Paolo Vaccari

Paolo Vaccari
Vaccari nel 1998 a Piacenza contro l'Argentina
Dati biografici
PaeseItalia (bandiera) Italia
Altezza185 cm
Peso93 kg
Rugby a 15
RuoloUtility back
Ritirato2006
Carriera
Attività giovanile
1983-1987Calvisano
Attività di club[1]
1987-1993Calvisano
1993-1995Milan
1995-2006Calvisano
Attività da giocatore internazionale
1991-2003Italia (bandiera) Italia64 (107)
Palmarès internazionale
VincitoreCoppa FIRA 1995-1997

1. A partire dalla stagione 1995-96 le statistiche di club si riferiscono ai soli campionati maggiori professionistici di Lega
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito
Statistiche aggiornate al 29 ottobre 2008

Paolo Vaccari (Calvisano, 15 gennaio 1971) è un ex rugbista a 15 e dirigente sportivo italiano, già ala-centro o estremo di Milan e Calvisano, campione d'Europa nel 1997 con la Nazionale italiana e attualmente consigliere della Federazione Italiana Rugby.

Nativo di Calvisano (BS) e cresciuto nell'omonimo club, con esso esordì in massima divisione il 1º febbraio 1987 a Padova contro il Petrarca. Con il club della provincia bresciana disputò 6 campionati, di cui 2 in serie A-2, prima di passare al Milan (nome in quel periodo assunto dall'Amatori Milano), con il quale realizzò nel 1995 l'accoppiata scudetto-Coppa Italia.

A tale data era già nell'orbita della Nazionale: aveva, infatti, esordito sotto la gestione tecnica di Bertrand Fourcade nel tour estivo in Namibia del 1991, disputando due test match contro la Nazionale di casa, nel ruolo di tre quarti ala. Nel prosieguo della sua carriera azzurra fu schierato ancora come ala, centro ed estremo. Prese parte alla Coppa del Mondo di rugby 1991 in Inghilterra, disputando da titolare tutti i tre incontri che videro impegnata l'Italia.

Nel 1995 tornò al Calvisano e prese parte, sotto la direzione del C.T. Georges Coste, alla Coppa del Mondo in Sudafrica.

Nel 1997 Vaccari fece parte della squadra che vinse la Coppa FIRA 1995/97 a Grenoble battendo in finale la Francia per 40-32: fu proprio lui a segnare la meta della sicurezza italiana, che portava il punteggio a un temporaneo 38-20 (Domínguez trasformò portando il punteggio a 40), a cinque minuti dal termine dell'incontro.

A febbraio 1998 Vaccari fu invitato dai Barbarians per un match che fu disputato il 17 marzo successivo contro il Leicester. Un infortunio a fine 1998 lo tenne poi lontano dai campi di gioco per circa un anno; ritornò in azzurro agli ordini del C.T. Massimo Mascioletti per la Coppa del Mondo di rugby 1999 in Galles, poi ulteriori complicazioni fisiche gli impedirono di prender parte al successivo Sei Nazioni 2000, il primo a vedere l'Italia ai nastri di partenza.

Rientrò in Nazionale a fine 2001, con il nuovo C.T. Brad Johnstone, e prese poi parte ai Sei Nazioni del 2002 e (con il C.T. John Kirwan) 2003; nel corso di tale torneo disputò il suo ultimo incontro internazionale, contro la Scozia: il bilancio finale è di 64 incontri e 22 mete (3 da 4 punti e 19 da 5, per un totale di 107 punti).

Nel 2003 si laureò in architettura nella stessa sessione d'esami del suo compagno di Nazionale Massimo Giovanelli[1]; nel 2004 vinse la Coppa Italia con il Calvisano e l'anno successivo, alla sua quinta finale-scudetto consecutiva, si laureò campione d'Italia per la seconda volta (la prima per il suo club); si ritirò alla fine della stagione 2005-06, dopo la sconfitta nell'ennesima finale-scudetto, la sesta in sei stagioni, a Monza, contro il Benetton[2].

Già consigliere dal 2004 della Federazione Italiana Rugby eletto in quota giocatori, nelle elezioni federali del 2008 fu riconfermato nel ruolo[3].

  1. ^ Valerio Vecchiarelli, Vaccari e Giovanelli, si laureano gli architetti del Sei Nazioni azzurro, in Corriere della Sera, 3 febbraio 2003. URL consultato il 20 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2012).
  2. ^ Stefano Pozzi, Ventitré anni di mete: Vaccari lascia il rugby, in Corriere della Sera, 29 maggio 2006. URL consultato il 29 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2012).
  3. ^ Organi federali della Federazione Italiana Rugby Archiviato il 9 aprile 2009 in Internet Archive., da FedeRugby.it.

Collegamenti esterni

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