Capestrano

Capestrano
comune
Capestrano – Stemma
Capestrano – Bandiera
Capestrano – Veduta
Capestrano – Veduta
Vista di Capestrano
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Amministrazione
SindacoAntonio D'Alfonso (lista civica Tre spighe) dall'11-6-2015 (2º mandato dal 20-9-2020)
Territorio
Coordinate42°16′10″N 13°46′00″E
Altitudine465 m s.l.m.
Superficie43,66 km²
Abitanti826[1] (30-6-2024)
Densità18,92 ab./km²
FrazioniCapodacqua, Forca di Penne, Santa Pelagia, Scarafano
Comuni confinantiBrittoli (PE), Bussi sul Tirino (PE), Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Corvara (PE), Navelli, Ofena, Pescosansonesco (PE), Villa Santa Lucia degli Abruzzi
Altre informazioni
Cod. postale67022
Prefisso0862
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT066019
Cod. catastaleB651
TargaAQ
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona E, 2 121 GG[3]
Nome abitanticapestranesi
Patronosan Giovanni da Capestrano
Giorno festivo23 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Capestrano
Capestrano
Capestrano – Mappa
Capestrano – Mappa
Posizione del comune di Capestrano all'interno della provincia dell'Aquila
Sito istituzionale

Capestrano (Capëstrànë in abruzzese[4]) è un comune italiano di 826 abitanti[1] situato nella provincia dell'Aquila, in Abruzzo.

Situato nella valle del Tirino, al margine sud-occidentale di un vasto piano di origine carsica compreso tra l'altopiano di Navelli e le estreme propaggini sud-orientali del massiccio del Gran Sasso d'Italia, parte del territorio del comune rientra nel territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Centro agricolo e pastorale di antica origine e discreta importanza, in età moderna fu dominato delle famiglie Piccolomini Todeschini, Medici e Borbone divenendo sede di un marchesato e, successivamente, di un principato.

Geografia fisica

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Il fiume Tirino.

Capestrano è situato nella parte orientale della provincia dell'Aquila, in posizione baricentrica tra l'altopiano di Navelli e la valle del Tirino al centro della regione Abruzzo. L'abitato principale si sviluppa sul versante orientale di un colle, a 465 metri s.l.m. in posizione dominante sulla vallata sottostante, attraversata dal fiume Tirino, affluente dell'Aterno-Pescara e a sua volta alimentato da tre sorgenti, tra cui il lago di Capodacqua.

Il suo territorio è circoscritto a nord-est dalle propaggini sud-orientali del Gran Sasso d'Italia e a sud-est da quelle settentrionali della Maiella; al suo interno è situato il valico di Forca di Penne, antico collegamento l'area dei vestini adriatici.

Capestrano è caratterizzato da un clima temperato mediterraneo con inverni freddi ed estati secche; le precipitazioni, nella stagione invernale, possono essere di carattere nevoso.[5]. La temperatura media annuale è di circa 12 °C, decisamente più mite di quella degli altri centri della provincia dell'Aquila e con valori che raramente scendono sotto lo zero.[6]

Capitignano Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 79131722262828252015108,717,327,32018,3
T. min. media (°C) 00258121515117310,351476,6
Precipitazioni (mm) 48,441,246,149,744,438,828,129,244,454,972,068,4158,0140,296,1171,3565,6

Origini del nome

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Il toponimo ha etimo incerto, tuttavia apparentemente ha forma di un prediale (ma il nome è sconosciuto).[7] È però più probabile che sia connesso al latino capestrum ‘corda, capestro’.[8]

Secondo lo storico aquilano Anton Ludovico Antinori, il toponimo di Capestrano deriverebbe da Caput Presanum (‘città a capo di Presciano’) o da caput Tritanum (‘dal sito alla sorgente del Tritano’).[9]

Altre fonti ritengono, invece, che esso derivi da Caput trium amnium (‘città a capo delle tre fonti’), in riferimento alle sorgenti che alimentano il Tirino.[10]

Le prime testimonianze nel territorio si fanno risalire ai Vestini che si stanziarono nella valle del Tirino sin dal IX secolo a.C.

Il Guerriero di Capestrano, oggi conservato al Museo archeologico nazionale d'Abruzzo a Chieti.

In questo periodo, sul colle Sant'Antonio a valle dell'attuale abitato, nacque l'antica città di Aufinum che prosperò grazie alla sua strategica posizione lungo il tracciato della via Claudia Nova e in corrispondenza dell'accesso al territorio dei Peltuinui e dei Peligni.[11]

Di Aufinum – menzionata da Plinio il Vecchio come centro principale dei vestini cismontani – rimane oggi la vasta area archeologica con la necropoli in cui, nel 1934, fu rinvenuta il celebre Guerriero di Capestrano, simbolo dell'Abruzzo e oggi conservato al Museo archeologico nazionale d'Abruzzo a Chieti.[11] Secondo gli storici, la statua raffigurerebbe il misterioso re vestino Nevio Pompuledio, vissuto nel VI secolo a.C.

La città fu conquistata dai romani intorno al III secolo a.C. e continuò a svilupparsi per tutta l'età imperiale, andando poi in disgrazia nei secoli successivi alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, con la popolazione che si disperse sulle alture circostanti la vallata.

A partire dal VI secolo, il territorio di Capestrano cadde nelle mani dei longobardi che lo ricompresero nel Ducato di Spoleto.[12] Nell'VIII secolo re Desiderio vi fece costruire l'abbazia di San Pietro ad Oratorium, direttamente dipendente dai benedettini di San Vincenzo al Volturno, poi ricostruita in stile romanico intorno all'anno 1100.[13]

Alle dipendenze dell'abbazia erano i tre centri di Capodacqua, San Pelagia e Presciano che ben presto decisero di arroccarsi sul colle sopra quest'ultimo, dando origine all'attuale abitato di Capestrano.

Durante l'età normanna la città beneficiò della stabilità politica, sviluppandosi grazie all'indotto economico legato alla transumanza e al commercio dello zafferano. Già feudo di Matteo di Raiano nel primo periodo angioino, passò insieme all'intera valle del Tirino agli Acquaviva nel 1283,[14] quando Riccardo d'Acquaviva – fratello di Berardo e nuovo signore di Capestrano, Ofena e Castel del Monte – subentrò a Berardo di Raiano. Nel 1318 il feudo tornò nelle mani dei Conti dei Marsi, che lo controllavano già nel X secolo, e nel 1382 il suo territorio fu unito a quello della vicina baronia di Carapelle.[15]

Alla metà del XV secolo, intorno alla preesistente torre trecentesca di guardia sulla valle del Tirino, Lionello Accrocciamuro fece costruire un grande castello. Con il passaggio di Capestrano nelle mani di Antonio Piccolomini d'Aragona, nipote di papa Pio II e nuovo conte di Celano, il forte fu rinnovato e prese il nome di castello Piccolomini, costituendo una strategica roccaforte durante la congiura dei baroni e difendendo la città dal tentativo di riconquista degli Accrocciamuro.[16]

Lo stesso argomento in dettaglio: Marchesato di Capestrano e Principato di Capestrano.

Sotto la dominazione dei Piccolomini, Capestrano ebbe un primo momento di grande splendore e, nel XVI secolo arrivò a generare oltre un quinto della rendita di tutta la contea.[17] La sua vivace economia, dominata dal già citato zafferano e dalla produzione della pregiata lana carfagna, attirò in Abruzzo imprenditori provenienti da tutta Europa. Nel 1579, Costanza Piccolomini, indebitatasi per la costruzione della basilica di Sant'Andrea della Valle a Roma, decise quindi di cedere l'intero marchesato di Capestrano al granduca di Toscana Francesco I, della famiglia Medici, per un importo complessivo di 106 000 scudi.[18]

Nel 1584, su richiesta dei Medici, Filippo II di Spagna lo elevò al rango di Principato. Successivamente, il feudo di Capestrano, unito alla baronia di Carapelle, fu annesso ai territori di Bussi (1599), Amatrice, Accumoli e Cittareale (1639-1643) costituendo gli Stati medicei d'Abruzzo.[19] Capestrano visse una seconda età d'oro, godendo di un discreto potere – sia politico che religioso, con San Pietro che beneficiava di una particolare autonomia rispetto alla diocesi di Sulmona-Valva – ed accrescendo grazie all'immigrazione di nuove famiglie dalla Toscana.[20]

I Medici regnarono su Capestrano sino alla morte della principessa Anna Maria Luisa de' Medici. Per evitare che il feudo cadesse nelle mani degli Asburgo, essendosi estinto il casato fiorentino per la mancanza di eredi maschi, i Borbone decisero di trasformare il principato in uno stato allodiale posto sotto il dominio diretto del Regno di Napoli.[21]

Panoramica della valle del Tirino

Nel 1806, con l'eversione della feudalità, lo stato fu smantellato per essere ricompreso come circondario nel distretto di Aquila.

Età contemporanea

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Con l'unità d'Italia, il comune fu ricompreso nella provincia dell'Aquila che, nel 1927, perse i vicini comuni di Bussi sul Tirino e Popoli Terme – passati alla costituenda provincia di Pescara – rompendo l'unità della valle del Tirino. A partire dagli anni Trenta, inoltre, cominciarono gli scavi archeologici che portarono alla luce la necropoli e numerosi importanti reperti d'età romana.

Nel dopoguerra, con l'abbandono della pastorizia e della transumanza, si verificò un progressivo e costante spopolamento di tutta la vallata che ha portato, in breve tempo, al dimezzamento dei residenti.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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L'abbazia di San Pietro ad Oratorium.
Il convento di San Francesco.
Abbazia di San Pietro ad Oratorium
Abbazia di antichissima origine, è situata appena fuori dall'abitato, al centro della valle del Tirino. Deve la sua realizzazione a re Desiderio che la fece edificare nel VII secolo sul luogo di una preesistente chiesa e fu rinnovata in stile romanico nel 1117, come testimoniato da un'iscrizione sull'architrave del portale principale.[13] Dipendeva direttamente dall'abbazia di San Vincenzo al Volturno e godette, fino al XIX secolo, di particolare autonomia all'interno della diocesi di Valva.[22] La facciata reca il misterioso bassorilievo noto come «quadrato del Sator» (rotas opera tenet arepo sator).[22] All'interno, è il ciborio appartenente alla scuola di Guardiagrele e l'affresco duecentesco con il Cristo Redentore tra gli Evangelisti.[22]
Chiesa di Santa Maria della Pace
È la chiesa parrocchiale del paese e fu realizzata nel XVII secolo sul luogo della preesistente chiesa di Santa Maria della Macchia. La sua edificazione cominciò nel 1643 per volontà dalla famiglia Capponi ma si protrassero a lungo, tanto che l'edificio fu consacrato solamente nel 1768, mentre il campanile fu terminato nel 1857. La chiesa è un compendio del barocco abruzzese, con richiami rinascimentali. L'edificio è a pianta rettangolare con facciata monumentale a pannello, con tre portali e tre finestre. La cupola è a tiburio ottagonale. L'interno barocco ha tre navate con decorazioni di Carlo Antonio Santini, come il fonte battesimale del 1839.
Convento di San Francesco
Anche noto come Convento di San Giovanni, in omaggio al suo fondatore, fu realizzato nel 1447 per volere di San Giovanni da Capestrano su un terreno dalla contessa Jacovella da Celano. Il convento fu ampliato e rinnovato più volte dopo la morte del santo: nel 1654 fu dotato di un lanificio, nel 1709 fu realizzato il chiostro e nel 1742 fu completata l'attuale biblioteca.[23] L'edificio attuale è in stile barocco, con facciata monumentale neoclassica dotata di portico ad arcate. All'interno vi sono affreschi rinascimentali sulla vita di San Francesco d'Assisi e il museo su Giovanni da Capestrano.[23]
Chiesa della Madonna del Rosario
Risalente al XVII secolo, presenta la facciata esterno in pietra grezza, con campanile a torretta, e un interno affrescato e raccolto.
Chiesa di San Biagio
Chiesa minore situata presso Capodacqua.
Chiesa di Santa Maria di Loreto
Chiesa minore situata presso la sorgente di Presciano

Architetture civili

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Casa natale di San Giovanni da Capestrano
Si trova nel rione del Rosario, a nord del castello. È un edificio semplice in architettura rinascimentale, adattato in parte a museo ed in parte a cappella dedicata al santo.
Parco delle Rimembranze dei Caduti
Sentiero selciato attorno al colle di San Giovanni, contornato da cipressi e croci di ferro per commemorare i capestranesi caduti nelle due guerre mondiali del Novecento. È stato restaurato nel 2016 dall'amministrazione comunale in collaborazione con il gruppo alpini e imprese locali.[24]

Architetture militari

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La facciata del Castello Piccolomini.
Castello Piccolomini
Conosciuto anche come castello mediceo, è il monumento principale di Capestrano. Una prima fortezza – di cui rimane la torre normanna al centro del castello – risale al XIII secolo; l'edificio fu poi riedificato da Lionello Accrocciamuro nel 1447 e nuovamente rinnovato da Antonio Piccolomini Todeschini nel 1485.[15] Nel XVI secolo, con il passaggio alla famiglia dei Medici e l'istituzione del Principato, il castello divenne la sede del governatore. La fortezza, a pianta irregolare, è situata al centro del paese con il lato maggiore rivolto verso la piazza, mentre sul retro l'accesso avveniva attraverso un ponte levatoio oggi scomparso. La cinta muraria è caratterizzata da torri angolari circolari con merlature cinquecentesche.
Torre di Forca di Penne
Torre isolata posta in corrispondenza dell'omonimo valico, al confine tra la provincia dell'Aquila e quella di Pescara. La sua edificazione si fa risalire al XII secolo, quando è possibile che esistesse nelle vicinanze anche un piccolo villaggio con monastero, controllati dalla Baronia di Carapelle.[25] La torre si presenta a pianta quadrata con lati stretti e tozzi.

Siti archeologici

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L'area archeologica di Capestrano.
Area archeologica di Capestrano
A valle di Capestrano, nei pressi delle sorgenti del Tirino e lungo il tracciato della via Claudia Nova, è l'area archeologica che corrisponde al sito dell'antica città vestina di Aufinum.[11] Si tratta di uno dei siti archeologici più importanti d'Abruzzo e vanta reperti databili dal VI secolo a.C. fino al III secolo, tra cui il celebre Guerriero di Capestrano (attualmente al museo archeologico nazionale d'Abruzzo a Chieti).[11] Le indagini di scavo, condotte a partire dal 1934, hanno portato alla luce una vasta necropoli e i resti di una cavea e di una cinta muraria, oltre a numeroso materiale epigrafico e numismatico.[11]

Siti naturalistici

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Il Tirino nei pressi di Capestrano.
Fiume Tirino
Il Tirino è il breve fiume (circa 17 km in superficie) che attraversa la valle di Capestrano, detta appunto valle del Tirino o valle Tritana. Si tratta di uno dei principali siti naturalistici dell'Abruzzo aquilano per la pulizia e limpidezza delle acque che, nel territorio di Capestrano, sono in larga parte navigabili.[26]
Lago di Capodacqua
Alle pendici del monte Scarafano, nei pressi dell'omonima frazione, è il piccolo lago artificiale di Capodacqua. Fu realizzato nel 1965 per scopi agricoli mediante lo sbarramento dell'acqua che fuoriesce dalla sorgente di Capodacqua e che alimenta il Tirino.[27] L'acqua, proveniente direttamente dall'altopiano di Campo Imperatore attraverso un corso sotterraneo, si mantiene limpida e con una temperatura di 10 °C costante tutto l'anno; l'assenza di vegetazione e la presenza di numerosi resti sul fondo, conferiscono al lago l'appellativo di «Atlantide d'Abruzzo».[28]

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[29]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019 i cittadini stranieri residenti a Capestrano erano 111. La nazionalità più rappresentata era quella rumena con 42 cittadini residenti.[30]

Lingue e dialetti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetti d'Abruzzo.

Il dialetto parlato a Capestrano si inserisce nel gruppo occidentale dei dialetti d'Abruzzo, a loro volta facenti parte dei dialetti italiani meridionali. Manifesta quindi diversità rispetto ai dialetti dei centri vicini, come ad esempio l'aquilano, parlato già nel vicino comune di Navelli, e l'abruzzese adriatico, tipico dell'area vestina. Tratto qualificante del capestranese è l'isocronismo sillabico, ossia l'apertura in sillaba complicata (sillaba terminante in consonante) di è, ò delle vocali chiuse é, ó, e la contemporanea chiusura in sillaba libera (sillaba terminante in vocale) di é, ó delle vocali aperte è, ò.

Geografia antropica

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Capestrano si divide nel centro storico e nel rione moderno orientale. Il centro storico parte da piazza Mercato con la fontana monumentale e la chiesa madre, dove si affaccia anche il castello mediceo. Il borgo è attraversato da via Oberdan, via Rosario, via Porta Lago, via fuori le Mura. La parte moderna è attraversata da via Toro e via Dante.

Forca di Penne

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Ex feudo, fu proprietà della famiglia Bonanni[31] Il barone Cesidio Bonanni d'Ocre richiese nel 1856 che cambiasse nome in "Rocca Teresa", in onore della regina Maria Teresa, moglie di Ferdinando II delle Due Sicilie; la richiesta fu accettata[32]. La frazione è posta al confine con la provincia di Pescara di Brittoli, vi si trova ancora l'antica torre di controllo sul tratturo a pianta quadrangolare, e con più finestre di controllo. La torre è stata in parte danneggiata dal terremoto del 2009.

Esistente sin dal Medioevo, la parte più antica è stata sommersa da un lago artificiale, che ha ricoperto i mulini medievali, visitabili su prenotazione e immersione subacquea. La frazione nuova Novecentesca è posta più a nord, attorno alla chiesa di San Biagio.

La valle del Tirino è denominata anche «Forno d'Abruzzo» per il suo clima particolarmente mite, tendente al caldo nella stagione estiva, e le poche precipitazioni; queste caratteristiche hanno favorito, nel corso dei secoli, la coltivazione dell'uva e la produzione del vino.[33] I vigneti utilizzati sono quasi interamente quelli autoctoni di Montepulciano d'Abruzzo DOC (i vigneti di Capestrano ricadono nella sottozona «Alto Tirino»),[34] Pecorino e Trebbiano.[33] La forte tradizione enologica del territorio è anche testimoniata dalla rassegna di vino artigianale Naturale che si tiene annualmente in primavera.[35]

Particolarmente intensa è anche la produzione olearia – certificata dal riconoscimento dell'olio extra vergine di oliva delle Valli Aquilane nei prodotti agroalimentari tradizionali abruzzesi (P.A.T.) –, nonché quella di mandorle, ortaggi, cereali e legumi. Altri prodotti tipici della zona sono il grano Solina e lo zafferano, che nel vicino centro di Navelli assume la qualifica di prodotto a denominazione di origine protetta (zafferano dell'Aquila).[36] La produzione agricola ha dato origine a piccole industrie di trasformazione (sgusciatura meccanica delle mandorle, pastifici, molini).

Capestrano è inoltre meta di turismo di tipo principalmente naturalistico, legata alle bellezze paesaggistiche della valle che rientra parzialmente nel parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga; nel territorio sono presenti percorsi cicloturistici ed equituristici (Ippovia del Gran Sasso) ed è possibile andare in canoa o kayak sul Tirino o fare attività subacquee nel lago di Capodacqua.[37]

Infrastrutture e trasporti

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Il territorio comunale di Capestrano è servito dalla SS 153 della Valle del Tirino, che attraversa la vallata da Navelli fino a Bussi sul Tirino, e dalla SR 602 di Forca di Penne, diramazione che dalla SS 153 passa per Ofena e la provincia di Pescara. Sempre grazie alla SS 153 è messa in comunicazione con la SS 17 dell'Appennino Abruzzese, che la collega all'Aquila e Sulmona, con la SS 5 Via Tiburtina Valeria, che la collega con la Val Pescara e la Valle Peligna, nonché con il casello Bussi-Popoli sull'autostrada A25. Il centro abitato vero e proprio è attraversato dalla SP 72 di Capestrano e dalla SP 94 del Tirino.

Nel territorio comunale non sono presenti servizi ferroviari; la stazione di Bussi, posta sulla ferrovia Roma-Sulmona-Pescara, dista circa 14 km dal paese.

Amministrazione

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Elenco dei sindaci di Capestrano dal 1812.[38]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
Regno delle Due Sicilie
1812 1812 Giacinto Corsi Sindaco
1813 1814 Domenico Antonio Sonsini Sindaco
1815 1815 Benedetto Giulii Capponi Sindaco
1816 1818 Gaetano Camardelli Sindaco
1819 1821 Benedetto Giulii Capponi Sindaco
1822 1824 Carlo De Iuliis Sindaco
1825 1827 Benedetto Giulii Capponi Sindaco
1828 1829 Giandomenico Corsi Sindaco
1830 1833 Giuseppe Corsi Sindaco
1833 1835 Vincenzo D'Antonio Sindaco
1836 1836 Angelo Maria Franchi Sindaco
1837 1837 Domenicantonio Sonsini Sindaco
1838 1838 Gianpasquale Sonsini Sindaco
1839 1844 Domenicantonio Corsi Sindaco
1845 1846 Tommaso Corsi Sindaco
1847 1848 Nicola Migliorati Sindaco
1849 1850 Michele Pettinelli Sindaco
1851 1851 Nicola Migliorati Sindaco
1852 1855 Giuseppantonio Razzaia Sindaco
1856 1860 Pietro Alessandroni Sindaco
Regno d'Italia
1861 1866 Ignazio Carli Sindaco
1867 1867 Pietro Alessandroni Sindaco
1868 1872 Cesare Petroncelli Sindaco
1873 1877 Francesco Celli Sindaco
1878 1879 Gesualdo Alessandroni Sindaco
1880 1883 Ferdinando Corsi Barone Sindaco
1884 1893 Domenico Sonsini Sindaco
1894 1895 Annibale Corsi Sindaco
1896 1897 B. Gennaro Corsi Assessore Facente Funzione
1898 1898 Francesco Paolo Verlengia Sindaco
1899 1900 Francesco Lerza Sindaco
1901 1901 Serafino Corsi Sindaco
1902 1906 Ugo Migliorati Sindaco
1907 1907 Giovanni Chiarelli Sindaco
1908 1908 Filippo De Stefanis Sindaco
1909 1910 Guglielmo Sonsini Sindaco
1911 1911 Giuseppe Alessandroni Sindaco
1912 1913 Ignazio Iafolla Sindaco
1914 1914 Antonio Guerrieri Commissario Prefettizio
1914 1916 Alfonso Chiarelli Sindaco
1917 1918 Remigio Stella Sindaco
1918 1918 Giacinto Tosti Guerra Commissario Prefettizio
1920 1926 Luigi Celli Sindaco
1927 1931 Tommaso Corsi Podestà
1932 1935 Alessandro Conte Commissario Prefettizio
1936 1937 Alessandro Conte Podestà
1937 1940 Antonio Cicchetti Commissario Prefettizio
1941 1941 Ercole Lerza Podestà
1942 1942 Francesco Tecca Podestà
1942 1942 Alarico Lerz Commissario Prefettizio
1943 1944 Ercole Lerza Podestà
1945 1945 Luigi Celli Democrazia Cristiana Sindaco
1945 1945 Tullio Mario Colasacco Democrazia Cristiana Sindaco
1945 1945 Guglielmo Ciccone Democrazia Cristiana Sindaco
Repubblica Italiana
1946 1950 Matteo Fanti Democrazia Cristiana Sindaco
1951 1956 Umberto Valeriani Democrazia Cristiana Sindaco
1957 1957 Sante Micalone Democrazia Cristiana Sindaco
1957 1960 Ermenegildo Colasacco Democrazia Cristiana Sindaco
1961 1964 Flora Migliorati Democrazia Cristiana Sindaco
1964 1980 Ugo Giannunzio Partito Socialista Italiano Sindaco Rieletto per 16 anni
24 settembre 1985 24 aprile 1995 Giancarlo Iafolla Partito Socialista Italiano Sindaco Rieletto il 6 maggio 1990
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Nemo Di Fiore Lista civica Uniti per Capestrano Sindaco
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Nemo Di Fiore Lista civica Uniti per Capestrano Sindaco
14 giugno 2004 30 marzo 2010 Antonio D'Alfonso Lista civica Tre spighe di grano Sindaco
30 marzo 2010 11 giugno 2015 Giuseppe Marulli Lista civica Uniti per Capestrano Sindaco
11 giugno 2015 in carica Antonio D'Alfonso Lista civica Tre spighe di grano Sindaco Rieletto il 20 settembre 2020[39]
  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Teresa Cappello e Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron, 1981, p. 96, SBN IT\ICCU\UMC\0979712.
  5. ^ Regione Abruzzo, Dati ARSSA 1951-2000 (PDF), su arssa.abruzzo.gov.it. URL consultato il 25 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2016).
  6. ^ weatherspark.com, Condizioni meteorologiche medie a Capestrano, su it.weatherspark.com. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  7. ^ Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990, p. 157, ISBN 88-02-07228-0.
  8. ^ Giovanni Alessio, Toponomastica storica dell'Abruzzo e del Molise, Napoli, Liguori, 1963, pp. 165-166.
  9. ^ Anton Ludovico Antinori, Annali degli Abruzzi, VII, Bologna, Forni, 1971, pp. 192-193, SBN IT\ICCU\NAP\0131764.
  10. ^ Le sorgenti, su capestranodascoprire.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  11. ^ a b c d e capestranodascoprire.it, Aufinum e la necropoli arcaica, su capestranodascoprire.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  12. ^ Provincia dell'Aquila, p. 252.
  13. ^ a b capestranodascoprire.it, La chiesa di San Pietro ad Oratorium, su capestranodascoprire.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  14. ^ Pro loco Capestrano, cenni storici, su prolococapestrano.it. URL consultato il 25 gennaio 2020.
  15. ^ a b Chiarizia & Iagnemma 2015, p. 5.
  16. ^ Chiarizia & Iagnemma 2015, p. 6.
  17. ^ Chiarizia & Iagnemma 2015, p. 7.
  18. ^ Chiarizia & Iagnemma 2015, p. 9.
  19. ^ Chiarizia & Iagnemma 2015, p. 8.
  20. ^ Chiarizia & Iagnemma 2015, p. 11.
  21. ^ Chiarizia & Iagnemma 2015, p. 15.
  22. ^ a b c Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Chiesa di San Pietro ad Oratorium, su beniculturali.it. URL consultato il 31 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2018).
  23. ^ a b Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Convento di San Francesco [collegamento interrotto], su beniculturali.it. URL consultato il 31 gennaio 2020.
  24. ^ ICCD, Viale della Rimembranza di Capestrano, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  25. ^ mondimedievali.net, Forca di Penne, su mondimedievali.net. URL consultato il 31 gennaio 2020.
  26. ^ Il Tirino, su capestranodascoprire.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  27. ^ capestranodascoprire.it, Il lago di Capodacqua, su capestranodascoprire.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  28. ^ Roberto Ciuffini, Capodacqua, l'Atlantide d'Abruzzo: "Immergersi qui è come volare", in news-town.it, 29 agosto 2019. URL consultato il 1º febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2020).
  29. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  30. ^ ISTAT 31 dicembre 2019, su demo.istat.it. URL consultato il 15 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2021).
  31. ^ Atti della Accademia dei Georgofili, The Academy, 1901, p.100:

    «Nell’ex feudo di Forca di Penne, in comune di Capestrano (Aquila), di proprietà dell’Illu.mo Sig. Barone Cav. Cedino Bonanni, le capre pascolano tutto l’anno (salvo qualche raro giorno in tempo tempestoso) nelle alte regioni della montagna.»

  32. ^ Collezione delle leggi e de’ decreti reali del Regno delle Due Sicilie, 1856, p. 196, n. 3387: richiesta del barone Cesidio Bonanni d'Ocre per il mutamento di nome di Forca di Penne.
  33. ^ a b Il vino, su capestranodascoprire.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  34. ^ Sottozona Alto Tirino, su assovini.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  35. ^ Naturale - Salone del vino, su naturalesalonedelvino.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  36. ^ Cucina tradizionale, su capestranodascoprire.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  37. ^ Carta dei servizi turistici, su valledeltirino.it. URL consultato il 26 gennaio 2020.
  38. ^ Ministero dell'Interno - Storia amministrativa dell'ente - Comuni, su amministratori.interno.gov.it. URL consultato l'11 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 16 settembre 2018).
  39. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 20 settembre 2020, Archivio Storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno
  • Guida turistica della Provincia dell'Aquila, L'Aquila, Provincia dell'Aquila, 1999.
  • L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Club Italiano, 2005.
  • Giuseppe Chiarizia e Luca Iagnemma (a cura di), Capestrano nella Valle Tritana, L'Aquila, One Group, 2015, ISBN 978-88-89568-47-7.
  • Enrichetta Santilli, La chiesa di Desiderio, Culturabruzzo, 2005, 1, 3.

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