Marcel Khalife

Marcel Khalife
NazionalitàLibano (bandiera) Libano
GenereMusica araba
Canzone popolare
Sito ufficiale

Marcel Khalife in arabo مرسيل خليفة? (ʿAmshīt, 10 giugno 1950) è un compositore, cantante e suonatore di oud libanese.

Dal 1970 al 1975 ha insegnato al conservatorio di Beirut. Nel 1976 creò Al Mayadeen Ensemble e divenne famoso in tutto il mondo grazie a canzoni quali Ummī (Madre mia), Rītā wa l-bundūqiyya (Rita e il fucile) e Jawāz al-safar (Passaporto), basate sulle poesie di Mahmoud Darwish.

Nel 1999 ricevette il Palestine Award for Music (premio palestinese per la musica). Khalife a sua volta devolvé il compenso ricevuto a favore del conservatorio nazionale di musica all'Università di Bir Zeit in Palestina. Nel 2005, Khalife fu nominato Artista per la Pace dall'UNESCO.

Khalife mentre si esibisce ai festeggiamenti della festa del lavoro a Beirut

Marcel Khalife è nato nel 1950 in ʿAmshīt, un piccolo villaggio costiero a nord di Beirut, nel Governatorato del Monte Libano. Suo nonno era un pescatore.

La sua prima lezione di musica la ricevette grazie a un soldato in pensione, insegnante nel suo villaggio, Hanna Karam, che consigliò ai genitori del ragazzino di fargli continuare a studiare musica. Sua madre morì di cancro quando Khalife aveva 16 anni. Studiò oud all'Accademia Nazionale di musica di Beirut e contribuì all'espansione dell'utilizzo dell'oud.

Dal 1970 al 1975, insegnò al conservatorio di Beirut e altre istituzioni locali e fu in tour nel Vicino Oriente, Nord Africa, Europa e Stati Uniti facendo performance da solista con l'oud.

Nel 1972, Marcel Khalife creò un gruppo musicale nel suo villaggio natìo con l'obiettivo di rivalorizzare la cultura musicale locale e la musica corale araba. Le prime performances avvennero in Libano durante la guerra civile libanese nel 1975. Durante la guerra, rischiò la vita in sale da concerto bombardate.

Da quando sono nato, sento un'anima ribelle in me. Ho rifiutato cose che avrebbero potuto essere ereditate, ma erano sbagliate.

Ho connesso il mio progetto artistico con la terra madre, con la vita, la società e la gente.

La mia musica è al servizio dell'umanità e intende presentare un lavoro serio e sincero per coloro che sono tormentati da questa guerra distruttiva. La mia musica è una specie di unguento per quelle ferite.

Nel 1983, Paredon Records, ora nota come Smithsonian Folkways, rilasciò Promesses De La Tempête (وعود العاصفة), una piccola collezione di canzoni di protesta e canzoni popolari a sfondo politico.[1]

Al Mayadeen ensemble

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Il lavoro di Khalife combina musica araba tradizionale con elementi occidentali come il pianoforte. Marcel Khalife usa prevalentemente poesia araba moderna (come Mahmoud Darwish) e muwaššḥat[2] (musica dell'Andalusia). Khalife compone e canta la poesia del poeta palestinese Mahmoud Darwish, canzoni sul nazionalismo e sulla rivoluzione.

Il 1976 vide la nascita di Al Mayadeen Ensemble. Al-mayadeen (traslitterazione anglofona di al-mayadīn) è il plurale di maydān, il cui significato è sia campo sia piazza, il sito di eventi festivi, matrimoni, canzoni e danza. Arricchito dalle esperienze musicali pregresse del gruppo, il contesto di Al Mayadeen si estese ben oltre il Libano, mettendo in scena le canzoni Ummī (Madre mia), Rītā wa l-bundūqiyya (Rita e il fucile) e Jawāz al-safar (Passaporto), basati sulla poesia di Darwish. Il gruppo è stato in tour negli Stati arabi, Europa, Stati Uniti, Canada, Sud America, Australia e Giappone.

Marcel Khalife è stato più volte invitato a partecipare a festival di fama internazionale come quelli di Baalbek, Beit Eddine (Libano), Antiochia (Turchia), Cartagine, Hammamet (Tunisia), Timgad (Algeria), Gerasa (Giordania), Arles (Francia), Krems, Linz (Austria), Brema (Germania), ReOrient (Svezia), Pavia (Italia), World Music Festival a San Francisco, New York, Cleveland (Ohio). Khalife si è esibito in molte sale prestigiose come la Place des Arts a Montréal, Symphony Space and Merkin Concert a New York, il "Kennedy Center" a Washington, Berklee Theatre e il New England Conservatory a Boston, Royal Festival Hall e Queen Elizabeth Hall a Londra, UNESCO Palace di Beirut, l'Opera del Cairo (Egitto).

Produzioni strumentali

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Il suo lavoro recente consiste prevalentemente di lavori strumentali come il Arabian Concerto, The Symphony of Return, Chants of the East, così come il Concerto Al-Andalus, Suite for Oud[3]and Orchestra, e un pezzo chiamato Sharq. In arabo, la parola 'sharq' significa 'est', 'Oriente',[4] e il pezzo è una memoria della tradizione musicale araba che è stato scritto da Khalife per 100 cantanti corali e 100 musicisti.

Altri lavori recenti includono Mudāʿaba (Carezza), Dīwān al-ʿŪd, Jadal ʿŪd duo, Oud Quartet, al-Samāʿ[5] in forma araba tradizionale e Taqāsīm, un duetto per oud e contrabbasso. Le composizioni di Marcel Khalife sono state esibite da numerose orchestre, specialmente la Kiev Symphony Orchestra, la Academy of Boulogne Billancourt Orchestra, la San Francisco Chamber Orchestra, l'orchestra della città di Tunisi, la Qatar Philharmonic Orchestra and la Absolute Ensemble. Lorin Maazel ha recentemente diretto i lavori orchestrali di Khalife.

Marcel, Rami e Bachar Khalife

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Nel 2011, una nuova collaborazione familiare debuttò al Beirut Music & Art Festival sotto il nome di ‘Marcel, Rami & Bachar Khalife’. Il concerto mostrò una fusione di musica orientale, elettronica, classica e percussiva composta dal trio. La collaborazione fu molto acclamata dalla critica. Il trio padre-figlio presentò una mescolanza molto energetica di oud, piano e percussioni, avvolto in un fremito di sintetizzatori elettronici e tastiere korg.

Il debutto del trio Marcel, Rami & Bachar Khalife al concerto di Beirut Music & Art Festival 2011 riecheggiò per tutta Beirut, con molti presentatori promuoventi questa performance collaborativa come una 'rivoluzione musicale'. Il concerto, durato due ore, è stato trasmesso su MTV.

[Il trio] ha unito le forze attraverso la musica. Attraverso la loro passione per l'innovazione e il desiderio di trascendere i limiti. Si sono aggregati attraverso la consapevolezza, circondati dal rischio. Si sono consolidati nel mondo della musicalità e dell'umanità, risonando tra poli di attrazione e discordia, tra amore e opposizione. Sono ispirati dalla libertà di scelta e di sperimentazione; di viaggiare, trasportando i propri ricordi, verso nuovi luoghi risplendenti dei colori della vita e dell'umanità. Marcel, Rami, and Bachar Khalife sono oggi coinvolti in un cammino artistico unito e collettivo cominciato nel 2000 quando Rami and Bachar si aggregarono all'Al Mayadine Ensemble che Marcel istituì sul finire degli anni '70.

È stato un cammino ricco, un cammno che ha permesso a Rami e Bachar Khalife di trarre sia ispirazione che identità artistica da questa ricca riserve musicale. Hanno ricevuto e offerto, sia Rami che Bachar hanno lasciato un'impronta indelebile sul lavoro del padre. Il lavoro odierno è un lavoro creativo distinto che marca una pietra miliare in questa direzione, dal momento che produce composizioni da parte di Bachar, Rami e Marcel in un nuovo stile formato dai tre, i quali hanno partecipato nell'ideazione, nell'esecuzione e nella performance – nel cantare, nel suonare e nell'espressione artistica. L'oud, il pianoforte e le percussioni coinvolgono in una conversazione di melodia, gaiezza, rumoreggiamento, o amore – tutti elementi che i tre artisti hanno esplorato a lungo – attraversando l'intero range di dinamiche estreme, dall'urlare al sussurrare, dallo scrosciare delle passioni ad un riserbo diffidente... fino all'ultima nota" – Marcel, Rami e Bachar Khalife.

Nel 2005, Marcel Khalife annunciò che la sua musica e le sue canzoni sono state bannate in Tunisia dalle stazioni radio e TV controllate dallo Stato. Lui avrebbe potuto aver contrariato le autorità tunisine durante un concerto in Carthage in agosto quando dedicò una canzone agli arabi imprigionati in Israele e negli stati arabi. In quel contesto, Khalife espresse il suo supporto per i diritti degli attivisti politici che sostennero uno sciopero della fame prima e dopo il World Summit on Information Society tenutosi in Tunisi nel novembre 2005.

Nel luglio del 2009, Khalife ritornò in Tunisia per esibirsi nello stage dell'anfiteatro romano in tutto esaurito, come parte del 45-mo International Festival of Carthage. Rivolto agli spettatori, Khalife aprì il concerto dicendo: [6]

Il caso Ana Yousef, ya Abi

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Khalife è stato tre volte (1996, 1999 and 2003) sotto azione penale per la sua canzone Io sono Giuseppe, o Padre, scritta dal poeta palestinese Mahmoud Darwish.[7] Khalife fu accusato di offesa ai valori religiosi per aver incluso un verso di due righe tratto da un capitolo del Corano.

Khalife registrò la canzone nel 1995 nel suo album "The Arabic Coffee Pot" che era basato su un poema del 1992 del notissimo poeta palestinese Mahmoud Darwish. Il poema adatta questo verso dalla storia di Yūsuf (Giuseppe) nel Corano: "Oh padre, ho visto undici stelle e il sole e la luna inchinarsi di fronte a me in mio omaggio." Il poema racconta la storia del come i fratelli di Yūsuf fossero invidiosi di lui poiché era attraente e gentile. La storia rifletteva le sofferenze del popolo palestinese.

Nel 1999, il caso fu portato alla presenza della corte dal giudice appena incaricato per l'investigazione, ʿAbd al-Raḥmān Shihāb, il quale disapprovava Marcel per aver "insultato i valori religiosi avendo usato un verso dalla Sūrat Yūsuf (capitolo intitolato a Giuseppe) del Corano in una canzone". Marcel era passibile di condanna da sei mesi a tre anni di imprigionamento per avere pubblicamente insultato la religione (articolo 474 del codice penale libanese) e blasfemia (articolo 473 del codice penale, da un mese ad un anno di prigione).

Alcuni esponenti sunniti in Libano decretarono che cantare i versi del Corano era "assolutamente da bandire ed inaccettabile". L'autorità religiosa più elevata in Libano, il gran mufti sceicco Muḥammad Rashīd Qabbānī, ha più volte sostenuto che Khalife era colpevole di blasfemia per aver cantato un verso del Corano. Lo sceicco Qabbānī disse: "Esiste un limite alla libertà di manifestazione del pensiero. Un limite è che questa non offenda la fede religiosa della gente."

Dimostrazioni di solidarietà arrivarono da molte parti, intellettuali, organizzazioni per i diritti umani e gente ordinaria. Fu tenuto un meeting a Beirut dove 2000 persone cantarono insieme la canzone sotto processo. Marcel Khalife ricevette persino supporto dallo sceicco Moḥammad Ḥusayn Faḍlallāh, a un teologo sciita. Il famoso scrittore libanese Elias Khoury criticò aspramente il processo, così come Mahmoud Darwish, il quale disse:

Il fondamentalismo è il processo di soffocamento della cultura e della creazione nel mondo arabo, devo dire che è vergognoso. Me ne vergogno. Dovremmo vergognarcene tutti. Se Marcel Khalife viene condannato, questo sarà un insulto alla cultura.

Ghada Abu Karrum, il giudice, respinse l'accusa e proclamò Khalife innocente dall'accusa di aver disonorato l'Islam. Come afferma il verdetto:

[...] Nonostante, in primo luogo, non sia compito di questa Corte discutere in alcuna circostanza se l'azione dell'imputato menzionato poc'anzi costituisca una deviazione dalla tradizione islamica e le sue proibizioni, è necessario notare che le società umane hanno già conosciuto – sin dall'avvento delle religioni sino a questo giorno - forme di comportamento riguardanti vari aspetti della vita che non osservano sempre le regole religiose o che non le seguono completamente, senza necessariamente costituire una dissacrazione della integrità religiosa dei testi da cui queste regole sono emerse.

[...] Quindi, è chiaro dall'ascolto di cassetta e CD in questione che l'imputato ha cantato il poema in solennità e compostezza che rivela una profonda percezione dell'umanità espressa nel poema ornamentata dalla frase sacra. [Egli è] devoto nella sua espressione – nella forma e nel contenuto – in una performance che non comporta alcuna violazione della santità del testo coranico, o offesa ad esso o al suo contenuto, né tantomento rivela alcun intento di incitare al discredito esplicitamente o implicitamente, né attraverso parole, né significato, né musica.

Vita personale

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Khalife vive ad Amchit, Libano, con sua moglie Yolla Khalife. Yolla Khalife è una cantautrice.

Il suo figlio primogenito, Rami Khalife, laureato presso la Juilliard School, è un virtuoso pianista e ben affermato compositore. Rami Khalife è stato giudicato come uno dei più avvincenti compositori della sua generazione. Nell'ottobre del 2011, la Qatar Philharmonic Orchestra, sotto la conduzione del direttore James Gaffigan, mostrò in anteprima 'Chaos' di Khalife, orchestra e piano, con Khalife alla guida come solista. In febbraio 2013, 'Requiem', ispirata dalla primavera araba, venne presentata in anteprima all'interno dello stesso programma della suite "Oriental" di Marcel Khalife, riscuotendo enorme successo da parte della critica.

Il suo secondogenito Bachar Khalife, è un compositore di successo, percussionista, pianista, cantante, poeta ed artista non convenzionale.

Suo nipote Sari Khalife è un violoncellista.

Il compositore scrisse nel 1982 una Antologia dello studio dell'oud in sei tomi. Lo scopo del suo lavoro è di razionalizzare le tradizioni musicali ed è un tentativo di sviluppare le tradizioni musicali arabe.

"Noi arabi non abbiamo una storia della nostra musica. A mio parere, abbiamo associato la musica al canto, ed è arrivato il momento che cominciassimo a scrivere la storia della musica, non solo canzon."

Uno scritto successivo è il Jadal Oud Duo, che è:

"un tentativo di trovare nuovi metodi per esprimere la ben radicata spontaneità nella musica araba. È ad un livello artistico che si distacca dal passato, presentando una nuova sfida per il compositore ed il musicista. Jadal porta alla luce una ricchezza unica nella musica araba attraverso una nuova legge di estetica che rimpiazza quella vecchia. È una apertura nei confronti di un territorio inesplorato scaturito da quello familiare."

Ha anche scritto Samaa.

  • 2005.11.14: Lincoln Theatre Washington DC, USA[8]
  • 2004.01.12: Kennedy Center Washington DC, USA[9]
  • 2008.10.10: De Roma Borgerhout, Antwerp, Belgio[10]
  • 2011.03.13: Al-Bustan Concert Series, Philadelphia, PA, USA[11]
  • 2014.11.15: Al-Bustan Concert Series, Philadelphia, PA, USA[12]

Marcel Khalife ha composto colonne sonore per film, documentari e romanzi, prodotti da Maroun Baghdadi, Oussama Mohammed, Sophi Sayhf Eddin e Sami Zikra. La sua musica è anche apparsa nel documentario Occupied Minds prodotto da Jamal Dajani e David Michaelis, e nel film documentario Sons of Eilaboun di Hisham Zreiq.[13]

Nel 2002, le reti televisive europee trasmessero un documentario su Marcel Khalife. Il documentario, chiamato Voyageur, presenta 33 selezioni tratte dal repertorio di Khalife, che varia da composizioni solistiche di oud, a rappresentazioni vocali di poesia araba, a composizioni orchestrali, colonne sonore di film e balletti.

Le Luth Sacrilège è un altro documentario, diretto da Pierre Dupouey, prodotto da Ognon Pictures e Mezzo. Il documentario racconta la storia del secondo processo a cui Marcel Khalife andò incontro nel 1998 per la sua canzone Ana Yussef (Sono Joseph).

Nel 2009, la regista Cherien Dabis terminò il suo film di debutto Amreeka con la canzone di Khalife "Jawaz al-safar" ("Passaporto").

Marcel Khalife tenne una conferenza il 12 marzo 2013[14] all'American University of Sharjah riguardo al suo ultimo CD, The Fall of the Moon, e la sua attrazione per le ultime produzioni di Mahmoud Darwish. In quel contesto parlò anche riguardo alla possibilità di pubblicare la sua autobiografia in due volumi.

Nella cultura di massa

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La sua versione della canzone "Sono Joseph, O Padre" (in arabo Ana Yousef, ya Abi) è stata inclusa nell'album del 2010 Listen to the Banned (Ascolta ciò che è bannato). La canzone ha creato controversie e causato la richiesta, da parte di alcuni gruppi musulmani che hanno accusato Khalife di insultare i valori religiosi per aver incluso due righe di versi da un capitolo del Corano nella canzone, che questa venga bannata.

Album in studio

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  1. ^ Khalife Archiviato il 2 maggio 2020 in Internet Archive. at Smithsonian Folkways
  2. ^ Lett. "cintura, fascia.
  3. ^ La parola ʿŪd indica in lingua araba il liuto.
  4. ^ In contrapposizione all'Occidente arabo-islamico, detto 'Maghreb'.
  5. ^ Lett. "ascolto".
  6. ^ Committed Marcel Khalifa Re-visits Fans in Tunisia Archiviato il 22 febbraio 2012 in Internet Archive. by Iman Zayat, Alarab Online, July 29, 2009
  7. ^ I am Yusuf, oh my father Archived March 27, 2009, at the Wayback Machine.
  8. ^ David Chambers, Washintunes: Marcel Khalife: Caress, su washintunes.blogspot.com, 14 novembre 2004. URL consultato il 20 luglio 2014.
  9. ^ David Chambers, Washintunes: Marcel Khalife, su washintunes.blogspot.com, 12 gennaio 2004. URL consultato il 20 luglio 2014.
  10. ^ Spettacolo 2008, su danzatricedelventre.it.[dead link]
  11. ^ A Most Memorable Concert with Marcel Khalife – Al-Bustan Music Program, su albustanseeds.org. URL consultato il 20 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2013).
  12. ^ Marcel Khalife in "Chants of the East" – Al-Bustan Music Program, su albustanseeds.org. URL consultato il 17 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).
  13. ^ The Sons of Eilaboun – official website[collegamento interrotto]
  14. ^ American University of Sharjah, Marcel Khalife Inspires Attendees at an AUS Talk, su blog.aus.edu, 14 marzo 2013. URL consultato il 20 luglio 2014.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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