Pentossifillina

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Pentossifillina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC13H18N4O3
Massa molecolare (u)278,31 g/mol
Numero CAS6493-05-6
Numero EINECS229-374-5
Codice ATCC04AD03
PubChem4740
DrugBankDBDB00806
SMILES
CC(=O)CCCCN1C(=O)C2=C(N=CN2C)N(C1=O)C
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
orale
Dati farmacocinetici
Biodisponibilità~100%
Escrezionerenale (96%)
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
irritante
attenzione
Frasi H302
Consigli P---[1]

La pentossifillina, nome chimico 1-(5-oxoexil)-3, 7-dimetilxantina è un derivato xantinico utilizzato per le proprie attività antitrombotiche.

Viene utilizzato per ridurre i disturbi legati all'irrorazione periferica su base aterosclerotica (claudicatio intermittens causata da ostruzione delle arterie, dolori a riposo), su base diabetica (angiopatia diabetica) e flogistica (endoangioite obliterante) poiché la pentossifillina riesce a migliorare il flusso sanguigno attraverso i vasi. Viene anche utilizzata per il trattamento di disturbi trofici (sindrome post-trombotica, ulcus cruris, gangrena e congelamenti) e angioneuropatie (acrocianosi e morbo di Raynaud).

Viene anche impiegato per sequele da alterata irrorazione cerebrale, oculare e auricolare.

La molecola è anche in studio per il trattamento della induratio penis plastica e della neuropatia periferica.

Può essere utilizzato per la prevenzione delle crisi di falcizzazione nell'anemia drepanocitica e migliora il microcircolo cerebrale.

La pentossifillina può essere utilizzata per il trattamento del mal di testa da altitudine ed è stato dimostrato che è in grado di diminuire la mortalità nella steatoepatite probabilmente attraverso la propria abilità a inibire il fattore di necrosi tumorale.

Alcuni specialisti la prescrivono in applicazione topica per la Morfea.

Controindicazioni

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La pentossifillina deve essere evitata in quei soggetti che hanno evidenziato accertata ipersensibilità alla molecola, recente infarto al miocardio ed emorragie di grave entità.

Gravidanza e allattamento

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La molecola è in grado di passare attraverso il latte materno; pertanto, durante l'allattamento, bisogna stabilire se terminare l'allattamento e proseguire la cura o terminare la cura e proseguire l'allattamento.

In gravidanza invece non è stata dimostrata alcuna teratogenicità a carico del feto, nemmeno ad alti dosaggi.

Come altre xantine metilate e derivati xantinici, la pentossifillina agisce attraverso due meccanismi fondamentali:

Esiste un derivato dal nome propentofillina.

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. del 03.07.2013

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