Doṣa

I tre umori nell'Ayurveda ed i cinque grandi elementi di cui sono composti. I colori utilizzati sono arbitrari

I doṣa (in sanscrito दोष, con grafia inglese dosha), secondo l'Ayurveda, sono le tre sostanze vitali presenti nell'apparato psico-somatico di ogni persona, che hanno dato luogo alla «dottrina del tridoṣa» (in sanscrito त्रिदोषोपदेश, tridoṣa-upadeśaḥ). Esse sono: Vata, Pitta e Kapha.

Autorevoli trattati ayurvedici descrivono come la qualità e la quantità di queste tre sostanze fluttuino in maniera diversa nell'organismo secondo le stagioni, l'ora del giorno, la dieta e molti altri fattori. Da un certo punto di vista, i dosha ayurvedici sono paragonabili agli umori biologici della concezione ippocratica occidentale.[1]

Vata, Pitta e Kapha

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Alla base della medicina ayurvedica vi è la teoria secondo cui la salute consiste in un equilibrio fra i tre fondamentali dosha o bio-elementi corporei, chiamati Vata, Pitta e Kapha, formati dai cinque elementi che compongono l'universo, cioè fuoco, aria, acqua, terra ed etere.[2]

  • Vāta è l'energia cinetica, dalla qualità secca, leggera, fredda, dura, sottile ed instabile.[3] È composta dagli elementi aria + etere. Governa tutti i movimenti nel corpo, che si muove grazie alle proprietà vata. Il dolore è la caratteristica del vata squilibrato. Alcune delle malattie legate al vata squilibrato sono flatulenza, gotta, reumatismi, nonché iperattività e ipertensione.[4]
  • Pitta è l'energia del metabolismo e della trasformazione, composta dagli elementi acqua + fuoco. È caratterizzata da calore, umidità, fluididità, acidità e leggerezza.[5] La sua qualità principale è il calore.[6] È il principio energetico identificabile con la bile, impiegata per controllare la digestione e migliorare il metabolismo.[7] Una pitta squilibrata dà luogo principalmente ad un eccessivo calore corporeo o ad una sensazione di bruciore e arrossamento, tradotti sul piano psicologico come irritabilità, scoraggiamento, e perfezionismo.[8]
  • Kapha è l'energia della coesione, composta da terra + acqua. È oleosa, pesante, fredda, morbida, stabile, lenta, viscosa e apportatrice di sostanze nutritive.[5] È l'elemento nutriente del corpo. Tutti gli organi tenui sono costituiti da kapha e svolgono un ruolo importante nella percezione del gusto insieme al nutrimento e alla lubrificazione. Sintomi di uno squilibrio kapha sono stanchezza, apatia, pesantezza e pigrizia.[8]

Ognuno dei tre dosha può inoltre assumere cinque tipologie diverse di manifestazione.[9]

Nel complesso, i dosha dominanti nell'individuo, che possono essere anche due, o persino tutti e tre insieme, ne determinano le tendenze, i punti di forza e le debolezze. La terapia prescritta dal vaidya, cioè dal medico ayurvedico, consiste generalmente in uno stile di vita conforme al prakṛti del paziente, al suo tipo ayurvedico,[9] e in un regime alimentare che gli consenta di armonizzarsi con l'universo. Tale dieta è stabilita in base al dosha maggioritario di ciascuno, tenendo conto dei ritmi della natura che sottostanno anch'essi all'influenza dei dosha. I cibi vengono classificati in base alle loro caratteristiche (amaro, acido, piccante, dolce, salato e astringente) e al loro impatto positivo o negativo sui dosha al fine di un loro riequilibrio.[10]

  1. ^ Ernesto Iannaccone, Ayurveda. La medicina dell'armonia tra l'uomo e l'universo, pag. 29, Tecniche Nuove, 2006.
  2. ^ Origine dei tre Dosha, su ayur.it.
  3. ^ Ashtanga Hrdayam Sutrasthana, 1.10.
  4. ^ Vinod Verma, Ayurveda: la scienza della vita, pp. 74-76, trad. it. di A. Bruno, Roma, Mediterranee, 1994.
  5. ^ a b Ashtanga Hrdayam Sutrasthana, 1.11.
  6. ^ A. G. Mohan, Indra Mohan, Guida all'uso terapeutico dello Yoga e dell'Ayurveda, pag. 20, trad. it. di A. Rosoldi, Mediterranee, 2007.
  7. ^ Valentina Iacchia, Ayurveda e dolore (PDF), su opicomo.it.
  8. ^ a b Hari Sharma, Ayurveda e autoguarigione. L'approccio vedico alla salute secondo Maharishi, pag. 167, Tecniche Nuove, 2000.
  9. ^ a b Tipologie costituzionali, su ayur.it.
  10. ^ Annamaria Valenti, La dieta Ayurvedica, Leggereditore, 2017.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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