Istituzione di una medaglia al merito della sanità pubblica, pubblicato sulla G. U. n. 183 del 3 agosto 1918
- ^ Regio decreto 25 novembre 1929, n. 2193, Modifiche alla composizione della Commissione centrale permanente per le ricompense ai benemeriti della salute pubblica, e istituzione della «attestazione al merito della sanita' pubblica», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 8 dell'11 gennaio 1930
- ^ Decreto del Capo provvisorio dello Stato 25 ottobre 1946, n. 344 Conferimento di ricompense ai benemeriti dell'igiene e della salute pubblica, pubblicato sulla G. U. n. 272 del 29 novembre 1946
- ^ a b c d Inizialmente Alto Commissariato per l'igiene e la sanità pubblica
- ^ a b Decreto del presidente della Repubblica 17 maggio 1952, n. 637, Nuove caratteristiche delle medaglie ai benemeriti della salute pubblica ed al merito della sanità pubblica e modificazione della Commissione consultiva per il loro conferimento, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 141 del 20 giugno 1952
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Italo Farnetani, I venticinque pediatri, decorati con la Medaglia d'oro della sanità, hanno scritto la storia della Repubblica (PDF), in Pediatria Preventiva & Sociale, prefazione del ministro della salute Beatrice Lorenzin, anno XI, n. 3, 2016, pp. 10-21, ISSN 1970-8165 . URL consultato il 20 novembre 2011.