Museo della stampa Remondini

Museo della stampa Remondini
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàBassano del Grappa
IndirizzoPalazzo Sturm, via Schiavonetti 40
Coordinate45°45′58.8″N 11°43′54″E
Caratteristiche
Tipostorico, artistico, tecnologico
Apertura15 settembre 2007
Visitatori8 815 (2022)
Sito web

Il Museo della stampa Remondini di Bassano del Grappa è uno dei pochi in Italia interamente dedicato alla stampa.[1] Ha sede dal 2007 all'interno di Palazzo Sturm, dimora settecentesca situata in riva al fiume Brenta.

In un percorso storico-temporale di circa 200 anni, tra la metà del Seicento e la metà dell'Ottocento, il museo permette di ricostruire il collegamento tra le vicende della famiglia Remondini e i pregiati materiali prodotti. In esso vengono illustrati vari aspetti del fenomeno industriale sette-ottocentesco dei Remondini, anche con l'ausilio di documentari e sostegno multimediale che affiancano gli apparati didascalici stampati per favorire una didattica moderna.

Il museo si articola in otto sezioni,[2] tra cui quella dedicata a due secoli di storia imprenditoriale della famiglia Remondini che è in grado di documentare l'enorme quantità di stampe e libri prodotti dalla seconda metà del XVII secolo fino al 1861.

Storia della stampa. La tipografia

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La sezione fornisce i cenni storici fondamentali del passaggio dal manoscritto al libro, a partire dall'invenzione della pressa per la stampa da parte di Gutenberg.[2]

Stampe calcografiche e xilografiche

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La tecnica della xilografia, ideata per riprodurre a stampa le immagini, si diffuse in Europa dalla fine del XIV secolo. Sperimentando nel corso del tempo nuove tecniche di incisione, segue dopo alcuni decenni la calcografia, che è invece l'incisione su lastra di rame.[2]

Un'altra sala è dedicata ai "Tesini" (provenienti dalla valle trentina di Tesino) che erano venditori ambulanti di stampe di cui Giovanni Antonio Remondini, capostipite della famiglia, si servì sin dal 1685 per i traffici commerciali. Nella sala sono esposti modellini di cassette utilizzate per contenere la merce e una sagoma raffigurante un Tesino, realizzata da Emanuele Luzzati, illustratore e scenografo.[2]

La famiglia Remondini

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Lo stesso argomento in dettaglio: Remondini.

La produzione dei Remondini è stata la più grande realtà produttiva dedicata alla calcografia e tipografia esistente in Europa a metà del Settecento, come attestato dall'Encyclopédie di Diderot e Jean Baptiste Le Rond d'Alembert.[2]

Sala del tesoro

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La sala del tesoro ospita capolavori della produzione popolare e la collezione di stampe antiche appartenuta alla famiglia Remondini, composta di 8500 fogli. La collezione, esposta a rotazione, raccoglie anche l'opera incisoria di Mantegna, Dürer, Luca di Leida, Marcantonio Raimondi, Ugo da Carpi e Jacques Callot.[2]

Santi, ventole, giochi, figure “chinesi” e vedute ottiche

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Un locale ospita la parte significativa della produzione remondiniana di stampe devozionali raffiguranti santi, ventole, giochi, figure chinesi e vedute. Le ventole, fogli stampati con due immagini accostate sorretti da un manico in legno, costituirono un accessorio di abbigliamento molto diffuso fino al XIX secolo, quando furono progressivamente sostituite dal ventaglio.[2]

Carte decorate

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Alla carta decorata, assai diffusa soprattutto nel XVIII secolo è dedicata un'intera stanza e la sua esposizione illustra in maniera evidente il rapporto tra il legno xilografico e la carta decorata, da parati e da ritaglio. A seconda della tecnica di realizzazione si possono individuare varie famiglie di carte decorate, vellutate, dorate, silografate, a colla, marmorizzate e in tinta unita. Di carta dorata Remondini venne rivestito a Venezia nel 1792 il Teatro La Fenice.[2]

Libri e cataloghi

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Nella stanza con i libri Remondini sono rappresentate tutte le tipologie, dagli avvisi ai libri da risma fino ai grandi libri illustrati che con Bartolomeo Gamba, direttore della stamperia e poi bibliotecario della Biblioteca nazionale Marciana di Venezia, permise ai Remondini di divenire una stamperia importantissima dell'enciclopedismo veneto e dei Gesuiti.[2]

  1. ^ Copia archiviata, su museibassano.it. URL consultato il 17 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2016).
  2. ^ a b c d e f g h i Copia archiviata, su museibassano.it. URL consultato il 17 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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