Fosfuri
In chimica, un fosfuro è un qualsiasi anione di fosforo mono o poliatomico (Pn− o Pn−m),[1] e i fosfuri sono i composti del fosforo con elementi meno elettronegativi del fosforo, tipicamente i metalli (M).[2] Sono noti più di 500 fosfuri binari, con stechiometrie diversissime che possono andare tra M15P2 a MP15. Fanno eccezione gli elementi Hg, Pb, Bi, Te e Po, dei quali non sono noti composti binari con il fosforo. Sono inoltre noti anche innumerevoli fosfuri ternari e più complessi.[2][3][4]
Sintesi
[modifica | modifica wikitesto]Esistono vari modi per preparare fosfuri.[2][4] Il metodo più generale è la sintesi diretta a partire dagli elementi: si scaldano ad alta temperatura il metallo e fosforo rosso nei rapporti desiderati in atmosfera inerte:
- n M + m P → MnPm
I fosfuri dei metalli si possono preparare anche tramite elettrolisi di sali fusi di ossidi metallici in presenza di carbonio e fosfati. Tra le altre possibilità, si può sfruttare la reazione della fosfina con metalli o loro sali, ad esempio:
- 2 PH3 + 4 Ti 2 Ti2P + 3 H2
o la riduzione con carbonio di fosfati, ad esempio:
- Ca3(PO4)2 + 8 C Ca3P2 + 8 CO
Fosfuri binari
[modifica | modifica wikitesto]A seconda del rapporto stechiometrico metallo/fosforo (M/P) i fosfuri binari sono spesso classificati secondo le seguenti tre categorie.[2][5]
Fosfuri ricchi di metallo (M/P > 1)
[modifica | modifica wikitesto]Questi composti sono solidi con aspetto lucente; in genere sono duri, fragili, chimicamente inerti e refrattari, con conducibilità termica ed elettrica simile a quella del metallo costituente. Esiste una vasta gamma di stechiomerie possibili; alcuni esempi sono M15P2, M4P, M12P5, M7P3, M7P4, M3P2, M5P4, M6P5. Le strutture di queste specie sono in genere descritte a partire da atomi di fosforo al centro di una struttura prismatica, circondati da 6-9 atomi metallici (vedi figura).[2][5]
Monofosfuri (M/P = 1)
[modifica | modifica wikitesto]Le strutture dei monofosfuri dipendono in genere dalle dimensioni relative di M e P. Ad esempio, AlP cristallizza con la struttura tipo ZnS dove il fosforo è tetracoordinato, SnP ha struttura tipo NaCl con il fosforo coordinato ottaedricamente e VP ha struttura tipo NiAs dove il fosforo ha coordinazione prismatica trigonale.[2][5]
Fosfuri ricchi di fosforo (M/P < 1)
[modifica | modifica wikitesto]Sono composti meno stabili rispetto alle due categorie precedenti. In genere sono composti a basso punto di fusione con proprietà elettriche da semiconduttori. Anche in questa tipologia esiste una vasta gamma di stechiomerie possibili; alcuni esempi sono M3P4, M2P3, MP2, M2P5, MP3, M3P14, MP5, M2P16, MP15. Al crescere della quantità di fosforo contengono concatenazioni di atomi di fosforo sempre più complesse, a partire dal semplice legame P-P fino ad arrivare a reticoli polimerici. Alcuni esempi semplici sono Li3P7 che contiene l'anione P73– e Na3P11 che contiene l'anione P113–.[2]
Reattività
[modifica | modifica wikitesto]La reattività dei fosfuri può essere molto varia, spaziando da composti che si idrolizzano rapidamente a composti attaccabili solo con acido nitrico e bromo.[3] I metalli alcalini, alcalino-terrosi e i lantanoidi formano in genere fosfuri di tipo ionico, che reagiscono in acqua liberando fosfina.[4]
Applicazioni
[modifica | modifica wikitesto]AlP e Mg3P2 sono usati come disinfestanti, dato che a contatto con acqua rilasciano fosfina. AlP, Ca3P2 e Zn3P2 sono usati come rodenticidi. GaP e InP sono importanti come semiconduttori. Fosfuri di ferro, rame e stagno sono usati in metallurgia per regolare il contenuto in fosforo di leghe metalliche o come additivi per saldature.[4]
Tossicità / Indicazioni di sicurezza
[modifica | modifica wikitesto]I fosfuri vanno maneggiati con attenzione dato che a contatto con l'aria possono incendiarsi, e a contatto con acqua o umidità possono rilasciare fosfina.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Connelly et al. 2005
- ^ a b c d e f g Greenwood e Earnshaw 1997
- ^ a b Pöttgen et al. 2006
- ^ a b c d Krause 2002
- ^ a b c Atkins et al. 2010
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) P. Atkins, T. Overton, J. Rourke, M. Weller, F. Armstrong e M. Hagerman, Shriver & Atkins' Inorganic Chemistry, 5ª ed., Oxford University Press, 2010, ISBN 978-0199599608.
- (EN) N. G. Connelly, T. Damhus, R. M. Hartshorn e A. T. Hutton (a cura di), Nomenclature of Inorganic Chemistry - IUPAC Recommendations 2005 (PDF), Cambridge, UK, RCS Publishing, 2005, ISBN 0-85404-438-8.
- (EN) N. N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the elements, 2ª ed., Oxford, Butterworth-Heinemann, 1997, ISBN 0-7506-3365-4.
- (EN) W. Krause, Phosphorus Compounds, Inorganic, in Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, Wiley-VCH, 2002, DOI:10.1002/14356007.a19_527.
- (EN) R. Pöttgen, W. Hönle e H. G. von Schnering, Phosphides: Solid-state Chemistry, in Encyclopedia of Inorganic Chemistry, 2ª ed., John Wiley & Sons, 2006, DOI:10.1002/0470862106.ia184, ISBN 9780470862100.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fosfuri
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Steven S. Zumdahl, phosphide, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh85101104 · GND (DE) 4174377-5 · BNF (FR) cb122622858 (data) · J9U (EN, HE) 987007543513105171 |
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