Pane fratau
Pane fratau | |
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Origini | |
Luogo d'origine | Italia |
Regione | Sardegna |
Zona di produzione | Barbagia |
Dettagli | |
Categoria | piatto unico |
Ingredienti principali |
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Il pane fratau, (pronuncia sarda [ˈpan̆e vrat̯ˈt̯au]), spesso trascritto con l'errore ortografico della doppia T, frattau[2], è un piatto tradizionale della Sardegna, preparato specialmente nella regione della Barbagia, e nella parte centrale dell'isola.
Origine
[modifica | modifica wikitesto]Il pane carasau, che è alla base della ricetta, veniva posto dai pastori che prima dell'alba andavano al lavoro in "sa taschedda" vale a dire uno zaino di pelle, insieme a del pecorino e dell'acqua. Questo era il cibo che mangiavano durante la giornata. Al tramonto, al rientro a casa, il pane così conservato si sminuzzava (fratau) dentro la "taschedda" e tutto ciò non veniva mai buttato, ma veniva ammorbidito nel brodo, o nell'acqua calda, condito con un poco di "bagna" e col pecorino rimasto e mangiato per cena. Queste sono le tradizioni pastorali più povere che hanno portato oggi a quella saporitissima pietanza arricchita dall'uovo in camicia.
Il pane fratau è una pietanza composta da ingredienti semplici quali le uova, il pane carasau, tipico pane sardo , la salsa di pomodoro, l'olio d'oliva e il pecorino. Le tradizioni sulla preparazione del piatto variano a seconda della zona, per esempio mentre nella Gallura si prepara con questi soli ingredienti, in Barbagia si adoperano anche erbe aromatiche come prezzemolo, rosmarino e cicoria, per insaporire.
Due sono le tradizioni sull'origine di questo piatto:
- Nacque con l'arrivo della II guerra mondiale; a seguito dello scarseggiare di cibo, i contadini, specialmente, utilizzavano i pochi ingredienti che avevano a disposizione.
- Una leggenda dice che venne inventato come piatto da presentare al re Umberto I: due donne per la fretta e per il ritardo, durante una visita del re in Sardegna, cercarono di arrangiarsi con ciò che trovarono per dare forma ad un piatto da porgere al monarca. Corsero a prendere della conserva di pomodoro, due uova nel pollaio, del basilico e della cipolla dall'orto e infine presero del pane dalla credenza. Prepararono in fretta e furia il tutto, disponendo il piatto in maniera frettolosa. Offertolo al sovrano, a quanto narra la leggenda, quest'ultimo gradì particolarmente la pietanza. Il nome "fratau" deriva dall'espressione "casu vratau" cioè formaggio grattugiato, componente importante della pietanza.
La sua diffusione è avvenuta grazie agli agriturismo ed ai famosi "pranzi con i pastori" dove specialmente in Barbagia si è conservato questo modo di mangiare il "pane carasau". In origine era un sistema utile per consumare tutti i resti del tipico pane conosciuto anche col nome "carta da musica" (anche se tale denominazione in riferimento al pane carasau è da considerarsi errata). Infatti quello che restava a piccoli pezzi lo si metteva nell'acqua bollente salata e poi lo si disponeva a strati sul piatto ricoprendolo con il formaggio pecorino grattugiato e con il sugo se disponibile. Questa preparazione molto semplice (ed ancora oggi attuale) poteva essere arricchita con un uovo fatto cuocere nella stessa acqua e adagiato in cima al pane ormai ammorbidito (questo però solo in tempi molto più recenti).
Ingredienti
[modifica | modifica wikitesto]Gli ingredienti del pane fratau variano a seconda della zona. I più comuni sono un uovo di gallina (cotto in camicia), del pane carasau (ammorbidito nell'acqua, nel brodo o direttamente dal sugo di pomodoro), della cipolla, del basilico fresco, del sugo di pomodoro e parmigiano o pecorino sardo. In alcune zone si utilizzano erbe aromatiche per l'insaporimento della pietanza, come la cicoria, il rosmarino, il timo o l'origano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Daniela Guaiti, Sardegna, Edizioni Gribaudo, 2010, p. 61, ISBN 88-7906-835-0.
- ^ Regione Autonoma della Sardegna-Ditzionàriu in línia de sa limba e de sa cultura sarda
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Beppe Bigazzi, Giuseppina Bigazzi, 365 giorni di buona tavola, Giunti Editore, 2011, p. 280, ISBN 88-09-76547-8.
- Demetra, Sapori di Sardegna. Pane, mirto, dolcetti e..., Giunti Editore, 2005, pp. 28-29, ISBN 88-440-3008-X.
- Musica Maestro! Patate di Gavoi! (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2014).
- Antonella Serrenti - Susanna Trossero, Il pane carasau. Storie e ricette di un'antica tradizione isolana, Perugia, Graphe.it edizioni, 2014, ISBN 978-88-97010-62-3.