Bull-baiting

Bull-baiting, illustrazione del 1821.

Il bull-baiting (in italiano "adescamento di tori") era una particolare forma di tauromachia largamente praticata in Inghilterra tra il Medioevo ed il XIX secolo. Si trattava di un'attività cruenta organizzata a fini di intrattenimento che metteva di fronte un toro e dei cani allevati a tale scopo. Originatasi nell'Europa medievale ebbe formalmente fine nel 1835 per tramite dell'azione parlamentare britannica nota come Cruelty to Animals Act[1].

Xilografia di Londra (1560 circa) che illustra il bull-baiting, dove sono raffigurate due arene.

«C'era un luogo costruito in forma di un teatro che serviva per il tormento dei tori e degli orsi. Venivano bloccati da tergo e poi assaliti da grandi bulldog inglesi[2], non senza rischio per i cani, causato dalle corna degli uni e dalle zanne degli altri, che talvolta restavano uccisi sul posto. Cani freschi erano tenuti pronti per rimpiazzare immediatamente quelli feriti o stanchi.»

Il bull-baiting si diffuse in Inghilterra al tempo dei Plantageneti. Le fonti storiche confermano il ricorso a simili intrattenimenti sin dal regno di Enrico II d'Inghilterra[3], mentre la leggenda rimanda al tempo di suo figlio, Giovanni Senzaterra (regno 1199-1216) il primo episodio "formale" di bull-baiting. Il lord Guglielmo di Warenne, signore di Stamford, si sarebbe dilettato di assistere ad un inatteso spettacolo: un toro inferocito, fuggito dal recinto, portò scompiglio con una folle carica attraverso la città fino a che non venne abbattuto in un prato dai possenti cani da guardia dei macellai cittadini. Al lord piacquero sia l'inseguimento del toro, cui aveva preso parte, sia la lotta tra il bovino ed i cani, così si accordò con la municipalità perché ogni anno, il 13 novembre, lo spettacolo venisse riproposto[4].

Durante l'Età elisabettiana, il bull-baiting venne messo in scena, a Londra, nel Beargarden. Rispetto agli altri sanguinosi intrattenimenti prevedenti l'uso di animali (combattimento di galli e bear-baiting) il bull-baiting mantenne sempre un'estrazione più prettamente plebeo-popolare. La pratica era tanto diffusa da esser divenuta parte integrate della prassi di macellazione delle carni bovine. Si riteneva infatti che il "trattamento" del bull-baiting migliorasse il sapore della carne[5]. Al tempo della Regina Anna (1702-1714), venuto meno il Beargarden, le lotte di cani e tori venivano messe in scena due volte a settimana ad Hockley-in-the-Hole, vicino Clerkenwell (area centrale di Londra). Simili spettacoli erano anche diffusi nei centri di provincia.

Come altri cruenti spettacoli coinvolgenti gli animali, il bull-baiting venne formalmente abolito in Inghilterra dalla Legge contro la crudeltà verso gli animali del 1835.

  1. ^ Bruce Fogle e Tracy Morgan, The new encyclopedia of the dog, New York, Dorling Kindersley, 2000, p. 381, ISBN 0-7894-6130-7.
  2. ^ La specifica menzione dell'autore, germanofono, all'origine "britannica" dei cani si spiega con l'esistenza, in quei secoli, in una forma di cane da presa utilizzato per la caccia/lotta al toro/bisonte precipua delle terre germaniche: il Bullenbeisser.
  3. ^ Stow, John (1598), Survey of London, Londra, p. 78, riporta che il passatempo di far tormentare tori ed orsi dai cani era già prassi diffusa tra i londinesi al tempo di Enrico II d'Inghilterra. La notizia venne ripresa e sviluppata da Strutt, Joseph (1801), The sports and pastimes of the people of England, Londra, Methuen & Co., p. 204 e s.
  4. ^ Samuel Lewis [a cura di] (1848), A Topographical Dictionary of England, St. Albans, Stamfordham, pp. 175–180.
  5. ^ Griffin, Emma (2005), England's Revelry : a History of Popular Sports and Pastimes, Oxford University Press, p. 42.
  • Hentzner, Paul (1612), Itinerarium Germaniae, Galliae, Angliae, Italiae, cum Indice Locorum, Rerum atque Verborum[1], trad. en. in Walpole, H. [e] Naunton, R. [a cura di] (1797), Paul Hentzner's travel in England during the reign of Queen Elizabeth [...], Londra, Edward Jeffery [2].
  • Stow, John (1598), Survey of London, Londra.
  • Griffin, Emma (2005), England's Revelry : a History of Popular Sports and Pastimes, Oxford University Press.
  • Strutt, Joseph (1801), The sports and pastimes of the people of England, Londra, Methuen & Co.

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