Chaitén

Chaitén
comune
Chaitén – Stemma
Chaitén – Bandiera
Chaitén – Veduta
Chaitén – Veduta
Localizzazione
StatoCile (bandiera) Cile
Regione Los Lagos
ProvinciaPalena
Territorio
Coordinate42°55′15.6″S 72°42′50.4″W
Altitudine12 m s.l.m.
Superficie4,065 km²
Abitanti5 071 (2017)
Densità1 247,48 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orarioUTC-4
Cartografia
Mappa di localizzazione: Cile
Chaitén
Chaitén
Sito istituzionale

Chaitén è una città del Cile, ex-capoluogo della Provincia di Palena nella Regione di Los Lagos. La cittadina si affaccia sul golfo del Corcovado di fronte all'isola Chiloé.

Origine del nome

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Il nome della città deriva dalla lingua mapudungun: le parole "chain-chaitun'' significano infatti letteralmente "mettere in cesta".[1]

Chaitén è stata fondata nel 1933 dal presidente Arturo Alessandri Palma, che ha espresso la volontà di ripopolare questa zona del paese.

È stata designata capitale del Dipartimento di Palena nel 1959. Il processo di regionalizzazione, fra il 1974 e il 1976, ha fatto sì che Palena acquisisse il livello di provincia, passando a dipendere da Porto Montt.

Nel decennio del 2000, Chaitén divenne una delle comunità con più alto Indice di sviluppo umano della regione. Nel 2002, la sua popolazione è arrivata a 4 625 abitanti.[2]

Chaitén
disastro naturale
A causa dell'eruzione del vulcano Chaitén nel maggio 2008, la cenere vulcanica e le colate di fango hanno distrutto grande parte della città.
TipoEruzione vulcanica
Data iniziomaggio 2008
Data finemaggio 2011
StatoCile (bandiera) Cile
CausaLahar
Conseguenze
Sfollati5000
Beni distrutticittà di Chaitén

Il 2 maggio 2008 ha eruttato il vulcano Chaitén coprendo il cielo con un'enorme nuvola di ceneri che si è estesa da Puerto Montt a diverse località dell'Argentina (inclusa la capitale Buenos Aires). L'Armata del Cile e l'esercito hanno organizzato immediatamente un'operazione di evacuazione, che ha trasferito 1 200 persone a Puerto Montt e Chiloé in poche ore. Il giorno seguente erano già partite più di 3 800 persone.[3] Alcuni si rifiutarono di abbandonare la città, nonostante l'obbligo di evacuazione imposto dal governo per un raggio di 50 km, prevedendo il collasso della colonna di fumo e una colata piroclastica.

Il 7 maggio si presentò un ricorso che permettesse l'uso della forza per evacuare le persone rimaste nella città, finché il giorno 8 maggio una forte eruzione convinse definitivamente tutti a trasferirsi, facendo divenire Chaitén una città fantasma.

Città fantasma

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Il governo centrale chiuse l'Illustre Municipalità di Chaitén e l'Edificio di governo di Palena, che fu spostato ubicato a Futaleufú, proibendo anche l'insediamento di persone nella città fino al 2010.

Dopo qualche giorno dal dramma, si cominciò a preoccuparsi fortemente per gli animali rimasti nel luogo: programmi televisivi, fondazioni e militari hanno cominciato a soccorrere gli animali domestici, mentre hanno trasferito gli altri nelle zone più sicure a sud.

Capitale provinciale

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Chaitén è stata la capitale della provincia di Palena dalla sua creazione nel 1976. Dopo l'evacuazione, dal 9 maggio 2008 le istituzioni provinciali hanno funzionato temporalmente nella località di Palena e durante 2009 a Futaleufú, anche se finalmente nel dicembre 2010 il governo nazionale ha deciso mantenere a Chaitén come capitale provinciale.[4][5][6]

  1. ^ Daniel Pérez-Carmona, Diccionario mapuche, Antiyal, 1993.
  2. ^ Población de la ciudad de Chaitén (no comuna)
  3. ^ La Nación.[senza fonte]
  4. ^ Chaitén dejará de ser capital provincial - LaNacion.cl
  5. ^ Palena reemplazará a Chaitén como capital provincial - Radio Cooperativa, su cooperativa.cl. URL consultato il 7 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
  6. ^ Gerson Guzmán, Gobierno decide dejar a Chaitén como capital de la provincia de Palena, in Bio Bio Chile, 9 dicembre 2010.
    «[E]l Presidente Sebastián Piñera decidió priorizar el casco norte de la ciudad de Chaitén como asentamiento de la capital provincial, desechando así la opción de Santa Bárbara, y argumentando que “las ciudades se hacen y no se imponen”.»

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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