Diocesi di San Severo

Diocesi di San Severo
Dioecesis Sancti Severi
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Foggia-Bovino
Regione ecclesiasticaPuglia
 
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoGiuseppe Mengoli
Vescovi emeritiLucio Angelo Renna, O.Carm.
Presbiteri53, di cui 51 secolari e 2 regolari
1.961 battezzati per presbitero
Religiosi2 uomini, 4 donne
Diaconi2 permanenti
 
Abitanti115.510
Battezzati103.959 (90,0% del totale)
StatoItalia
Superficie1.270 km²
Parrocchie35 (3 vicariati)
 
ErezioneXI secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
Santi patroniBeata Vergine Maria del Soccorso, Severino, Severo di Napoli
IndirizzoVia Carmine Cannelonga 28, 71016 San Severo (FG), Italia
Sito webwww.diocesisansevero.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
L'interno della cattedrale.

La diocesi di San Severo (in latino Dioecesis Sancti Severi o Severopolitana) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Foggia-Bovino appartenente alla regione ecclesiastica Puglia. Nel 2022 contava 103.959 battezzati su 115.510 abitanti. È retta dal vescovo Giuseppe Mengoli.

Santi patroni

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Lo stesso argomento in dettaglio: Festa del Soccorso (San Severo).

Patroni egualmente principali (aeque principales) della città e diocesi di San Severo sono:

Nella liturgia le loro feste si celebrano rispettivamente l'8 maggio, l'8 gennaio e il 25 settembre; i solenni festeggiamenti patronali, unitari, si svolgono tra la terza e la quarta settimana di maggio.

Il territorio diocesano si estende per 1.270 km², e coincide con la città di San Severo e nove dei comuni più settentrionali della provincia di Foggia: Apricena, Chieuti, Lesina, Poggio Imperiale, Rignano Garganico, San Nicandro Garganico, San Paolo di Civitate, Serracapriola e Torremaggiore.

Sede vescovile è la città di San Severo, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta.

Divisa in 3 vicarie, la diocesi conta 35 parrocchie:

  • Vicaria urbana (14 parrocchie): San Severo (Cattedrale, San Severino, San Giovanni Battista, San Nicola, Croce Santa, Maria Santissima delle Grazie, Maria Santissima della Libera e San Sebastiano, Cristo Re, San Bernardino, Immacolata Concezione, Madonna della Divina Provvidenza, Sacro Cuore, San Giuseppe Artigiano, Sacra Famiglia);
  • Vicaria nord-ovest (10 parrocchie): Chieuti (San Giorgio, Stella Maris), Serracapriola (Santa Maria in Silvis e San Mercurio), San Paolo di Civitate (San Giovanni Battista, Sant'Antonio da Padova), Torremaggiore (San Nicola, Santa Maria della Strada, Maria Santissima della Fontana, Gesù Divino Lavoratore, Spirito Santo);
  • Vicaria nord-est (11 parrocchie): Apricena (Santi Martino e Lucia, Santo Rosario, Sacra Famiglia), Lesina (Santissima Annunziata, Stella Maris), Poggio Imperiale (San Placido), Rignano Garganico (Santa Maria Assunta), San Nicandro Garganico (Santa Maria del Borgo, Maria Santissima del Carmine, San Biagio, Maria Santissima delle Grazie).

La cattedrale e il capitolo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale di Santa Maria Assunta (San Severo).

La cattedrale, dedicata a santa Maria Assunta, è una chiesa del XII secolo più volte ampliata e ristrutturata, in prossimità della quale sorgono l'austero episcopio fondato nel 1668, che unisce due corpi di fabbrica, l'uno ottocentesco e l'altro sei-settecentesco, e il secentesco palazzo del seminario, fondato da Carlo Felice de Matta nel 1678.

Alla sua fondazione, il capitolo della cattedrale contava tre dignità (arcidiacono, arciprete e primicerio), dodici canonici e due benefici minori, portati a quattro nel 1585 dal vescovo Germanico Malaspina. Nel 1729 Adeodato Summantico aggiunse cinque mansionari (o cappellani), cui s'aggiunse un sesto nel 1859 e altri due nel 1878. Nel 1855 si istituì un ulteriore canonicato, soppresso nel 1867 per effetto di una legge che riduceva il capitolo a dodici canonici, comprese le dignità, secondo i titoli: Arcidiacono, Arciprete, Primicerio, San Giacomo Maggiore, San Giacomo Minore, San Giuda Taddeo, San Paolo, San Filippo, San Bartolomeo, Sant'Andrea, San Matteo e San Giovanni. A questi s'aggiungevano i canonici abati o cappellani minori, secondo i benefici intitolati: Canonico Diacono, San Girolamo, Sant'Ambrogio, Sant'Agostino e San Gregorio Magno, risultando soppressi quelli di San Pietro e San Tommaso.

Fino al 1729 il capitolo ebbe per insegne dei dignitari e dei canonici le sole almuzie sulla cotta, di merinos violetto con pelliccia bianca per l'inverno e di seta cremisi per l'estate; i beneficiati usavano l'almuzia di seta bianca con pelliccia cinerina. Nel 1729 i canonici ottennero rocchetto, cappamagna allungata e le insegne del capitolo di Nazareth e di San Giovanni Maggiore a Napoli, consistenti in mozzetta vescovile con cappuccio di velluto di seta rossa, orlata di pelliccia bianca per l'inverno, e papalina di raso rosso; nei giorni feriali i canonici indossavano la mozzetta semplice di castorino violaceo o di seta cremisi, a seconda delle stagioni. Nel 1823 si ottennero le insegne minori extracorali, cioè fascia violacea con fiocchi al cappello e calze e collarino dello stesso colore. Nel 1853 Pio IX concesse ai canonici le insegne prelatizie e il privilegio dei pontificali ad instar abbatum. Nel 1867 si aggiunse l'uso dello zucchetto nero nei pontificali, mentre i cappellani o mansionari ottennero la mozzetta blu sul rocchetto. Dalle restrizioni d'uso delle insegne capitolari generalmente imposte da Pio X col motu proprio del 21 febbraio 1905 i capitolari severopolitani furono esonerati con particolare concessione dell'11 luglio 1907.

Luca Gaurico, vescovo di Civitate dal 1545 al 1550.
Gregorio XIII, il papa che istituì la diocesi di San Severo.
I santi patroni della diocesi di San Severo: Severino, la Beata Vergine Maria del Soccorso e Severo di Napoli.

La diocesi di San Severo trae origine dalla medievale diocesi di Civitate, la cui sede venne trasferita a San Severo nel 1580.

La diocesi di Civitate

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In seguito alla riconquista bizantina della Capitanata, il catapano Basilio Boioannes aveva costituito attorno al 1018 una linea fortificata a sostegno delle difese settentrionali dei possedimenti bizantini in Puglia. Questa linea era costituita dalle città di Troia, Dragonara[2], Civitate e Castel Fiorentino, ognuna dotata anche di una sede episcopale.[3]

La diocesi di Civitate è enumerata tra le diocesi suffraganee di Benevento in una bolla di papa Stefano IX del gennaio 1058.[4] Il primo vescovo documentato è Amalgerio, attestato già in un diploma del 1057; nel mese di giugno del 1061 partecipò al sinodo indetto dal metropolita Ulderico di Benevento, e nel 1065 è destinatario di una bolla di papa Alessandro II. Suo probabile successore fu Rogerio, che prese parte al sinodo lateranense del 1068, partecipò alla consacrazione della basilica di Montecassino nel 1071 ed è menzionato in un placito del metropolita Milone del 1075. Per l'XI secolo è noto ancora il vescovo Landolfo, che nel 1089 fu tra i partecipanti del terzo concilio di Melfi.

Con gli inizi del XV secolo la diocesi entrò in crisi. Dal 1412 al 1439 il suo governo fu affidato ad amministratori apostolici, finché papa Eugenio IV non decise l'unione della diocesi di Civitate con quella di Lucera; l'unione tuttavia durò fino al 1471, quando Civitate tornò ad avere un vescovo proprio. Risale a questo periodo una bolla di papa Callisto III del 1445, in pessime condizioni di conservazione, dove si accenna ad un "vescovo di San Severo"; secondo Pasquale Corsi, questa presenza "enigmatica" potrebbe inserirsi in un contesto «che vedeva in contrapposizione il disegno espansionistico di Lucera e la volontà di autonomia di San Severo, che era la città più importante all'interno della diocesi di Civitate. L'apparizione di un vescovo a San Severo, nel pieno di questo braccio di ferro, si spiegherebbe nel quadro di alternanze, più o meno prolungate, di pressioni in un senso o nell'altro, magari anche approfittando dei disordini conseguenti al Grande Scisma e della creazione occasionale di gerarchie parallele.»[5]

Tra i vescovi di Civitate si possono ricordare Luca Gaurico (1545-1550), noto astronomo, e il cardinale Francesco Alciati, che fu anche l'ultimo vescovo.

La diocesi di San Severo

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Il 21 febbraio 1580 papa Gregorio XIII con la bolla Pro excellenti trasferì la sede della diocesi da Civitate a San Severo; contestualmente, al territorio dell'antica sede fu unito quello della soppressa abbazia nullius di San Pietro Terrae Maioris e probabilmente anche quello della diocesi di Dragonara, di cui non si hanno più notizie dopo il 1554.

Bandito un apposito concorso, quale nuova cattedrale il pontefice scelse la chiesa parrocchiale di santa Maria, che tra le quattro parrocchie allora esistenti (San Severino, San Nicola, Santa Maria e San Giovanni) era sì la terza per fondazione e prestigio, ma la prima per ricchezza di beni.

Fu primo vescovo il gesuita Martino de Martini, aquilano, che morì appena un anno dopo aver preso possesso della nuova cattedra. Due vescovi, Germanico Malaspina e Fabrizio Verallo, furono cardinali durante munere: Malaspina fu anche nunzio apostolico in Austria dal 1584 al 1586, poi in Polonia e morì a Cracovia non avendo ancora ricevuta la berretta (era, infatti, cardinale in pectore); Fabrizio Verallo, cardinale del titolo di Sant'Agostino dal 1608, fu nunzio apostolico in Svizzera.

A Germanico Malaspina si deve anche la celebrazione del primo sinodo diocesano nel 1598. A questo ne sono seguiti altri tredici: il secondo con Francesco Antonio Sacchetti (vescovo dal 1635 al 1650); il terzo con Leonardo Severoli (1650-1651); il quarto con Francesco Densa (1658-1670); il quinto con Orazio Fortunato (1670-1677); il sesto, il settimo, l'ottavo e il nono con Carlo Felice de Matta (1678-1701); il decimo, l'undicesimo e il dodicesimo con Adeodato Summantico (nel 1721] nel 1726 e nel 1735); il tredicesimo con Giovanni Camillo Rossi (1826) e il quattordicesimo e ultimo con Francesco Orlando (1949).

Nel 1678 il vescovo Carlo Felice de Matta fondò il seminario vescovile, il cui palazzo, contiguo all'episcopio, fu ampliato nel 1780 da Giuseppe Antonio Farao e nel 1832 da Bernardo Rossi.

Adeodato Summantico, agostiniano, istituì nel 1718 il monte frumentario per soccorrere gli agricoltori, mentre Bartolomeo Mollo (1739-1761) dedicò particolari attenzioni alla cattedrale, che durante il suo episcopato fu notevolmente ampliata e completamente ristrutturata, assumendo nobili forme barocche e arricchendosi di importanti opere d'arte. Anche Giulio de Tomasi (1832-1843) si fece promotore di un profondo restauro del duomo, ma soprattutto donò al seminario la ricca biblioteca personale e fece i poveri della diocesi eredi di buona parte dei suoi non pochi beni. Mosso da uguale sentimento, Rocco de Gregorio (1843-1858) istituì il Monte di Pietà per sovvenire agli indigenti, così come l'infermo Antonio La Scala (1859-1889), che pure volle la cattedrale ricca di magnifici paramenti e adorna di una nuova facciata, fece memorabili opere di carità, da ultimo lasciando i suoi averi al seminario e ai poveri.

Il XX secolo ha visto, tra l'altro, il battagliero fervore di Bonaventura Gargiulo, dottissimo cappuccino (1895-1904), e l'energica azione pastorale di Oronzo Durante (1922-1941), che celebrò l'incoronazione del simulacro della Madonna del Soccorso nel 1937 e il primo congresso eucaristico diocesano nel 1938; un secondo congresso eucaristico è stato celebrato durante l'episcopato di Michele Seccia nel 2004.

In origine la diocesi era costituita dalla città di San Severo e dai comuni di Torremaggiore e San Paolo di Civitate. Il 23 febbraio 1916 in virtù del decreto Archidioecesis Beneventana della Sacra Congregazione concistoriale confluirono nel territorio diocesano Lesina e Poggio Imperiale, che un tempo costituivano l'antica diocesi di Lesina, in seguito compresa nell'arcidiocesi di Benevento.[6]

Nel 1972[7] si aggregarono i comuni di Serracapriola e Chieuti, fino ad allora di pertinenza della diocesi di Larino (oggi diocesi di Termoli-Larino).

Il 30 aprile 1979, dopo nove secoli, la diocesi è stata sottratta alla provincia ecclesiastica di Benevento ed è entrata a far parte della nuova sede metropolitana dell'arcidiocesi di Foggia.

Nel 1986, con la riforma delle diocesi italiane, sono confluiti nella Chiesa sanseverese anche Apricena e San Nicandro Garganico dalla diocesi di Lucera, nonché Rignano Garganico dall'arcidiocesi di Manfredonia-Vieste.[8] Nello stesso 1986, essendo vescovo Carmelo Cassati, la Chiesa sanseverese, che nel 1970 era stata unita in persona episcopi a quella di Lucera, riguadagnava la sua piena autonomia con un vescovo residente in loco.

Il 25 maggio 1987 Giovanni Paolo II ha visitato la diocesi, presiedendo a San Severo una solenne celebrazione eucaristica alla presenza di circa 70.000 fedeli.

Nel 1994 la parte del comune di San Marco in Lamis che apparteneva alla diocesi, comprensiva del santuario di Santa Maria di Stignano, venne ceduta all'arcidiocesi di Foggia-Bovino.[9]

Cooperazione missionaria

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Nel 1996 la diocesi ha intrapreso un'esperienza missionaria a Wansokou, nel Benin, in contesto di prima evangelizzazione. Nella parrocchia di santa Teresa del Bambino Gesù della diocesi di Natitingou (comprendente circa 20 villaggi), hanno prestato servizio pastorale alcuni presbiteri diocesani, inviati come missionari fidei donum. Insieme con i sacerdoti opera una piccola comunità di suore. Il 15 ottobre 2005 è stata inaugurata la nuova chiesa parrocchiale.

Nel mese di dicembre 2011, dopo aver affidato la parrocchia di Wansokou al clero locale, i missionari della diocesi di San Severo si sono trasferiti nella parrocchia Notre Dame de l'Assomption di Cotiakou, dove hanno iniziato una nuova esperienza di cooperazione missionaria.

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Civitate

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Vescovi di San Severo

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La diocesi nel 2022 su una popolazione di 115.510 persone contava 103.959 battezzati, corrispondenti al 90,0% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1949 79.900 80.000 99,9 80 60 20 998 26 65 13
1970 91.300 92.753 98,4 51 40 11 1.790 13 78 18
1980 100.000 105.000 95,2 53 41 12 1.886 14 106 24
1990 127.200 130.500 97,5 56 48 8 2.271 1 8 80 36
1999 128.500 130.500 98,5 62 48 14 2.072 1 15 114 36
2000 128.500 130.500 98,5 58 47 11 2.215 1 13 110 36
2001 128.500 130.500 98,5 60 49 11 2.141 1 13 108 36
2002 128.500 130.500 98,5 60 49 11 2.141 1 13 106 36
2003 128.500 130.500 98,5 62 49 13 2.072 2 15 106 36
2004 128.500 130.500 98,5 64 51 13 2.007 1 14 106 36
2010 128.000 131.200 97,6 67 54 13 1.910 2 15 106 37
2014 120.000 158.700 75,6 53 43 10 2.264 2 12 94 34
2017 119.200 153.400 77,7 56 48 8 2.128 2 8 63 33
2020 96.340 119.521 80,6 56 54 2 1.720 2 2 4 35
2022 103.959 115.510 90,0 53 51 2 1.961 2 2 4 35
  1. ^ Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
  2. ^ Abitato oggi scomparso, nel territorio dell'odierno comune di Torremaggiore.
  3. ^ Pasquale Corsi, Strutture ecclesiastiche ed amministrative della Capitanata in epoca normanna, in 3º Convegno sulla Preistoria-Protostoria-Storia della Daunia. San Severo, 27-28-29 novembre 1981, p. 303.
  4. ^ Kehr, Italia pontificia, IX, p. 58, nº 24.
  5. ^ Pasquale Corsi, La Capitanata nel Quattrocento: problemi e prospettive, in 18º Convegno sulla Preistoria-Protostoria-Storia della Daunia. San Severo, 29-30 novembre 1997, San Severo 1999, pp. 10-11.
  6. ^ (LA) Decreto Archidioecesis Beneventana, AAS 8 (1916), pp. 102-103.
  7. ^ Dal sito web della diocesi. Il decreto di cambiamento dei confini non è stato pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis.
  8. ^ AAS 79 (1987), pp. 729 e 788.
  9. ^ AAS 86 (1994), p. 299.
  10. ^ Kehr, Italia pontificia, IX, pp. 163 e 164.
  11. ^ a b Kehr, Italia pontificia, IX, p. 164.
  12. ^ Ughelli riferisce che Landolfo prese parte al concilio di Melfi nel 1092; tuttavia in quest'anno non venne celebrato alcun concilio a Melfi. Questo vescovo prese parte invece al concilio del 1089.
  13. ^ a b c d e f g h i j Kamp, Kirche und Monarchie…, I, pp. 249–251.
  14. ^ Dopo Ugo, Ughelli e gli autori che ne dipendono inseriscono il vescovo Lorenzo da Viterbo, che tuttavia fu vescovo di Civita in Sardegna.
  15. ^ Menzionato da Ughelli al 1347, secondo Cappelletti fu vescovo di Ciudad Rodrigo in Spagna. Anche Eubel lo indica con un punto interrogativo. Gams lo inserisce con il beneficio del dubbio, indicando però l'anno 1335.
  16. ^ Dopo Matteo, Ughelli (Italia sacra, VIII, col. 272) inserisce il vescovo Raimondo, trasferito nel 1353 a Muro Lucano. In realtà, come fa notare il suo correttore Coletti, Raimondo fu vescovo di Civita in Sardegna e fu trasferito a Mariana in Corsica.
  17. ^ I vescovi Stefano e Giovanni da Viterbo sono citati da Ughelli (Italia sacra, VIII, col. 272), ma ignoti a Eubel, secondo il quale Giacomo Giovanni fu nominato a Civitate nel 1372 per la morte di Matteo (eletto nel 1360).
  18. ^ Ughelli distingue due vescovi, Gaspare e Antonio, considerati invece come un unico vescovo da Eubel e Gams.
  19. ^ Nominato arcivescovo titolare di Damasco.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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