Biotopo Fiavé
Biotopo Fiavé | |
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Tipo di area | Biotopo |
Codice WDPA | 161971 |
Codice EUAP | EUAP0473 |
Class. internaz. | Categoria IUCN VI: area protetta per la gestione sostenibile delle risorse e Categoria IUCN IV: area di conservazione di habitat/specie |
Stati | Italia |
Regioni | Trentino-Alto Adige |
Province | Trento |
Comuni | Fiavé |
Superficie a terra | 1,3725 km² |
Superficie a terra | 137,25 ha |
Provvedimenti istitutivi | D.P.G.P. 8087, 15.07.88 |
Gestore | Provincia autonoma di Trento |
Mappa di localizzazione | |
Il Biotopo Fiavé è un'area naturale protetta del Trentino-Alto Adige istituita nel 1988. Occupa una superficie di 137,25 ha (1,3725 km²) nella Provincia autonoma di Trento.[1] L'area del biotopo è considerata Sito di Importanza Comunitaria (codice SIC IT3120068) per la presenza di una delle più vaste torbiere del Trentino e come luogo di nidificazione, sosta o svernamento di varie specie di uccelli, anche protette.[2]
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il Biotopo Fiavé è situato nelle giudicarie esteriori sul territorio del Comune di Fiavé. L'area si trova ai piedi del Monte Cogorna e accanto al Monte Misone, la zona un tempo occupata dal lago Carera.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]14 000 anni fa nella zona era presente un lago, che ora viene chiamato lago Carera, profondo circa 20 metri e generato da uno sbarramento morenico, con gli anni per erosione della morena da parte del fiume emissario il lago si è lentamente prosciugato favorendo la formazione di una zona paludosa e la crescita della vegetazione che ha dato origine, con i suoi resti, alla formazione di uno strato torboso.
A partire dal III millennio a.C. la zona è stata soggetta a vari insediamenti da parte dell'uomo. A iniziare dal XVIII secolo la palude è stata sottoposta ad una bonifica e dal 1853 a estrazione della torba.
Il 15 luglio 1988 l'area è stata dichiarata zona protetta e successivamente è stato creato un percorso didattico che permette la visita del Biotopo.
Fauna
[modifica | modifica wikitesto]Nel biotopo è presente una grande varietà di animali selvatici. In esso nidificano una grande varietà di uccelli acquatici tra cui: il germano reale, la gallinella d'acqua, la folaga, la cutrettola, la cannaiola verdognola, la cannaiola, il cannareccione, e il migliarino di palude ed è anche un importante luogo di riproduzione per anfibi come il rospo comune, la rana verde e la rana montana. È possibile anche osservare il passaggio di alcuni caprioli provenienti dalle montagne limitrofe.È stata inoltre documentata nei pressi del Biotopo la prima riproduzione certa dello sciacallo dorato. Tre, o forse cinque gli esemplari che ad oggi abitano stabilmente l'area. Tra dicembre 2020 e gennaio 2021, infatti, a seguito di segnalazioni relative a presunti avvistamenti nella zona di Fiavé nel corso del 2020, sono stati ripresi dalle fototrappole due esemplari insieme e in seguito, a gennaio 2021, è stata comprovata l’avvenuta riproduzione in un bosco del Biotopo. Il nuovo nucleo, che oramai vive qui in maniera sedentaria, conta almeno tre esemplari avvistati direttamente, ma, a seguito ad una verifica effettuata tramite stimolazione acustica nell'estate 2021, pare che gli animali siano cinque individui in totale.
Flora
[modifica | modifica wikitesto]All'interno del biotopo sono presenti una gran quantità di specie vegetali alcune delle quali sono molto rare. L'area comprende diversi tipi di terreno e in relazione ad esso vi sono diversi tipi di vegetazione. Si può trovare una vegetazione palustre con canneti popolati da cannucce di palude e da grandi carici come il Carex elata e il Carex rostrata, inoltre sono presenti terreni di torbiere, prati umidi e boschetti di salice cinerino. Nel biotopo sono presenti anche specchi d'acqua in cui crescono le ninfee.
Sito archeologico
[modifica | modifica wikitesto]All'interno del biotopo è presente un sito archeologico dove sono stati effettuati importanti ritrovamenti di reperti preistorici e dichiarato nel 2011 Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO insieme ad altri 111 siti archeologici presenti sulle Alpi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ministero dell'ambiente, Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette (PDF), su gazzettaufficiale.it, 27 aprile 2010, p. 62. URL consultato l'8 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2012).
- ^ Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Quinto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE. (PDF), su minambiente.it, 11 aprile 2012, p. 9. URL consultato il 17 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2012).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Renato Perini, Le palafitte di Fiavé, Fiavé, Gruppo Ricerca e Studi Giudicariese, 1975, OCLC 797055290.
- Franco Marzatico, Renato Perini, Gli uomini delle acque: le palafitte di Fiavé, Firenze, Giunti Editore, 1989, OCLC 80119183.
- Achille Forti, Studi sulle alghe della torbiera di Fiavé, in Nuovo giornale botanico italiano, XLI, n. 2, Firenze, Società Botanica Italiana, 1934, pp. 446-449, OCLC 83018447. URL consultato il 10 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Biotopo Fiavé
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Biotopo Fiavé
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Fiavé, su areeprotette.provincia.tn.it. URL consultato il 10 febbraio 2019 (archiviato il 10 febbraio 2019).
- Il Biotopo Fiavé su Parks.it, il portale dei parchi italiani
- Torbiera e sito archeologico delle Palafitte su Comuni-Italiani.it