Diceros bicornis occidentalis

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Rinoceronte nero sudoccidentale
Femmina, Parco Nazionale d'Etosha, Namibia
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdinePerissodactyla
FamigliaRhinocerotidae
GenereDiceros
SpecieD. bicornis
SottospecieD. b. occidentalis
Nomenclatura trinomiale
Diceros bicornis occidentalis
(Zukowsky, 1922)

Il rinoceronte nero sudoccidentale (Diceros bicornis occidentalis) è una sottospecie del rinoceronte nero, che vive nell'Africa sudoccidentale (Namibia settentrionale e Angola meridionale, introdotto in Sud Africa). Attualmente è elencato come prossimo alla minaccia dalla IUCN. La più grande minaccia per questa sottospecie è il bracconaggio illegale, per il suo corno.[1]

Il rinoceronte nero sudoccidentale, come tutte le sottospecie di rinoceronte nero, presenta un labbro superiore prensile usato per brucare e strappare le foglie dai rami. Il suo aspetto è simile a quello delle altre sottospecie, e la differenza più importante per distinguerla è una testa relativamente larga dietro gli occhi e caratteristiche minori nella dentatura. Altre caratteristiche spesso citate, sono le dimensioni o la forma delle corna, sebbene queste siano spesso soggette a variazioni individuali.[2] Sono anche più adattati a sopravvivere in ambienti aridi e si trovano nelle savane aride e nei climi desertici.

Questa sottospecie viene spesso scambiata per l'estinto rinoceronte nero meridionale (D. b. bicornis) o per la sottospecie sud-orientale (D. b. minor). Tuttavia, le popolazioni nelle aree aride della Namibia settentrionale e dell'Angola sudoccidentale rappresentano una sottospecie separata.[3]

L'esemplare tipo, un maschio, aveva circa 16 mesi quando venne catturato vivo da Mr. Müller, nel 1914, vicino al fiume Kunene (Kaokoveld, regione di confine tra Namibia e Angola), e spedito al Tierpark Hagenbeck, lo zoo di Amburgo, Germania. Dopo la sua morte il 15 ottobre 1916, la sua pelle e lo scheletro furono conservati allo Zoologisches Museum Hamburg (esemplare n. 40056) e descritti come appartenenti a una nuova specie, Opsiceros occidentalis, da L. Zukowsky, nel 1922.[4][5] Oggi, Opsiceros è un sinonimo non valido del genere Diceros.[2]

Popolazione e minacce

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Storicamente, questa sottospecie era diffusa in Angola e in Namibia, ma il loro attuale areale è drasticamente diminuito. La roccaforte della specie è principalmente la Namibia. Da uno a quattro esemplari sono stati segnalati dall'Angola e altri sono stati introdotti in Sudafrica. La popolazione totale è in aumento e nel 2010 contava 1.920 animali, con il 55,8% di adulti. Il bracconaggio dovuto all'aumento del prezzo dei corni è considerato la principale minaccia per queste popolazioni.[1][2]

La IUCN ritiene che le popolazioni viventi di rinoceronte nero della Namibia settentrionale appartengano alla sottospecie D. bicornis bicornis e non riconosce D. b. occidentalis come sottospecie.[1] Questa sinonimia, basata sugli studi di du Toit (1987)[6] è stata, tuttavia, considerata erronea da Groves e Grubb (2011), e D. b. occidentalis è stata ristabilita come una sottospecie valida. Poiché tutte le popolazioni più meridionali di rinoceronte nero furono sterminate entro la metà del XIX secolo, D. b. bicornis è completamente estinto.[2]

  1. ^ a b c d (EN) Emslie, R., Diceros bicornis ssp. bicornis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c d C. Groves e P. Grubb, Ungulate Taxonomy, Baltimora, The Johns Hopkins University Press, 2011, pp. 317, ISBN 978-1-4214-0093-8. URL consultato il 9 ottobre 2012.
  3. ^ C. Groves e P. Grubb, Ungulate Taxonomy, Baltimora, The Johns Hopkins University Press, 2011, pp. 317, ISBN 978-1-4214-0093-8. URL consultato il 7 ottobre 2012.
  4. ^ Zukowsky, L., Vorläufige Mitteilung über eine neue Art des Spitzschnautz-Nashorns aus Südwest-Afrika (PDF) [collegamento interrotto], in Archiv für Naturgeschichte, 88A (7), 1922, pp. 162–163.
  5. ^ L.C. Rookmaker, The Rhinoceros in Captivity, The Hague, SPB Academic Publishing bv, 1998, pp. 409, ISBN 90-5103-134-3. URL consultato il 20 ottobre 2013.

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