François Christophe Edmond Kellermann

François Christophe Edmond Kellermann (Parigi, marzo 1802[1]Parigi, 2 ottobre 1868[1]) è stato un diplomatico e politico francese. Duca di Valmy e dell'Impero, era figlio del generale napoleonico François Étienne Kellermann.

Educato presso il collegio Sainte-Barbe di Parigi, studiò poi diritto presso l'Università di Heidelberg.

Nel 1824, grazie all'intercessione di François-René de Chateaubriand, allora Ministro francese degli Affari esteri, fu nominato attaché presso l'Ambasciata di Francia a Costantinopoli. Nel 1827 fu incaricato di una missione diplomatica a Smirne, a seguito della campagna di Morea, prima di essere incaricato di un rapporto sulla situazione politica della Grecia. A metà di aprile fu accreditato come incaricato d'affari a Capodistria e divenne segretario della legazione. Rientrato in Francia dopo la Rivoluzione di luglio, fu nominato Capo di Gabinetto presso il Ministero degli Affari Esteri, poi primo segretario d'Ambasciata a Berna il 23 marzo 1831.

Il disaccordo con la politica del governo, si dimise dalla diplomazia il 5 febbraio 1833, nonostante i rimproveri del padre, che monacciò di diseredarlo.[2] Egli visse dei propri scritti collaborando al Rénovateur e divenne uno dei proprietari del giornale realista La Quotidienne. Nel 1838 acquistò da M.me Kapeler il Castello di Stors (Val-d'Oise), ove intraprese importanti lavori di ristrutturazione.

Il 2 gennaio 1839 fu eletto deputato nel secondo collegio dell'Alta Garonna (Tolosa), in sostituzione del deceduto duca di Fitz-James. Fu rieletto alle elezioni generali del 2 marzo 1839 e a quelle del 9 luglio 1842. Egli si oppose all'alleanza inglese, al diritto di visita, al progetto di fortificazione di Parigi e reclamò la libertà di insegnamento. Nel 1843 partecipò al "pellegrinaggio" di Belgrave Square al seguito di Enrico di Artois, conte di Chambord. Rieletto il 2 marzo 1844 con una forte maggioranza, egli rivide il conte di Chambord a Venezia nel 1845. Non si ricandidò alle elezioni generali del 1846, dedicandosi alla letteratura politica.

Si diede quindi a diverse operazioni speculative durante il Secondo Impero, fu nominato membro della Commissione per l'abbellimento di Parigi e incaricato di studiare la questione della riva sinistra.[3] Il Barone Haussmann lo descrsse come «…un gentiluomo di molto buone maniere e di spirito colto, senza la minima attitudine per l'amministrazione.»[4] Lo si ritrova alla testa della Compagnia ferroviaria che nel 1853 ottenne la concessione della linea ferroviaria da Saint-Rambert-en-Bugey a Grenoble e sollecitò l'autorizzazione a prolungarla fino alla frontiera con il Piemonte. Tuttavia la situazione finanziaria della compagnia e la presunzione di speculazioni portarono al rifiuto da parte delle autorità. Nel 1861, oppresso dai debiti, rivendette le sue proprietà di Stors a Pierre Casimir Cheuvreux.

La tomba della famiglia Kellermann nel cimitero di Père-Lachaise

Deceduto nel 1868, la sua salma fu inumata nella tomba di famiglia nel cimitero di Père-Lachaise, 30ª divisione.[5].

(in lingua francese)

  • Question d'Orient, 1840
  • Note sur le droit de visite, 1841
  • Coup d'œil sur les rapports de la France avec l'Europe, 1844
  • Moyens de combattre le socialisme, dans le journal La Patrie, 1849
  • De la force du droit et du droit de la force, 1850
  • Histoire de la campagne de 1800, d'après les mémoires manuscrits laissés par son père, 1854
  • Le génie des peuples dans les arts, 1867
  1. ^ a b Le fonti, notizie biografiche della Biblioteca Nazionale di Francia e del Dizionario dei parlamentari francesi di Adolphe Robert e Gaston Cougny differiscono sulla data di nascita e sul luogo di decesso. (FR) François, Christophe, Edmond Kellermann - Base de données des députés français depuis 1789 - Base Sycomore, su www2.assemblee-nationale.fr. URL consultato il 14 febbraio 2018.
  2. ^ Adolphe Robert, Edgar Bourloton, Gaston Cougny, Op. cit., p. 453
  3. ^ V. Pierre Casselle, Les travaux de la Commission des embellissements de Paris en 1853: pouvait-on transformer la capitale sans Haussmann?, Bibliothèque de l'École des chartes, 1997, vol. 155, pp. 645-689
  4. ^ (FR) Barone Haussmann, Mémoires, tomo II, p. 55
  5. ^ (FR) Paul Bauer, Deux siècles d'histoire au Père Lachaise, Mémoire et Documents, 2006, p. 443, ISBN 978-2914611480.
  • (FR) Adolphe Robert, Edgar Bourloton, Gaston Cougny, Dictionnaire des parlementaires français, Bourloton, Paris, 1891, tomo III, pp. 453–454

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