Casa dell'Obelisco

Casa dell'Obelisco
Casa dell'Obelisco
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegionePiemonte
LocalitàTorino
IndirizzoPiazza Crimea, 2
Coordinate45°03′22.23″N 7°41′44.38″E
Informazioni generali
Condizionicompletato
Costruzione1954 - 1959
UsoResidenziale
Realizzazione
ArchitettoSergio Jaretti Sodano,
Elio Luzi
CostruttoreImpresa Edìle Manolino
Veduta
Facciata laterale
Ingresso
Ingresso
Panoramica

La Casa dell'Obelisco è un edificio residenziale di Torino, ubicato nell'area residenziale Borgo Po, all'interno del quartiere ottocentesco di Borgo Crimea che prende nome dalla piazza omonima dove sorge l'obelisco dedicato alla storica partecipazione del regno di Sardegna alla guerra di Crimea (1855).

Negli anni cinquanta del Novecento l'architettura visse una sorta di reinterpretazione del liberty, e a Torino alcuni eminenti architetti piemontesi dell'epoca tra cui Roberto Gabetti, Aimaro Isola, Sergio Jaretti ed Elio Luzi diedero seguito a questa corrente; per la loro rilettura degli stilemi floreali e strutturali, indussero il critico Paolo Portoghesi a definire tale fenomeno neoliberty, che vide la realizzazione di alcune significative opere.[1][2]

Insieme alla Torre BBPR, dell'omonimo studio milanese, la Casa dell'Obelisco è un edificio che ha costituito una sorta di provocazione rispetto al contesto architettonico torinese dell'epoca, con un notevole ritorno in termini di immagine per gli autori del progetto e altresì per l'Impresa Edile Manolino, la ditta costruttrice che lo commissionò e lo realizzò tra il 1954 e il 1959.

Nel 1971 l'edificio fu scelto da Dario Argento come luogo delle riprese del suo film Il gatto a nove code.

Progettata da Sergio Jaretti Sodano ed Elio Luzi nel 1954, la Casa dell'Obelisco aderisce perfettamente a quella corrente di architettura neoliberty, che si era manifestata a Torino ed emergono con raffinata ironia colti riferimenti stilistici che conducono fino a una rivisitazione dei materiali da costruzione, riproponendo il largo impiego del litocemento per i vari elementi decorativi che caratterizzano tutti i sinuosi prospetti dell'edificio.[3]

L'edificio residenziale è caratterizzato dai prospetti curvilinei delle facciate, marcatamente scanditi da rilievi orizzontali sovrapposti e nell'insieme si impone nell'ottocentesco contesto architettonico circostante con una sua particolare armonia delle forme che richiama le morfologie moderniste di Gaudì,[4] ma anche con qualche citazione riconducibile a Frank Lloyd Wright, in particolare i pilotis del Johnson Wax Building del 1936-39. Nonostante le notevoli sinuosità dei prospetti esterni, l'edificio si basa su una planimetria variegata ma assai regolare, sviluppata su cinque piani fuori terra e da tre unità abitative ciascuno, alcuni su due livelli, ma con le pareti interne assolutamente rettilinee.

Nel 2017 l'edificio ha subito un restauro conservativo di tutte le facciate e che ha riguardato anche la sostituzione di tutti i serramenti esterni.

  • Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984 , p. 633
  • Carlo Olmo (a cura di), Cantieri e disegni. Architetture e piani a Torino 1945-1990, Umberto Allemandi & C., Torino 1992
  • Luca Barello, Elio Luzi (a cura di), Le case Manolino: storia di una famiglia di costruttori e due architetti, Il Tipografo, Buttigliera d'Asti 1997
  • Sergio Pace, Casa dell'Obelisco, in Vera Comoli, Carlo Olmo (a cura di), Guida di Torino. Architettura, Allemandi, Torino 1999, p. 206
  • Paolo Scrivano, Elio Luzi in Carlo Olmo (a cura di), Dizionario dell'architettura del XX secolo (Vol. II), Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 2003.
  • Maria Luisa Barelli, Davide Rolfo, Il palazzo dell'Obelisco di Jaretti e Luzi. Progetto e costruzione, Gangemi, Roma 2018.
  • Casabella, 1973, n. 375.
  • Bruno Zevi, L'andropausa degli architetti moderni italiani, in Editoriali di architettura, Torino, Einaudi, 1979.

Voci correlate

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Altri progetti

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