Rhina ancylostoma
Rhina ancylostoma | |
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Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Chondrichthyes |
Sottoclasse | Elasmobranchii |
Ordine | Rajiformes |
Famiglia | Rhynidae |
Genere | Rhina |
Specie | R. ancylostoma |
Nomenclatura binomiale | |
Rhina ancylostoma Bloch, Schneyder, 1801 | |
Areale | |
Rhina ancylostoma Bloch & Schneider, 1801[2] è un pesce cartilagineo, ed è l'unico rappresentante conosciuto della famiglia Rhynidae. Vive nelle acque costiere delle regioni indopacifiche, e può raggiungere i 2,7 metri di lunghezza.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La struttura corporea di R. ancylostoma è inconfondibile, mescolando caratteristiche di squali e razze. Presenta infatti la parte anteriore del corpo appiattita sul piano orizzontale, conferendogli la forma schiacciata tipica dei Rajiformes, ordine a cui infatti appartiene. Il margine anteriore del capo visto dall'alto è ampio e arrotondato, non presentando il prolungamento appuntito tipico della famiglia Rhinobathidae. Gli occhi sono di medie dimensioni, seguiti dai due spiracoli, ben sviluppati. Sul capo sono presenti alcune creste rilevate, munite di denticoli sviluppati in forma di spine, con probabile funzione difensiva. La più pronunciata è posta in posizione mediana, partendo da poco dietro i due spiracoli ed interrompendosi all'altezza dell'inizio della parte posteriore del corpo. Altre creste sono presenti a lato degli occhi, sul lato del capo e sulla parte frontale. La bocca è posta sul lato ventrale, preceduta dalle due narici bilobate, ed ha forma ad arco ondulato. I denti sono piatti, adatti a triturare. Sempre sul lato ventrale si aprono bilateralmente le cinque fessure branchiali, di piccole dimensioni. Le pinne pettorali sono molto ampie, triangolari e dotate di margine libero. Il loro limite divide il capo dalla parte posteriore del corpo, più simile a quella degli squali, con due grandi pinne dorsali triangolari di dimensioni quasi equivalenti, la prima delle quali posta in posizione più avanzata rispetto alle pinne ventrali. Queste sono di discrete dimensioni, e nei maschi presentano alla base gli emipeni. Manca la pinna anale. Il peduncolo caudale presenta carenatura. La pinna caudale è quasi triangolare, con lobi appena accennati e di dimensioni quasi equivalenti.
Il colore nel lato dorsale è bruno-marrone, talvolta tendente al grigiastro, uniforme nei due terzi anteriori del capo, mentre dal terzo posteriore compare una punteggiatura bianca regolare che si ritrova in tutto il resto del corpo, pinne comprese. Negli esemplari più giovani macchie scure di forma irregolare sono presenti nella parte anteriore del capo, ma tendono a farsi più indistinte con la crescita, fino a sparire[3]. Due più ampie e di forma irregolarmente anulare poste all'attaccatura delle pinne pettorali possono permanere a lungo. Il lato ventrale è uniformemente bianco lattiginoso.
Raggiunge una lunghezza massima registrata di 2,7 metri e i 135 kg di peso[4], anche se sono più comuni misurazioni intorno ai 2 metri.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Frequenta le zone tropicali e subtropicali della zona indopacifica prediligendo acque calde e temperate. Viene segnalato dalle coste orientali del Sudafrica fino a quelle meridionali del Giappone, includendo Seychelles, Mauritius e Maldive. A sud il suo areale comprende l'arcipelago indonesiano, quello filippino e le coste settentrionali dell'Australia[4].
Vive abitualmente in acque costiere, entro la piattaforma continentale o presso gli arcipelaghi, scendendo raramente sotto i 90 metri di profondità, spingendosi talvolta anche vicino a riva.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Esistono pochi dati riguardo alle caratteristiche biologiche e alle abitudini di questa specie.
Comportamento
[modifica | modifica wikitesto]Specie solitaria, si muove abitualmente in prossimità di fondali sabbiosi o rocciosi, spingendosi saltuariamente vicino alla superficie. Non è pericoloso per l'uomo, e tende a non farsi avvicinare facilmente[5].
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Essendo animale prettamente bentonico, si nutre di piccoli pesci teleostei, crostacei, molluschi ed altre creature di fondo di piccole dimensioni. La sua tecnica di caccia utilizza la parte anteriore del corpo per bloccare la preda contro il fondale, per poi indirizzarla con alcuni colpi rapidi verso l'apertura boccale[6]. Alcuni dati sembrerebbero però suggerire anche altri possibili modelli di predazione[7].
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di una specie ovovivipara sprovvista di placenta: le uova si schiudono nell'utero, dove prosegue lo sviluppo embrionale, traendo nutrimento inizialmente dal sacco vitellino, quindi indirettamente dai fluidi uterini attraverso strutture specializzate[8]. Di norma vengono alla luce dai 4 ai 5 piccoli, lunghi intorno ai 45 cm[9]. La fecondazione è interna ed il rituale di accoppiamento, come in molte specie di Chondrichthyes, prevede un rituale piuttosto violento, tanto che non sono infrequenti incidenti anche gravi[10].
Interazioni con l'uomo
[modifica | modifica wikitesto]Pur non essendo oggetto di pesca mirata, viene comunque catturato incidentalmente con reti ed ami innescati, venendo quindi commercializzato per le carni, soprattutto nei paesi asiatici, dove raggiunge un discreto valore commerciale, in particolare per le grandi pinne, considerate di particolare pregio per la preparazione della tradizionale zuppa[11].
Questa specie si è dimostrata capace di adattarsi con discreta facilità alla vita in cattività, diventando un'attrazione di molti acquari dotati di vasche di sufficiente capacità[12]. Sono in corso tentativi per ottenere la sua riproduzione in cattività, purtroppo con risultati finora sfavorevoli [13].
Stato di conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Malgrado esistano pochi dati sulla popolazione di questa specie, la scarsa prolificità, le problematiche ambientali e la pressione dovuta alla pesca intensiva, che elimina spesso gli individui prima del raggiungimento della piena maturità sessuale, fanno ritenere probabile che sia già in corso una sensibile diminuzione, in particolare nelle zone dove la pesca incide maggiormente. Per questo è stato inserito nella lista IUCN tra le specie vulnerabili (VU)[14].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) McAuley R, Compagno, LJV (2003), Rhina ancylostoma, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 30 dicembre 2014.
- ^ (EN) Sphyrna zygaena (Linnaeus, 1758), su WoRMS World Register of Marine Species. URL consultato il 20 ottobre 2014.
- ^ (EN) Mark McGrouther, Shark Ray, Rhina ancylostoma Bloch & Schneider, 1801, su Australian Museum. URL consultato il 31 dicembre 2014.
- ^ a b (EN) Rhina ancylostoma Bowmouth Guitarfish, su Encyclopedia of Life. URL consultato il 30 dicembre 2014.
- ^ (EN) Bowmouth Guitarfish, su The Shark and Ray Field Guide, Elasmodiver. URL consultato il 1º novembre 2014.
- ^ (EN) R. Aidan Martin, Batoids: Order Rhiniformes: Sharkfin Guitarfish — 1 species, su elasmo-research.org, ReefQuest Centre for Shark Research. URL consultato il 28 dicembre 2014.
- ^ (EN) Borrell A, Cardona L, Kumarran RP, Aguilar A, Trophic ecology of elasmobranchs caught off Gujarat, India, as inferred from stable isotopes, in ICES J Mar Sci, vol. 68, n. 3, Oxford University Press, marzo 2011, pp. 547-554, DOI:10.1093/icesjms/fsq170.
- ^ (EN) Jürgen Pollerspöck, Rhina ancylostoma BLOCH & SCHNEIDER, 1801, su www.shark-references.com. URL consultato il 30 dicembre 2014.
- ^ (EN) Bowmouth Guitarfish, su aquariumofpacific.org, Aquarium of the Pacific. URL consultato il 31 dicembre 2014.
- ^ (EN) Kathleen Lees, Love Hurts: Bowmouth Guitarfish Killed During Sex, su scienceworldreport.com, 24 luglio 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014.
- ^ (EN) Devadoss P, Batcha H, Some observations on the rare bow-mouth guitar fish Rhina ancylostoma (PDF), in Marine Fisheries Information Service, n. 138, Indian Council of Agricultural Research, giugno-luglio 1995, pp. 10-11. URL consultato il 31 dicembre 2014.
- ^ (EN) Newport Aquarium’s Sweet Pea, the First Documented Shark Ray to Breed in Captivity, Gives Birth to Seven Pups, su aquariumworks.org, 29 gennaio 2014. URL consultato il 31 dicembre 2014.
- ^ (EN) Shark Rays, su newportaquarium.com. URL consultato il 31 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2014).
- ^ (EN) Species Name: Rhina ancylostoma, su Wildscreen Arkive, Wildscreen. URL consultato il 30 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2015).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rhina ancylostoma
- Wikispecies contiene informazioni su Rhina ancylostoma
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Rhina ancylostoma Bloch & Schneider, 1801, su FishBase. URL consultato il 30/12/2014.
- (EN) Archivio di campioni di R. ancylostoma conservati presso istituzioni scientifiche nel mondo, su collections.si.edu.
- (EN) Archivio genetico di R. ancylostoma presso istituzioni scientifiche nel mondo, su boldsystems.org.