Emilia di Nassau

Emilia di Nassau
Principessa del Portogallo (disputato)
NascitaColonia, 10 aprile 1569
MorteGinevra, 16 marzo 1629
DinastiaNassau
PadreGuglielmo I d'Orange "Il Taciturno"
MadreAnna di Sassonia
ConsorteEmanuele del Portogallo

Emilia di Nassau (Colonia, 10 aprile 1569Ginevra, 16 marzo 1629) fu una principessa di Orange e infanta di Portogallo.

Era figlia di Guglielmo I d'Orange e della seconda moglie Anna di Sassonia.

A causa della malattia mentale della madre, Emilia e i fratelli vennero tenuti lontani da lei e vennero allevati dallo zio Giovanni VI di Nassau-Dillenburg a Dillenburg.

Dopo la morte del padre, visse alla corte del fratello Maurizio di Nassau dove ebbe modo di conoscere Emanuele del Portogallo, figlio del pretendente al trono Antonio.

Emilia ed Emanuele si sposarono segretamente nel 1597. Maurizio si oppose formalmente al matrimonio, perché Emanuele era cattolico, e bandì per dieci anni dalla corte la sorella.

Marito e moglie si separarono di fatto quando Emanuele decise di andare a vivere a Bruxelles presso la corte di Isabella Clara Eugenia d'Asburgo, nemica della Casa d'Orange. Emilia invece andò a vivere a Ginevra con i figli, dove morì tre anni dopo.

La coppia ebbe dieci figli[1]:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni IV di Nassau-Dillenburg  
 
 
Guglielmo I di Nassau-Dillenburg  
Elisabetta d'Assia-Marburg Enrico II d'Assia-Marburg  
 
Anna di Ketznelnbogen  
Guglielmo I d'Orange  
Botho VIII di Solberg-Wernigerode  
 
 
Giuliana di Stolberg  
Anna di Eppstein-Königstein  
 
 
Emilia di Nassau  
Enrico IV di Sassonia Alberto III di Sassonia  
 
Sidonia di Boemia  
Maurizio I, Elettore di Sassonia  
Caterina di Meclemburgo-Schwerin Magnus II di Meclemburgo-Schwerin  
 
Sofia di Pomerania-Wolgast  
Anna di Sassonia  
Filippo I d'Assia Guglielmo II d'Assia  
 
Anna di Meclemburgo-Schwerin  
Agnese d'Assia  
Cristina di Sassonia Ernesto di Sassonia  
 
Elisabetta di Baviera  
 
  • J. L. J. van Kamp: Nog een tak afstammelingen van Willem de Zwijger. In: De nederlandsche Leeuw. Heft LXXIV, 1957.

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