Kamafugiti (serie delle)
Kamafugite | |
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Categoria | Roccia magmatica |
Sottocategoria | roccia effusiva-roccia intrusiva |
Minerali principali | Kalsilite ± leucite ± melilite ± clinopirosseno ± olivina ± flogopite. |
Minerali accessori | perovskite, ossidi opachi. |
Struttura | isotropa |
Tessitura | olocristallina o ipocristallina porfirica |
Varietà | Mafurite, Katungite, Venanzite, Coppaelite, Ugandite |
Sezioni sottili di kamafugite | |
Fenocristalli di olivina (parzialmente alterata da iddingsite), in una pasta di fondo vetrosa e ricca in minuti cristalli di kalsilite. Mafurite, Bunyaruguru, Uganda. |
La serie delle kamafugiti, come definita da Sahama (1974), è un gruppo di rocce ignee o magmatiche principalmente effusive, alcaline ultrapotassiche ed estremamente sottosature in silice, caratterizzate dalla presenza del feldspatoide kalsilite (KAlSiO4), associato alla leucite (KAlSi2O6) e/o alla melilite [(Ca,Na)2(Al,Mg,Fe2+)(Si,Al)2O7]. La tessitura è olocristallina o ipocristallina porfirica.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome, coniato da Sahama, è un acronimo dei nomi delle principali rocce della serie: KAtungite, MAFugite e UGandite. La prima descrizione di lave a kalsilite fu effettuata da Holmes e Harwood (1932), che descrissero le rocce pleistoceniche del complesso vulcanico di Toro-Ankole, nella zona meridionale dell'Uganda.
Mineralogia e classificazione
[modifica | modifica wikitesto]Come risulta dalla tabella 1, le Kamafugiti, con l'eccezione dell'ugandite, sono caratterizzate dalla presenza della kalsilite, alla quale si associano o meno la leucite, la melilite, il clinopirosseno, l'olivina e il vetro vulcanico. Come accessori possono essere presenti la perovskite e ossidi opachi.
Nome | flogopite | clino- pirosseno | leucite | kalsilite | melilite | olivina | vetro |
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Mafurite | – | O | – | O | – | O | O |
Katungite | – | – | O | O | O | O | O |
Venanzite | O | O | – | O | – | O | – |
Coppaelite | O | O | – | O | O | – | – |
O = presente; – = assente
Secondo lo IUGS le rocce a kalsilite senza leucite o melilite andrebbero chiamate kalsilititi e le uganditi, che non hanno kalsilite, andrebbero classificate come olivina leucititi. Le rocce intrusive contenenti kalsilite andrebbero invece chiamate kalsilite pirosseniti. Le rocce intrusive della provincia petrologica dell'Aldan e Nord-Baikal, in Russia, pur contenendo kalsilite, non sono kamafugiti: così la roccia chiamata localmente synnyrite diventa una kalsilite sienite è quella chiamata yacutite una kalsilite-biotite pirossenite. Sempre lo IUGS raccomanda di sostituire i termini storici delle kamafugiti con quelli proposti nella tabella 2.
Nome storico | Nome raccomandato |
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Mafurite | olivina-pirosseno kalsilitite |
Katungite | kalsilite-leucite-olivina melilitite |
Venanzite | kalsilite-flogopite-olivina-leucite melilitite |
Coppaelite | kalsilite-flogopite melilitite |
Ugandite | pirosseno-olivina leucitite |
Caratteristiche geochimiche
[modifica | modifica wikitesto]Le kamafugiti hanno un contenuto estremamente basso di silice (SiO2), sono povere in allumina (Al2O3) e ricche in CaO (di solito >12%) e K2O (>3%). Hanno un alto rapporto Mg/(Mg + Fe2+) (tra 0,84 e 0,93) e un alto valore di elementi compatibili (Ni + Cr > 1000 ppm). Il rapporto (Na + K)/Al è molto variabile (da 1,1 a 6), mentre gli elementi incompatibili ad alta carica (HFSE) hanno un pattern simile a quello delle carbonatiti estrusive[1]. Le kamafugiti, inoltre, sono caratterizzate dalla presenza normativa di kalsilite, melilite e perovskite.
Origine delle kamafugiti
[modifica | modifica wikitesto]il motivo per cui lo IUGS, pur raccomandando i termini elencati nella tabella 2, non propone di eliminare il termine kamafugite o serie delle kamafugiti è che queste rocce sono ritenute consanguinee.
La genesi delle kamafugiti, rocce molto rare, è tutt’altro che chiara, ma un aspetto molto importante è che sono rocce strettamente legate alle carbonatiti e, come queste, hanno origine dalla fusione parziale di un mantello di composizione inusuale. Secondo Stoppa e Cundari (1998)[1], almeno per le kamafugiti italiane, gli aspetti geochimici e petrologici depongono a favore di una rapida ascesa attraverso la litosfera di un fuso kamafugitico/carbonatitico, con separazione della fase carbonatica per immiscibilità dei liquidi che, secondo i dati sperimentali di Lucas et al. (2012), avverrebbe nel mantello a 1,7 GPa e 1220 °C. La particolare composizione delle kamafugiti è indicativa di una fusione scarsa del mantello, con rapida separazione del fuso e altrettanto rapida risalita. Queste caratteristiche si possono collegare ad un incipiente assottigliamento della litosfera continentale durante l'apertura di un rift.
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]In Italia:
- Provincia Magmatica intra-Appenninica (Quaternario): a San Venanzo, Terni (da cui il nome venanzite, 0,29 Ma); Cupaello (da cui il nome coppaelite, 0,64 Ma), Oricola-Carsoli (0,53 Ma), Grotta del Cervo (0,5 Ma?)[2]
Nel mondo:
- Mata de Corda, Brasile (Cretaceo)
- Provincia magmatica pleistocenica di Toro-Ankole, nel Sud dell'Uganda (da cui il nome uganditi)
- Bunyaruguru, Uganda
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Stoppa F., Cundari A. - Origin and multiple cristallization of the kamafugite-carbontite association: the San Venanzo-Pian di Celle occurrence (Umbria, Italy) (1998) - Mineralogical Magazine, 62 (2), pp. 273-289
- ^ Peccerillo A. - Plio-Quaternary Volcanism in Italy -Petrology, Geochemistry, Geodynamics - (2005) - Springer - ISBN 3-540-25885-X
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Le Maitre R.W. - Igneous Rocks. A classification and glossary terms. 2nd edition (2002)- Cambridge University Press pag.12
- Sahama, T.G. - Potassium-rich alkaline rocks. In: Sørensen, H. (Editor) The Alkaline Rocks (1974) - Wiley, New York. pp.96–109.
- http://www.alexstrekeisen.it/vulc/mafurite.php consultato il 05/06/2018
- Wooley A.R., Bergman S.C., Edgar A.D., Le Bas M.J., Mitchell R.H., Rock N.M.S., Scott Smith B.H. - Classification of Lamprophyres, lamproites, kimberlites and the kalsilitic, melilitic and leucitic rocks (1996) - The Canadian Mineralogist, 34, pag.175-186