Futbol Club Barcelona
FC Barcelona Calcio | |
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Azulgrana, Barça, Blaugrana, Culés[1] | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Blu, granata |
Inno | Cant del Barça Josep Maria Espinàs |
Dati societari | |
Città | Barcellona |
Nazione | Spagna |
Confederazione | UEFA |
Federazione | RFEF |
Campionato | Primera División |
Fondazione | 1899 |
Presidente | Joan Laporta |
Allenatore | Hans-Dieter Flick |
Stadio | Olimpico Lluís Companys (60 713 posti) |
Sito web | www.fcbarcelona.com |
Palmarès | |
Titoli di Spagna | 27 |
Trofei nazionali | 31 Coppe del Re 2 Coppe della Liga 14 Supercoppe di Spagna 4 Coppe de Oro Argentina/Eva Duarte |
Trofei internazionali | 5 Coppe dei Campioni/Champions League 4 Coppe delle Coppe 3 Coppe delle Fiere 5 Supercoppe UEFA 3 Coppe del mondo per club 2 Coppe Latine[2] |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Futbol Club Barcelona[3] (pronuncia spagnola: [ˈfutβol ˌkluβ baɾθeˈlona], catalana: [fuδˈβɔɫ ˌklup bəɾsəˈlonə]), conosciuto semplicemente come Barcelona (spesso abbreviato in Barça, pronuncia spagnola: [ˈbaɾθa], catalana: [ˈbaɾsə]) e in italiano come Barcellona, è una società polisportiva spagnola con sede nella città di Barcellona, nota soprattutto per la sua sezione calcistica.
Fu fondata a Barcellona nel 1899 da un gruppo di calciatori svizzeri, britannici e catalani, guidati da Hans Gamper. La squadra di calcio milita in Primera División, la massima serie del campionato spagnolo di calcio, dalla prima edizione del torneo (stagione 1928-1929).
A livello internazionale è la quarta squadra al mondo, la seconda squadra in Europa e la seconda in Spagna per numero di titoli maggiori ufficiali vinti: 22 (a pari merito con il Boca Juniors e alle spalle di Real Madrid ed Al Ahly, rispettivamente a quota 34 e 26 trofei). Nella bacheca del club complessivamente figurano: 5 Coppe dei Campioni/Champions League, 4 Coppe delle Coppe (record), 3 Coppe delle Fiere (record), di cui detiene il trofeo perpetuo in quanto vincitore della cosiddetta finalissima, 2 Coppe Latine (record condiviso con Milan e Real Madrid), 5 Supercoppe UEFA e 3 Coppe del mondo per club. È tra le otto squadre in Europa che sono riuscite a centrare il treble, ossia la vittoria in campionato, nella coppa nazionale e nella Champions League nella stessa stagione, e la prima ad avere bissato l'impresa[4] (2009 e 2015); inoltre nel 2009, vincendo anche la Supercoppa spagnola, la Supercoppa UEFA e la Coppa del mondo per club, è diventato il primo club nella storia del calcio ad essersi aggiudicato il sextuple (eguagliato dal Bayern Monaco nel 2020), trionfando in ognuna delle sei competizioni ufficiali disputate nel corso dell'anno solare.
A livello nazionale è la prima squadra in Spagna per numero di titoli ufficiali vinti: 77. Nella bacheca del club figurano: 27 campionati, 31 Coppe di Spagna (record), 2 Coppe della Liga (record), 14 Supercoppe di Spagna (record) e 3 Coppe Eva Duarte (record). Complessivamente il club si è aggiudicato 99 trofei ufficiali, 77 nazionali e 22 internazionali, che la rendono la seconda squadra più vincente in Spagna dietro il Real Madrid (105); e una delle più blasonate al mondo.
Il club è membro fondatore dell'ECA, associazione nata dallo scioglimento del G-14 per tutelare gli interessi di club e giocatori.
La polisportiva è attiva anche nella pallacanestro, nel calcio a 5, nella pallamano, nell'hockey su pista, nell'hockey su pattini in linea, nel football americano e rugby. Inoltre possiede anche una squadra femminile e una squadra delle riserve.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il Foot-Ball Club Barcelona fu fondato il 29 novembre 1899 da un gruppo di calciatori guidati da Hans Gamper. Nei primi anni il club giocò gran parte delle partite in Svizzera e Inghilterra. A partire dal 1910 il Barcellona visse il primo periodo di successo: guidato da giocatori come Ricardo Zamora, Josep Samitier e Paulino Alcántara vinse dieci Coppe di Spagna e dominò nel campionato catalano e nel primo campionato spagnolo.
Allo scoppio della guerra civile spagnola Franco cambiò il nome del Barcellona in Club de Fútbol Barcelona; in quel periodo arrivarono altri quattro titoli di Liga e una Coppa del Re, ma nel 1942 il club catalano, piazzandosi 12º a fine stagione, rischiò la retrocessione in Segunda División che riuscì a evitare solo dopo aver battuto per 5-1 il Real Murcia (club 3º classificato nel gruppo promozione finale di Segunda División) nello spareggio promozione-retrocessione. In seguito a questa difficoltà, la squadra si riprese aggiudicandosi altri tre campionati nel 1945, 1948 e 1949. Nel 1949 il club prese parte alla prima edizione della Coppa Latina, competizione antesignana della Coppa dei Campioni/UEFA Champions League, mettendo in bacheca il primo titolo a livello europeo dopo aver sconfitto in finale lo Sporting Lisbona. Il successo venne ripetuto nel 1952, questa volta ai danni del Nizza. A partire dalla metà degli anni 1950 fino alla fine del decennio successivo, il Barcellona stabilì una serie di grandi successi: sotto la guida di Ferdinand Daučík e Helenio Herrera, con giocatori come László Kubala e Luis Suárez il Barça instaurò una dittatura sportiva in patria conquistando quattro campionati e cinque Coppe del Re, e in Europa ottenne ben tre affermazioni nella Coppa delle Fiere, raggiungendo senza vincere anche le prime finali in Coppa dei Campioni e in Coppa delle Coppe. L'avvento di Rinus Michels, Johan Cruijff e Johan Neeskens portò con sé nuovi successi negli anni 1970, che si conclusero con la vittoria in campionato nel 1973-1974 e con la prima Coppa delle Coppe. Gli anni 1980 andarono a fasi alterne: il Barça vinse un solo campionato e una Coppa delle Coppe e perse la finale della Coppa dei Campioni, ma quando Johan Cruijff, nel 1988, tornò sulla panchina del club, iniziò il periodo di maggior successo nella storia del club. Guidato da Cruijff, il cosiddetto Dream Team composto da stelle come Hristo Stoičkov e Romário vinse quattro campionati, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa UEFA e la prima Coppa dei Campioni nella storia del club. Il successo degli anni 1990 continuò con Bobby Robson e Louis van Gaal e campioni come Ronaldo, Luís Figo e Rivaldo che guidarono i blaugrana alla vittoria nel 1997-1998 e nel 1998-1999.
Dopo un periodo privo di vittorie tra il 1999 e il 2004, il Barça colse nuovi successi nella 2004-2005 con Frank Rijkaard e Ronaldinho. Nel 2005-2006 al titolo nazionale aggiunse la vittoria della UEFA Champions League. I successi continuarono anche con Pep Guardiola, che al primo tentativo, grazie a giocatori come Samuel Eto'o, Andrés Iniesta, Xavi e soprattutto Lionel Messi, portò il Barcellona alla conquista del treble (Liga, Coppa del Re e UEFA Champions League), seguito nello stesso anno solare da Supercoppa di Spagna, Supercoppa UEFA e Coppa del mondo per club FIFA per uno storico sextuple. L'anno successivo Guardiola portò un altro titolo nazionale e una Supercoppa di Spagna mentre nella stagione 2010-2011 il Barcellona realizzò il double con le vittorie in campionato e in UEFA Champions League, la quarta della storia blaugrana. Nel 2011 gli uomini di Guardiola conquistarono anche la Supercoppa di Spagna, la Supercoppa UEFA e la Coppa del mondo per club FIFA. Nella stagione 2011-2012 i blaugrana si aggiudicarono la Coppa del Re per la 26ª volta, dopo che avevano terminato il campionato al secondo posto, alle spalle del Real Madrid di Mourinho.
Chiusasi l'era Guardiola, il Barcellona continuò a dominare la scena nazionale, vincendo negli anni successivi sei campionati (2012-2013, 2014-2015, 2015-2016, 2017-2018, 2018-2019, 2022-2023), cinque Coppe del Re, di cui quattro consecutive (2014-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018, 2020-2021) e quattro Supercoppe di Spagna (2013, 2016, 2018, 2023). A livello internazionale, con Luis Enrique nel 2015 il club mise in bacheca la UEFA Champions League, la Supercoppa UEFA e la Coppa del mondo per club FIFA.
Cronistoria
[modifica | modifica wikitesto]Cronistoria del Futbol Club Barcelona | ||||
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Colori e simboli
[modifica | modifica wikitesto]Colori
[modifica | modifica wikitesto]Esistono varie versioni sull'origine dei colori che identificano il Barcellona.[11] La versione più credibile è che sia stato il fondatore del club, Joan Gamper, a scegliere i colori ufficiali. Questa tesi è la più attendibile perché, come attestato storicamente, nella prima partita con la nuova squadra, subito dopo la fondazione, Gamper indossò una maglietta blu e granata. Rimane invece dibattuto il motivo per cui Gamper avesse scelto tali colori: l'ipotesi prevalente nel corso del tempo afferma che vi fu una semplice trasposizione delle tinte istituzionali del Basilea (squadra in cui il fondatore aveva giocato prima di approdare al Barcellona); nondimeno è stato ipotizzato anche che i colori fossero stati mutuati dallo stemma del Canton Ticino, regione natale di Gamper.[12]
Altre versioni che circolano tra i cronisti dell'epoca sostengono che la scelta fu dettata da un episodio particolare. Durante la riunione per la fondazione del club uno degli assistenti avrebbe tirato fuori una matita bicolore blu e rossa. Gli occhi di qualcuno dei presenti si posarono su quella matita, e, in mancanza di altre proposte, si suggerì di scegliere quei colori. Stando a una terza versione, sarebbe stata la madre di uno dei primi calciatori, la signora Comamala, a ideare per i calciatori del Barcellona delle magliette a fasce nere e rosse, il che avrebbe indirizzato la scelta verso il blaugrana. Negli ultimi anni si è diffusa una teoria secondo cui i colori proverrebbero dalla Germania meridionale, precisamente da Heidenheim, luogo natale di Otto Maier, uno dei fondatori del club.
Nei primi anni di vita la maglia del Barcellona era per metà blu e per metà granata, con le maniche che presentavano gli stessi colori ma in ordine inverso. Solo in un secondo momento, nella stagione 1909-1910, furono introdotte le strisce verticali blu e granata. Nel corso del tempo la maglia è rimasta pressoché fedele ai colori adottati, sebbene alcune caratteristiche siano state di volta in volta modificate, come l'orientamento verticale o orizzontale delle strisce, la loro dimensione e l'intensità delle tonalità del blu e del granata. Anche le squadre di basket, rugby a 15 e atletica hanno adottato in alcune epoche le strisce blaugrana orizzontali.
Nella stagione 2007-2008 era presente sulle maglie un logo celebrativo dei cinquant'anni del Camp Nou, mentre fu introdotta una seconda maglia a strisce con due tonalità di azzurro, cambiata nella stagione seguente. Nella stagione 2008-2009, in occasione del 110º anniversario, la squadra di calcio vestiva una maglietta simile a quella degli esordi del club, per metà blu e per metà granata. Dal 2009-2010 il Barça è tornato a vestire pressoché stabilmente le tradizionali strisce verticali blaugrana,[13], eccetto per la stagione 2015-2016 quando è sceso in campo con una maglia fasciata: nella storia ultracentenaria della società catalana è la prima volta che la sezione calcistica adotta questo modello, a differenza delle squadre di basket, rugby e atletica.[14]
Per quanto riguarda i calzoncini, all'inizio furono di colore bianco. Nel 1913 diventarono neri e, successivamente, blu. Da allora non ci sarebbero più stati cambiamenti nella colorazione dei pantaloncini fino alla stagione 2005-2006, quando, per disposizione del presidente Joan Laporta, tutte le squadre della polisportiva del Barcellona adottarono calzoncini di colore granata. Questo provvedimento interruppe una tradizione che durava da novant'anni.
Simboli ufficiali
[modifica | modifica wikitesto]Stemma
[modifica | modifica wikitesto]Desiderando marcare in modo chiaro e inequivocabile il proprio legame con la città di appartenenza, all'atto della fondazione il Foot-Ball Club Barcelona adottò quale emblema sociale lo stemma araldico del capoluogo catalano: uno scudo a losanga inquartato della croce di Sant Jordi (San Giorgio, patrono cittadino) e della palatura giallo-rossa (colori della bandiera della Catalogna), ornato esternamente da corona marchionale e da un serto di palma e alloro. Nel marchio ufficiale esso era racchiuso da una corona circolare con inscritta la ragione sociale a lettere stampatelle[15].
Secondo quanto affermato dal Barcellona, tale soluzione fu mantenuta fino al 1910, anno in cui Joan Gamper propose di dotare il club di un vero e proprio simbolo personale. Venne dunque indetto un concorso pubblico: tra i vari bozzetti che furono presentati venne scelto quello di Carles Comamala, artista, studente di medicina e giocatore del club dal 1903 al 1912. Esso consisteva in uno scudo dalla forma curvilinea e insolita, diviso superiormente in due cantoni recanti la croce di Sant Jordi a sinistra e i colori della bandiera della Catalogna a destra; nell'ampio campo inferiore appariva invece una palatura blu granata e il disegno di un pallone aureo. Una fascia divisoria a mezza altezza conteneva invece le iniziali della denominazione sociale, F.C.B.[15]
Esiste tuttavia un'altra versione sulle origini del gagliardetto, secondo la quale la sua paternità sarebbe da attribuire direttamente a Gamper, il quale l'avrebbe disegnato ispirandosi a preesistenti stemmi di squadre da calcio svizzere; sempre a tal proposito si narra che il socio co-fondatore Lluís d'Ossó, non gradendo il bozzetto proposto, l'avesse spregiativamente soprannominato "pentola".
Al di là della sua origine, è comunque certo che a decorrere dal 1910 il Barcellona avesse già adottato il suo celeberrimo stemma, il quale nel corso dei successivi decenni subì solo modifiche minimali e cosmetiche, atte semplicemente ad ammodernarne ed attualizzarne le forme e la colorazione[15].
La modifica di maggiore entità venne implementata nel 1941, allorché sotto il regime di Francisco Franco venne imposto al Barcellona di "ispanizzare" la propria identità: la palatura giallo-rossa del cantone superiore destro venne resa meno fitta (onde attenuarne il significato di simbolo catalano) e la sigla sociale venne mutata in C.F.B. (giacché anche il nome societario venne tradotto in spagnolo). Nel 1949 venne ripristinata la palatura originale e l'acronimo centrale ulteriormente modificato in C. de F.B., salvo poi tornare a C.F.B. nel 1960[15].
Nel 1974 il club poté riadottare la denominazione storica F.C.B. e l'emblema nelle sue forme originarie del 1910; l'anno successivo lo scudo fu semplificato nelle linee e ammodernato nel carattere tipografico dell'acronimo[15].
Primo ammodernamento del ventunesimo secolo è quello studiato dal designer Claret Serrahima nel 2002: egli andò a semplificare la forma dello scudo, tolse i punti dall'acronimo sociale (che divenne FCB, reso in un font meno invasivo) e ne ravvivò i colori[15]. Venne invece respinto dall'assemblea dei soci del club il redesign dello stemma proposto nel 2018[16], che prevedeva la totale eliminazione della ragione sociale.[17]
Inno
[modifica | modifica wikitesto]L'inno ufficiale del Barcellona si chiama Cant del Barça (in italiano Canto del Barça). Sostituisce il vecchio inno Himne a l'Estadi di Cabané i Badia. Fu eseguito per la prima volta nel 1974 al Camp Nou, in occasione delle celebrazioni per il 75º anniversario della fondazione del club. Il testo, interamente in catalano, è opera di Jaume Picas e Josep Maria Espinàs, mentre la musica fu composta da Manuel Valls. La versione ufficiale è interpretata dall'orchestra Sant Jordi.
Negli ultimi decenni è stato interpretato da cantanti di fama come Joan Manuel Serrat, in occasione delle celebrazioni per il centenario del club. Con l'avvento di Joan Laporta alla presidenza è stata incentivata l'esecuzione dell'inno al Camp Nou da parte di diversi cantanti ed ensemble musicali, solitamente prima della disputa delle partite di calcio. Ne sono risultate disparate interpretazioni: dal pop al rock, dal rap al samba, dall'hip hop alla rumba.
Una delle caratteristiche dell'inno è il suo continuo riferimento all'indole aperta e socievole del club, che non fa differenze di provenienza geografica tra i suoi membri. Come dice una strofa, tant se val d'on venim, si del sud o del nord, una bandera ens agermana ("non importa da dove veniamo, se dal sud o dal nord, ci affratella una bandiera").
Il Cant del Barça risuona negli impianti sportivi del FC Barcelona ogni volta che le squadre blaugrana disputano una partita, poco prima dell'inizio dell'incontro e nel momento dell'ingresso in campo dei giocatori. Frequente è, inoltre, il suo utilizzo tra i sostenitori assiepati sugli spalti.
Strutture
[modifica | modifica wikitesto]Stadio
[modifica | modifica wikitesto]Il primo campo di gioco del Barcellona, nel biennio 1899-1900, fu il Velódromo de la Bonanova. Dal 1909 al 1922 la squadra giocò in un campo della calle Industria de Barcelona, comunemente chiamato "La Escopidora".
Dal 1922 al 1957 disputò le sue partite interne nel Camp de Les Corts, inaugurato per accogliere 30 000 spettatori e che giunse a ospitare fino a 60 000 persone. L'etimologia del soprannome culés data ai tifosi del Barcellona, è legata proprio agli anni trascorsi al "Les Corts": dall'esterno dello stadio, infatti, i passanti vedevano solo le natiche degli spettatori della fila più alta.
Dal 1957, anno della sua inaugurazione, l'impianto di gioco del club è il Camp Nou. Di proprietà del club, ha una capienza di 99354 posti[18], che ne fanno lo stadio più grande d'Europa. È uno dei quattro stadi europei catalogato come "Stadio a cinque stelle" dalla UEFA, che lo ha ritenuto idoneo a ospitare finali di UEFA Champions League, Supercoppa UEFA e UEFA Europa League, com'è avvenuto in 15 circostanze. Si trova nel quartiere di Les Corts, a Barcellona, insieme ad altri impianti del club, come il Mini Estadi (lo stadio del Barcellona Atlètic), La Masia e il Palau Blaugrana, casa del Barcellona della pallacanestro. Tra le strutture del Camp Nou figura il Museo del FC Barcelona, il museo più visitato della Catalogna e il nuovo centro d'allenamento Ciutat Esportiva Joan Gamper aperto nel 2006.
Nella stagione 2023-2024, a causa della ristrutturazione del Camp Nou, il Barcellona gioca le sue gare interne allo stadio olimpico Lluís Companys.
Centro di allenamento
[modifica | modifica wikitesto]La Ciutat Esportiva Joan Gamper è situata a Sant Joan Despí e ospita le sedute di allenamento della prima squadra. È utilizzata come centro d'allenamento anche dalla squadra delle riserve, così come da molte delle altre sezioni della polisportiva (comprese pallacanestro, handball e futsal). Da quando questa struttura è completamente operativa, è usata da tutte le squadre giovanili del Barça che precedentemente hanno usato le altre strutture di allenamento del Camp Nou, principalmente il Mini Estadi e il Palau Blaugrana.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Organigramma societario
[modifica | modifica wikitesto]Aggiornamento al 10 marzo 2021.[19]
- Presidente: Joan Laporta
- Primo vicepresidente e responsabile delle attività sociali: Jordi Cardoner
- Terzo vicepresidente e responsabile di "Espai Barça": Jordi Moix
- Quarto vicepresidente e tesoriere: Enrique Tombas
- Responsabile area tecnologica: Dídac Lee
- Direttore della sezione basket: Joan Bladé
- Rappresentante alla LFP e alla RFEF: Javier Bordas
- Responsabile relazioni dei calciatori e statuto economico: Silvio Elías
- Responsabile servizi e sicurezza: Josep Ramon Vidal-Abarca
- Presidente commissione attività sociali: Pau Vilanova
- Segretario: Jordi Calsamiglia
- Vicesegretario: Maria Teixidor
- Membri del board: Jordi Argemí, Marta Plana, Josep Pont, Emili Rousaud, Oriol Tomàs
- Responsabile accademia calcio amateur: Xavier Vilajoana
Sponsor
[modifica | modifica wikitesto]Per oltre il suo primo secolo di storia, il Barcellona rifiutò di mostrare sponsor commerciali sulla maglia. Il motivo della scelta, in controtendenza rispetto al panorama calcistico mondiale dagli anni 1970 in poi, era legato al fatto che i colori tradizionali della squadra, il blu e il granata, venivano visti come un simbolo della Catalogna, sicché eventuali loghi commerciali erano considerati troppo invadenti; tra gli anni 1990 e 2000, perfino il semplice logo dello sponsor tecnico, lo swoosh della Nike, era stato oggetto di critiche.
Nella stagione 2006-2007 debuttò uno sponsor sui generis, UNICEF, cui il Barcellona diede gratuitamente visibilità sulle proprie maglie. Dal 2011 al 2013 sulle divise ufficiali della squadra comparve il marchio della Qatar Foundation, che si legò ai catalani come un tradizionale sponsor, cioè pagando la sua presenza sulle maglie blaugrana. Il logo del fondo per l'infanzia non venne però rimosso, ma spostato nella parte posteriore della casacca. Nella stagione 2013-2014 fece il suo esordio il primo sponsor prettamente commerciale, Qatar Airways.
Aggiornamento al 2 luglio 2024.[20]
Sponsor ufficiale
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Impegno nel sociale
[modifica | modifica wikitesto]Dall'inizio degli anni ottanta il club si è segnalato per i gesti di solidarietà. In quel periodo organizzò una partita amichevole a beneficio dell'UNICEF, partita in cui il Barça affrontò la squadra Human Stars, una selezione dei migliori calciatori del mondo dell'epoca. A metà degli anni novanta l'esperienza fu ripetuta e il club iniziò a impegnarsi seriamente nella lotta contro la droga, organizzando diverse partite a scopo benefico in collaborazione con la Fundación de Ayuda contra la Droga. I proventi dell'incontro furono destinati al "Proyecto Hombre".
Con l'arrivo del presidente Joan Laporta la dirigenza ha manifestato più volte l'intenzione di incrementare i fondi destinati alle cause sociali, esprimendo il desiderio che il club fosse conosciuto a livello mondiale per la sua inclinazione solidaristica.[22] Con questo scopo alla fine del 2005 il FC Barcelona organizzò un'amichevole al Camp Nou tra una selezione di giocatori israeliani e palestinesi, uniti per la prima volta in una medesima squadra. Nello stesso periodo si sono moltiplicati gli accordi firmati con le ONG per l'aiuto economico ai paesi del terzo mondo.
Dal 2006 il club devolve ogni anno lo 0,7% del ricavato annuale societario all'UNICEF.[23] Inoltre il Barcellona, nel periodo 2006-2011, ha collocato il logo dell'UNICEF al centro delle proprie maglie, contravvenendo alla storica regola del club secondo cui ogni tipo di pubblicità sulle divise era proibita. Dal 2011 il logo dell'UNICEF è passato sulla parte posteriore delle maglie, mentre sulla parte anteriore compare il marchio della Qatar Foundation. Dal 2010, in occasione dell'arrivo di David Villa, il Barcellona ha deciso di inserire nel contratto dei suoi giocatori una clausula antirazzismo secondo la quale i giocatori verranno severamente puniti qualora metteranno in atto una qualsiasi forma di discriminazione.[24]
Settore giovanile
[modifica | modifica wikitesto]Il settore giovanile, noto come cantera, ha un'importanza fondamentale, perché fin dall'infanzia viene insegnato ai giovani allievi il tiki-taka, uno stile di calcio basato su un estenuante possesso palla, principalmente orizzontale, finalizzato a far correre a vuoto l'avversario, stancarlo e quindi avere statisticamente più possibilità che quest'ultimo si distragga e lasci spazi liberi tra le linee. Solo a quel punto la squadra che attua il tiki-taka decide di verticalizzare. Questa tipologia di gioco è la stessa che attua la prima squadra, quindi l'inserimento dei canterani in quest'ultima risulta più naturale; infatti la "cantera" ha prodotto giocatori che sono stati pilastri fondamentali nei successi recenti della squadra blaugrana, come il difensore e capitano Carles Puyol, i centrocampisti Xavi e Andrés Iniesta, l'attaccante Lionel Messi. Oltre a questi, sono cresciuti a La Masia altri giocatori che hanno fatto parte in pianta stabile della formazione blaugrana, nonché della Nazionale spagnola: il portiere Víctor Valdés, i difensori Gerard Piqué e Jordi Alba, i centrocampisti Sergio Busquets e Cesc Fàbregas e l'attaccante Pedro.
Dimensione sociopolitica
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente il Barcellona è uno dei tre club spagnoli (assieme a Real Madrid e Athletic Bilbao) a non essere una Sociedad Anónima Deportiva ma è gestito direttamente dai soci, in una forma di azionariato popolare.
Il Barcellona riunisce soci e appassionati di qualsiasi ideologia politica, credenza religiosa e provenienza geografica. Ciò nonostante, secondo la maggior parte degli storici e dei sociologi, nell'aderire al Barça la grande massa sociale del club non ha obbedito a motivi di natura esclusivamente sportiva, ma soprattutto al carattere rappresentativo che, per molti appassionati, il club possiede su un piano sociale e politico.[25]
Il FC Barcelona, considerato l'entità sociale più conosciuta della Catalogna, ha esercitato, nel corso della propria storia, una funzione rappresentativa di difesa dei valori catalani, che il club ha preservato pubblicamente in numerose occasioni, come osserva il giornalista inglese Jimmy Burns nel suo libro Barça, la pasión de un pueblo. Il club si è sempre segnalato per attività e azioni di difesa della cultura e della lingua catalana, sin dall'inizio lingua ufficiale di tutti i documenti del sodalizio eccezion fatta per gli anni della dittatura franchista. Inoltre, il FC Barcelona si è schierato in più di una circostanza a favore delle rivendicazioni autonomistiche della Catalogna, firmando manifesti di appoggio agli statuti d'autonomia della Catalogna nel 1931, 1979 e 2005.
Questa linea di comportamento, improntata alla tutela dei valori catalani, fu riconosciuta il 21 dicembre 1992, quando la Generalitat de Catalunya, presieduta da Jordi Pujol, conferì al club la Creu de Sant Jordi, il massimo riconoscimento assegnato dal governo catalano.
Alcuni storici e saggisti, tra cui Manuel Vázquez Montalbán, arrivarono ad affermare che, per molti catalani, il FC Barcelona funge in Catalogna da compagine sostitutiva della Catalogna nel panorama calcistico internazionale, nonostante la grande tradizione di sportivi spagnoli di origine non catalana e di stranieri militanti nella squadra.[26] Questi saggisti rilevano che è proprio questo una delle ragioni dell'enorme varietà di discipline sportive in cui il club gareggia, dalla pallacanestro alla pallamano, dall'hockey su pista all'atletica, alla pallavolo.
Il FC Barcelona si è più volte pronunciato pubblicamente a favore del riconoscimento internazionale delle selezioni sportive catalane. Negli ultimi anni non solo ha promosso l'organizzazione di partite miste tra selezioni di Catalogna e di paesi di primo livello calcistico (ad esempio il Brasile o l'Argentina), ma ha anche concesso a queste selezioni l'utilizzo dei suoi stadi per le partite e per gli allenamenti. Il club ha altresì firmato manifesti pubblici in favore di questa causa. Durante la presidenza di Joan Laporta, lo stesso presidente e altri giocatori come Oleguer Presas hanno partecipato a una campagna pubblicitaria della Plataforma Pro Seleccions Esportives Catalanes che, con lo slogan «una nació, una selecció» («una nazione, una squadra»), occupò gli spazi riservati alla pubblicità in molte città della Catalogna.
Malgrado il suo legame inscindibile con i costumi catalani, il club ha potuto fare affidamento su un cospicuo numero di appassionati provenienti dall'intera Spagna, attratti dai valori sportivi del club. Alcuni storici, tuttavia, hanno sostenuto che, al di là dell'elemento sportivo, molti aficionados del FC Barcelona simpatizzano per questo club perché vi vedono una sorta di alternativa al "centralismo politico"[27] con cui è identificato il Real Madrid, la squadra della capitale, specialmente dagli anni della dittatura franchista. Proprio in quegli anni fu coniata la frase «més que un club» («più di un club»),[28] che sarebbe diventata il motto più conosciuto del FC Barcelona.
D'altra parte, come hanno avuto modo di far notare molti storici, il club, in particolare durante i suoi primi decenni di vita, raccolse i simpatizzanti del repubblicanesimo. Sin dall'inizio del XX secolo una serie di fatti dimostra la complicità dei dirigenti del club con gli ideali repubblicani. A differenza della maggior parte dei club spagnoli dell'epoca, il Barcellona non sollecitò mai il riconoscimento della monarchia spagnola né la concessione del trattamento "Real".
Il momento di maggiore distanza tra il club e la monarchia spagnola risale agli ultimi anni del regno di Alfonso XIII e durante la dittatura di Primo de Rivera. Nello stadio di Les Corts i tifosi del Barcellona avevano espresso critiche alla dittatura ed esibito alcuni striscioni contro il regime. Infine, il 14 giugno 1925, i 14 000 occupanti dello stadio fischiarono la Marcha Real, interpretata da una banda musicale. Alcuni giorni più tardi il Capitano Generale e Governatore Civile di Barcellona Joaquín Milans del Bosch impose un ordine di chiusura dello stadio della validità di sei mesi e obbligò Hans Gamper a dimettersi dalla carica di presidente del club e a esiliare in Svizzera per una stagione. L'ordine di chiusura dello stadio giustificava la misura affermando che «nella citata società vi sono persone che aderiscono a idee contrarie al bene della Patria».[29] Si trattò della sanzione più dura subita dal club in tutta la sua storia. Come segnala lo stesso Sobrequés, il punto culminante del compromesso del club con i princìpi repubblicani iniziò nel 1931, quando fu proclamata la seconda repubblica spagnola, e soprattutto a partire dall'inizio della guerra civile spagnola, quando, nel 1936, il FC Barcelona si tramutò volontariamente in "Entità al servizio del governo legittimo della Repubblica".
Dopo la restaurazione della democrazia in Spagna (1977) il club perse progressivamente la sua connotazione politica. Una volta normalizzati i rapporti con la corona spagnola, in svariate circostanze dirigenti e sportivi della compagine blaugrana hanno esibito i propri trofei nel Palacio de la Zarzuela. Il fidanzamento e il successivo matrimonio della Infanta Cristina de Borbón y Grecia con il giocatore di pallamano del FC Barcelona Iñaki Urdangarin rese frequente la presenza dei membri della famiglia reale spagnola nel Palau Blaugrana, incluso il re Juan Carlos I, a cavallo tra gli anni novanta e Duemila. L'ultimo gesto di complicità tra il club e la Casa Reale ebbe luogo il 17 maggio 2006, giorno della finale della UEFA Champions League 2005-2006, quando i re assistettero a Parigi alla partita tra il Barcellona e l'Arsenal per mostrare sostegno al gruppo azulgrana. Al termine dell'incontro scesero sul terreno di gioco a complimentarsi per la vittoria con i giocatori, insieme al presidente del governo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero, esprimendo vicinanza per la squadra e per il presidente della Generalitat de Catalunya Pasqual Maragall.
In ambito religioso, nonostante il fondatore del club, Hans Gamper, e i suoi primi dirigenti fossero protestanti, il sodalizio acquisì dagli anni quaranta, dopo la guerra civile spagnola, un carattere marcatamente cattolico. Furono abituali le offerte del club al monastero di Montserrat e accanto agli spogliatoi del Camp Nou sorse una cappella contenente una riproduzione della Vergine di Montserrat.
Il 7 novembre 1982 papa Giovanni Paolo II, che si era dichiarato più volte ammiratore del Barcellona, ricevette la tessera sociale numero 108 000 del club, in occasione di una messa celebrata al Camp Nou cui assistettero moltissime persone[30] e in omaggio a questa simpatia la società lo designò, nel 1982, socio onorario del club,[31] durante la visita del Pontefice nella città catalana.
Allenatori e presidenti
[modifica | modifica wikitesto]Allenatori
[modifica | modifica wikitesto]Il Barcellona ha avuto in tutto 58 allenatori. Il primo fu l'inglese John Barrow, che guidò la formazione azulgrana in 19 partite nel 1917. Tra gli allenatori del Barcellona i più sono stranieri e solo 28 spagnoli, 17 dei quali catalani. Gli allenatori spagnoli sono stati per lo più ex calciatori blaugrana, esclusi Luis Aragonés, Llorenç Serra Ferrer e Quique Setién, spagnoli non ex calciatori del club.
Tra le nazionalità dei tecnici stranieri prevale quella inglese (8 rappresentanti), seguita dall'olandese e argentina (4) oltre all'ungherese (3). Chiudono questa particolare graduatoria la nazionalità tedesca (2) e quelle francese, croata, serba, irlandese, ceca e italiana (1). 4 gli allenatori non europei: quattro argentini (Helenio Herrera, Roque Olsen, César Luis Menotti e Gerardo Martino) e un uruguaiano (Enrique Fernández).
Il tecnico in carica più a lungo fu Johan Cruijff, rimasto per otto anni, dal 1988 al 1996. Cruijff detiene anche il primato nel numero di partite come allenatore (602). Il secondo tecnico più longevo fu l'inglese Jack Greenwell, che diresse il club in 492 partite in due periodi distinti, dal 1917 al 1924 e dal 1931 al 1933. Il terzo è l'olandese Rinus Michels con 361 incontri in due riprese: dal 1971 al 1975 e dal 1976 al 1978.
L'allenatore più vincente nella storia del club è Josep Guardiola, con 14 trofei, seguito da Johan Cruijff, con 11.
- 1917 John Barrow
- 1917-1924 Jack Greenwell
- 1924-1925 Jesza Poszony
- 1925-1926 Ralph Kirby
- 1926-1927 Richard Domby
- 1927-1929 Romà Forns
- 1929-1931 James Bellamy
- 1931-1933 Jack Greenwell
- 1933-1934 Richard Domby
- 1934-1935 Franz Platko
- 1935-1937 Patrick O'Connell
- 1939-1941 Josep Planas
- 1941-1942 Ramón Guzmán
- 1942-1944 Joan José Nogués
- 1944-1947 Josep Samitier
- 1947-1950 Enrique Fernández
- 1950 Ramon Llorens
- 1950-1954 Ferdinand Daučík
- 1954-1955 Sandro Puppo
- 1955-1956 Franz Platko
- 1956-1958 Domènec Balmanya
- 1958-1960 Helenio Herrera
- 1960 Enric Rabassa
- 1960-1961 Ljubiša Broćić
- 1961 Enrique Orizaola
- 1961 Luis Miró
- 1961-1963 László Kubala
- 1963 Josep Gonzalvo
- 1963-1964 César
- 1964-1965 Vicenç Sasot
- 1965-1967 Roque Olsen
- 1967-1969 Salvador Artigas
- 1969-1970 Josep Seguer
- 1970-1971 Vic Buckingham
- 1971-1975 Rinus Michels
- 1975-1976 Hennes Weisweiler
- 1976 Laureano Ruiz
- 1976-1978 Rinus Michels
- 1978-1979 Lucien Muller
- 1979-1980 Joaquim Rifé
- 1980 Helenio Herrera
- 1980 László Kubala
- 1980-1981 Helenio Herrera
- 1981-1983 Udo Lattek
- 1983 José Luis Romero
- 1983-1984 César Luis Menotti
- 1984-1987 Terry Venables
- 1987-1988 Luis Aragonés
- 1988 Carles Rexach
- 1988-1996 Johan Cruijff
- 1996 Carles Rexach
- 1996-1997 Bobby Robson
- 1997-2000 Louis van Gaal
- 2000-2001 Llorenç Serra Ferrer
- 2001-2002 Carles Rexach
- 2002-2003 Louis van Gaal
- 2003 Antonio de la Cruz
- 2003 Radomir Antić
- 2003-2008 Frank Rijkaard
- 2008-2012 Josep Guardiola
- 2012-2013 Tito Vilanova
- 2013-2014 Gerardo Martino
- 2014-2017 Luis Enrique
- 2017-2020 Ernesto Valverde
- 2020 Quique Setién
- 2020-2021 Ronald Koeman
- 2021 Sergi (ad interim)
- 2021-2024 Xavi
- 2024- Hans-Dieter Flick
Presidenti
[modifica | modifica wikitesto]Il Barcellona ha avuto 38 presidenti e 4 comitati di gestione nel corso della sua storia. In verità il fondatore del club, lo svizzero Hans Gamper, non fu, paradossalmente, il primo presidente. Lo fu l'inglese Walter Wild, essendo la persona più adulta delle undici che parteciparono all'assemblea di fondazione. Gamper, tuttavia, sarebbe stato al timone del Barcellona in cinque diverse riprese. Il presidente più longevo nella storia del club fu Josep Lluís Núñez, che ricoprì l'incarico per ventidue anni, dal 1978 al 2000.
La grande maggioranza dei presidenti (33 su 38) sono stati spagnoli. Nei suoi primi anni il club ebbe due presidenti inglesi (Walter Wild e Arthur Witty), due tedeschi (Paul Haas e Otto Gmelin) e uno svizzero (Hans Gamper). La presidenza del FC Barcelona è stabilita dai soci. Questa regola fu violata soltanto nel periodo posteriore alla guerra civile spagnola, dal 1939 al 1953, quando il presidente era designato dalle autorità del governo. Nel 1953 si tennero le prime elezioni semi-democratiche, in cui poterono votare tutti i soci maschi maggiorenni.
Dal 1978 il presidente è eletto per suffragio universale. Le elezioni si svolgono ogni quattro anni e vi possono votare ed essere votati tutti i soci e socie del club che hanno compiuto 18 anni, con alle spalle almeno un anno di adesione al club.
Il presidente sceglie i membri della giunta direttiva, che sono ratificati da un'assemblea di "soci rappresentanti": 300 soci maggiorenni eletti a sorte e partecipanti, per un biennio, alle assemblee annuali dei soci, con diritto di parola e di voto, in rappresentanza di tutti i soci del club. Secondo la legislazione sportiva spagnola tutti i direttivi devono presentare avalli economici pari al 15% del bilancio annuale del club. Questa norma, stabilita allo scopo di garantire la prosperità economica al club contro un'eventuale cattiva gestione direttiva, è criticata da una parte dei soci, che vedono un ostacolo economico al principio basilare della società, secondo cui qualunque socio ha diritto a candidarsi alla presidenza.
Il quartultimo presidente del Barcellona (quintultimo se si considera la presidenza interinale di Carlos Tusquets tra 2020 e 2021) è stato Joan Laporta, un avvocato catalano nominato nel 2003 e rieletto il 22 agosto 2006 senza necessità di andare alle urne, essendo stato l'unico dei quattro candidati a superare abbondantemente le 1 804 firme di soci richieste per aspirare alla presidenza del club. Laporta iniziava allora il suo secondo mandato, che si è concluso nel 2010.
Il 20 luglio 2006 il giudice Roberto García Ceniceros emise una sentenza in cui si obbligava l'attuale direttivo a convocare nuove elezioni immediatamente, come reclamava il socio Joan March Torné ed essendo ciò consentito dagli statuti del club. Joan Laporta credette che le elezioni si dovessero tenere nel 2007 allo scadere, a sua detta, dei quattro anni di mandato. L'errore era, però, di un anno e derivava dal fatto che l'attuale direttivo iniziò il suo primo mandato il 22 giugno 2003, data supposta per iniziare il mandato prima che l'esercizio economico della stagione 2002-2003 si concludesse, ragion per cui il socio querelante sosteneva che la giunta di Laporta dovesse finire il 30 giugno 2006, dovendosi gli otto giorni precedenti alla chiusura contare come un anno di mandato.
Dopo la fine del mandato di Laporta, subentrò alla carica di presidente, a partire dal 1º luglio 2010, Sandro Rosell, eletto con più del 60% dei voti dai membri del club. Il 23 gennaio 2014 Rosell si dimise da presidente dopo che il giudice Pablo Ruz aveva ordinato l'inizio di un'udienza per indagare su Rosell per presunta appropriazione indebita di fondi per l'acquisto dell'attaccante brasiliano Neymar, dicendo che Rosell avrebbe potuto essere chiamato di persona per testimoniare al processo. Solo durante la presidenza del successore Josep Maria Bartomeu vennero alla luce i reali costi di Neymar, le commissioni alla compagnia gestita dal padre e l'effettivo ammontare al Santos FC, con la società blaugrana che venne indagata per frode fiscale e citata in giudizio dall'ex squadra del fuoriclasse per ricevere più soldi dei circa 17 milioni di euro pagati.
L'era Bartomeu (2014-2020) vide il neopresidente completare il mandato interrotto di Rosell e vincere le elezioni svoltesi nel 2015 con oltre il 50% dei voti, anche sull'onda dell'entusiamo per i successi di quell'anno. Dopo anni turbolenti e il caso del burofax di Messi nell'estate, il 27 ottobre 2020 Bartomeu rassegnò le sue dimissioni insieme a tutta la giunta direttiva[32], cui seguirono circa quattro mesi del presidente ad interim Carlos Tusquets. Oltre al caso Neymar su cui non si procedette oltre, nel marzo 2021 Bartomeu è stato indagato dalla polizia catalana a causa di una presunta campagna di diffamazione contro alcuni membri e giocatori del Barcellona (conosciuto come Barçagate), in cui avrebbe assunto una società, la I3 Ventures, per migliorare l'immagine del club sui social media e screditare alcuni obiettivi, tra cui Lionel Messi e Gerard Piqué.[33]
Il 7 marzo 2021 si aprì una nuova era Laporta, per la terza volta numero uno della società blaugrana, con il 54% dei voti e battendo Victor Font i Manté e Toni Freixa i Martí.[34]
- 1899-1901 Walter Wild
- 1901-1902 Bartomeu Terradas
- 1902-1903 Paul Haas
- 1903-1905 Arthur Witty
- 1905-1906 Josep Maria Soler
- 1906-1908 Juli Marial
- 1908 Vicenç Reig
- 1908-1909 Joan Gamper
- 1909-1910 Otto Gmeling
- 1910-1913 Joan Gamper
- 1913-1914 Francesc de Moxó
- 1914 Àlvar Presta
- 1914-1915 Joaquim Peris de Vargas[35]
- 1915-1916 Rafael Llopart
- 1916-1917 Gaspar Rosés
- 1917-1919 Joan Gamper
- 1919-1920 Ricard Graells
- 1920-1921 Gaspar Rosés
- 1921-1923 Joan Gamper
- 1923-1924 Enric Cardona
- 1924-1925 Joan Gamper
- 1925 Joan Coma[35]
- 1925-1929 Arcadi Balaguer
- 1929-1930 Tomàs Rosés
- 1930-1931 Gaspar Rosés
- 1931 Antoni Oliver
- 1931-1934 Joan Coma
- 1934-1935 Esteve Sala
- 1935-1936 Josep Sunyol
- 1936-1939 Francesc Casals, Paulí Carbonell[36]
- 1939-1940 Joan Soler[36]
- 1940-1942 Enrique Piñeyro Queralt
- 1942 Josep Vidal-Ribas[35]
- 1942-1943 Enrique Piñeyro Queralt
- 1943 Josep Antoni de Albert[35]
- 1943-1946 Josep Vendrell
- 1946-1952 Agustí Montal
- 1952-1953 Enric Martí
- 1953-1961 Francesc Miró-Sans
- 1961 Antoni Julià de Campmany[35]
- 1961-1968 Enric Llaudet
- 1968-1969 Narcís de Carreras
- 1969-1977 Agustí Montal
- 1977-1978 Raimon Carrasco[35]
- 1978-2000 Josep Lluís Núñez
- 2000-2003 Joan Gaspart
- 2003 Enric Reyna[35]
- 2003 Joan Trayter[36]
- 2003-2006 Joan Laporta
- 2006 Xavier Sala[36]
- 2006-2010 Joan Laporta
- 2010-2014 Sandro Rosell
- 2014-2021 Josep Maria Bartomeu
- 2021- Joan Laporta
Calciatori
[modifica | modifica wikitesto]In più di un secolo di storia oltre mille calciatori hanno vestito la maglia del Barcellona. I calciatori di nazionalità straniera hanno avuto sempre grande peso nella storia del club e hanno segnato le epoche più vittoriose del Barcellona. Fondato da un gruppo di stranieri, il club inizialmente era formato principalmente da atleti inglesi, svizzeri e tedeschi; soltanto a partire dagli anni settanta, quando il calcio spagnolo regolarizzò la partecipazione di giocatori stranieri, la squadra incominciò a tesserare con più frequenza calciatori di nazionalità estera.
Hall of Fame
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito l'elenco dei giocatori inseriti nella "Hall of Fame" del club[37]:
Capitani
[modifica | modifica wikitesto]- José Ramón Alexanko (1986-1993)
- José Mari Bakero (1993-1996)
- Gheorghe Popescu (1996-1997)
- Josep Guardiola (1997-2001)
- Sergi Barjuan (2001-2002)
- Luis Enrique (2002-2004)
- Carles Puyol (2004-2014)
- Xavi (2014-2015)
- Andrés Iniesta (2015-2018)
- Lionel Messi (2018-2021)
- Sergio Busquets (2021-2023)
- Sergi Roberto (2023-2024)
- Marc-André ter Stegen (2024-)
Vincitori di titoli
[modifica | modifica wikitesto]- Palloni d'oro
- Luis Suárez (1960)
- Johan Cruyff (1973 e 1974)
- Hristo Stoičkov (1994)
- Rivaldo (1999)
- Ronaldinho (2005)
- Lionel Messi (2009, 2010, 2011, 2012, 2015, 2019 e 2021[38])
- FIFA World Player
- Romário (1994)
- Ronaldo (1996 e 1997)
- Rivaldo (1999)
- Ronaldinho (2004 e 2005)
- Lionel Messi (2009)
- The Best FIFA Men's Player
- Lionel Messi (2019)
Contributo alle nazionali
[modifica | modifica wikitesto]Storicamente il Barcellona, insieme al Real Madrid, ha sempre contato sull'apporto dei migliori giocatori spagnoli e ha contribuito in maniera determinante a nutrire la rappresentativa nazionale. Il giocatore del Barcellona che conta più presenze con la maglia della Spagna è Xavi, il quale con 133 presenze è altresì il secondo nella classifica per presenze con le Furie rosse. Dell'undici titolare nella finale del campionato mondiale di calcio 2010, che ha valso l'unico titolo iridato alla Spagna, ben sette erano giocatori azulgrana: Piqué, Puyol, Iniesta, Xavi, Busquets, Villa e Pedro[39].
Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni nazionali
[modifica | modifica wikitesto]- 1928-1929; 1944-1945; 1947-1948; 1948-1949; 1951-1952; 1952-1953; 1958-1959; 1959-1960; 1973-1974; 1984-1985
1990-1991; 1991-1992; 1992-1993; 1993-1994; 1997-1998; 1998-1999; 2004-2005; 2005-2006; 2008-2009; 2009-2010
2010-2011; 2012-2013; 2014-2015; 2015-2016; 2017-2018; 2018-2019; 2022-2023
- Coppa di Spagna: 31 (record)
- 1910; 1912; 1913; 1920; 1922; 1925; 1926; 1928; 1942; 1951
1952; 1952-1953; 1957; 1958-1959; 1962-1963; 1967-1968; 1970-1971; 1977-1978; 1980-1981; 1982-1983
1987-1988; 1989-1990; 1996-1997; 1997-1998; 2008-2009; 2011-2012; 2014-2015; 2015-2016; 2016-2017; 2017-2018
2020-2021
- Coppa della Liga: 2 (record)
- Supercoppa di Spagna: 14 (record)
- Coppa Eva Duarte: 3 (record)
- 1948; 1952; 1953
Competizioni internazionali
[modifica | modifica wikitesto]- Coppa delle Coppe: 4 (record)
- Coppa delle Fiere: 3 (record)[40]
- Coppa Latina: 2 (record condiviso con Milan e Real Madrid)
Altre competizioni
[modifica | modifica wikitesto]- Coppa dei Pirenei: 4 (record)
- 1910; 1911; 1912; 1913
- Copa Catalunya: 8 (record)[41]
- 1991; 1993; 2000; 2004; 2005; 2007; 2013; 2014
Competizioni giovanili
[modifica | modifica wikitesto]- 1993; 1994; 1995
- UEFA Youth League: 2 (record condiviso con il Chelsea)