Gazzetta di Modena

Gazzetta di Modena
StatoItalia (bandiera) Italia
Linguaitaliano
Periodicitàquotidiano
Generestampa locale
FormatoBerlinese
Fondazione1859
SedeVia Emilia Est 985 - 41122 Modena
EditoreGruppo SAE
Tiratura11 027 (giugno 2018)
Diffusione cartacea6 680[1] (2019)
DirettoreCristiano Meoni[2]
Sito webgazzettadimodena.gelocal.it/
 

La Gazzetta di Modena, fondata nel 1859, è il principale quotidiano di Modena e provincia.

Dal 1859 al 1877

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Il N. 1 della «Gazzetta di Modena», uscito il 20 giugno 1859.
«Il Panaro-Gazzetta di Modena» del 17 luglio 1892.
La «Gazzetta dell'Emilia» del 17-18 giugno 1911.

Fu fondata il 20 giugno 1859, nove giorni dopo il passaggio della città dal Ducato di Modena e Reggio al Regno di Sardegna.

Nel 1877 il governo scelse l'altro quotidiano cittadino Il Panaro (nato il 25 gennaio 1862) come «Giornale officiale per le inserzioni degli atti giudiziari ed amministrativi»[3]. La Gazzetta fu assorbita dal giornale concorrente, che uscì con la doppia titolazione Il Panaro - Gazzetta di Modena.

Dal 1911 ad oggi

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Il 17 giugno 1911 uscì a Modena la Gazzetta dell'Emilia-Corriere di Modena[4]. La testata nacque sulle ceneri della Gazzetta dell'Emilia (1868-1911), quotidiano fondato a Bologna nel 1868. Chiuso all'inizio di giugno 1911, il giornale fu rifondato a Modena. La nuova testata recò l'indicazione "Anno LII", per indicare una continuità ideale con la Gazzetta di Modena, fondata 52 anni prima[5]. Nel 1914 chiuse Il Panaro[6]; da allora la Gazzetta dell'Emilia rimase il principale quotidiano della città.

Nel 1945, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il giornale fu sospeso dagli Alleati per la sua compromissione con la Repubblica Sociale Italiana. Nacque L'Unità democratica, organo nel Comitato di Liberazione Nazionale modenese[5].

Nel 1947 il quotidiano riprese il proprio nome originale. Da allora la testata ha assunto le seguenti denominazioni[7]:

  • La Gazzetta di Modena Anno LXXXVIII, n. 1 (febbraio 1947) - Anno XCIV, n. 304 (dicembre 1953);
  • Gazzetta dell'Emilia Anno XCIV, n. 305 (dicembre 1953) - Anno CVIII, n. 309 (dicembre 1967);
  • Gazzetta di Modena Anno CX, n. 1 (gennaio 1968) - Anno CXIX, n. 16 (gennaio 1977);
  • Nuova Gazzetta di Modena Anno I, n. 1 (24 marzo 1981) - oggi.

Il giornale è appartenuto al gruppo editoriale GEDI-la Repubblica fino al 14 dicembre 2020.

Dal 15 dicembre 2020 è edita dal gruppo Gruppo SAE, che pubblica anche Gazzetta di Reggio, La Nuova Ferrara ed Il Tirreno[8].

  • Cesare Viaggi, 1911-1937[5].
  • ...
  • Giuseppe Bertoni (dal 15 aprile 1940)
  • Rodolfo Monti (dal 16 maggio 1942)[5]
  • Erminio Porta (dopo il 25 luglio 1943)
  • Enrico Cacciari (dopo l'8 settembre 1943)
  • Vittorio Querel (dal gennaio 1944 al 21 aprile 1945). La Gazzetta di Modena cessa le pubblicazioni
  • Erminio Porta (dal 28 aprile 1945) . Nasce L'Unità democratica, organo del Comitato di Liberazione Nazionale[5]. Il quotidiano esce fino al 10 febbraio 1947[9].
  • ...
  • Dalla rifondazione come Nuova Gazzetta di Modena, il 24 marzo 1981[10], si avvicendarono alla direzione Candido Bonvicini, Umberto Marchesini, Carlo Accorsi e Pier Vittorio Marvasi fino al 1988.
  • Antonio Mascolo (dicembre 1988 - 25 marzo 2008)
  • Claudio Salvaneschi[11][12].
  • Antonio Ramenghi (- fino al marzo 2012)[13]
  • Enrico Grazioli (marzo 2012 - 10 gennaio 2019[14].
  • Roberta Giani, (11 gennaio 2019 - 14 dicembre 2020[15][16].
  • Giacomo Bedeschi (dal 15 dicembre 2020 - 28 febbraio 2023)[16].
  • Luciano Tancredi (1º marzo 2023 - 3 luglio 2023)[17]
  • Cristiano Meoni (4 luglio 2023 - in carica)[2]
  1. ^ Ricerca Dati Territoriali Dichiarati e Certificati [collegamento interrotto], su adsnotizie.it. URL consultato il 21 dicembre 2020.
  2. ^ a b Cristiano Meoni alla direzione dei tre quotidiani emiliani del Gruppo SAE, su primaonline.it. URL consultato l'8 luglio.
  3. ^ Gianfranco Tortorelli, Tra le pagine: autori, editori, tipografi nell'Ottocento e nel Novecento, Pendragon, 2002, p. 96.
  4. ^ 1911. Il giornale della città. Torna a Modena la “Gazzetta dell’Emilia”, su rivoluzioni.modena900.it. URL consultato l'8 marzo 2022.
  5. ^ a b c d e Giovanni Taurasi, La Gazzetta di Modena 150 anni fa, in Gazzetta di Modena, 31 dicembre 2009. URL consultato l'8 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2016).
  6. ^ Francesco Fattorello, Giulio Natali, Stefano La Colla, Telesio Interlandi, Ermanno Amicucci, GIORNALE e Giornalismo, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933. URL consultato l'8 gennaio 2016.
  7. ^ Gazzetta di Modena, su sol.unibo.it. URL consultato il 26 maggio 2022.
  8. ^ Sae nuovo editore di Il Tirreno, Gazzetta di Modena, di Reggio e Nuova Ferrara, in Affaritaliani, 15 dicembre 2020. URL consultato il 17 dicembre 2020.
  9. ^ L'unità democratica : quotidiano del Comitato di liberazione nazionale di Modena, su sol.unibo.it. URL consultato il 26 maggio 2022.
  10. ^ Nuova Gazzetta di Modena, su sol.unibo.it. URL consultato il 26 maggio 2022.
  11. ^ «Gazzetta di Modena»: Mascolo assume un nuovo incarico, Salvaneschi direttore [collegamento interrotto], in La Nuova Sardegna, 26 marzo 2008. URL consultato il 17 dicembre 2020.
  12. ^ Pasquale Ancona, Antonio Mascolo: "Siate appassionati fino all'intelligenza, ci sarà sempre una storia da raccontare", in ParmAteneo, 21 maggio 2018. URL consultato il 17 dicembre 2020.
  13. ^ Con Modena e per Modena, in Gazzetta di Modena, 24 marzo 2012. URL consultato il 14 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2018).
  14. ^ Enrico Grazioli, Grazie, Modena. Dove tutto è possibile, in Gazzetta di Modena, 10 gennaio 2019. URL consultato il 17 dicembre 2020.
  15. ^ Roberta Giani, Il congedo del direttore Roberta Giani / La forza nascosta dei modenesi, in Gazzetta di Modena, 15 dicembre 2020. URL consultato il 17 dicembre 2020.
  16. ^ a b Cambio alla guida della Gazzetta di Modena, la "Bonissima" per Roberta Giani, in ModenaToday, 15 dicembre 2020. URL consultato il 17 dicembre 2020.
  17. ^ Tancredi direttore di 4 testate, Bedeschi alla Nuova Sardegna, su professionereporter.eu. URL consultato il 3 aprile 2023.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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