Mombasiglio

Mombasiglio
comune
Mombasiglio – Stemma
Mombasiglio – Bandiera
Mombasiglio – Veduta
Mombasiglio – Veduta
Vista del castello
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoBasilio Salvatore Buzzanca (lista civica Per Mombasiglio) dal 10-6-2024
Territorio
Coordinate44°22′N 7°58′E
Altitudine454 m s.l.m.
Superficie17,35 km²
Abitanti593[1] (31-12-2023)
Densità34,18 ab./km²
Comuni confinantiCeva, Lesegno, Monasterolo Casotto, San Michele Mondovì, Scagnello
Altre informazioni
Cod. postale12070
Prefisso0174
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004125
Cod. catastaleF312
TargaCN
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 878 GG[3]
Nome abitantimombasigliesi
Patronosant'Amiano
Giorno festivoseconda domenica di agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mombasiglio
Mombasiglio
Mombasiglio – Mappa
Mombasiglio – Mappa
Posizione di Mombasiglio nella provincia di Cuneo
Sito istituzionale

Mombasiglio (Mombasij oppure Bombasij in monregalese, Mombasili in piemontese) è un comune italiano di 593 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte. È posto fra Mondovì e Ceva a guardia della Valle Mongia.

Mombasiglio preromana e romana

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Il territorio di Mombasiglio era abitato in età preromana dalla tribù degli Epanteri Montani, noti per il carattere aspro e "selvaggio". Nel 180 a.C. i Montani subirono un attacco dalla tribù costiera dei Liguri Ingauni che nel 210 a.C. si alleò con i Romani.[4]

Costretti alla resa da questi ultimi, l'area dell'alta Val Tanaro entrò nell’orbita della romanizzazione sotto la dipendenza dalla città costiera di Albingaunum, la moderna Albenga, che sembrava tuttavia priva di organizzazione politica.[4] Questo venne poi confutato dalla presenza di un magistrato a Mombasiglio, attestato da un'ara in marmo grigio di età romana imperiale con raffigurazione di Ercole e da un seviro sito a Sale delle Langhe su una stele conservata presso la chiesa parrocchiale, che documentano il raggiungimento, nel II secolo, di un pieno statuto municipale.[4]

Prima del marchesato di Ceva

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Attorno all'anno 1000 con la costruzione del castello di Mombasiglio, la località fu feudo dei signori di Carassone.[5] È molto probabile che poi Mombasiglio passò in mano a Olderico Manfredi II. In una carta del 1024 infatti, nella quale Olderico Manfredi vendette il castello di Lesegno ad un certo prete Ayfredo, lo stesso Olderico dichiara Lesegno confinante da tre parti con i suoi poderi e la quarta parte con il Tanaro, comprendendo quindi Mombasiglio fra i suoi possedimenti.[6]

Non si sa più nulla di Mombasiglio sino al 1095 quando nel documento relativo alla donazione fatta da Bonifacio di Savoia ai monaci dell'abbazia di Fruttuaria viene citato certo Ottone di Mombasiglio suo vassallo.[6]

Nel 1134, secondo una carta, vi fu la donazione del castello di Mombasiglio al vescovo di Asti da parte di cinque fratelli, Bonifacio, Oberto, Oddone, Enrico e Guglielmo, assieme con la madre Aloisia.[7]

Gli statuti e le carte di franchigia

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Nel 1222 venne effettuata la permuta di Mombasiglio con Boves dai fratelli marchesi di Ceva Guglielmo, Manuele, Leone, Bonifacio e Giorgio (figli di Guglielmo I) con i fratelli Jacopo e Domino Ardizone di Mombasiglio, con la città che entrò nell'orbita del marchesato di Ceva,[7] diventando uno dei donzeni in cui il marchesato era diviso.[8] Da qui bisogna risalire sino al 1331 per ritrovare un documento che permetta di continuare a descriverne la storia.[9] Questo documento è il codice pergamenato contenente gli "statuti di Mombasiglio" voluti da Almerico e Giovanni marchesi di Ceva.[6]

Sino al 1492 Mombasiglio fu dipendente politicamente dal marchesato di Ceva, in quell'anno viene confiscato come attesta la carta di franchigia, concessa a Parigi il 27 aprile 1492.[6]

Successivamente il feudo fu donato dal re di Francia a Ettore di Montanard (o Montemar), suo luogotenente e governatore di Asti che, l'8 novembre 1501, lo vendette al vescovo di Asti, il cardinale Giuliano Della Rovere.[6]

La prima metà del XVI secolo vide un rapido alternarsi di signori: Sebastiano de Sauli dei marchesi di Ceva (24 dicembre 1516); Giorgio Spinola dei marchesi di Ceva (25 febbraio e 2 giugno 1530); Alfonso Del Carretto (31 maggio 1533).[7]

In seguito, passato a Casa Savoia, il feudo di Mombasiglio venne eretto a contado (12 luglio 1602) e ceduto alla nobile famiglia Sandri Trotti di Fossano dietro il corrispettivo di 16 mila scudi d'oro. Il 14 maggio 1759, morì senza lasciare eredi Francesco Luigi Sandri Trotti, l'ultimo capostipite della famiglia.[7] Il feudo passa dunque a Carlo Emanuele di Savoia che, il 25 aprile 1760, concede il feudo di Mombasiglio al marchese Marco Adalberto Pallavicino delle Frabose.[6][7]

Periodo napoleonico

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Il 18 aprile 1796 Napoleone Bonaparte fissò il suo quartier generale a Lesegno e impartì immediatamente l'ordine di forzare la posizione di San Michele. Il generale Jean Mathieu Philibert Sérurier che aveva passato il Mongia lo stesso 18 aprile, entrò in azione, con la sua divisione, il giorno successivo e sceso da Battifollo e da Scagnello occupò Mombasiglio,[6] requisendo fieno, cibarie, vino e legname per il sostentamento delle truppe. Il 16 febbraio 1799 venne redatta la richiesta di annessione di Mombasiglio all'Impero francese, ma le forti imposizioni fiscali provocano la rivolta popolare e così, fino al giugno 1800, ritornò sotto l’amministrazione del re di Sardegna.[7]

Nel 1805 Mombasiglio fu compreso nel circondario dell'arrondissement di Ceva, uno dei quattro arrondissement in cui fu suddiviso il dipartimento di Montenotte. L’amministrazione della giustizia fu rimessa a un tribunale di primo grado a Ceva e d’appello a Savona.[7]

Con la caduta di Napoleone nel 1814, Mombasiglio, ritornò di proprietà di casa Savoia e passò sotto la signoria dei Vianson Ponte a cui seguì la famiglia Belladen, che si estinse senza eredi diretti.[7]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Collina di Mombasiglio

Architetture religiose

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Architetture civili

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Il ponte naturale sul Mongia
  • Ponte Naturale di Mombasiglio, una suggestiva galleria naturale scavata dall'acqua del torrente Mongia. La sua genesi e le sue caratteristiche litologiche e strutturali ne fanno un fenomeno geologico assai raro anche a livello europeo.

Evoluzione demografica

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Lentamente alla fine del 1800 Mombasiglio viene tagliata fuori dalle principali vie di comunicazioni, che prediligono il passaggio da Ceva per i traffici fra Piemonte e Liguria: dopo la seconda guerra mondiale l'emigrazione nelle grandi città (in primis Torino) ha rafforzato il trend. Rimane comunque discretamente abitato in qualità di paese di fondovalle.

Abitanti censiti[19]

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2 luglio 1985 26 maggio 1990 Alberto Delucis Democrazia Cristiana Sindaco [20]
26 maggio 1990 24 aprile 1995 Alberto Delucis Democrazia Cristiana Sindaco [20]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giorgio Raviolo Partito Popolare Italiano Sindaco [20]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Giorgio Raviolo Partito Popolare Italiano Sindaco [20]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Ivano Salvatico lista civica Sindaco [20]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Ivano Salvatico sinistra Sindaco [20]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Aldo Michelotti lista civica Mombasiglio insieme Sindaco [20]
27 maggio 2019 in carica Aldo Michelotti lista civica Mombasiglio insieme Sindaco [20]

Altre informazioni amministrative

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Mombasiglio faceva parte della comunità montana Alto Tanaro Cebano Monregalese.[21]

  1. ^ Dato Istat- Popolazione residente al 31 dicembre 2023 (dato provvisorio), su demo.istat.it.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b c Mombasiglio (CN) : reperti di età romana e medievale, su archeocarta.org. URL consultato il 6 luglio 2023.
  5. ^ Castello di Mombasiglio (Mombasiglio), su galmongioie.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  6. ^ a b c d e f g Origini del comune, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  7. ^ a b c d e f g h 24. Toponimi del Comune di Mombasiglio, su storiapatriasavona.it. URL consultato il 7 luglio 2023.
  8. ^ Giovanni Olivero, Capo IX - Segue la cronologia di casa Ceva secondo il Moriondo ed altri., in Memorie storiche della città e marchesato di Ceva, 1858. Ospitato su Wikisource.
  9. ^ Enzo Ferranti 2010
  10. ^ Cappella della Beata Vergine Immacolate di Lourdes, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  11. ^ Cappella di Sant’Antonio Abate, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  12. ^ Cappella di San Bartolomeo, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  13. ^ Cappella di San Bartolomeo, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  14. ^ Cappella dei Santi Giacomo a Anna, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  15. ^ Cappella di San Giovanni Battista, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  16. ^ Cappella di San Lodovico, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  17. ^ Parrocchiale di San Nicola, su comune.mombasiglio.cn.it. URL consultato il 6 luglio 2023.
  18. ^ Castello e Museo Bonaparte, su mariogandolfi.com. URL consultato il 6 luglio 2023.
  19. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  20. ^ a b c d e f g h Amministratori, su amministratori.interno.it.
  21. ^ Comunità montana Alto Tanaro Cebano Monregalese, su vallinrete.org. URL consultato il 9 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2013).
  • Enzo Ferranti, Gli Statuti Di Mombasiglio. Carte di franchigia e appunti storici, Centro Culturale "Mario Giovana", 2010.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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