Denebola

Denebola
ClassificazioneSequenza principale
Classe spettraleA3 V
Tipo di variabilevariabile δ Scuti
Distanza dal Sole36 al[1]
CostellazioneLeone
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta11h 49m 03,578s
Declinazione+14° 34′ 19,41″
Dati fisici
Raggio medio1,73[2] R
Massa
1,75[2] M
Periodo di rotazione0,65 giorni
Velocità di rotazione125 km/s[3]
Temperatura
superficiale
Luminosità
Indice di colore (B-V)0,09
Metallicità100% rispetto al Sole[2]
Età stimata100-380 milioni di anni[2]
Dati osservativi
Magnitudine app.+2,13
Magnitudine ass.+1,93[1]
Parallasse90,16 ± 0,89 mas
Moto proprioAR: −499,02 mas/anno
Dec: −113,78 mas/anno
Velocità radiale−0,2 km/s
Nomenclature alternative
β Leonis, 94 Leo, GJ 448, HR 4534, BD +15°2383, HD 102647, LHS 2462, LTT 13249, GCTP 2738.00, SAO 99809, HIP 57632

Denebola (AFI: /deˈnɛbola/[4]; β Leo / β Leonis / Beta Leonis) è la terza stella più luminosa della costellazione del Leone, dopo Regolo e Gamma Leonis. Di magnitudine apparente +2,13, dista 36 anni luce dal sistema solare.

Posizione di Denebola nella costellazione del Leone.

Avendo una declinazione di +14°, Denebola è una stella dell'emisfero boreale. Tuttavia la sua vicinanza all'equatore celeste, la rende visibile da tutte le aree popolate della Terra. In particolare, essa risulta invisibile solo dalle regioni più interne del continente antartico. D'altra parte la sua posizione la rende circumpolare solo nelle vicinanze polo nord. Avendo una magnitudine pari a +2,13 è facilmente distinguibile anche da aree moderatamente affette da inquinamento luminoso.

Caratteristiche fisiche

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Denebola è una stella di classe spettrale A3-V, con una temperatura superficiale di circa 8700 K. Possiede una massa del 75% superiore a quella del Sole, il 73% in più del suo raggio[2] ed ha una luminosità circa 14 volte superiore a quella solare. Denebola è una stella relativamente giovane, con un'età stimata inferiore ai 400 milioni di anni ed è classificata come stella variabile Delta Scuti, il che significa che la sua luminosità varia molto lievemente nel corso di un paio d'ore[5]. La velocità di rotazione di Denebola è piuttosto elevata, circa 165 km/s, e questo la porta ad effettuare una rotazione su se stessa in meno di 0,65 giorni e ad avere una forma schiacciata ai poli e un rigonfiamento equatoriale, simile a quello di Achernar[3].

Disco protoplanetario

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Lo stesso argomento in dettaglio: Disco protoplanetario.

Denebola mostra un forte eccesso di radiazione nella lunghezza d'onda degli infrarossi, il che sta a significare che in orbita attorno alla stella probabilmente si trova un disco di polveri a bassa temperatura. Come si ritiene che anche il nostro Sistema Solare abbia avuto origine da un simile disco, così Denebola e stelle simili, come Vega e Beta Pictoris, potrebbero essere candidate ad ospitare dei pianeti extrasolari. La polvere che circonda Denebola ha una temperatura di circa 120 K. Sono stati fatti in seguito dei tentativi di visualizzare il disco circumstellare, ma senza successo; da ciò è chiaro che il disco è molto più piccolo di quello che circonda, ad esempio, Beta Pictoris. Osservazioni interferometriche in luce infrarossa sembrano evidenziare la presenza di due dischi circumstellari; il disco più interno si estende da 0,13 a 0,3 au, mentre la seconda inizia a ~ 13 UA e avrebbe un'ampiezza di 6,2 UA[6].

Denebola è una delle poche stelle di classe A attorno alla quale siano noti dischi di detriti, e data la giovane età la sua osservazione è di grande interesse per studiare l'evoluzione di sistemi planetari extrasolari. D. Defrere e colleghi nel 2021 hanno osservato i dintorni di Denebola con il Large Binocular Telescope e lo studio ha rivelato un eccesso di infrarosso del 45% a 1,5 UA dalla stella, e dell'85% a 4,5 UA, al limite esterno della zona abitabile. Lo stesso studio ha mostrato temperature di 1600 K per la cintura più interna e di 120 K per il disco di detriti esterno e che la quantità di polvere attorno a β Leonis è 50 volte superiore alla quantità di polveri presente nella nube zodiacale, nel piano orbitale del sistema solare. Nello stesso studio è stata esclusa la presenza di pianeti tra 5 e 40 UA aventi una massa superiore a poche volte quella di Saturno.[7]

Membro di un superammasso

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Recenti studi in ambito cinematico hanno rivelato che Denebola fa parte di un'associazione stellare chiamata superammasso IC 2391. Tutte le stelle che fanno parte di questo raggruppamento presentano un moto simile, anche se non sono legate da vincoli gravitazionali. Si ipotizza dunque che tali stelle siano nate nello stesso luogo e che inizialmente formassero un ammasso aperto; altre stelle di questo ammasso sono Alfa Pictoris, Beta Canis Minoris e gli altri membri dell'ammasso aperto IC 2391. Sono stati identificati in tutto più di 60 probabili membri[8].

Etimologia e cultura di massa

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Il suo nome deriva dall'arabo ذنب الاسد (Deneb Alased, pron. IPA /ðanab al-asad/) "la coda del Leone", in quanto per la sua posizione nella costellazione rappresenta la coda del Leone Nella carta stellare del 1871 di R. A. Proctor, Denebola appare con il nome di Deneb Aleet[9].

Dafira è un nome meno utilizzato ed è anch'esso di origine araba e si riferisce al ciuffo di peli della coda del Leone, posizione nel quale è situata Denebola[10]. Nell'astronomia babilonese marcava la diciassettesima costellazione eclittica, Zibbat A., "la coda del leone", mentre nella Cina antica Denebola faceva parte di un gruppo di cinque stelle di nome 五帝 座 (Woo Ti Tsi), "la sede dei dodici imperatori".

In astrologia Denebola era creduta essere portatrice di sfortune e disgrazie[9]

  1. ^ a b c Erik Anderson, Charles Francis, XHIP: An Extended Hipparcos Compilation, in Astronomy Letters, 23 marzo 2012.arΧiv:1108.4971
  2. ^ a b c d e f E. Di Folco et al., VLTI near-IR interferometric observations of Vega-like stars, in Astronomy and Astrophysics, vol. 426, n. 2, 2004, pp. 601–617, DOI:10.1051/0004-6361:20047189.
  3. ^ a b Jim Kaler, Denebola, su astro.uiuc.edu, Università dell'Illinois (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2007).
  4. ^ Denèbola in G. Devoto, G. C. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, 1987.
    Denèbola in U. Bosco, Lessico universale italiano, vol. VI, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1968.
    • Il Dizionario delle Scienze Fisiche (1996) dell'Istituto Treccani riporta un'accentazione bisdrucciola (Dènebola), probabilmente un refuso.
  5. ^ D. E.Mkrtichian; A. Yurkov, β Leo - Back to Delta Scuti Stars? (PDF), in Proceedings of the 20th Stellar Conference of the Czech and Slovak Astronomical Institutes. Brno, Repubblica Ceca: Dordrecht, D. Reidel Publishing, novembre 1997, p. 172, ISBN 80-85882-08-6.
  6. ^ Akeson, R. L.; Ciardi, D. R.; Millan-Gabet, R.; Merand, A.; Di Folco, E.; Monnier, J. D.; Beichman, C. A.; Absil, O.; Aufdenberg, J.; McAlister, H.; ten Brummelaar, T.; Sturmann, J.; Sturmann, L.; Turner, N., Dust in the inner regions of debris disks around A stars, in The Astrophysical Journal, vol. 691, n. 2, 2009, pp. 1896-1908.
  7. ^ D. Defrère, The HOSTS Survey: Evidence for an Extended Dust Disk and Constraints on the Presence of Giant Planets in the Habitable Zone of β Leo (PDF), in Astronomical Journal, vol. 161, n. 4, marzo 2021.
  8. ^ O. J. Eggen, The IC 2391 supercluster, in Astronomical Journal, vol. 102, 1991, pp. 2028–2040, DOI:10.1086/116025.
  9. ^ a b (EN) Richard Hinckley Allen, Leo, in Star Names — Their Lore and Meaning, Courier Dover Publications, 19 marzo 2011, p. 259.
  10. ^ Denebola (The Fixed Stars)
  • Cote J. (1987), B and A type stars with unexpectedly large colour excesses at IRAS wavelengths, Astronomy and Astrophysics (ISSN 0004-6361), volume 181, pagine 77-84
  • Eggen O.J. (1991), The IC 2391 supercluster, Astronomical Journal (ISSN 0004-6256), volume 102, pagine 2028-2040
  • Smith B.A., Fountain J.W., & Terrile R.J. (1992), An optical search for Beta Pictoris-like disks around nearby stars, Astronomy and Astrophysics (ISSN 0004-6361), volume 261, pagine 499-502

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • SIMBAD data page, su simbad.u-strasbg.fr.
  • ARICNS, su ari.uni-heidelberg.de. URL consultato il 15 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2005).
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