Giangiacomo Borghese
Giangiacomo Borghese | |
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Governatore di Roma | |
Durata mandato | 30 agosto 1939 – 21 agosto 1943 |
Predecessore | Piero Colonna |
Successore | Riccardo Motta |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Giangiacomo Borghese (Lastra a Signa, 25 luglio 1889 – Palermo, 27 settembre 1954) è stato un pioniere dell'aviazione e politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Gian Giacomo Borghese, principe di Leonforte, era figlio del principe Giuseppe Borghese, duca di Poggio Nativo (1859-1942), e dalla marchesa Maria-Concetta Covoni Girolami (1865-1948), l'uno membro della grande famiglia romana, l'altra appartenente alla nobiltà fiorentina; era inoltre imparentato con le famiglie Altieri e La Rochefoucauld.
Si laureò in ingegneria presso l'Università La Sapienza di Roma e successivamente lavorò a Londra. Partecipò alla prima guerra mondiale come tenente e successivamente capitano del Genio e fu anche comandante pilota dello stormo volontari dell'aria della squadra "San Marco" e ricevette una medaglia al valor militare. Dopo la guerra aderì all'Associazione Nazionalista Italiana e a Milano prese parte a scontri di piazza contro i socialisti.[1]
Nel 1922 sposò Donna Sofia Lanza Branciforte dei principi di Trabia (1889 - 1984), figlia di Pietro Lanza Branciforte di Trabia e zia del celebre musicologo Gioacchino Lanza Tomasi.
Rientrato a Roma, nel 1923, con la fusione dell'ANI nel Partito Nazionale Fascista, aderì a quest'ultimo e si dedicò alla formazione di associazioni combattentistiche, fu consigliere dell'Opera nazionale combattenti e lavorò alla costituzione di consorzi di bonifica in Sicilia e fu tra i massimi esponenti dell'Unione fascista per le famiglie numerose.
Nel 1936 fu nominato nominato presidente della Provincia di Roma[2]. Il 30 agosto 1939 successe al principe Piero Colonna quale governatore di Roma. Durante la sua amministrazione si dedicò ad opere di carattere archeologico e continuò i lavori dell'E42. Il 25 luglio 1943 fu arrestato dagli stessi fascisti, a causa dei suoi legami con Galeazzo Ciano, insieme al suo vice Carlo Manno, che rimase alla guida dell'ente. Rilasciato dal governo Badoglio, diede le dimissioni e il 21 agosto si insediò al suo posto il commissario straordinario del governatorato Riccardo Motta.[3]
Dopo il 1945 si ritirò a vita privata a Palermo.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze italiane
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ DBI.
- ^ Paola Salvatori, Il governatorato di Roma. L'amministrazione della capitale durante il fascismo, Milano, FrancoAngeli, 2006, ISBN 88-464-7167-9.
- ^ Il Principe Gian Giacomo Borghese lascia il Governatorato dell'Urbe. La nomina del Senatore Riccardo Motta a Commissario Straordinario del Governatorato di Roma (PDF), su Archivio Capitolino. URL consultato l'11 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2016).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Malgeri, BORGHESE, Gian Giacomo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 12, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1971.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- I sindaci capitolini. Gian Giacomo Borghese, su Mediateca Roma. URL consultato il 18 marzo 2014.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 307356372 · SBN CUBV024503 |
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