Hamid Reza Pahlavi

Hamid Pahlavi
Principe imperiale dell'Iran
Stemma
Stemma
In carica4 luglio 1932 –
prima del 1970
Nome completoHamid Reza Pahlavi
TrattamentoAltezza Imperiale
NascitaTeheran, 4 luglio 1932
MorteTeheran, 12 luglio 1992 (60 anni)
Luogo di sepolturaCimitero di Behesht-e Zahra, Teheran
DinastiaPahlavi
PadreReza Shah Pahlavi
MadreEsmat Dowlatshahi
ConiugiMinou Dowlatshahi
(1951)
Homa Khameneh
(1959)
Houri Khameneh
(1974)
FigliI:
Niloufar
II:
Behzad
Nazak
III:
Jaafar
ReligioneIslam sciita

Hamid Reza Pahlavi (in persiano حمیدرضا پهلوی‎; Teheran, 4 luglio 1932Teheran, 12 luglio 1992) è stato un principe iraniano della dinastia Pahlavi, figlio di Reza Shah Pahlavi.

Hamid Reza Pahlavi nacque il 4 luglio 1932 a Teheran, in Iran, nel Palazzo di Marmo. Era l'undicesimo e ultimo figlio di Reza Pahlavi, Shah da sette anni, e il quinto dalla sua consorte secondaria Esmat Dowlatshahi[1][2][3][4][5]. Sebbene nato principe imperiale, non fu ammesso alla successione al trono a causa del fatto che sua madre era un membro della dinastia Qajar, deposta proprio da Reza Pahlavi[6].

Dopo l'istruzione primaria in Iran, venne mandato a studiare negli Stati Uniti. L'esperienza si rivelò fallimentare: Hamid si fece espellere dalla prima scuola superiore di Newport perché fuggito per recarsi prima a Parigi e poi a Provincetown, e tre mesi dopo ripeté la cosa nella sua nuova scuola a Washington, recandosi a Hollywood da suo fratello Mahmoud. In entrambe le occasioni dichiarò di averlo fatto per nostalgia della famiglia e perché entrambe le scuole erano esclusivamente maschili e gli mancavano le ragazze[7].

Anche tornato in Iran, Hamid continuò a rendersi noto per il suo stile di vita scandaloso e alle volte losco, fra cui avere due figli fuori dal matrimonio, il mantenere la poligamia e l'essere coinvolto nel traffico d'oppio. Per tutto ciò, Mohammed Reza, fratellastro di Hamid e Shah dal 1941, decise di privarlo dei suoi titoli e bandirlo da corte[8].

Durante gli anni '60, divenne noto come una figura di spicco del narcotraffico iraniano[9].

Lapide di Hamid Reza Pahlavi

Nel 1979, a seguito della rivoluzione islamica che depose i Pahlavi e pose fine alla monarchia in Iran, Hamid, a differenza del resto della sua famiglia, decise di restare in Iran sotto il falso nome di Islami[8]. Tuttavia, nel 1986 fu arrestato con l'accusa di vagabondaggio e condannato a dieci anni per traffico di droga. Dalla prigione di Evin, dove fu detenuto, dichiarò di essere piuttosto un prigioniero politico: disse di essere stato arrestato per il suo nome e di condividere la cella con generali e funzionari fedeli ai Pahlavi, ma che non era maltrattato e che le cose potevano "andare peggio"[10].

Morì in cella il 12 luglio 1992, di infarto, e venne sepolto nel cimitero di Behesht-e Zahra, a Teheran[11].

Hamid Reza Pahlavi ebbe tre mogli, da cui ebbe un totale di quattro figli, due maschi e due femmine:[12][13]

  • Nel marzo 1951, a Teheran, sposò Minou Dowlatshahi, dalla quale ebbe una figlia:
    • Niloufar Pahlavi (nata nel 1953).
  • Nel 1959, sposò Homa Khameneh, dalla quale aveva già avuto un figlio e una figlia:
    • Behzad Pahlavi (1957–1983). Dopo aver passato l'infanzia nel Regno Unito, venne riportato in Iran su ordine dello zio Mohammed Reza e iscritto alla scuola militare[14].
    • Nazak Pahlavi (12 febbraio 1958 – 27 dicembre 1987).
  • Nel 1974, sposò Houri Khameneh, dalla quale ebbe un figlio:
    • Jaafar Pahlavi (nato nel 1975).
  1. ^ Historic Personalities of Iran: Reza Shah Pahlavi, su www.iranchamber.com.
  2. ^ Diana Internet Archive, Equal rights is our minimum demand : the women's rights movement in Iran, 2005, Minneapolis : Twenty-First Century Books, 2011, p. 40, ISBN 978-0-7613-5770-4.
  3. ^ (EN) Gholamali Haddad Adel, Mohammad Jafar Elmi e Hassan Taromi-Rad, The Pahlavi Dynasty: An Entry from Encyclopaedia of the World of Islam, EWI Press, 31 agosto 2012, p. 144, ISBN 978-1-908433-01-5.
  4. ^ (EN) Gholam Reza Afkhami, The Life and Times of the Shah, University of California Press, 12 gennaio 2009, p. 605, ISBN 978-0-520-94216-5.
  5. ^ (EN) E. Burke Inlow, Shahanshah The Study Of Monarachy Of Iran, Motilal Banarsidass Publ., 1979, p. 91, ISBN 978-81-208-2292-4.
  6. ^ Hussein Fardust, Ḥusain Farrdūst e Ali Akbar Dareini, The rise and fall of the Pahlavi dynasty: memoirs of former General Hussein Fardust, 1. ed, Motilal Banarsidass Publ, 1999, p. 446, ISBN 978-81-208-1642-8.
  7. ^ "Hamid flies coop again. School without girls fails to charm Iranian Prince." The Philadelphia Inquirer, 18 September 1947
  8. ^ a b Asadollah Alam e Alinaghi Alikhani, The Shah and I: the confidential diary of Iran's royal court, 1969-1977, I. B. Tauris, 1991, p. 245, ISBN 978-1-85043-340-8.
  9. ^ Maziyar Ghiabi, Drugs Politics: Managing Disorder in the Islamic Republic of Iran, Cambridge University Press, 2019, DOI:10.1017/9781108567084, ISBN 978-1-108-47545-7.
  10. ^ (EN) "Il fratello del defunto Shah intervistato in prigione", su NewspaperArchive.com, 2 agosto 1989.
  11. ^ Morto Hamid Reza Pahlavi, su articles.orlandosentinel.com.
  12. ^ Dowlatshahi Family Pictures, su www.qajarpages.org.
  13. ^ Hamid Reza family, su argentic-photo.com. URL consultato il 20 novembre 2023 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2018).
  14. ^ Asadollah Alam e Alinaghi Alikhani, The Shah and I: the confidential diary of Iran's royal court, 1969-1977, I. B. Tauris, 1991, p. 245, ISBN 978-1-85043-340-8.

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