Diocesi di Acerra

Diocesi di Acerra
Dioecesis Acerrarum
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli
Regione ecclesiasticaCampania
 
Mappa della diocesi
 
VescovoAntonio Di Donna
Vicario generaleCuono Crimaldi
Vescovi emeritiSalvatore Giovanni Rinaldi
Presbiteri60, di cui 35 secolari e 25 regolari
2.066 battezzati per presbitero
Religiosi29 uomini, 28 donne
Diaconi4 permanenti
 
Abitanti127.687
Battezzati124.000 (97,1% del totale)
StatoItalia
Superficie157 km²
Parrocchie28
 
ErezioneXI secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
Santi patroniSant'Alfonso Maria de' Liguori
IndirizzoPiazzale del Duomo, 80011 Acerra (Napoli), Italia
Sito webwww.diocesiacerra.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La chiesa del Corpus Domini di Acerra, sede del museo diocesano, istituito nel dicembre 2004.
Il palazzo vescovile di Acerra.
La basilica minore di Maria Santissima Assunta a Santa Maria a Vico.

La diocesi di Acerra (in latino Dioecesis Acerrarum) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2022 contava 124.000 battezzati su 127.687 abitanti. È retta dal vescovo Antonio Di Donna.

Comprende i seguenti comuni della Campania:

Confina a ovest con la diocesi di Aversa, a nord ovest con la diocesi di Caserta e per breve tratto con l'arcidiocesi di Capua, a nord est con la diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti, a sud con la diocesi di Nola e a sud ovest con l'arcidiocesi di Napoli.

Sede vescovile è la città di Acerra, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta. A Santa Maria a Vico sorge la basilica minore di Maria Santissima Assunta.

Il territorio si estende su 157 km² ed è suddiviso in 28 parrocchie.

La diocesi fu eretta nell'XI secolo.[1] Non è nota la data esatta della sua fondazione; alcuni autori ritengono che la diocesi di Acerra sia la continuazione dell'antica sede di Suessola, le cui vetuste rovine si trovano quasi interamente nel perimetro comunale di Acerra. Suessola appare tra le comunità appartenenti alla giurisdizione del vescovo di Nola in un rescritto di papa Pelagio I del 558. Nella bolla ad Alone di Benevento del 983, papa Giovanni XIV concede al metropolita beneventano la facoltà di consacrare i suoi vescovi suffraganei, tra cui appare per la prima volta anche quello di Suessola; questa disposizione viene ripetuta dai papi successivi fino a papa Leone IX nel 1053. La documentazione coeva tuttavia non ha restituito alcun nome di vescovo di Suessola, cosa che per Kehr e Klewitz mette in dubbio la sua reale esistenza storica.[2]

Nella bolla di papa Stefano IX al metropolita Vodalrico di Benevento del 1057 la diocesi di Suessola non è più presente. Secondo lo storico Gaetano Caporale è attorno a questi anni che venne eretta la diocesi di Acerra, costituita dalla parte in pianura della diocesi di Suessola, mentre la parte montagnosa venne annessa alla diocesi di Sant'Agata de' Goti. Lo stesso storico ritiene che tra il 1059 e il 1060 la diocesi fu istituita personalmente da papa Niccolò II, venuto a consacrare nella novella diocesi Pietro, vescovo di Isernia, e il cardinale Oderisio.[3] «Ma la tesi dello storico ottocentesco è alquanto fragile».[4]

Il primo vescovo noto è Giraldo, attestato da due bolle pontificie del 1098 e del 1114, cui segue un anonimo vescovo deposto nel concilio di Pisa del 1135.[5] Nel 1179 Bartolomeo prese parte al concilio lateranense indetto da papa Alessandro III. Sono questi gli unici vescovi di Acerra per l'XI e il XII secolo. La diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli, benché spesso i documenti pontifici confondano Acerra con la diocesi di Acerno, suffraganea di Salerno.

«Il travaglio della vita civile non influenzò la vita religiosa degli Acerrani; alla diffusione di pratiche religiose individuali si affiancavano anche forme di religiosità collettiva. Soprattutto dopo la pestilenza di metà secolo XIV, anche ad Acerra sorse una compagnia di battenti legata all'attività dell'Annunziata ovvero alla cura dei bambini abbandonati. Stando strettamente alla testimonianze documentali, negli anni settanta del Quattrocento sorse la Confraternita della Pace che, nata come associazione di penitenti, per molti secoli successivi si è impegnata nella cura dei bambini abbandonati o poveri, nella diffusione della cultura religiosa.»[4]

In seguito ai decreti di riforma del concilio di Trento, iniziò una nuova fase per la vita della diocesi. I vescovi, costretti all'obbligo della residenza, iniziarono a restaurare il palazzo vescovile. Nel 1653 il vescovo Mansueto Merati fondò il seminario vescovile nell'antico convento dei padri agostiniani. Il vescovo Domenico Antonio Biretti (1725-1760) ampliò l'edificio, allargando le presenze a seminaristi di altre diocesi, e dette all'istituzione un nuovo regolamento e un nuovo programma di studi.

Nel 1577 il vescovo Scipione Salernitano organizzò la diocesi in parrocchie territorialmente ben definite. Ne istituì cinque, quattro ad Acerra (Santa Maria la Bruna nella cattedrale, San Pietro Apostolo, San Giorgio, San Lorenzo) e una a Licignano (Vergine Annunziata).[6]

Agli inizi del Settecento il canonico Giuseppe Romano fondò il monte frumentario, sorto per alleviare i disagi delle classi sociali più disagiate. Verso la fine del secolo fu decisa la ricostruzione della cattedrale, dopo il crollo di parte del tetto nel 1787. Il nuovo edificio venne consacrato nel 1796, ma necessitò di continue attenzioni e rifacimenti.

Il 27 giugno 1818 papa Pio VII con la bolla De utiliori unì Acerra aeque principaliter alla diocesi di Sant'Agata de' Goti, fino a quando non ne fu divisa il 30 novembre 1854 con la bolla Nihil est di papa Pio IX; in questa occasione il territorio diocesano si ingrandì con i comuni di Arienzo, Cervino, San Felice a Cancello e Santa Maria a Vico[7], ceduti dalla diocesi di Sant'Agata de' Goti.

Anche se tra le ipotesi più accreditate per la ricostituzione e ingrandimento della diocesi[8] il progetto originario prevedeva lo scorporo dalla Diocesi di Nola di alcuni comuni ad essa appartenenti, praticamente a ridosso di Acerra come: Pomigliano d'Arco, Brusciano, Castello di Cisterna, Mariglianella, e Tavernanova, ma si decise diversamente.

Il primo vescovo della rinata diocesi fu Giuseppe Gennaro Romano (1855-1864), che, come altri vescovi della Campania, ebbe notevoli difficoltà con i nuovi governanti italiani dopo le imprese di Garibaldi; il vescovo veniva accusato di essere venale e fiancheggiatore dei briganti. Alla sua morte la diocesi restò vacante per otto anni, fino alla nomina di Giacinto Magliulo nel 1872, che si impegnò per la riorganizzazione della vita ecclesiale; a lui si deve in particolare l'indizione di un sinodo diocesano, un secolo dopo quello celebrato da Gennaro Giordano (1776-1789), e la fine dei lavori di ristrutturazione della cattedrale.

Il successore Francesco De Pietro (1899-1932) si attivò soprattutto per «una pastorale di solidarietà che fece di Acerra una delle diocesi più avanzate nell'attuazione della nuova cultura sociale cattolica»[4]; alla sua azione si deve la fondazione, nel 1906, della Società Cattolica Agricola del Cuore di Gesù, che aveva finalità prettamente religiose, ma anche sociali.

Nel 1933 divenne vescovo acerrano Nicola Capasso, che governò la diocesi fino al 1966. Per la sua attività durante la seconda guerra mondiale, «fu proposto per una medaglia d'oro al valore civile che decisamente rifiutò».[4]

Il 30 settembre 1964, con la lettera apostolica Acerrarum dioecesis, papa Paolo VI ha proclamato Sant'Alfonso Maria de' Liguori patrono principale della diocesi.[9]

Il 3 dicembre 2004 è stato inaugurato il museo diocesano negli ambienti dell'ex chiesa del Corpus Domini. Dal 2010 la struttura del seminario è stata predisposta per accogliere la biblioteca diocesana, l'archivio storico ed altri uffici diocesani.

Il 3 ottobre 2013 la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha concesso ai sacerdoti che vivono nella diocesi di celebrare fino a quattro messe la domenica e nelle feste di precetto.[10]

Il 16 dicembre 2018 è stato inaugurato il Museo diocesano di Sant'Alfonso Maria de Liguori negli ambienti del palazzo vescovile di Arienzo, dove il santo ha dimorato da vescovo di Sant'Agata de' Goti.[11]

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

La diocesi nel 2022 su una popolazione di 127.687 persone contava 124.000 battezzati, corrispondenti al 97,1% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 59.900 60.000 99,8 71 46 25 843 35 80 20
1959 59.800 60.000 99,7 71 46 25 842 30 75 21
1970 67.974 67.980 100,0 70 41 29 971 47 106 22
1980 84.152 86.430 97,4 59 40 19 1.426 36 67 23
1990 86.720 89.515 96,9 53 33 20 1.636 32 65 24
1999 96.616 99.786 96,8 48 30 18 2.012 43 74 24
2000 96.616 99.786 96,8 48 30 18 2.012 41 72 24
2001 96.968 100.138 96,8 47 29 18 2.063 41 72 24
2002 97.000 101.138 95,9 47 29 18 2.063 26 72 24
2003 97.021 101.160 95,9 48 29 19 2.021 28 74 25
2004 103.860 108.291 95,9 52 28 24 1.997 35 75 26
2006 105.000 108.160 97,1 49 28 21 2.142 26 50 26
2011 112.800 116.600 96,7 56 36 20 2.014 21 46 28
2012 121.763 123.887 98,3 53 33 20 2.297 4 26 47 28
2015 121.810 125.657 96,9 50 36 14 2.436 4 18 40 28
2018 124.00 127.687 97,1 38 30 8 3.263 4 10 16 28
2020 123.665 127.330 97,1 42 34 8 2.944 4 12 16 28
2022 124.000 127.687 97,1 60 35 25 2.066 4 29 28 28
  1. ^ Caporale, Ricerche archeologiche topografiche e biografiche su la Diocesi di Acerra, pp. 52-53.
  2. ^ Kehr, Italia pontificia, vol. IX, p. 125. Altri autori ritengono che la diocesi di Suessola, a causa della distruzione della città, non aveva più vescovi propri, ma era amministrata in questo periodo dai vescovi di Sant'Agata de' Goti (Camardo e Rossi, Suessula: trasformazione e fine di una città, p. 177).
  3. ^ Caporale, Ricerche archeologiche topografiche e biografiche su la Diocesi di Acerra, pp. 37-54.
  4. ^ a b c d Gennaro Niola, La diocesi di Acerra nella storia Archiviato il 22 giugno 2017 in Internet Archive., sito web della diocesi.
  5. ^ a b Kehr, Italia pontificia, VIII, p. 476.
  6. ^ Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  7. ^ Secondo alcuni storici, questi territori apparteneva un tempo alla diocesi di Suessola.
  8. ^ Diocesi di Acerra, 150 anni di autonomia, Acerra, 2005, pp. 33-34.
  9. ^ (LA) Lettera apostolica Acerrarum dioecesis, AAS 57 (1965), pp. 308-309.
  10. ^ Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, decreto 3 ottobre 2013, Prot. 573/13/L, vedi Notitiae Archiviato l'11 gennaio 2023 in Internet Archive., 2014, nn. 569-570, p. 49
  11. ^ (LA) Sito web ufficiale del museo.
  12. ^ Ughelli fa iniziare la serie episcopale di Acerra con Concordio, che avrebbe preso parte al concilio romano del 499. Ma nessun vescovo di quel nome partecipò al concilio indetto da papa Simmaco, e nei due successivi concili simmachiani (501 e 502) era presente un Concordio, che fu tuttavia vescovo di Miseno. Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, Faenza 1927, p. 252
  13. ^ Kehr, Italia pontificia, VIII, p. 477.
  14. ^ a b c d e f g h Kamp, Kirche und Monarchie…, vol. I, pp. 334-337.
  15. ^ a b In base al necrologio di Montecassino, che registra la morte di un vescovo Gentile di Acerra il 2 novembre di un anno sconosciuto, Ughelli inserisce Gentile tra Tommaso e Guglielmo, all'inizio del XIV secolo. Ignora tuttavia, così come gli autori che da lui dipendono, la presenza certa e documentata di Gentile tra il 1241 e il 1243; secondo Kamp, potrebbe essere questo Gentile il vescovo deceduto il 2 novembre, senza aggiungere un altro vescovo omonimo. Cappelletti assegna a Gentile "circa l'anno 1306", ma senza documentazione a sostegno.
  16. ^ Tra Teodino e Tommaso, Cappelletti e Gams inseriscono il vescovo Luca, che tuttavia non fu vescovo di Acerra, ma di Acerno (Eubel e Kamp).
  17. ^ Prima di Giovanni (assegnato gli anni 1332-1342), Cappelletti e Gams inseriscono il vescovo Pietro (1331), che tuttavia non fu vescovo di Acerra, ma di Acerno (Eubel).
  18. ^ Il 14 febbraio 1393, a causa della sua anzianità, Giovanni di Patti fu affiancato da un vescovo ausiliare nella persona del francescano Nicolò di Napoli (Eubel, Hierarchia catholica, vol. I, p. 69, nota 3).
  19. ^ Descari è ignoto ad Eubel. Le bolle pontificie da lui consultate presso l'Archivio Vaticano indicano che la nomina di Bertrando fu occasionata dalle dimissioni di Nicola, cosa che escluderebbe Nicola Descari.
  20. ^ Secondo Gams, Carlo degli Ariosti muore prima del 13 marzo 1532, e Giampietro Carafa gli succede in qualità di amministratore apostolico già nel 1532.
  21. ^ Alcuni autori, tra cui Gaetano Caporale, distinguono Gianvincenzo Carafa amministratore dal 1537 al 1539, da Giampietro Carafa, futuro papa Paolo IV, che sarebbe stato amministratore di Acerra dal 1535 al 1537. Tuttavia non è documentata alcuna nomina del futuro pontefice ad Acerra, mentre le bolle pontificie, riportate da Eubel, parlano di Johannes Vincentius nella nomina del 1535.
  22. ^ Gams riporta come data di decesso quella di febbraio 1789, Eubel il 1776.
  23. ^ Nel periodo dell'unione tra Acerra e Sant'Agata de' Goti, i vescovi risiedettero stabilmente a Sant'Agata, visitando solo occasionalmente la sede di Acerra.
  24. ^ Nominato vescovo titolare di Calinda.
  25. ^ Nominato vescovo titolare di Zaba.
  26. ^ Nel periodo di sede vacante furono amministratori apostolici di Acerra Vittorio Longo (1966-1970), vescovo ausiliare di Napoli, e Guerino Grimaldi (1971-1978), vescovo di Nola.

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