Palazzo del Bargello (Firenze)
Palazzo del Bargello | |
---|---|
Altri nomi | Palazzo del Capitano del Popolo, palazzo Pretorio, palazzo del Podestà, palazzo degli Anziani, palazzo di Giustizia |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | Via del Proconsolo 2-4, via Ghibellina 120, via dell'Acqua, via della Vigna Vecchia |
Coordinate | 43°46′13.44″N 11°15′30.24″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1255-1261 |
Stile | gotico |
Uso | Museo |
Realizzazione | |
Architetto | Lapo Tedesco |
Proprietario | Stato Italiano |
Il palazzo del Bargello è un edificio storico di Firenze, situato in un intero isolato tra via del Proconsolo 2-4, via Ghibellina 120, via dell'Acqua e via della Vigna Vecchia. Fu sede del capitano del popolo, poi del podestà e, dopo il 1502, del consiglio degli Anziani. Con l'instaurarsi dell'egemonia medicea nella seconda metà del Quattrocento, divenne prima la sede del Consiglio di Giustizia e dei Giudici di Ruota e, dal 1574, sede del bargello, ovvero il capo delle guardie, che provvedeva agli arresti, agli interrogatori e anche a eseguire le condanne capitali. Per quasi tre secoli ospitò anche un carcere, e solo nell'Ottocento il palazzo venne restaurato e adibito, nel 1865, a primo museo nazionale italiano, quando Firenze era capitale d'Italia. Oggi ancora ospita il Museo nazionale del Bargello, prevalentemente dedicato alla scultura e alle arti applicate.
Si tratta di uno tra i più importanti edifici civili della città medievale per importanza e grandiosità[1], che appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Con la costituzione di Firenze a libero comune e la creazione della figura del capitano del popolo, venne costruito il palazzo più tardi detto del Bargello. Il primo nucleo, affacciato su via del Proconsolo, già iniziato nel 1255 (quarantatré anni prima del palazzo della Signoria), venne realizzato secondo Giorgio Vasari da Lapo Tedesco a fianco della torre detta la Volognana, già dei Boscoli, e su alcune case e torri della Badia Fiorentina[1]. Tali lavori, terminati nel 1261, determinarono un grande parallelepipedo con il fronte principale su via del Proconsolo, soprelevato di un piano tra il 1340 e il 1345 da Neri di Fioravante per creare il salone del Consiglio Generale, come attesta anche il diverso tipo di muratura osservabile dall'esterno, il tutto completato da ballatoi in legno a sbalzo (di cui restano in facciata le buche pontaie e le mensole in pietra)[1]. A partire dalla fine del Duecento si costruì, in varie fasi, il secondo corpo di fabbrica che guarda su via dell'Acqua. Attorno al 1295 si definì il cortile porticato, tra il 1316 e il 1320 furono rialzati i lati su via Ghibellina e sulla stessa via dell'Acqua, nel 1320 quello del lato su via della Vigna Vecchia. Del 1345-1367 è la scala che ancora oggi segna il cortile, sempre riconducibile agli interventi compiuti sotto la guida di Neri di Fioravante sopra ricordati, coperta nel Quattrocento da una tettoia poi demolita nel corso del restauro ottocentesco[1].
Nel frattempo era diventato sede anche del podestà e, dopo il 1502, del consiglio degli Anziani. Con l'instaurarsi dell'egemonia medicea nella seconda metà del Quattrocento, divenne prima la sede del Consiglio di Giustizia e dei Giudici di Ruota, e dal 1574, sotto il duca Cosimo I de' Medici, sede del Bargello, ovvero il capo delle Guardie, che provvedeva agli arresti, interrogatori e provvedeva anche ad eseguire le condanne capitali.
Nei quasi tre secoli, in cui venne adibito a carcere, nel cortile furono murati gli archi del loggiato e del verone, le sale più grandi vennero suddivise con tramezzi per ricavarne un maggior numero di celle e furono coperte le pitture e le decorazioni.
Negli anni quaranta dell'Ottocento, il barone Seymour Kirkup, assieme ad altri collaboratori, finanziò una serie di sondaggi all'interno della cappella di Santa Maria Maddalena, a seguito dei quali, il 21 luglio 1840, il pittore-restauratore Antonio Marini riportò alla luce un ritratto di Dante Alighieri, che secondo Vasari era stato dipinto da Giotto[2]. Ciò nell'immediato, portò al ripristino dell'ambiente per le cure dell'architetto Francesco Leoni, affiancato da Pasquale Poccianti. Anche a seguito del clamore suscitato dal ritrovamento, nel 1857, si iniziò il ripristino dell'intera fabbrica[1].
Trasferito il carcere alle Murate, venne deciso nel 1859 il restauro del complesso protrattosi fino al 1865 e sotto la direzione di Francesco Mazzei, il quale ripristinato l'antico aspetto cercò di recuperare o rifare ex novo gli ornamenti architettonici e affidando le decorazioni pittoriche delle sale a Gaetano Bianchi che si ispirò a monumenti della stessa epoca.
Nel 1865 venne inaugurato il Museo nazionale al piano terreno vennero allestite due sale d'armi, con oggetti provenienti in parte dall'armeria medicea e dall'altra dal Guardaroba di Palazzo Vecchio, e una sala di scultura del Quattro-Cinquecento. Nel salone del primo piano trovarono posto le sculture proveniente dal salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, che nel frattempo era diventato sede del Parlamento italiano.
Duramente colpito dall'alluvione del 1966, il palazzo ha poi subito una serie di restauri, ammodernamenti degli impianti e riordino delle collezioni. Tra i più recenti interventi negli interni si segnala l'allestimento della Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento curata dall'architetto Carlo Cresti e inaugurata nel 1975. Il fronte che guarda a via del Proconsolo è stato interessato da un cantiere per il restauro del paramento lapideo nel 2010-2011 (direttore del cantiere architetto Maria Cristina Valenti, ditta esecutrice Mugelli Costruzioni, ugualmente presente anche nei numerosi altri interventi a interessare gli spazi interni nel 2002 e 2007-2008). Nel 2020 è stato aperto un nuovo cantiere per il restauro e il consolidamento delle facciate esterne, del cortile e degli stemmi (progetto architetto Cristiana Peciullesi, direzione lavori architetto Giancarlo Lombardi)[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Per la descrizione dei fronti si riporta quanto già annotato in Firenze 1974: "La parte più antica dell'edificio (1255-60) è quella che prospetta la via del Proconsolo e piazza San Firenze. Le due facciate, formanti angolo retto, sono spartite orizzontalmente da sottili cornici: al pianterreno si aprono porte e finestre architravate con arco di scarico; segue una zona a due piani, con paramento liscio, come in quella inferiore, animata da bifore in basso e da semplici finestre in alto; l'ultima zona è a muratura rustica, con coronamento merlato aggettante su mensole e archetti ogivali. Verso la piazza taglia la seconda cornice un alto finestrone a bifora, che dà luce alla Sala del Consiglio, aperto nel 1345 su disegno di Benci di Cione. La parte retrostante dell'edificio, verso le vie della Vigna Vecchia e dell'Acqua, venne costruita tra il 1325 e il 1346: ripete la sfilata delle bifore, queste più slanciate delle precedenti ed ha finestroni lobati in alto"[1].
Sull'angolo tra via dell'Acqua e via Ghibellina è un tabernacolo con cornice neogotica (1859) che conserva un affresco staccato di Fabrizio Boschi raffigurante San Bonaventura che visita i carcerati, commissionati dalla Compagnia di San Bonaventura dei Carcerati (1589), e restaurato nel 1996 da Daniela Dini per le cure di Silvestra Bargellini (in memoria di Piero Bargellini)[1].
La torre Volognana
[modifica | modifica wikitesto]Sul Canto del Bargello all'angolo con via Ghibellina, si trova, inglobata nel fianco del palazzo, la torre denominata "Volognana", a Firenze l'unica torre d'origine privata che, diventata parte di un palazzo pubblico, abbia conservato la primitiva altezza (57 metri). Venduta al Comune nel 1254 assieme ad altre proprietà circostanti sia dei Boscoli sia dei Riccomanni, si trasformò in torre del nuovo palazzo del capitano del Popolo. La denominazione della torre come Volognana si imporrebbe a partire da questo momento, in relazione al nome del primo detenuto che qui sarebbe stato imprigionato, Geri da Volognano. Ciò detto, sono evidenti le modifiche intercorse nel tempo che hanno trasformata la fabbrica da casatorre a torre campanaria, con la cella aerea che accoglie la campana detta la Montanina, in quanto presa al castello di Montale nel 1302, spezzata e rifusa nel 1381[3]. Essa suonava sempre in funeste occasioni come per richiamare i giovani alle armi, o per annunciare esecuzioni capitali, o in caso di sollevazioni e tafferugli che generavano sempre feriti e morti. I tristi rintocchi originarono un modo di dire che veniva affibbiato ad una persona che parlava male di tutti: "Ha la lingua lunga come la campana del Bargello; quando suona, suona sempre a vituperio".
"Sulla torre è situata la campana che con lento e sgradevole suono annunziava in passato l'ora della sera nella quale dovevano i cittadini deporre le armi e ritirarsi; suona anch'oggi, senza scopo, dalle ore 10 e mezzo alle 11 di notte, e previene il pubblico del momento in cui si espongono alla pubblica vista quegl'infelici che una malvagia condotta gli ha meritato la condanna a' lavori forzati. Sulle esterne pareti di essa si facevano dipingere per segno di eterna ignominia i ribelli e traditori della patria, e perciò Tommaso di Stefano, detto Giottino, vi ritrasse l'iniquo Gualtieri duca d'Atene co' suoi partigiani, che il popolo, indignato delle sue iniquità, cacciò dalla direzione del governo della Repubblica a' 26 di luglio del 1343. Tali dipinture furono del tutto cancellate dal tempo, e solo qualche tenue avanzo, appena visibile, ve ne potrà rinvenire chi attentamente osserverà la facciata della torre che rimane a settentrione" (Fantozzi 1842). Sotto i beccatelli della merlatura (di tipo guelfo) a coronamento si trovano alcuni stemmi civici: il giglio fiorentino, la croce del Popolo e lo stemma angioino (da quando Renato d'Angiò si era fatto garante della libertà del Comune).
Per quanto riguarda la storia conservativa del manufatto si segnala l'importante intervento di restauro effettuato dalla Soprintendenza ai Monumenti nel periodo immediatamente successivo l'alluvione del 1966, con applicazione di catene in ferro, consolidamento dei paramenti e sostituzione del manto di copertura[3].
Il cortile
[modifica | modifica wikitesto]Il cortile, porticato su tre lati con archi a tutto sesto su pilastri ottagonali, venne realizzato nel XIII secolo e arricchito nel secolo successivo dal verone e dalla scala goticheggianti, quest'ultima, costruita su lato non porticato, da Neri di Fioravanti tra il 1345 e il 1367.
Con la destinazione a carcere del Palazzo vennero tamponati gli archi del loggiato e del verone. Nella seconda metà dell'Ottocento il cortile fu la parte del palazzo maggiormente valorizzata dai restauri del Mazzei, vennero riaperte le logge e il verone e furono restaurati i superstiti stemmi dei podestà e dei giudici di ruota, nelle volte sotto il loggiati vennero eseguiti affreschi di Gaetano Bianchi con i gonfaloni dei quartieri e alcuni stemmi dei podestà.
Lapidi
[modifica | modifica wikitesto]Su via del Proconsolo, vicino alla contanata con piazza San Firenze, si trova una lapide del 1255, la più antica datata e ancora in situ della città:
La trascrizione per esteso è: «Summus Alexander Sanctus quem mundus adorat, cum pastor mundi regnabant rexque Guglielmus et cum vir splendens ornatus nobilitate de Mediolano, de Turri sic Alamannus, urbem florentem gaudenti corde regebat moenia tunc fecit vir constans ista futuris qui praeerat populo florenti, Batholomeus Mantua quam genuit cognomine de Nuvolono, fulgente sensu clarum probitate refultum, quam signant aquilae reddunt sua signa decorum in signum populi, quod confert gaudia vitae illis qui cupiunt urbem consurgere coelo, quam foveat Christus conservet foedere pacis. Esset quia cunctorum Florentia plena bonorum hostes, devicit bello magnoque tumultu, gaudet fortuna signis populoque potenti. Firmat emit fervens sternit nunc castra salute, quae mareque terramque totum possidet orbem. Per quam regnantem fit felix Tuscia tota, tam quam Roma sedet semper ductura triumphos, omnia discernit certo sub iure. Cohercens annis millenis bis centum stantibus orbe penta decem iunctis Christi sub nomine quinque cum terna decima tunc temporis indictione».
Traduzione: «Quando regnavano il santo sommo Alessandro, pastore del mondo e che il mondo adora, e il re Guglielmo, e quando governava la città di Firenze con animo lieto un uomo illustre e nobile, cioè Alemanno della Torre di Milano, fu allora che un uomo energico costruì queste mura per i posteri. Costui, Bartolomeo Nuvoloni nativo di Mantova, fulgido di senno, ragguardevole e sorretto dalla probità, era a capo del popolo fiorentino, avente come insegna le aquile e tale insegna lo rende degno di onore sotto l'insegna del popolo che offre le gioie della vita a quanti desiderano che s'innalzi al cielo la città che Cristo protegga e conservi con un patto di pace. Poiché Firenze era piena di tutti i beni, egli vinse i nemici in guerra e in un grande tumulto, egli gode della buona sorte grazie alle insegne e al potere popolare, rafforza, compra, con impeto abbatte ora gli accampamenti grazie alla prosperità che abbraccia il mare, la terra e tutto il mondo. Quando essa [Firenze] regna tutta la Toscana diventa felice; sta salda come Roma, sempre pronta a riportare trionfi; si rende conto di tutto e impone leggi infallibili. Correndo nel mondo l'anno 1255 dell'era cristiana con la tredicesima indizione allora del tempo.»
Vicino all'ingresso del cortile del Bargello in via Ghibellina era presente una targa oggi probabilmente nei depositi, ma nota dalle trascrizioni, che vietava assolutamente di disturbare le ultime ore dei condannati a morte assistiti dai confratelli della Croce al Tempio nella vicina cappella della Maddalena, dentro il palazzo; la targa oggi appare rimossa, ma ne restano i supporti in metallo:
Un'altra targa poi si trova vicino all'angolo del palazzo, presso la torre, anche questa scarsamente leggibile ma nota da trascrizioni, che raccomanda precauzioni necessarie contro il rischio di incendi, anche prevenendo anche i casi malintenzionati, di "qualsiasi grado e condizione", a "rigoroso arbitio dei Magistrati loro":
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h Paolini, cit.
- ^ Helmut Meter, Furio Brugnolo, Vie Lombarde e Venete: Circolazione e trasformazione dei saperi letterari nel Sette-Ottocento fra l'Italia settentrionale e l'Europa transalpina, Berlin-Boston 2011, pp. 226-227; Treccani, Kirkup, Seymour, su treccani.it. URL consultato il 15 agosto 2013.
- ^ a b Scheda sulla torre
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Zocchi, Scelta di XXIV vedute delle principali Contrade, Piazze, Chiese e Palazzi della Città di Firenze, Firenze, appresso Giuseppe Allegrini, 1744, tav. XVIII;
- Ristretto delle cose più notabili della città di Firenze del dottor Raffaello del Bruno, Firenze, Moucke, 1757, p. 53;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino; o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Imperiale, 1765, p. 100;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1771, p. 108;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino, o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della citta di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1781, p. 104;
- Marco Lastri, Palazzo del Bargello anticamente del potestà, ed epoche della giudicatura criminale, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, VIII, pp. 108-112;
- Pietro Thouar, Notizie e guida di Firenze e de' suoi contorni, Firenze, G. Piatti, 1841, pp. 297-298;
- Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, pp. 245-249, n. 46;
- Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 142, n. 318;
- Nuova Guida Di Firenze, Firenze, Editore Ricci, 1845, pp. 200-202;
- Filippo Baldinucci, Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua, con nuove annotazioni e supplementi per cura di Ferdinando Ranalli, 5 voll., Firenze, V. Batelli e Compagni, 1845-1847, I, 1845, pp. 83-84, 106-107; III, p. 639;
- Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, pp. 174-175;
- Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, pp. 226-228;
- Luigi Passerini, Del Pretorio di Firenze, Firenze, Ricordi e Jouhaud, 1865, 2ª edizione rivista e corredata di aggiunte;
- Giovanni Battista Uccelli, Il Palazzo del Podestà. Illustrazione storica, Firenze, Tipografia delle Murate, 1865;
- Luigi Passerini, Del Pretorio di Firenze, in Curiosità storico-artistiche fiorentine, Prima Serie, Firenze, per Stefano Jouhaud, 1866;
- Luigi Passerini, Progetto per la formazione di un Museo Nazionale storico-archeologico nel Palazzo del Potestà in Firenze, in Curiosità storico-artistiche fiorentine, Seconda Serie, Firenze, presso Stefano Jouhaud, 1875, pp. 117-133;
- Emilio Burci, Guida artistica della città di Firenze, riveduta e annotata da Pietro Fanfani, Firenze, Tipografia Cenniniana, 1875, pp. 53-61;
- Gaspare Antonio Campani, Guida per il visitatore del R. Museo Nazionale nell'antico Palazzo del Potestà in Firenze, Firenze, Tipografia Bencini, 1884;
- Restauri mal fatti, in "Arte e Storia", III, 1884, 5, p. 40;
- Il Museo nazionale di Firenze, in "Arte e Storia", III, 1884, 48, p. 383;
- Iscrizioni e memorie della città di Firenze, raccolte ed illustrate da M.ro Francesco Bigazzi, Firenze, Tip. dell’Arte della Stampa, 1886, pp. 316-318, 377-378;
- Arnaldo Cocchi, San Bonaventura alla visita delle Carceri. Tabernacolo in via dell'Acqua sul canto di via Ghibellina, in Notizie storiche intorno antiche immagini di Nostra Donna che hanno culto in Firenze, Firenze, Giuseppe Pellas Editore, 1894, p. 143;
- Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 248;
- Janet Ross, Florentine Palace and their stories, with many illustrations by Adelaide Marchi, London, Dent, 1905, p. 208;
- Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIV, 1905, 1, pp. 7-8;
- Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 78;
- Luigi Vittorio Bertarelli, Italia Centrale, II, Firenze, Siena, Perugia, Assisi, Milano, Touring Club Italiano, 1922, p. 72;
- Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, pp. 133-137, n. VII;
- Filippo Rossi, Il Museo nazionale di Firenze: Palazzo del Bargello, Roma, Libreria dello Stato, 1932;
- Luigi Vittorio Bertarelli, Firenze e dintorni, Milano, Touring Club Italiano, 1937, p. 146;
- Ettore Allodoli, Arturo Jahn Rusconi, Firenze e dintorni, Roma, Istituto Poligrafico e Libreria dello Stato, 1950, pp. 96-97;
- Gino Chierici, 00Il palazzo italiano dal secolo XI al secolo XIX00, 3 voll., Milano, Antonio Vallardi, 1952-1957, I, 1952, pp. 32-33;
- Mostra documentaria e iconografica del palazzo del Podestà, catalogo della mostra (Firenze, palazzo del Bargello, aprile-giugno 1963), Firenze, Tipografia Giuntina, 1963;
- Filippo Rossi, Il Museo nazionale di Firenze: Palazzo del Bargello, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1964;
- Gunter Thiem, Christel Thiem, Toskanische Fassaden-Dekoration in Sgraffito und Fresko: 14. bis 17. Jahrhundert, München, Bruckmann, 1964, p. 135, n. 78; pp. 138-139, nn. 84, 85;
- Guido Morozzi e Maria Grazia Ghelardi Frasca, Torre campanaria del Bargello, in Il restauro dei monumenti dal 1944 al 1968, catalogo della mostra (Firenze, Orsanmichele, settembre-ottobre 1968) a cura di Mazzino Fossi, Firenze Giunti Barbèra, 1968, pp. 56-58, n. 29;
- Mario Bucci, Palazzi di Firenze, fotografie di Raffaello Bencini, 4 voll., Firenze, Vallecchi, 1971-1973 (I, Quartiere di Santa Croce, 1971; II, Quartiere della SS. Annunziata, 1973; III, Quartiere di S. Maria Novella, 1973; IV, Quartiere di Santo Spirirto, 1973), I, 1971, pp. 63-67;
- I Palazzi fiorentini. Quartiere di San Giovanni, introduzione di Piero Bargellini, schede dei palazzi di Marcello Jacorossi, Firenze, Comitato per l’Estetica Cittadina, 1972, pp. 134-135, n. 245;
- Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 151;
- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, II, 1977, pp. 27-28, III, 1978, pp. 189-190;
- Carlo Cresti, Luigi Zangheri, Architetti e ingegneri nella Firenze dell’Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978, p. 153;
- Il Monumento e il suo doppio: Firenze, a cura di Marco Dezzi Bardeschi, Firenze, Fratelli Alinari Editrice, 1981, pp. 32-37;
- Giuseppe Zocchi, Vedute di Firenze e della Toscana, a cura di Rainer Michael Mason, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1981, pp. 66-67;
- Roberto Ciabani, I Canti: Storia di Firenze attraverso i suoi angoli, Firenze, Cantini, 1984, pp. 80-83;
- Paola Barocchi e Giovanna Gaeta Bertelà, Museo Nazionale del Bargello. Itinerario e guida, Firenze, Museo nazionale del Bargello, 1984, ISBN non esistente.
- Dal ritratto di Dante alla Mostra del Medio Evo, 1840-1865, a cura di Paola Barocchi e Giovanna Gaeta Bertelà, Firenze, S.P.E.S., 1985;
- Magnolia Scudieri, Carla Calvaresi, Tabernacolo di via Ghibellina, in Arte storia e devozione. Tabernacoli da conservare, a cura dell'Ufficio Restauri della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze e Pistoia, Firenze, Centro Di, 1991 (Quaderni dell'Ufficio Restauri, n. 3), p. 37;
- Stefano Bertocci in Firenze. Guida di Architettura, a cura del Comune di Firenze e della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, coordinamento editoriale di Domenico Cardini, progetto editoriale e fotografie di Lorenzo Cappellini, Torino, Umberto Allemandi & C., 1992, p. 52, n. 29;
- Guido Zucconi, Firenze. Guida all’architettura, con un saggio di Pietro Ruschi, Verona, Arsenale Editrice, 1995, p. 38, n. 31;
- Bruno Santi, Tabernacolo a Firenze: i restauri (1991-2001), Firenze, Loggia de’ Lanzi per l’Associazione Amici dei Musei fiorentini, Comitato per il decoro e il restauro dei tabernacoli, 2002, pp. 58-59;
- La storia del Bargello. 100 capolavori da scoprire, a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2004;
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, p. 277;
- Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, pp. 372-374;
- Cristina Danti, Alberto Felici, Paola Ilaria Mariotti, Il ciclo giottescho della Cappella della Maddalena: una cronaca sui restauri ottocenteschi e su quelli attuali, in "Kermes", XIX, 2006, 61, pp. 27-38;
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Archivistica per la Toscana, Guida agli archivi di architetti e ingegneri del Novecento in Toscana, a cura di Elisabetta Insabato e Cecilia Ghelli, con la collaborazione di Cristina Sanguineti, Firenze, Edifir, 2007, p. 244;
- Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce, Firenze, Paideia, 2009, pp. 246-248, n. 352.
- Mugelli Costruzioni 1913-2013. Un secolo di cantieri e restauri edili, Firenze, Tipografia San Marco, 2013, pp. 153-156;
- Amee Yunn, The Bargello Palace: the invention of civic architecture in Florence, London-Turnhout, Harvey Miller Publishers, 2015;
- Denise Ulivieri, Laura Benassai, Un (altro) architetto per la Capitale. Francesco Mazzei "valente e modesto" restauratore a Firenze, in "Annali della Storia di Firenze", X-XI, 2015-2016 (2016), pp. 237-266;
- Marco Frati, Progetto e percezione del palazzo pubblico nel tardo medioevo: il caso del Bargello a Firenze, in "Studi e Ricerche di Storia dell'Architettura", II, 2018, 3, pp. 64-83.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Museo nazionale del Bargello
- Storia del palazzo del Bargello
- Cappella del Podestà
- Tabernacolo del Bargello
- Montalina
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Palazzo del Bargello
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).