Monet che legge

Monet che legge
AutorePierre-Auguste Renoir
Data1868
Tecnicaolio su tela
Dimensioni61×50 cm
UbicazioneMusée Marmottan Monet, Parigi

Monet che legge è un dipinto del pittore francese Pierre-Auguste Renoir, realizzato nel 1872 e conservato al Musée Marmottan Monet di Parigi.

Renoir conobbe Monet nell'atelier del maestro Gleyre e con lui stabilì immediatamente un rapporto di fraterna amicizia, di fondamentale importanza per la sua crescita umana e pittorica. Con lui, infatti, Renoir intraprese un rapporto quasi simbiotico, e non di rado lavoravano seduti fianco a fianco per dipingere lo stesso soggetto, realizzando così vedute quasi identiche (si pensi a La Grenouillère) che differivano per lo stile pittorico e per l'interpretazione.[1]

Uno dei luoghi più amati da Monet era Argenteuil. Presso questa località, indissolubilmente legata alla poetica impressionista, Renoir si recò numerose volte, e la tela Monet che legge risale proprio a uno di questi soggiorni. Monet che legge è un quadro dalle finalità domestiche e per questo motivo straordinariamente spontaneo. Con questo dipinto Renoir ci consegna un momento di intima tranquillità trascorso con Monet, colto mentre si legge un giornale e si fuma saporitamente una pipa. Le pennellate brevi e corsive sono depositate sulla tela con una tecnica che nega qualsiasi tradizione accademica e che prelude i futuri esiti della pittura impressionista.[1] Di seguito riportiamo l'analisi tecnica di Giovanna Rocchi:

«Nonostante l'apparente rapidità della pennellata, Renoir si sofferma a descrivere attentamente alcuni particolari, come la barba rossastra dell'amico e la pipa fumante, vivacizzando i colori scuri dei vestiti e dello sfondo con tocchi e filamenti di giallo e di rosso nella pipa e nel bracciolo della sedia. L'illuminazione dell'interno e della scena accentua il viso e la mano del personaggio ritratto, avvicinandolo drammaticamente all'osservatore, con una messa a fuoco molto ravvicinata»

  1. ^ a b c Giovanna Rocchi, Giovanna Vitali, Renoir, collana I Classici dell'Arte, vol. 8, Firenze, Rizzoli, 2003, p. 80.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]