Leopold Fellerer

Leopold Fellerer
Soprannome"Poldi"
NascitaVienna, 7 giugno 1919
MorteMautern an der Donau, 16 luglio 1968
Cause della morteincidente aereo
Dati militari
Paese servito Prima Repubblica Austriaca
Germania (bandiera) Germania
Forza armataBundesheer
Luftwaffe
SpecialitàCaccia
UnitàNJG 1
NJG 2
NJG 5
NJG 6
Anni di servizio1937-1945
1950-1968
GradoHauptmann
Oberstleutnant
Guerreseconda guerra mondiale
Comandante diII./NJG 5, III./NJG 6
Decorazionivedi qui
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Leopold Fellerer (Vienna, 7 giugno 1919Mautern an der Donau, 16 luglio 1968) è stato un militare e aviatore austriaco che prestò servizio nella Luftwaffe durante e dopo la seconda guerra mondiale. Asso dell'aviazione da caccia notturna ottenne 41 vittorie aeree, tra cui 32 bombardieri quadrimotori, in 450 missioni.

Nacque a Vienna il 7 giugno 1919, figlio di un funzionario pubblico. Nel 1937 presentò domanda per essere arruolato nella Österreichische Luftstreitkräfte che fu respinta, e allora si arruolò nell'esercito prestando servizio nell'Infanterienreggiment 3. A seguito dell'Anschluss, avvenuta il 12 marzo 1938, presentò domanda per essere trasferito alla Luftwaffe, che fu respinta, e allora prestò servizio nello Infanterienreggiment 131 della 44. Infanterie-Division con la quale partecipò all'annessione del Sudetenland.[1]

Nel novembre 1938, dopo aver presentato altre due domande, fu accettato per compiere l'addestramento al volo, e poi selezionato per diventare un pilota aerei da bombardamento. Completò il suo addestramento presso una Kampffliegerschule (scuola per piloti di combattimento), e nell'aprile 1940 venne promosso sottotenente e assegnato alla Kampffliegerschule-Ergänzungsgruppe, una unità di addestramento complementare per i piloti dei bombardieri.[2]

Assegnato alla II. Gruppe del Nachtjagdgeschwader 1 (NJG 1) come ufficiale tecnico,[3] reclamò la sua prima vittoria in combattimento l'11 febbraio 1941 a spese di un bombardiere bimotore Handley Page Hampden (X3001) del No. 49 Squadron a nord di Alkmaar.[4] Trasferito alla 4. Staffel dello NJG 1 nel giugno 1941, il 16 dello stesso mese il suo caccia Messerschmitt Bf 110D-0 "G9+DM" fu colpito dal fuoco di risposta di un bombardiere Vickers Wellington (W5447) del No. 218 Squadron.[5] Il combattimento ebbe luogo sul Mare del Nord a ovest di Den Helder, e lui, insieme al suo operatore radio oberfeldwebel Heinz Hätscher rientrò in emergenza sull'aeroporto di Bergen.

Il 10 ottobre 1942 fu nominato Staffelkapitän della 3.Staffel dello NJG 1. A causa delle ridesignazione dei reparti l'unità divenne 5. Staffel dello Nachtjagdgeschwader 5 (NJG5) il 1 dicembre 1942.[6] Promosso Hauptmann, nel febbraio 1944 fu nominato Gruppenkommandeur della II.Gruppe dello NJG5.[7] Durante questo periodo raggiunse le 18 vittorie aeree. Nel gennaio 1944 rivendicò l'abbattimento diurno di due bombardieri quadrimotori dell'United States Army Air Forces (USAAF), un Consolidated B-24 Liberator il giorno 4 e un Boeing B-17 Flying Fortress il giorno 11. Nella notte tra il 20 e il 21 gennaio reclamò l'abbattimento di cinque bombardieri della Royal Air Force, e il 5 febbraio fu insignito della Croce d'oro dell'Ordine militare della Croce Tedesca.[6] Al raggiungimento delle 34 vittorie, l'8 aprile fu insignito della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro (Ritterkreuz des Eisernen Kreuzes).[8] Il 10 maggio 1944, II.Gruppe dello NJG 5 fu ridenominato III.Gruppe dello Nachtjagdgeschwader 6 (NJG 6), e lui continuò nella sua azione di comando.[9] Durante il periodo agosto-ottobre 1944,lui e la III./NJG 6 effettuarono anche operazioni di contrasto alle missioni di aerorifornimento, con partenza dall'Italia, in supporto alla rivolta dell'esercito nazionale polacco a Varsavia. In questo periodo rivendicò l'abbattimento di due Douglas DC-3 e due Consolidated B-24 Liberator. Alla fine del conflitto risultava aver conseguito 41 vittorie, di cui 39 in missioni di caccia notturna, tra cui 32 quadrimotori, nel corso di 450 missioni belliche.

Durante il corso degli anni cinquanta del XX secolo entrò in servizio nella ricostituita Luftstreitkräfte austriaca, diventando comandante della base aerea di Langenlebarn, a Tulln, sul Danubio, ritirandosi poi dal servizio attivo con il grado di oberstleutnant. Morì il 15 luglio 1968 in un incidente aereo, quando il suo Cessna L-19 precipitò nelle vicinanze di Krems.[10]

Coppa d'onore della Luftwaffe - nastrino per uniforme ordinaria
— 16 novembre 1942.[13]

Bibliografiche

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  • (EN) Gebhard Anders, History of the German Night Fighter Force, 1917–1945, London, Janes, 1978, ISBN 978-0-354-01247-8.
  • (DE) Florian Berger e Christian Habisohn, Ritterkreuzträger im Österreichischen Bundesheer 1955–1985, Wien, Selbstverlag Florian Berger, 2003, ISBN 978-3-9501307-2-0.
  • (EN) Martin Bowman, Nachtjagd, Defenders of the Reich 1940–1943, Barnsley, Pen and Sword, 2016, ISBN 978-1-4738-4986-0.
  • (EN) Martin Bowman, German Night Fighters Versus Bomber Command 1943–1945, Barnsley, Pen and Sword, 2016, ISBN 978-1-4738-4979-2.
  • (DE) Walther-Peer Fellgiebel, Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939–1945 – Die Inhaber der höchsten Auszeichnung des Zweiten Weltkrieges aller Wehrmachtteil, Friedberg, Podzun-Pallas, 2000, ISBN 978-3-7909-0284-6.
  • (EN) French L. MacLean, Luftwaffe Efficiency & Promotion Reports: For the Knight's Cross Winners, Atglen, Pennsylvania, Schiffer Military History, 2007, ISBN 978-0-7643-2657-8.
  • (DE) Klaus D. Patzwall e Veit Scherzer, Das Deutsche Kreuz 1941 – 1945 Geschichte und Inhaber Band II, Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2001, ISBN 978-3-931533-45-8.
  • (DE) Klaus D. Patzwall, Der Ehrenpokal für besondere Leistung im LuftkriegI, Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2008, ISBN 978-3-931533-08-3.
  • (DE) Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939–1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Jena, Scherzers Miltaer-Verlag, 2007, ISBN 978-3-938845-17-2.
  • (EN) Jerry Scutts, German Night Fighter Aces of World War 2, Oxford, Osprey Aerospace, 1998, ISBN 1-85532-696-5.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Video