Iracundiam qui vincit, hostem superat maximum
Iracundiam qui vincit, hostem superat maximum, cioè Chi vince l'ira, supera il più grande nemico, è una massima latina, composta da uno dei più famosi autori di mimo, Publilio Siro, I secolo a.C., nelle sue Sententiae (raccolta di circa 700 massime e sentenze morali) tratte dai suoi mimi. Spesso citata in opere e studi sulla lingua latina[1][2] e in raccolte di proverbi[3][4]. La locuzione viene usata come spunto da Dante Alighieri nell'VIII canto dell'Inferno (incentrato sugli iracondi) come da note di Gabriele Rossetti[5], ed è citata da Ovidio, nelle sue "Epistulae ex ponto"[6].
Albertano da Brescia inserisce la frase nel capitolo "Dell'ira che dei schifare nel consiglio" nei suoi Trattati Morali[7].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Suzanne B. Faris e Lesley E. Lundeen, Ten Years of the Agnes Kirsopp Lake Michels Lectures at Bryn Mawr College, Bryn Mawr Commentaries, 2006, ISBN 978-1-931019-03-3. URL consultato il 9 dicembre 2021.
- ^ (EN) Maria-Luiza Dumitru Oancea, Ana-Cristina Halichias e Nicolae-Andrei Popa, Expressions of Fear from Antiquity to the Contemporary World, Cambridge Scholars Publishing, 22 giugno 2016, ISBN 978-1-4438-9646-7. URL consultato il 9 dicembre 2021.
- ^ Niccolò Persichetti, Dizionario di pensieri e sentenze d'autori antichi e moderni d'ogni nazione, Fratelli Rechiedei Editori, 1887. URL consultato il 9 dicembre 2021.
- ^ (EN) W. Gurney Benham, A Book of Quotations, BoD – Books on Demand, 6 aprile 2020, ISBN 978-3-8460-4762-0. URL consultato il 9 dicembre 2021.
- ^ Gabriele Rossetti, La Divina Commedia di Dante Alighieri con Comento Analitico, 1826. URL consultato il 9 dicembre 2021.
- ^ (EN) Ovid, Publius Ovidius Naso e Post-Doctoral Assistant Institut Fur Klassische Philologie Und Komparatistik Jan Felix Gaertner, Epistulae Ex Ponto, OUP Oxford, 6 ottobre 2005, ISBN 978-0-19-927721-6. URL consultato il 9 dicembre 2021.
- ^ Albertano da Brescia, Dei Trattati Morali di Albertano da Brescia volgarizzamento inedito, a cura di Domenico Santagata, 1875, p. 79. URL consultato il 10 dicembre 2021.