Filottete (Eschilo)

Filottete
Tragedia perduta
Filottete ferito rappresentato su uno stamnos di Hermonax
AutoreEschilo
Titolo originaleΦιλοκτήτης
Lingua originale
AmbientazioneIsola di Lemno
Prima assoluta484-473 a.C. o 471 a.C.
Teatro di Dioniso, Atene
Personaggi
  • Odisseo
  • Filottete
  • Una dea (non sicuro)[1]
  • Coro di uomini di Lemno
 

Filottete (in greco antico: Φιλοκτήτης?, Philoktétēs) è una tragedia greca scritta da Eschilo e rappresentata ad Atene in un anno non sicuro, ma successivo al 485 a.C. (forse nel periodo 484-473 a.C.[2] o intorno al 471 a.C.[3]). La tragedia, oggi perduta, fu la prima a mettere in scena l'incontro tra Filottete ed Odisseo; essa fu ripresa, con alcune variazioni, dal Filottete di Euripide e poi dal Filottete di Sofocle. La tragedia di Eschilo è andata perduta e di essa oggi restano pochi frammenti[4] ed un confronto di Dione Crisostomo con le tragedie omonime di Euripide e di Sofocle, grazie al quale è possibile individuare alcune caratteristiche del dramma e ricostruire in parte la trama.[5]

Il dramma si svolge sull'isola di Lemno, davanti all'abitazione di Filottete (forse una semplice capanna[6]), durante il decimo anno della guerra di Troia.[7]

La tragedia si apriva probabilmente con un monologo del protagonista che ricordava la propria terra natale ed in particolare lo Spercheo, un fiume che scorre nella Tessaglia meridionale,[8] oppure, secondo altre ricostruzioni, con un parodos durante il quale Odisseo, che ha il compito di portare Filottete a Troia con il suo arco,[9] riesce a convincere il coro di uomini di Lemno, forse con un inganno, a stare dalla sua parte.[10]

Successivamente Filottete entra in scena, ma non incontra Odisseo:[11] al coro, da cui in dieci anni non aveva ricevuto visite,[12] racconta la sua storia e probabilmente il coro lo informa che i Greci sono arrivati sull'isola;[13] quindi Odisseo entra scena, ma il protagonista, dopo dieci anni sull'isola, non lo riconosce.[14] Odisseo racconta allora alcune false notizie per ammansire Filottete: Agamennone è morto, gli Achei sono stati sconfitti, Odisseo è stato accusato di un crimine vergognoso[15] e la spedizione greca è fallita.[16]

In una scena successiva, Filottete invoca l'arrivo della morte per porre fine ai dolori lancinanti da cui è colpito[17] e minaccia di tagliarsi il piede;[18] Odisseo approfitta della situazione per impossessarsi dell'arco,[19] che forse il protagonista ha appeso ad un ramo per controllare la ferita,[20] e per allontanarsi in fretta.[21]

La parte finale del dramma è difficile da ricostruire: si sa che Filottete parte per Troia, ma non è chiaro se parta controvoglia o se qualcuno, forse il coro oppure Odisseo oppure una divinità, riesca a convincerlo.[22]

Le uniche informazioni sicure sui personaggi del dramma sono fornite da Dione Crisostomo, che elenca Filottete ed Odisseo.[7] Alcuni studiosi hanno ipotizzato che l'opera appartenga al periodo in cui Eschilo utilizzava solo due personaggi e dunque l'elenco di Dione sarebbe completo.[23]

Altri hanno ipotizzato la presenza di Neottolemo sulla base di una ipotesi lacunosa contenuta in uno dei papiri di Ossirinco,[24] in cui è presente una lista di personaggi che si riteneva fossero quelli del Filottete eschileo, ma questa proposta ha perso consistenza poiché l'effettiva appartenenza della lista di personaggi al dramma di Eschilo è dubbia.[25]

Altri ancora propongono come terzo personaggio una dea, forse Atena, che avrebbe avuto il ruolo di svelare a Filottete la verità sui piani dei Greci a Troia.[26]

  1. ^ Calder, p. 173.
  2. ^ Calder, p. 179.
  3. ^ Jebb, p. XV, secondo cui la tragedia di Eschilo precederebbe quella di Euripide - datata al 431 a.C. - di circa 40 anni; cfr. Calder, p. 178.
  4. ^ Frammenti in Nauck, pp. 79-82.
  5. ^ Dione Crisostomo, LII.
  6. ^ Calder, p. 171 n. 1.
  7. ^ a b Dione Crisostomo, LII, 5.
  8. ^ Fr. 249 Nauck, tratto dalle Rane di Aristofane (v. 1383). Si è supposto (v. Leo, p. 396 n. 2) che fosse il verso iniziale del dramma soprattutto per via dell'accostamento al verso iniziale di un'altra tragedia (la Medea di Euripide) che compare nel verso immediatamente precedente della commedia di Aristofane.
  9. ^ Jebb, p. XIV.
  10. ^ Si veda la discussione in proposito in Calder, pp. 173-175, che, attraverso un confronto con i resti del Filottete di Accio, per l'inizio del dramma propone il parodos ed ipotizza che il fr. 249 appartenga all'inizio di un successivo dialogo.
  11. ^ Sommerstein, p. 251.
  12. ^ Jebb, p. XV. Il perché gli abitanti di Lemno non avessero visitato Filottete in dieci anni né si scusino per questo con il protagonista non è chiaro. Nelle omonime tragedie, Sofocle risolve il problema considerando Lemno un'isola disabitata, mentre in Euripide gli abitanti si scusano (Sommerstein, p. 251).
  13. ^ Calder, p. 175.
  14. ^ Dione Crisostomo, LII, 5-6.
  15. ^ Forse l'uccisione di Palamede (Calder, p. 176 e n. 33).
  16. ^ Dione Crisostomo, LII, 10; Calder, pp. 175-176. Nonostante gli inganni, secondo Dione Crisostomo, LII, 5 l'Odisseo di Eschilo sarebbe meno disonesto di quelli messi in scena da Euripide e Sofocle; si veda anche Sommerstein, p. 252.
  17. ^ L'invocazione è conservata nel fr. 255 Nauck.
  18. ^ Fr. 254 Nauck.
  19. ^ Dione Crisostomo, LII, 2.
  20. ^ Müller, pp. 60-61 e fr. 251 Nauck. Il furto potrebbe essere avvenuto fuori scena ed essere poi stato raccontato da Filottete (Sommerstein, p. 253).
  21. ^ Calder, p. 177 fa notare che la scena del parossismo è centrale nelle tre tragedie su Filottete, poiché in essa avviene il furto dell'arco (ad opera di Neottolemo nella tragedia di Sofocle e di Diomede in quella di Euripide).
  22. ^ Calder, p. 177.
  23. ^ Jebb, p. XV.
  24. ^ P.Oxy. 2256, fr. 5.
  25. ^ Calder, pp. 171-172.
  26. ^ Calder, p. 172 e n. 12.
Fonti primarie
Raccolte di frammenti
Fonti secondarie