Contro Ratzinger

Contro Ratzinger
Autoreanonimo
1ª ed. originale2006
GenereSaggio
Lingua originaleitaliano

Contro Ratzinger è un libro pubblicato anonimo nel 2006 da Isbn Edizioni.

È un saggio che prende in considerazione e critica il pensiero di Benedetto XVI su vari argomenti e i rapporti con vari temi: nazismo, teologia della liberazione, illuminismo, fede e ragione, evoluzionismo, omosessualità, difesa della vita.

Il libro approfondisce l'aspetto filosofico, strutturale delle posizioni sostenute da Ratzinger controbilanciando la serietà degli argomenti con la leggerezza e l'ironia dello stile. Infatti il saggio si apre con un fantasioso epilogo in forma di prologo e si chiude con un prologo (nel quale si fantastica riguardo agli esiti del pontificato di Benedetto XVI) in forma di epilogo.

Il punto di vista dell'autore è che la fede ecceda i compiti della ragione:

«È bene che ragione e religione continuino a non essere confuse. Se la fede, come in Ratzinger, sentisse davvero la necessità di vestirsi con gli abiti della ragione perderebbe se stessa. Per questo ritengo che il gioco dell'attuale pontefice, nel suo strumentale cavalcare le teorizzazioni del pensiero debole, sia molto pericoloso: rischia di esporre il cattolicesimo a un relativismo religioso senza ritorno.»

Inoltre, sempre secondo l'autore, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI non solo sono complementari, ma addirittura sovrapposti.

Infatti

«È difficile stabilire dove inizino il pensiero e il pontificato di Benedetto XVI e finiscano quelli di Giovanni Paolo II. La differenza, mi sembra, risiede nel dubbio. Karol Wojtyła ha radicato il proprio messaggio in una capacità straordinaria, quasi attoriale, senza mai rivendicare per sé l'autorità che viene dalla filosofia pur essendo stato un pensatore molto più intenso e complesso del suo successore. Anche per questo le prese di posizione di Giovanni Paolo II hanno sempre mantenuto, mi sembra, un certo grado di dubbio, un certo rispetto per la ragione di tutti. Ratzinger, viceversa, non ha dubbi, anche se ha appreso alla scuola della filosofia l'arte di argomentare come se ne avesse. In questo modo invade un campo non suo: si presenta come pensatore, e dalla filosofia trae la propria autorità, ma lo fa con il solo proposito di svuotarla di senso e assoggettarla alla fede. Sottraendo la ricerca della verità a un confronto razionale, Ratzinger si pone di fatto al di fuori del dialogo e, nella sostanza, non mostra rispetto per le ragioni degli altri"..»

Secondo l'autore il tentativo di Ratzinger sarebbe quello di spodestare la modernità dalle sue pretese di razionalità per porre la Chiesa come autentica erede della filosofia greca e quindi della cultura occidentale. A tal fine Ratzinger, utilizzando i concetti e le metodologie del pensiero debole, evidenzierebbe i limiti del concetto moderno di razionalità, limitandone così le pretese. A conclusione di ciò Ratzinger si avventurerebbe in un passaggio rozzo e semplicistico, elencando le tragedie del mondo, che spiegherebbe come semplici effetti della modernità, ossia della pretesa di fare a meno di Dio.

Il libro è anonimo per tre ragioni:

  • per evitare di fare la figura "del cagnolino che abbaia alla luna";
  • per "premiare un editore coraggioso, ancora disposto ad assumersi il rischio di una posizione politica e culturale forte e chiara";
  • per "omaggiare i libelli secenteschi anonimi e antioscurantisti da cui fiorì l'Illuminismo"[1].
  1. ^ Anonimo, Contro Ratzinger, Isbn Edizioni, 2006.

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