Compagnia Generale dei Tramways Piemontesi

Compagnia Generale dei Tramways Piemontesi
StatoBelgio (bandiera) Belgio
Altri statiItalia (bandiera) Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1882 a Bruxelles
Fondata daRodolfo Coumond
Chiusura1936
Sede principaleBruxelles
SettoreTrasporto
ProdottiTrasporto pubblico

La Compagnia Generale dei Tramways Piemontesi (CGTP) era un'azienda attiva nella costruzione ed esercizio di linee tranviarie, che operò nella province di Torino e Cuneo tra il 1882 e il 1936.

Nel 1880 l'ingegner Giuseppe Bonelli, rappresentante del banchiere belga Rodolfo Coumond, presentò alla Deputazione provinciale di Torino domanda per la concessione delle linee Torino-Carignano-Carmagnola e Torino-Carignano-Moretta-Saluzzo[1]; l'autorizzazione alla costruzione della tratta Torino-Carmagnola fu ottenuta nel febbraio 1881[2]. Il successivo 26 ottobre furono aperte le tratte Torino-Moretta e Carignano-Carmagnola[3], e il 25 luglio 1882 fu aperta la tratta da Moretta a Saluzzo: la linea faceva capo alla Compagnie Générale des Tramways à Vapeur Piémontais (CGTVP), diretta da Coumond, che nel 1882 rilevò dal banchiere francese Alfonso Raoul Berrier-Delaleu, in difficoltà economiche per la costruzione delle tranvie Asti-Cortanze e Asti-Canale, le concessioni delle linee Saluzzo-Cuneo, Cuneo-Dronero, Pinerolo-Cavour e Saluzzo-Revello[4]. Con l'assorbimento delle linee di Berrier-Delaleu si costituì la Compagnia Generale dei Tramways Piemontesi (CGTP), con sede legale a Bruxelles, sede amministrativa a Torino[5] e direzione d'esercizio a Saluzzo[6], che sino alla prima guerra mondiale espanse la propria rete[7]; tra il 1903 e il 1907 la società dichiarava un utile pari al 32% del prodotto l'esercizio, il maggiore tra tutte le tranvie piemontesi[8].

Passata la prima guerra mondiale la CGTP, per ridurre i costi d'esercizio (manodopera, combustibili, manutenzione) e incrementare le velocità nella seconda metà degli anni venti sperimentò un'automotrice a benzolo[9], per poi orientarsi sull'impiego di elettromotrici ad accumulatori su spinta del direttore generale dottor Pietro Lo Balbo[10]. La trazione ad accumulatori, impiegata in quegli anni anche su varie tranvie e ferrovie secondarie italiane [11] è favorita anche dal Governo: l'articolo 35 del Regio decreto legge nº 2150 del 2 agosto 1929[12] accorda sovvenzioni chilometriche fino a 10.000 lire per 35 anni[13]. Dal dicembre 1925 furono sperimentate due automotrici ad accumulatori a due assi sulla Torino-Carmagnola con buon successo di pubblico, tanto da spingere la CGTP a costruire altre unità[14] e ad acquistare motrici più capienti a carrelli per la Torino-Saluzzo-Cuneo, entrate in servizio domenica 2 novembre 1930[15].

Con le elettromotrici il servizio migliorò, ma non fu sufficiente a contrastare l'avanzata delle autolinee: il 1º maggio 1935 le linee Saluzzo-Pinerolo, Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge e Cuneo-Boves, con scarso traffico o con profili accidentati, furono sostituite da autolinee affidate alla Società Anonima Autolinee Piemontesi, consociata della CGTP[16]. L'anno successivo il capitale della CGTP passò in mani italiane; la società cambiò denominazione in Società Anonima Tramvie Interprovinciali Piemontesi (SATIP) con sede a Torino e direzione d'esercizio a Saluzzo[17].

Impianti eserciti

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La stazione tranviaria di Saluzzo, centro della rete CGTP

Nel corso degli anni di attività, la CGTP esercì un'estesa rete di tranvie (per complessivi 189,965 km) a scartamento ridotto (1100 mm) facenti capo a Saluzzo. Nel periodo di massima espansione della rete, erano in esercizio le seguenti linee:

Materiale rotabile

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La CGTVP utilizzò inizialmente sulla linea Torino-Saluzzo/Carmagnola locomotive a vapore Henschel & Sohn e carrozze di costruzione Grondona[18]. Con l'acquisizione delle linee di Berrier-Delaleu entrarono nel parco rotabili CGTP anche le otto locotender costruite dalla SLM per le linee Cuneo-Dronero e Cuneo-Saluzzo, radiate entro il 1920, e una locomotiva Hagans; entrambi i tipi erano a due assi[19].

Ad esse seguirono altre locomotive tranviarie, costruite da Krauss e Henschel, consegnate sino al 1909, oltre a due Breda; due Borsig furono acquistate dalla tranvia Pinerolo-Perosa Argentina. Il parco CGTP giungerà a contarne complessivamente 40.[19].

Nel 1925 la CGTP ordinò un'automotrice DWK Tipo IV alla Romeo per la propria rete sociale, sulla quale prestò servizio per circa un decennio[20] con scarsi risultati[21].

Poco dopo si sperimentò la trazione ad accumulatori, già provata su altre linee tranviarie italiane: le Officine di Savigliano costruirono due automotrici sui telai di carrozze a due assi Grondona, spinti da due motori da 13 CV l'uno: tali elettromotrici diedero buoni risultati, riducendo i tempi di percorrenza del 30%[22]. Fu successivamente allestita un'ulteriore serie di quattro automotrici, due costruite dalle officine di Savigliano e due dalle officine CGTP sulla base di carrozze, mosse da due motori per complessivi 40 CV[14].

La sperimentazione ebbe successo, tanto che la CGTP ordinò nel 1929 tre automotrici a carrelli[23], costruite dalla Carminati e Toselli con parte elettrica TIBB, in servizio dal 1930; nel 1933 ne furono consegnate altre tre[24].

Carrozze e carri merce

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Le prime carrozze furono fornite dalla Locati di Torino (non più di 12 unità, a due assi e terrazzini); successivamente la Grondona fornì una sessantina di carrozze, sempre a due assi e terrazzini ma più comode. Le carrozze Locati furono radiate tra il 1910 e il 1920; in quegli anni le Officine Meccaniche di Pinerolo fornirono 28 carrozze a vestiboli chiusi (quattro miste di I e II classe, le altre di II classe), più lunghe delle precedenti e impiegate principalmente sulle linee Torino-Carmagnola, Torino-Saluzzo-Cuneo e Cuneo-Dronero[25], inoltre parte delle vetture Grondona furono trasformate a terrazzini chiusi[26]. Nei primi anni Trenta arrivarono due carrozze a due assi e terrazzini provenienti dalla tranvia Messina-Barcellona Pozzo di Gotto, i cui soci erano gli stessi della CGTP, ma non prestarono mai servizio[27].

Nel 1930 risultavano in servizio circa 400 carri merce, di cui 60 chiusi e 45 a sponde basse[28].

Materiale motore - prospetto di sintesi

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Unità Anno di costruzione Costruttore Tipo Note
1÷5 1879-1880 SLM Locotender a 2 assi ex Berrier-Delaleu per la Cuneo-Dronero
1÷3 1879-1880 SLM Locotender a 2 assi ex Berrier-Delaleu per la Saluzzo-Cuneo
4 1881 Hagans ex Berrier-Delaleu
5÷7 1881 Krauss A 2 assi costruite per la Pinerolo-Cavour
10÷17 1881 Henschel A 2 assi
18 1909 Henschel A 2 assi
19÷27 1882 Henschel A 2 assi
28÷35 1888 Henschel A 2 assi
36÷38 1907 Henschel A 2 assi
1÷2 Breda
1÷2 Borsig ex Pinerolo-Perosa Argentina
51, 57 1925 SNOS Automotrici ad accumulatori a due assi costruite per la Torino-Carmagnola
3÷4 1927 SNOS Automotrici ad accumulatori a due assi costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca
5÷6 1927 SNOS Automotrici ad accumulatori a due assi costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca
101÷106 1929-1932 C&T-TIBB Automotrici ad accumulatori a carrelli costruite per Torino-Saluzzo-Cuneo, Cuneo-Dronero, Cuneo-Boves
  1. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 147
  2. ^ Deliberazioni della Deputazione Provinciale di Torino nell'adunanza di giovedì 24 febbraio 1881, in Gazzetta Piemontese, 8 marzo 1881, p. 4
  3. ^ Molino, op. cit., p. 121, indica come data d'apertura della Torino-Carmagnola il 14 agosto 1881, mentre per la Carignano-Moretta il 9 ottobre
  4. ^ Molino, op. cit., p. 12
  5. ^ Molino, op. cit., p. 121
  6. ^ Molino, op. cit., p. 18
  7. ^ Molino, op. cit., p. 13
  8. ^ Brogiato, op. cit., p. 59
  9. ^ Molino, op. cit., p. 56
  10. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 486
  11. ^ Molino, op. cit., p. 58
  12. ^ Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 304 del 31 dicembre 1929 Archiviato il 31 ottobre 2016 in Internet Archive.
  13. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 489
  14. ^ a b Molino, op. cit., p. 59
  15. ^ Il primo convoglio elettrico Torino-Saluzzo, in La Stampa, 3 novembre 1930, p. 6
  16. ^ Molino, op. cit., p. 93
  17. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 493
  18. ^ Tranvia Torino-Carignano-Saluzzo, in Gazzetta Piemontese, 26 luglio 1882, p. 2
  19. ^ a b Molino, op. cit., p. 28
  20. ^ Domenico Molino, Le prime automotrici FS, in Italmodel Ferrovie, n. 231, Modeltecnica, Verona, ottobre 1979, p. 21
  21. ^ Molino, op. cit., p. 56, riporta che dopo sei-sette mesi di prove insoddisfacenti fu ritirata dal servizio
  22. ^ Molino, op. cit., pp. 58-59
  23. ^ Molino, op. cit., p. 63
  24. ^ Molino, op. cit., p. 70
  25. ^ Molino, op. cit., pp. 34-35
  26. ^ Molino, op. cit., p. 42
  27. ^ Molino, op. cit., p. 43
  28. ^ Molino, op. cit., p. 39

Voci correlate

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