Casertana (maiale)
Casertana | |
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Specie | Suino |
Altri nomi | Razza di Teano (o Casertana di Teano); Razza Napoletana (o Pelatella Napoletana). |
Localizzazione | |
Zona di origine | Campania, provincia di Caserta |
Diffusione | principalmente provincia di Caserta, Campania |
Aspetto | |
Peso | 200kg kg |
Mantello | cute pigmentata, grigio-ardesia o nera, con setole rade e sottili, a ciuffi localizzati |
Allevamento | |
Utilizzo | da carne |
Carattere | gentile |
Prole media | 6-8 suinetti per parto |
La razza casertana è un ceppo suino autoctono italiano, fra i più antichi dell'Italia meridionale. Presenta le caratteristiche tipiche del suino iberico-mediterraneo con profilo fronto-nasale rettilineo e orecchie rivolte in avanti a coprire gli occhi.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Esistente fin dal I secolo d.C.[senza fonte], appare in alcune rappresentazioni di epoca romana quali sculture e affreschi[1]. Era molto diffuso sul territorio casertano fino alla seconda guerra mondiale, ma ha subito una fortissima riduzione dovuta al subentro di razze più precoci e dal rendimento maggiore; al 2007 risultano iscritti al Registro Anagrafico di razza (gestito dall'ANAS - Associazione Nazionale Allevatori Suini) solo 594 animali[2], scesi a 403 nel 2012.[3] Secondo il FAO, nel 2007 lo stato di conservazione della razza era a livello critico.[4]
Caratteristiche e morfologia
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente lo standard per la razza Casertana descrive un animale rustico, di taglia medio-piccola, scheletro leggero e solido ed arti brevi. La cute è generalmente pigmentata di grigio, grigio ardesia ma talvolta può anche presentarsi con toni più cupi tendenti al nero. La presenza di setole è ridotto al minimo, presenta solo qualche ciuffo su collo testa e coda, da cui il suo il nome meno noto “Pelatella”. La testa è piccola e di forma tronco conica, il tronco snello. Il maschio presenta testicoli pronunciati ed entrambi i sessi dispongono di almeno 10 capezzoli. Una peculiarità morfologica della razza casertana è che alcuni soggetti presentano delle appendici cutanee nella regione parotidea che prendono il nome di tèttole.
Allevamento
[modifica | modifica wikitesto]Data la caratteristica rusticità della razza l’allevamento tradizionale prevede un largo uso di pascoli di castagna, quercia e faggio con un ridotto utilizzo di mangimi.
La prolificità è bassa con una media di 4-6 suinetti per parto con un massimo di 10.
Le scrofe raggiungono entro l’anno mediamente 120-140 kg, mentre i verri 150-170 kg, i capi all’ingrasso superano i 200 kg.
Lo spessore del lardo è mediamente di 4 cm e apparentemente la razza risulta sprovvista del gene alotano, responsabile della produzione di carni PSE (Pale, Soft and Exudative).[5]
Salvaguardia
[modifica | modifica wikitesto]Per salvaguardare la risorsa genetica locale è stato istituito il Registro Genealogico Nazionale dei genotipi locali su richiesta dell’Associazione Italiana Allevatori di Suini (ANAS) e la “Banca del seme delle razze suine locali italiane” grazie ai finanziamenti della Commissione Europea per il “Progetto europeo per una banca delle risorse genetiche suine”. Gli operatori e le associazione professionali hanno istituito un “decalogo per il corretto allevamento del suino casertano” che prescrive dettagliatamente le modalità di allevamento relative sia alle superfici che all’alimentazione e quelle di macellazione.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Razze suini: Casertana, su agraria.org. URL consultato il 9 agosto 2021.
- ^ a b Associazione Nazionale Allevatori Suini
- ^ Andrea Cristini, et al. (23 June 2013). Relazione del comitato direttivo alla assemblea generale dei soci (in Italian). Rome: Associazione Nazionale Allevatori Suini.
- ^ Rome: Food and Agriculture Organization of the United Nations. ISBN 9789251057629.
- ^ Il Suino Nero Casertano, su Rivista di Agraria.org, 16 gennaio 2008. URL consultato il 19 giugno 2020.