Jean-Hubert Martin

Jean-Hubert Martin

Jean-Hubert Martin (Strasburgo, 1944) è un curatore d'arte francese.

Laureatosi in lettere e storia dell'arte alla Sorbona di Parigi nel 1968, fra gli incarichi ricoperti è stato ex direttore del Centro Georges Pompidou, della Kunsthalle di Berna, e del Musée National des Arts d'Afrique et d'Océanie di Parigi. Jean-Hubert Martin gode fama internazionale non solo come un esperto del mondo dell'arte europea e americana, ma anche per essere una voce autorevole nel campo dell'arte contemporanea di tutti i continenti del globo. Si è occupato della promozione dell'arte russa per oltre trenta anni, in qualità di membro della giuria del Premio Kandinsky e come curatore di esposizioni su artisti allora emergenti come Ilya Kabakov, di cui ha curato la prima personale.

Il nome di Jean-Hubert Martin è noto anche per l'esposizione del 1989 Magiciens de la terre, che ancora oggi ha influenza sull'arte contemporanea africana e che ha innescato un dibattito culturale sul significato e il valore dell'arte di questo continente. Il suo lavoro pionieristico ha consentito a numerosi artisti emergenti l'inserimento nel sistema dell'arte contemporanea internazionale: già nel 1983, ad esempio, alla mostra Konstruierte Orte tenutasi alla Kunsthalle di Berna, espone opere di artisti di Düsseldorf come Thomas Huber, Reinhard Mucha, Thomas Schütte. Inoltre, in occasione della mostra Magiciens de la terre presenta artisti sconosciuti come Bruly Bouabré, Bodys Kingelez e Huang Yong Ping.

Jean-Hubert Martin e l'arte

[modifica | modifica wikitesto]

Rapporti con il Dada

[modifica | modifica wikitesto]

Jean-Hubert Martin si interessa della corrente Dada già dal 1976, quando cura la retrospettiva su Francis Picabia al Grand Palais di Parigi. Organizza anche due esposizioni dei lavori di Man Ray (nel 1972 e nel 1982) per il Musée National d'Art Moderne di Parigi, presso il Centro Georges Pompidou. Va ricordato il suo contributo alla mostra "Parigi-Berlino" nel 1978, dove ha messo in risalto i dadaisti di Berlino. Nel 1988, come Direttore del Musée National d'Art Moderne di Parigi, fonda la prima sala espositiva esclusivamente dedicata alle opere di Marcel Duchamp all'interno del Centro Georges Pompidou. Nel 2008, realizza un'esposizione intitolata Surexposition: Duchamp, Man Ray, Picabia – Sexe, Humour et Flamenco, dedicata all'amicizia fra Duchamp, Man Ray e Francis Picabia.[1]

Rapporti con l'arte russa

[modifica | modifica wikitesto]

Si deve a Jean-Hubert Martin la prima mostra personale dell'artista di fama internazionale Ilya Kabakov al di fuori della Russia nel 1985, quando questi era ancora una figura sconosciuta. Martin ha curato una mostra di Kazimir Severinovič Malevič al Centre George Pompidou nel 1978. È stato membro della giuria del Premio Kandinsky dal 2007 al 2009, e ha curato la Terza edizione della Biennale d'arte contemporanea di Mosca, intitolata “Against exclusion” (“Contro l'esclusione”), con l'intento di offrire una panoramica globale dell'arte contemporanea senza alcun vincolo tematico specifico. In particolare, Jean-Hubert Martin presenta una predilezione per gli artisti della seconda generazione del Concettualismo Moscovita.[2]

Rapporti con l'arte africana

[modifica | modifica wikitesto]

Il più grande contributo di Martin nei confronti dell'arte africana è senza dubbio l'esposizione del 1989, “Magiciens de la Terre ”, alla quale non fu esposta nessuna opera di artisti già conosciuti, come quelli appartenenti alla Scuola di Dakar o di Abidjan, ma soltanto lavori di artisti emergenti, se non sconosciuti. L'intento era infatti la promozione di giovani artisti sul mercato dell'arte contemporanea, sebbene Martin fosse consapevole che non vi fosse alcun mercato dell'arte africana, né in Occidente né in Africa. L'esposizione suscitò numerose critiche, in particolare da parte delle riviste “Revue Noire ” e “Third Text ”. Si accusava Martin di non aver inserito un sufficiente numero di opere, di non aver studiato una corretta contestualizzazione dei lavori e del fatto che il comitato organizzativo fosse rappresentato da soli occidentali. Nel 1994, presso l'Istituto del Mondo Arabo di Parigi, ha curato la mostra Rencontres Africaines, collaborando con l'artista malese Abdoulaye Konate (che si è occupato di selezionare i lavori degli artisti del Nord Africa) e con l'artista marocchino Farid Belkahia (cui è stata affidata la selezione degli artisti dell'Africa nera). Nel 1995, per la Galerie des Cinq Continents, al Musée des Arts d'Afrique et d'Océanie ha presentato delle opere di artisti legati alla loro cultura e alle loro origini non occidentali. Nel 2004 ha avviato la mostra itinerante Africa Remix, la prima panoramica di arte contemporanea africana, ospitata nelle città di Dusseldorf, Londra, Parigi, Tokyo, Stoccolma e Johannesburg. È significativo il fatto che Martin, pur essendo un grande conoscitore dell'arte africana, non sia mai stato invitato alla Biennale di Dakar in qualità di relatore o di membro organizzativo. [3]

Opere (selezione)

[modifica | modifica wikitesto]
  • Laurie Anderson. The record of the time, Mazzotta, 2003
  • (con Maité Vissault), Chen Zhen. Residence, resonance, resistance. Edizione tedesca e francese. Catalogo della mostra (Tours-Munster), Gli Ori, 2003
  • (con Hervé Perdriolle), Richard Long. Jivya Soma Mashe. Un incontro, Mazzotta, 2004
  • Christian Boltanski. 6 Septembres, Charta, 2005
  • Jean Crotti. Catalogo della mostra (Fribourg, 6 giugno-14 settembre 2008), 5 Continents Editions, 2008
  1. ^ Jean Hubert Martin [collegamento interrotto], su venise.pavillonfrancais.com. URL consultato il 3 febbraio 2012.
    «"His interest in Dadaism focused on the large Francis Picabia retrospective at the Grand Palais in Paris (1976), and the two large Man Ray exhibits (1972 and 1982) that he organised for the Musée National d'Art Moderne of Paris. For the Paris-Berlin exhibit (1978), he spotlighted the Parisian and Berliner Dadaists. In 1988, as director of the Musée National d'Art Moderne at the Pompidou Centre in Paris, for the first time he set up two rooms in the museum dedicated solely to the works of Marcel Duchamp and Francis Picabia. In 2008 he devoted a Surexposition to the friendship among Duchamp, Man Ray and Picabia."»
  2. ^ Jeean Hubert Martin [collegamento interrotto], su venise.pavillonfrancais.com. URL consultato il 3 febbraio 2012.
    «"Russia, where he went frequently while preparing for the Paris-Moscow exhibit, is another interest of his. In 1978 at the Pompidou Centre he organised the Casimir Malevitch exhibit, the first in Paris, and he then published Architectones, which had still not been well studied at the time. He maintains close contacts in Russian artistic circles. So it was that in 1985-86 he organised the first one-man exhibition of Ilya Kabakov in Western Europe, and an Erik Boulatov exhibit at the Pompidou Centre in 1988. He was a member of the Kandinsky Prize jury from 2007 to 2009, and in 2009 he held the 3rd Moscow Biennial, which was a big success with the public."»
  3. ^ Jeean Hubert Martin, su io.pensa.it. URL consultato il 3 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN24604959 · ISNI (EN0000 0001 2142 6420 · SBN RAVV017964 · LCCN (ENn82089996 · GND (DE121702367 · BNE (ESXX4993060 (data) · BNF (FRcb11914813k (data) · J9U (ENHE987007599041205171