Pietro di Castiglia

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Pietro di Castiglia (disambigua).
Pietro di Castiglia
Ritratto di epoca successiva raffigurante Pietro di Castiglia
Infante di Castiglia
Signore di Ledesma, Alba de Tomes, Salvatierra, Miranda, Sabugal, Castello Rodrigo e Afiatates
Stemma
Stemma
In caricamaggio/luglio 1260 - 20 ottobre 1283
Cancelliere del Regno di Castiglia e Leon
In carica1281 - 20 ottobre 1283
NascitaSiviglia, 1260
MorteLedesma, 20 ottobre 1283
Casa realeAnscarici
PadreAlfonso X di Castiglia
MadreViolante d'Aragona
ConsorteMargherita di Narbona
FigliDa Margherita di Narbona:

Da una sconosciuta concubina:

  • Sancho

Pietro di Castiglia (Siviglia, 1260Ledesma, 20 ottobre 1283) è stato un principe castigliano, terzogenito del re Alfonso X e signore di Ledesma, Alba de Tormes, Salvatierra, Galisteo, Miranda, Sabugal ed inoltre Cancelliere del Regno di Castiglia e Leon.

Era figlio del re Alfonso X di Castiglia e della principessa Violante d'Aragona e fratello gemello di Giovanni. I suoi nonni paterni erano Ferdinando III di Castiglia, e la sua prima moglie, Beatrice di Svevia, mentre quelli materni erano Giacomo I d'Aragona e Iolanda d'Ungheria[1].

Non si conosce esattamente la sua data di nascita, ma alcuni storici affermano che nacque a Siviglia tra il 15 maggio e il 27 luglio 1260[2] anche se Manuel González Jiménez afferma, come anche Enrique Flórez, che nacque nel 1261[3][4].

Nel 1262 il nome dell'infante Pietro figura tra i confermati del privilegio, concesso il 27 aprile dello stesso anno a Siviglia, per il quale il padre donò a Martín Alfonso di Léon, figlio illegittimo di Alfonso IX di León, i territori di Pereña de la Ribera e Villares de Yeltes, a condizione che, se non avessero avuto figli, questi beni sarebbero tornati alla Corona[5]. In occasione del matrimonio di suo fratello Ferdinando con Bianca di Francia, venne nominato cavaliere insieme a suo fratello Giovanni da Ferdinando stesso.

Il 27 maggio 1273 ricevette dal padre il Monastero di Santo Spirito di Salamanca. L'infante Pietro era un personaggio molto influente a corte, tanto che presiedette la corte quando suo padre viaggiò in Europa per essere nominato imperatore del Sacro Impero.

Nel 1275 morì suo fratello Ferdinando, e nello stesso anno Alfonso X ritornò in Castiglia e organizzò il matrimonio tra Pietro e Margherita di Narbona, figlia del visconte Aimerico IV di Narbona[2]

Assedio di Algeciras (1278-1279)

[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'assedio di Algeciras nel 1278 il re lo mise a capo delle truppe di terra; venne tuttavia affiancato nel suo ruolo da Alfonso Fernández di Castiglia, figlio naturale di Alfonso X avente maggiore esperienza in campo militare. Nel Crónica de Alfonso X si racconta che le truppe castigliane che si diressero ad Algeciras partirono da Siviglia[6] nel marzo 1278, anche se l'attacco via terra non iniziò prima del febbraio 1279[6].

Alfonso X, rimase a Toledo dall'ottobre 1278 al maggio 1279, e nel giugno di quell'anno arrivò a Siviglia per poter vigilare più da vicino l'evoluzione dell'assedio[7]. L'infante Sancho rimase a governare in Castiglia in nome del padre.

Tuttavia, l'assedio di Algeciras si concluse con un fallimento clamoroso dei castigliani, a causa tra l'altro della mancanza di risorse, malattie, e lo scoraggiamento che si diffuse tra gli assedianti.

Nel 1279 Pietro ricevette dal padre la città e la provincia di Cordova.

Campagna contro il regno di Granada (1279-1281)

[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del 1280, l'infante Pietro era presente, insieme ai fratelli e allo zio, l'infante Manuele, all'Assemblea di Badajoz[8]. In questa assemblea si parlò del disastro accaduto ad Algeciras e si pianificò una campagna contro il regno di Granada per l'anno seguente, e probabilmente Alfonso X pensava di contare con l'appoggio del nipote Dionigi, che salì al trono nel 1279.

Nel 1281 partecipò alla campagna che Alfonso X organizzò contro il regno di Granada[9], nella quale parteciparono anche i suoi fratelli Sancho e Alfonso Fernández, che morì in quell'anno[10].

La campagna fu talmente violenta che Muhammad II di Granada chiese una tregua e si impegnò, se necessario, a consegnare un terzo di tutte le sue entrate come paria ad Alfonso X[10].

Sposò, il 7 febbraio 1281[11] a Burgos, Margherita di Narbona[12], figlia del visconte Aimerico IV di Narbona, dalla quale ebbe un figlio[2][13]:

Ebbe anche un figlio naturale da una dama rimasta sconosciuta:

Alla morte di suo fratello Ferdinando de la Cerda, erede al trono, emerse un grande scontro per la successione tra i figli di Ferdinando e l'infante Sancho. L'infante Pietro prese le parti di Sancho. Per essersi sollevato contro il re venne da questi diseredato e dichiarato incapace a succedere al trono di Castiglia.

Nei primi mesi del 1282 l'infante Sancho delegò il fratello Giovanni con lettere e poteri per ottenere il sostegno dei paesi e città del Regno di León alla sua causa, dove Giovanni aveva molti interessi e sostenitori, e ha visitato, tra gli altri, le città di Toro, Zamora, Benavente, Villalpando e Mayorga, e l'infante Pietro, nel frattempo, è andato alle città di Salamanca e Ciudad Rodrigo con lo stesso obiettivo[16].

Nell'Assemblea di Valladolid, che ebbe luogo il 20 aprile 1282, Alfonso X fu spogliato di tutti i suoi poteri e dell'appoggio da parte dei sostenitori dell'infante Sancho, conservando però il titolo di re.

L'infante Pietro morì nell'ottobre 1283 a Ledesma. Fu sepolto nel Convento di San Francesco a Valladolid[17][18]

  • Echániz Sans, María, El monasterio femenino de Sancti Spíritus de Salamanca: colección diplomática (1268-1400), Madrid, Instituto Jerónimo Zurita. CSIC, 1993, ISBN 84-7481-748-X.
  • Arco y Garay, Ricardo del, Sepulcros de la Casa Real de Castilla, Madrid, Instituto Jerónimo Zurita. CSIC, 1954, OCLC 11366237.
  • Flórez, Enrique, España Sagrada, Tomo XXIII, Madrid, Antonio Marín, 1767, OCLC 496610214.
  • González García, Manuel, Salamanca en la Baja Edad Media, Volumen 14 de Temas de historia local y provincial: Serie varia, Salamanca, Ediciones de la Universidad de Salamanca y Excmo. Ayuntamiento de Salamanca, 1982, ISBN 9788474812053.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]