Giorgio Corbelli
Giorgio Corbelli (Santarcangelo di Romagna, 17 luglio 1955) è un imprenditore e dirigente sportivo italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1982 ha iniziato la sua attività di business nella provincia bresciana fondando Telemarket e successivamente assumendo la rete di Elefante Tv con cui diffonde la programmazione di Telemarket, emittenti nazionali specializzate nel commercio di oggetti d'arte. I 2 canali sono gestiti dalla società Servizi TV, con proprietario sempre Giorgio Corbelli. Acquisisce più tardi la casa d'aste Semenzato ed entra nell'azionario di Finarte, la maggior maison italiana, quotata in borsa.
In campo sportivo, a partire dalla stagione 1988-89 diventa presidente del Basket Brescia, passando poi due anni (1991-1993) alla presidenza della squadra cestistica di Forlì. In seguito ha acquistato nel 1994 i diritti dell'Aurora Desio per trasferire la società a Roma, salvando i capitolini dalla retrocessione in A2.[1] Corbelli ha assunto la presidenza del club romano fino al 1999, cedendo la squadra a Claudio Toti nel 2001 dopo due anni di presidenze transitorie.
Nel settembre 1991 entrò nel mondo dei giornali, costituendo la società «Edizioni Bresciane» e comprando La Gazzetta di Brescia dal precedente proprietario Edoardo Longarini[2]. Il quotidiano chiuse nel novembre 1992.
Nel 2000 entra nel mondo del calcio acquistando quote di maggioranza del Napoli[3], salvo poi uscirne due anni più tardi per la difficile condizione economica della squadra e per vicende giudiziarie che implicarono le sue aziende. Era già comproprietario del San Marino Calcio.
Sempre in ambito cestistico, nell'estate 2002 acquisisce dal vecchio proprietario Sergio Tacchini l'Olimpia Milano[4], la più prestigiosa e titolata squadra del basket italiano. La mantiene fino al 2008, anno in cui gli subentra lo stilista Giorgio Armani. Dal novembre 2010 è stato presidente del Basket Rimini Crabs, formazione che partecipava al campionato di Legadue prima della liquidazione dell'estate seguente.
Finarte viene dichiarata fallita dal Tribunale di Milano nel marzo 2012; Corbelli è condannato in primo grado a un anno e otto mesi. In precedenza aveva già subito un'altra condanna per il crack del Napoli, insieme all'ex presidente Corrado Ferlaino. Nel 2019 viene condannato e messo agli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione delle opere pittoriche e grafiche di autori contemporanei, truffa ai danni di migliaia di clienti, ricettazione e riciclaggio. L’inchiesta riguarda la vendita di opere d’arte falsificate tramite i canali televisivi di Telemarket e Telemarket 2. L'anno successivo è condannato in via definitiva anche per il fallimento della Finarte[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Roma resta in serie A1, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 01-06-1994 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2014).
- ^ R.L., E la Gazzetta «voce» di Prandini cambia padrone, in Corriere della Sera - Lombardia, 28 settembre 1991, p. 43.
- ^ Mezzo Napoli è di Corbelli, su archiviostorico.gazzetta.it, La Gazzetta dello Sport, 17-05-2000.
- ^ Corbelli compra la storia, su archiviostorico.gazzetta.it, La Gazzetta dello Sport, 26-06-2002.
- ^ Giorgio Corbelli arrestato, la caduta dell’ex patron di Telemarket, su ilrestodelcarlino.it, Il Resto del Carlino, 30-01-2020.