Schwäbische Hausfrau

Die Hausfrau, monumento alla casalinga tedesca, a Waller Park, nella città di Brema

Schwäbische Hausfrau (in italiano: casalinga sveva, Swabian housewife nella letteratura anglosassone) è un'espressione idiomatica del lessico giornalistico e politico tedesco, con la quale si dà forma a uno stereotipo dell'immaginario collettivo: quello della tipica donna di casa della regione storica della Svevia, portatrice austera di un ethos di saggezza frugale e parsimoniosa. L'espressione viene usata di frequente nel dibattito politico ed economico tedesco, in particolare nei periodi di crisi e mutamenti economici, tanto da essere assurta alla dimensione di una sorta di mito collettivo[1]. Per certi versi è l'equivalente della casalinga di Voghera nel lessico italiano.

Lo stereotipo incarna una percezione che associa alla casalinga sveva alcune attributi tradizionali, come la modestia della condizione sociale (lo stereotipo la vuole di umili origini e non dotata di alti livelli di istruzione) e l'adozione di costumi di vita parchi e parsimoniosi, che vedono questa figura, tuttavia, come portatrice di antiche doti di saggezza tradizionale, senso pratico e solido buonsenso, caratteristiche che fanno di lei una sorta di modello, capace di esprimere giudizi assennati e illuminanti su questioni di politica, economia, finanza, anche quando queste, talvolta, si presentano in forme così complesse da trarre in inganno perfino esperti, commentatori, ed economisti (nel dibattito politico, è stata chiamata in causa nella temperie della crisi dei mutui subprime, della crisi del debito, della Grande recessione, così come in alcuni frangenti che hanno visto sul tappeto discusse operazioni politico-finanziarie)[2].

Uso nel dibattito politico

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Angela Merkel ha fatto spesso ricorso all'espressione nei commenti politici

In particolare, la figura della casalinga sveva è spesso sventolata, in modo improprio e mitizzante[3], per rievocare un ethos improntato alla morigeratezza dei costumi, al basso profilo della condotta esteriore, alla moderazione nei consumi, all'attenzione nella spesa e alla cautela negli acquisti: spesso la figura viene utilizzata come strumento per stigmatizzare condotte di segno opposto. Questo può avvenire per fini interni alla Germania o, anche, per esprimere giudizi su un orizzonte di politica internazionale: è stata utilizzata, ad esempio, per contrapporne virtù etiche e stile di vita parsimonioso (svevo e, per estensione, dell'intera Germania), alle condotte di tutt'altro segno esibite da paesi stranieri, come quelli dell'Europa meridionale (i cosiddetti PIGS: Italia, Grecia, Portogallo, Spagna), incuranti delle ristrettezze e avvezzi a stili di vita esuberanti e sopra le righe, per i quali necessitano risorse finanziarie che vanno al di là delle proprie possibilità economiche.

La figura della casalinga sveva è stata tirata in ballo dalla cancelliera tedesca Angela Merkel[4], in più occasioni, talvolta come antidoto contro la grande recessione europea degli anni 2000 e 2010, talaltra come immaginaria interlocutrice dal giudizio infallibile su i comportamenti da tenere di fronte a questioni economiche e finanziarie (in frasi del tipo "chiedere alla casalinga sveva", come quella pronunciata da Angela Merkel nel 2008, nell'analisi della incipiente crisi economica europea: "Bastava chiederlo alla casalinga sveva e lei ci avrebbe dispensato un po' della sua conoscenza su come vanno le cose del mondo. Non si può vivere sempre al di sopra dei propri mezzi"[5]). In altri casi, è stata evocata come severo giudice di ardite operazioni economiche e su vicende finanziarie giudicate sbagliate o inopportune[6].

Critiche allo stereotipo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Paradosso della parsimonia.

L'uso politico dello stereotipo della casalinga sveva quale modello comportamentale riceve critiche da parte di molti economisti e commentatori: in particolare, si fa notare come i costumi morigerati sottesi alla figura della casalinga sveva, se estesi da una dimensione microeconomica a una più larga scala macroeconomica, sono in grado di produrre quel fenomeno economico noto come paradosso della parsimonia (ted.: Sparparadoxon)[7][8], risalente alla teorizzazione di John Maynard Keynes: secondo tale paradosso, che esprimerebbe, quindi, una fallacia compositionis (fallacia di composizione): l'adozione generalizzata di comportamenti di risparmio, che sono virtuosi a livello di scelta individuale o di singola azienda, può produrre, a livello aggregato, l'effetto inverso di un risparmio totale che rimane invariato, con ripercussioni negative sul ciclo economico in tempi di crisi.

  1. ^ Flassbeck, Zehn Mythen der Krise, p. 22.
  2. ^ Alessandro Alviani, Un breviario di tedesco per capire la crisi greca, in Il Foglio, 24 febbraio 2015. URL consultato il 20 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2015).
  3. ^ Flassbeck, Zehn Mythen der Krise, p. 23.
  4. ^ (EN) Julia Kollewe, Angela Merkel's austerity postergirl, the thrifty Swabian housewife, in The Guardian, 17 settembre 2012. URL consultato il 24 ottobre 2015.
  5. ^ (EN) Jeevan Vasagar, What we can learn from the Germans, in The Telegraph, 27 luglio 2013. URL consultato il 24 ottobre 2015.
  6. ^ (DE) Stefan Mappus, Die schwäbische Hausfrau wird begeistert sein, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 6 dicembre 2010. URL consultato il 17 febbraio 2013.
  7. ^ (EN) Phillip Inman, The Swabian housewife exemplifies everything that is wrong with Germany, in The Guardian, 21 settembre 2012. URL consultato il 24 ottobre 2015.
  8. ^ (EN) Paul Krugman, Nobody Understands Debt, in The New York Times-The Opinion Pages, Op-Ed Columnist,, 9 febbraio 2015. URL consultato il 24 ottobre 2015.
  • (DE) Heiner Flassbeck, Zehn Mythen der Krise, Berlino, Suhrkamp Verlag, 2012.

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