Il quarto tipo

Il quarto tipo
Milla Jovovich in una scena del film.
Titolo originaleThe Fourth Kind
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno2009
Durata98 min
Rapporto2,35:1
Generefantascienza, orrore, giallo
RegiaOlatunde Osunsanmi
SoggettoOlatunde Osunsanmi
Terry Robbins
SceneggiaturaOlatunde Osunsanmi
ProduttorePaul Brooks, Joe Carnahan, Terry Robbins
Casa di produzioneGold Circle Films, Dead Crow Productions, Chambara Pictures, Focus Films, Fourth Kind Productions, Universal Pictures
Distribuzione in italianoWarner Bros.
FotografiaLorenzo Senatore
MontaggioPaul Covington
MusicheAtli Örvarsson
ScenografiaCarlos Silva Da Silva
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il quarto tipo (The Fourth Kind) è un film del 2009 scritto e diretto da Olatunde Osunsanmi.

Mescolando elementi in stile falso documentario (mockumentary), il film narra i misteriosi eventi che si verificano da oltre quarant'anni nella cittadina di Nome, in Alaska, legati ai rapimenti alieni.

Il titolo del film si riferisce alla classificazione utilizzata dagli ufologi (inizialmente stilata da Josef Allen Hynek nel 1972) riguardo agli incontri ravvicinati con gli alieni, in cui il quarto tipo denota un rapimento alieno.

Un regista intervista la dottoressa Abigail Tyler. La dottoressa spiega come abbia provato su di sé gli effetti della regressione ipnotica grazie al suo amico dott. Abel Campos. Quest'ultimo si era offerto di ipnotizzarla per farle ricordare informazioni sull'identità dell'assassino del marito, ucciso proprio di fianco a lei nel letto durante la notte, senza che la dottoressa potesse muoversi (come ricorda, non riusciva nemmeno a girare la testa). Dopo il fallimento della sessione di regressione ipnotica, il dott. Abel tenta di convincere Abigail a prendersi una pausa da questi ricordi dolorosi e pensare ad altro, ma ovviamente il tutto risulta uno spreco di parole. La dottoressa allora continua il suo lavoro da psicologa, praticando sempre più ipnosi regressive sui pazienti che soffrono di disturbi del sonno e viene a scoprire che, ogni notte, i pazienti si svegliano e si accorgono di essere fissati da un gufo bianco fuori dalla finestra.[1]

Abigail, fortemente incuriosita da questo fatto, chiede a un paziente, Tommy Fisher, di cercare di ricordare qualcosa della notte precedente tramite ipnosi. Tommy ricorda di essersi svegliato di notte e di avere visto il solito gufo bianco, ma quest'ultimo era sparito e la porta della sua camera da letto si era spalancata di colpo: a questo punto, Tommy diventa isterico per lo spavento e, tirato fuori a forza dalla sessione di ipnosi, si rifiuta di dire cosa è successo dopo che la porta si è aperta. Alla dottoressa non resta che congedarlo senza avere ottenuto le risposte che voleva; tuttavia, quella stessa sera viene contattata dalla polizia perché Tommy ha preso in ostaggio sua moglie e i figli, minacciandoli con una pistola. Non vuole parlare con nessun altro al di fuori della dottoressa.

Arrivata sul posto, tenta di calmare Fisher che sbraita in un linguaggio sconosciuto. Abigail gli chiede di tradurre ciò che dice, ma ne ottiene l'uccisione degli ostaggi e dello stesso Tommy, che si suicida. Lo sceriffo, durante un interrogatorio, le chiede la connessione tra le sessioni di ipnosi e quel che è appena accaduto. Lei risponde di non vedere alcuna connessione tra le due cose, così lo sceriffo le impone di interrompere gli esperimenti di regressione, per il bene suo e dei concittadini. Tornata a casa, Abigail accende il registratore per le annotazioni sui suoi pazienti, poi si addormenta lasciandolo acceso. Ciò che scopre il giorno dopo, durante una sessione con un paziente, e quello che il registratore audio ha registrato la sera prima, non fanno altro che incrementare la sua voglia di andare a fondo della questione e scoprire la connessione con l'omicidio di suo marito Will.

Grazie a una consulenza con uno storico, scopre che il linguaggio alieno è sumero, una delle lingue (nonché civiltà) più antiche. Nelle sessioni successive, scopre altre comunicazioni in questa lingua ad opera di una presunta divinità malvagia e onnipotente; ne viene attaccata e, stando al suo racconto, sua figlia viene rapita.

Questo è il secondo film, dopo l'horror "The Cavern", dello sceneggiatore e regista Olatunde Osunsanmi, protégé del regista Joe Carnahan, con cui ha lavorato come assistente durante le riprese di Smokin' Aces.

Il film è stato girato nelle città di Vitoša e Sofia, in Bulgaria, e a Los Angeles, in California. Le riprese aeree, destinate a rappresentare Nome, sono state effettuate a Squamish, Canada. Per la produzione del film è stato speso un budget di 10 milioni di dollari.[2]

Distribuzione

[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato presentato in anteprima allo Screamfest Horror Film Festival a fine ottobre del 2009; la pellicola ha debuttato nelle sale cinematografiche statunitensi, britanniche e canadesi il 6 novembre dello stesso anno. In Italia il film è stato distribuito a partire dal 22 gennaio 2010 su distribuzione Warner Bros.

Il film ha incassato in tutto il mondo quasi 48 milioni di dollari al botteghino, riuscendo a generare comunque un piccolo profitto per la casa di produzione.[2]

Sulla piattaforma Rotten Tomatoes il film ha ottenuto un indice di apprezzamento del 18% sulla base di 115 recensioni.[3] Molti critici hanno condannato il fatto che il film lasci intendere come reali fatti che sono in realtà frutto dello stile mockumentary al fine di capitalizzare l'attenzione dell'opera e incassare più denaro, facendo leva sui timori del pubblico circa la realtà che si cela dietro tragedie come la scomparsa improvvisa di bambini.[3] Ciononostante, molti critici hanno speso comunque parole positive sulle caratteristiche tecniche del film: ad esempio il critico Roger Ebert si è complimentato fortemente per la performance della protagonista Milla Jovovic.[4]

  1. ^ Nonostante gli addotti nel film asseriscano di vedere ogni notte un gufo fuori dalla loro finestra, quello mostrato è in realtà un barbagianni.
  2. ^ a b (EN) The Fourth Kind, su Box Office Mojo. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  3. ^ a b (EN) The Fourth Kind (2009). URL consultato il 2 dicembre 2020.
  4. ^ (EN) Roger Ebert, The Fourth Kind review, su Suntimes. URL consultato l'11 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2013).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]