Camillo de Lellis

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San Camillo de Lellis
 

Presbitero e fondatore

 
NascitaBucchianico, 25 maggio 1550
MorteRoma, 14 luglio 1614 (64 anni)
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione1742
Canonizzazione1746 da papa Benedetto XIV
Santuario principaleChiesa della Maddalena
Ricorrenza14 e 18 luglio (messa tridentina)
Attributicroce rossa sulla veste talare
Patrono dimalati, ospedali, infermieri, sanità militare, Abruzzo

San Camillo de Lellis (Bucchianico, 25 maggio 1550Roma, 14 luglio 1614) è stato un religioso e presbitero italiano.

Fu il fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi. Nel 1746 è stato proclamato santo da papa Benedetto XIV e, insieme con san Giovanni di Dio, patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali. È, inoltre, patrono della Sanità militare e della Regione Abruzzo, insieme con San Gabriele dell'Addolorata.

Camillo nacque da una famiglia appartenente alla piccola aristocrazia della cittadina abruzzese di Bucchianico: alla nascita, gli venne imposto il nome della madre, Camilla Campellio originaria di Loreto Aprutino, che lo aveva partorito a quasi 60 anni di età e che morì quando Camillo aveva 13 anni; il padre, Giovanni, era un ufficiale al servizio della Spagna.

Giovane pigro e rissoso, il padre decise di avviarlo alla carriera militare. Ma, nel 1570, un'ulcera al piede lo costrinse ad abbandonare la compagnia.

Per farsi curare fu costretto a recarsi a Roma, nell'Ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dove giunse il 7 marzo 1571[1]. Dopo la guarigione venne assunto come inserviente presso l'ospedale, ma l'esperienza fu breve, dato che venne allontanato per la sua scarsa propensione al lavoro: era rimasto all'ospedale 131 giorni in totale.

Intanto il padre era morto (le reliquie si conservano nella Chiesa di San Francesco di Sant'Elpidio a mare in provincia di Fermo). Tornò a dedicarsi alle armi, come soldato di ventura, mettendosi a servizio, prima di Venezia, poi della Spagna. Ma presto tornò a condurre una vita disordinata e segnata dal vizio del gioco con i dadi.

Iniziò a vagabondare per l'Italia, fino a quando non venne assunto dai Cappuccini del convento di Manfredonia. Questi lo mandarono per una commissione presso il vicino convento di San Giovanni Rotondo. Il 2 febbraio 1575, in ritorno a Manfredonia, nella "Valle dell'inferno" avvenne la sua conversione: decise di abbracciare la vita religiosa e di diventare un frate cappuccino, per questo fu inviato al convento di Trivento. Ma l'antica piaga al piede tornò a dargli problemi: fu così costretto a tornare a Roma per curarsi.

Libro del Maestro di Casa del San Giacomo degli Incurabili, scritto dalla mano di Camillo. Si riconoscono le sezioni di "Dare" e "Avere"
Lapide commemorativa di San Camillo nell'Ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma
San Camillo de Lellis salva gli ammalati dell'Ospedale di San Spirito durante l'inondazione del Tevere del 1598. Autore: Pierre Hubert Subleyras
La Chiesa della Maddalena a Roma conserva il corpo del santo

Questa volta, in veste di servitore, rimase nell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili ininterrottamente per ben quattro anni, dal 23 ottobre del 1575 al 20 giugno del 1579, e infine ancora una terza volta come economo e Maestro di Casa, dall'ottobre 1579 al 1º settembre 1584,[1] per un totale di nove anni. Al san Giacomo maturò definitivamente la sua vocazione all'assistenza dei malati e, insieme con i primi cinque compagni che, seguendo il suo esempio, si erano consacrati alla cura degli infermi, decise di dare vita, nell'agosto del 1582 alla "Compagnia dei Ministri degli Infermi", i cui primi statuti vennero approvati da papa Sisto V il 18 marzo 1586. La grande disciplina con cui Camillo redigeva la contabilità dell'ospedale creò la fiducia necessaria per attrarre generose donazioni, in particolare tra i guardiani-prelati del San Giacomo, tra cui si distinse la figura eminente del cardinal Salviati[2], che ne ricostruì e ampliò la struttura. In seguito, Camillo si trasferì infine nel convento annesso alla Chiesa della Maddalena per prestare servizio principalmente presso l'ospedale di Santo Spirito in Sassia, struttura più vasta del San Giacomo (che comunque non abbandonerà mai), e in cui rimarrà fino alla morte[1].

Intanto, sotto la guida spirituale di Filippo Neri, riprese gli studi e, il 26 maggio 1583, fu ordinato sacerdote.

La sua "Compagnia" si distinse subito e, il 21 settembre 1591, nella bolla "Illius qui pro gregis"[3], fu riconosciuta come Ordine religioso (Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi) da papa Gregorio XIV, rimasto impressionato dall'eroismo con cui Camillo e i suoi compagni avevano assistito i malati durante la carestia del 1590 a Roma. L'8 dicembre 1591 Camillo e i suoi primi compagni emisero la Professione religiosa di voti solenni, con un quarto voto di assistenza dei malati anche con pericolo della vita. Era nato un nuovo Ordine religioso.

L'Ordine si espanse rapidamente in molte città italiane, nelle quali Camillo fondò nuove comunità, tutte al servizio dei grandi nosocomi cittadini. Le prime comunità sorsero a Napoli, Milano, Genova, Palermo, Bologna, Mantova.

Gravemente malato, nel 1607 lasciò la direzione dell'Ordine, ma continuò ad assistere i malati fino alla morte, avvenuta il 14 luglio 1614 nel "cubiculum" del convento della Maddalena, che era diventato sede del suo Ordine e dove fu tumulato.

La reliquia del suo cuore fu inizialmente traslata a Bucchianico ma si trova tutt'oggi a Roma nel "cubiculum" che attualmente è adibito a cappella interna del convento della Maddalena.

Dal 1571 al 1614, per quasi 44 anni visse ed esercitò il suo ministero di servizio ai malati nella città di Roma per cui è da considerarsi un santo di adozione romano. Una grande statua del Santo si trova nella navata centrale della basilica di San Pietro in Vaticano.

Le "Regole per ben servire gli infermi"

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Lo stesso argomento in dettaglio: Regole per ben servire gli Infermi.

Le "Regole", concepite nel 1582 e redatte in varie edizioni, sono alla base della figura del "servo degli infermi", i religiosi-infermieri che Camillo introdusse negli ospedali con la sua Compagnia. Camillo, preoccupato che "le cure, i maneggi delle cose temporali impediscono lo spirito e carità verso il prossimo" (regola 26), problema diffuso e tristemente noto nell'amministrazione degli ospedali dell'epoca[1], dispose che (regola 44) "nessuno esorti alcuno infermo a lasciare alcuna cosa alla nostra Compagnia", e ad agire in prima persona per il bene degli ospedali, anziché solo imporre riforme ad altri (regola 34). Oltre alla pratica della carità e cura verso gli infermi, Camillo promuove nei servi "una adeguata coltura e preparazione scientifico-esperimentale".

Fu beatificato il 7 aprile 1742 da Benedetto XIV, che lo canonizzò il 29 giugno 1746.

Nel 1886 papa Leone XIII lo dichiarò, insieme con san Giovanni di Dio, "Patrono degli ospedali e dei malati"; Pio XI, il 28 agosto 1930, lo proclamò, sempre insieme col fondatore dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, "Patrono degli infermieri"; Paolo VI, infine, nel 1964, lo proclamò Patrono della Regione Abruzzo e, nel 1974 "Protettore particolare della sanità militare italiana".

La sua memoria viene celebrata il 14 luglio (o il 18 nella messa tridentina), come solennità nelle chiese dell'Ordine e come memoria nelle altre chiese.

Lo stesso argomento in dettaglio: Santuario di San Camillo de Lellis (Bucchianico).

Il corpo del Santo è venerato nella Chiesa di Santa Maria Maddalena a Roma mentre la reliquia insigne del suo cuore è custodita nella stanza dove il Santo morì, ora adibita a cappella interna della Casa Generalizia dell'Ordine nella sede dell'antico convento della Maddalena.

Altre reliquie sono conservate nel santuario a lui dedicato a Bucchianico, paese natio, eretto nel XVII secolo presso il palazzo della famiglia, dotato di cripta col cuore in esposizione, e museo a lui dedicato presso il palazzo, nonché cappella eretta proprio nella stanza dove Camillo de Lellis nacque.

Il 16 giugno 2012, per la prima volta dopo quattro secoli, le spoglie mortali di san Camillo hanno fatto il loro ritorno a Bucchianico, per rimanervi fino al 27 luglio[4].

Il 14 luglio 2014, ad esattamente 400 anni dalla sua morte, l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha stampato 2.700.000 francobolli in sua rappresentanza[5].

Statua di San Camillo nella basilica di San Pietro, opera di Pietro Pacilli

Scritti di san Camillo de Lellis

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  • Divoti esercizi in onore del glorioso patriarca s. Giuseppe, scritti di s. Camillo De Lellis e di m. ss. Miracolosa di Spoleto, Torino, Giacinto Marietti, 1863;
  • Scritti di san Camillo de Lellis, raccolti e presentati da Mario Vanti, Milano-Roma, Il pio samaritano, 1965;
  • Servire con ogni perfezione gli infermi, a cura di Domenico Casera, Cinisello Balsamo, Edizioni paoline, 1987;
  • La riforma ospedaliera, regole e documenti, a cura di Domenico Casera, Cinisello Balsamo, Edizioni paoline, 1991;
  • Scritti di s. Camillo (1584-1614), trascrizione in lingua italiana corrente a cura di Germana Sommaruga, Torino, Camilliane, 1991;
  1. ^ a b c d Vanti1991.
  2. ^ Vanti1991, pp. 84-85.
  3. ^ Bolla Illius qui pro Gregis, su camilliani.org.
  4. ^ Album ritorno di P. Camillo a Bucchianico, su sancamillo.org. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  5. ^ Il francobollo nel sito di Poste Italiane., su e-filatelia.poste.it. URL consultato il 29 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2015).
  • Cicatelli Sanzio, Vita del P. Camillo de Lellis Fondatore della Religione de Chierici Regolari Ministri dell'Infermi descritta brevemente dal P. Sanzio Cicatelli Sacerdote dell'istessa Religione, manoscritto dei primi anni del Seicento custodito nell'Archivio Generalizio dell'Ordine, cd.Vita manoscritta, abr. Vms;
  • Cicatelli Sanzio , La vita del P. Camillo de Lellis, quattro edizioni a stampa curate dallo stesso: Viterbo (1615), Napoli (1620), Roma (1624), Napoli (1627);
  • P. Sanzio Cicatelli, Vita del P. Camillo de Lellis (PDF), su camilliani.org, 1980. URL consultato il 26 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2013).
  • Lenzo Cosma, Annalium Religionis Cler. Reg. Ministrantium Infirmis, Napoli 1641.
  • Regi Domenico, Memorie Historiche del Venerabile P. Camillo De Lellis e de' suoi Ministri degli Infermi, Napoli 1676.
  • Breue ristretto della vita del B. Camillo De Lellis Fondatore de'Cherici Regolari Ministri degl'Infermi, In Roma, Nella Stamperia di Giovanni Zempel, 1742;
  • Massini Carlo, Compendio della vita di san Camillo de Lellis fondatore dei Cherici regolari ministri degl'infermi, Verona, P. Libanti, 1843;
  • Endrizzi Mansueto , Memorie edificanti dei Padri Camilliani in Milano, Milano, Tip. Pulzato e Giani, 1906;
  • Valente Ferruccio , Un benefattore dell'umanità, s. Camillo de Lellis, fondatore dei Chierici regolari ministri degl'infermi, 1614-1914, 90 pp., Tip. Camilliana, Verona, 1911;
  • Ferruccio Valente, I Padri Camilliani a Milano - note storiche, Verona, 1912.
  • Valente Ferruccio , San Camillo de Lellis fondatore dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi patrono degli ammalati: Vita popolare scritta pel 3. centenario della morte del santo, 101 pp.: ill, 16 cm, Torino: Libreria Editrice Internaz. della S.A.I.D. Buona Stampa, 1914;
  • Vanti Mario , S. Camillo de Lellis, Torino, 1929;
  • Vanti Mario , I Camilliani, il Manzoni e la peste del 1630, Milano, 1930;
  • Suor Gesualda dello Spirito Santo [Adelaide Sardi], S. Camillo de Lellis, Bari, Edizioni paoline, prima ed. 1931, ristampe 1968, 2002;
  • Vanti Mario , Lo spirito di S. Camillo de Lellis, Coletti Editore, Roma 1940, 3ª Ed. 1959 (18° migliaio);
  • Vanti Mario , Storia dell'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, 3 voll., II, Roma 1943-1944; III Roma 1953;
  • Anonimo, Pagine vive di un santo vivo - S. Camillo de Lellis fondatore dei Ministri degli Infermi 1550-1614, Pia società san Paolo per l'apostolato stampa, Alba 1944;
  • Kraemer Pietro, Bullarium Ordinis CC.RR. Ministrantium Infirmis, Verona 1947;
  • Martindale Cyril Charles , San Camillo de Lellis, Longanesi, Milano 1947, Ristampa con note critiche e Appendice-Documenti, Longanesi, Milano 1982;
  • Adriano Prosperi, CAMILLO DE LELLIS, santo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 17, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1974. Modifica su Wikidata
  • Aurini Raffaele, Camillo de Lellis, in Dizionario bibliografico della gente d'Abruzzo, vol. I, Teramo, Ars et Labor, 1952 e in Nuova Edizione, Colledara, Andromeda, 2002, pp. 404–410;
  • Vanti Mario , S. Camillo de Lellis e i suoi Ministri degli Infermi, con presentazione di s. em. il card. Giuseppe Siri, Roma, Curia generalizia dei Chier. reg. Ministri degli Infermi, 1957, e successive edizioni: Roma, Coletti, 1958 e 1964;
  • Scritti di San Camillo de Lellis raccolti e presentati da Mario Vanti (PDF), su camilliani.org. URL consultato il 23 ottobre 2022 (archiviato il 6 maggio 2022).
  • San Camillo De Lellis, patrono dei malati, degli ospedali e degl'infermieri, a cura dei Padri Camilliani della Stella maris, Taranto, Taranto, Tip. arcivescovile, 1960;
  • Bibliotheca Sanctorum, vol. III, Roma, Istituto Giovanni XXIII della Pontificia universita lateranense ; poi Roma, Città nuova, 1961, 707;
  • Pucci Mario V. , La croce sul petto, san Camillo de Lellis, Isola del Liri, Editrice Amare, 1965;
  • Sannazzaro Piero, I primi cinque Capitoli Generali dei Ministri degli Infermi, Roma 1979;
  • Cicatelli Sanzio, Vita del P. Camillo de Lellis Fondatore della Religione dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, a cura del P. Piero Sannazzaro, Curia Generalizia dell'Ordine, Roma, 1980, (Edizione critica);
  • Sommaruga Germana , Camillo de Lellis, contestatore, riformatore, santo, Ed. Salcom, Brezzo di Bedero 1980, ristampa 2005;
  • Sannazzaro Piero , Promozione umana e dimensione contemplativa nel S. P. Camillo, Curia Generalizia, Roma 1981;
  • Spogli Emidio , Animatore di riforme - San Camillo de Lellis, Tipografia Poliglotta Vaticana 1982;
  • Martignoni Giannino , San Camillo de Lellis (1550-1614), in Dizionario di Teologia Pastorale Sanitaria, a cura di Giuseppe Cinà, Efisio Locci, Carlo Rocchetta e Luciano Sandrin, Edizioni Camilliane, Torino, 1997, pp. 1108-1116;
  • Barzaghi Antonio , I viaggi di san Camillo de Lellis, Curia Generalizia, Roma 1983;
  • Pronzato Alessandro, Un cuore per il malato - Camillo de Lellis, Gribaudi, Torino 1983;
  • Cicatelli Sanzio , Un uomo venuto per servire - Camillo de Lellis nell'antica cronaca di un testimone oculare, "pagine scelte" a cura di Roberto Corghi e Giannino Martignoni, in appendice ampia scheda biografica di san Camillo e dell'Ordine dei Ministri degli Infermi, Ed. Rusconi, Milano, 1984;
  • Balsliemke Hugo , Camillo in dialogo, Edizioni Salcom, Brezzo di Bedero 1991, titolo originale: Kamillus im gesprach, Essen 1984;
  • Sannazzaro Piero, Storia dell'Ordine camilliano (1550 -1699), Edizioni Camilliane, Roma 1986;
  • Ruffini Felice , "Doveva essere tutta Sua" - La dimensione mariana di San Camillo, Roma 1988;
  • Bartholomaus Lore , Camillo de Lellis "servo dei malati", Città nuova editrice, Roma 1992, titolo originale: Kamillus von Lellis - Diener der Kranken, Mainz 1988;
  • Villa Giuseppe , Un uomo che sapeva amare - S. Camillo de Lellis, Vicenza 1994;
  • Verna Rosanna , San Camillo de Lellis nelle testimonianze dei contemporanei, Casa editrice Tinari, Bucchianico 1997;
  • Colafranceschi Carlo , San Camillo de Lellis. Un santo vicino ai sofferenti, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001;
  • Casera Domenico , San Camillo de Lellis, rivisitato secondo la "Positio" dei processi canonici, San Paolo, Cinisello Balsamo 2003;
  • Ruffini Felice, San Camillo de Lellis, Elledici - Velar, Gorle (BG) 2006;
  • Meneghello Rino, Credere nei sogni. San Camillo de Lellis, Elledici - Velar, Gorle (BG) 2007;
  • Castelli Mirella, Camillo de Lellis. Un soldato della carità, Marietti, Torino 2007;
  • Spinelli Mario, Camillo de Lellis. Più cuore in quelle mani, Città Nuova, Roma 2007;
  • Pucci M. , Brusco A. , Sfondrini M., La croce sul petto - San Camillo e la sua Opera, Ed. Velar, Gorle (BG) 2007;
  • De Filippis Maurizio - Zanarotti Tiranini Elisabetta, San Camillo de Lellis e l'Ordine dei Ministri degli Infermi nella storia della Chiesa di Milano, 280 pp., ill., Ed. Ares, Milano 2010;
  • Padre Mario Vanti, San Giacomo degl'Incurabili di Roma nel Cinquecento - dalle Compagnie del Divin Amore a S. Camillo de Lellis, Roma, Tip. Rotatori, 1991.

Voci correlate

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